Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Categoria: Deep Inside FZ

  • “ZAPPA DRINKS AND GOES HOME” by Rip Rense

    “ZAPPA DRINKS AND GOES HOME” by Rip Rense

    Frank Zappa instancabile compositore fino alla fine

    Visse quasi interamente per questo, per i punti neri e le linee che imparò da solo ad arrangiare sui pentagrammi quando era un adolescente (e smise di arrangiare solo quando il suo corpo non gli permetteva più di sedersi alla tastiera). Adorava semplicemente la manipolazione delle onde sonore e il modo in cui gli solleticavano le orecchie. Il suo conciso credo, “La musica è la migliore”, era conciso per una ragione.

    Non è davvero un’esagerazione dire che Zappa era un compositore di pulsioni beethoveniane; la sua preoccupazione per la musica era paragonabile a quella del compianto pianista super-genio Glenn Gould. Tempo ed energia erano alleati inaffidabili e inadeguati per Frank; si accontentava di loro, spingendo sempre i loro limiti attraverso notti insonni con le uniche droghe di cui avesse mai abusato: caffeina e nicotina. Si sedeva, spesso fino all’alba, a riflettere su grandi risme di fogli di carta (o, negli anni successivi, sullo schermo di un computer), lavorando con un’urgenza che diventava terribile e struggente con il peggiorare della sua salute…

    Centinaia, forse migliaia, sono venuti a rendergli omaggio da tutto il mondo: diplomatici, direttori d’orchestra, compositori, chitarristi, attori, registi, scrittori, un’intera piccola orchestra… persone di orientamento vario come il cantante Tom Jones e il leggendario direttore/compositore novantenne /lessicografo Nicolas Slonimsky…

    Pochi giorni prima di “partire per il suo ultimo tour”, come diceva la sua famiglia, Frank chiedeva di portare il suo letto d’ospedale sul suo Synclavier, così avrebbe potuto fare un po’ più di lavoro…

    (Originally published in the L.A. Weekly, 2014)

    http://www.riprense.com/zappa_drinks.htm?fbclid=IwY2xjawIkg_dleHRuA2FlbQIxMAABHfsXhudhUvNqQU0muVtXV9-0vYfnh0YZUq-PuCiRKVxStNvE9V_Gs24gJQ_aem_9CHdq7h2YjpOSJuPgzljQg

  • Frank Zappa: Big Bang & Big Note

    Frank Zappa: Big Bang & Big Note

    La teoria della Big Note di Frank Zappa

    Secondo la teoria del “Big Bang” sull’origine dell’universo, tutto ebbe inizio circa 10 miliardi di anni fa, quando esplose un volume di materiale delle dimensioni di una palla da softball e da allora la cosa si è espansa.
    Frank Zappa sostiene la teoria della “Big Note”, dove tutto – raggi di luce, onde sonore, atomi – possono essere vibrazioni dello stesso “Tono cosmico fondamentale.” Zappa è interessato a tutti i tipi di toni, per lo più amplificati, ma ha interessi anche in altre aree dello spettacolo.

    (The Sun Magazine, 3 maggio 1970) 

  • La “Teoria di Frank Zappa” con Paul Carr

    La “Teoria di Frank Zappa” con Paul Carr

    La "Teoria di Frank Zappa" con Paul Carr

    “The theory of Zappa” con Paul Carr introduce le teorie di Frank Zappa sul tempo, lo spazio, la narrativa e l’opera d’arte svelando il loro rapporto con l’opera scultorea di Geoffrey Farmer “Lets Make the Water Turn Black”.

    Paul Carr, editore di Frank Zappa and the And (2013) ,è affiancato dal professore di teatro e dramma multimediale Richard Hand e dal musicista e ricercatore Richard Hemmings.

  • FZ: come funziona una melodia nella mente di chi ascolta la musica

    FZ: come funziona una melodia nella mente di chi ascolta la musica

    FZ spiega come funziona una melodia nella mente di chi ascolta

    In questo video, Frank Zappa discute l’aspetto tecnico di come funziona una melodia nella mente di chi ascolta la musica.

    Frank discute anche come si collega al ruolo degli accordi nella strutturazione del significato di una melodia per chi ascolta.

  • Una passione comune di Zappa & Varèse: l’alchimia

    Una passione comune di Zappa & Varèse: l’alchimia

    Zappa e Varèse, stessa passione per l'alchimia

    Con il titolo “Arcana” Edgar Varèse allude all’alchimista e filosofo Paracelso, che nel 1500 esplorava i poteri curativi della natura, cercava la conoscenza universale e credeva che le stelle potessero aiutare a comprendere la guarigione umana.
    Un punto in comune con Frank Zappa: l’alchimia.

  • FZ: “il suono ha una presenza fisica e può muovere l’aria”

    FZ: “il suono ha una presenza fisica e può muovere l’aria”

    FZ scopre che il suono ha una presenza fisica e può muovere l'aria

    Il libro “Once a Catholic” di Peter Occhiogrosso (Houghton Mifflin Company, Boston, 1987), in cui “prominenti cattolici ed ex cattolici rivelano l’influenza della Chiesa sulla loro vita e sul loro lavoro”, include un capitolo di 10 pagine su Frank Zappa.
    Sul retro della sovraccoperta si legge:
    Frank Zappa: “Riesco ancora a ricordare la melodia del ‘Kyrie’ che stavano cantando alla mia cresima. Quel lick mi viene in mente a volte e ho finito per suonarla con la chitarra nel mezzo degli assoli – lo giuro su Dio”.
    In questo libro, Zappa ha ricordato l’impressione lasciatagli dal funerale della nonna: “Il coro cantava, e dal modo in cui tremolavano le fiamme delle candele potevo vedere che rispondevano alle onde sonore provenienti dal coro. Fu allora che mi resi conto che il suono, la musica, aveva una presenza fisica e che poteva muovere l’aria”.
    (Toronto Observer, dicembre 1993)

  • Frank Zappa: “Un giorno, il concetto di ateismo sparirà…”

    Frank Zappa: “Un giorno, il concetto di ateismo sparirà…”

    Frank Zappa su religione e ateismo

    “Un giorno, il concetto di ateismo sparirà. Ci saranno, invece, le persone normali e qualche buffo credente” (Frank Zappa)

    Sono circa 1.4 miliardi i cristiani nel mondo (dati aggiornati al 2022). Il cristianesimo è la religione più grande del pianeta: ha le sue radici in Medio Oriente e prevale nelle Americhe e in Europa.
    Da 1,4 miliardi cominciamo a togliere i fanatici.
    Non si possono considerare religiosi i non praticanti e i praticanti non consenzienti di religioni imposte che sono tanti (esempio: America Latina, “fortino” della religione cattolica, prodotto della colonizzazione ispano-portoghese e della conversione forzata dei nativi).
    La fede, a dispetto di quanto affermano i vari leader religiosi, ha una dimensione individuale e come tale non sempre facilmente identificabile. In più, le varie confessioni tendono a “barare” sulle cifre reali dei propri fedeli.
    Gli atei (detti Nones) sono il secondo ‘gruppo religioso’ più numeroso al mondo (Nord America, Europa, diversi Paesi dell’Africa sub-sahariana, Medio Oriente), circa il 50% dei culti nel mondo.
    Gli atei includono gli agnostici e coloro che hanno un mix di credenze e pratiche religiose ma che non si identificano con una particolare fede.
    I Millennials (generazione Y, nati a partire dai primi anni ’80) sono una componente fondamentale degli atei: guidano la laicità in numerosi Paesi.
    Il futuro è sempre più laico.
    La ‘profezia’ di Frank Zappa non è accompagnata da una data precisa, da una scadenza, ma avanza. I giovani sono sempre più atei.
    P.S.: Di per sé il significato etimologico della parola ‘religione’ è positivo. Il termine ‘religio’ deriva da relegere, cioè osservare, stare attenti; homo religiosus è il contrario di homo negligens. Osservare e stare attenti imponendo fede cieca? Grande contraddizione del dogma religioso.

  • FZ: audio come strumento terapeutico che crea una risonanza

    FZ: audio come strumento terapeutico che crea una risonanza

    Frank Zappa e Carolyn Dean

    Frank Zappa: “Se permettiamo a noi stessi di considerare la possibilità che l’audio venga utilizzato come strumento terapeutico, in realtà quello che stai facendo è usare determinate frequenze mirate a certe parti del corpo per creare una risonanza. In altre parole, puoi abbattere un ponte con la giusta risonanza perché troverai una frequenza di risonanza del cemento che lo sostiene e si spezzerà. La stessa cosa potrebbe valere per una situazione cristallina nel corpo umano. Se vuoi romperlo, devi trovare la frequenza di risonanza di quel cristallo, così sparirà. Ad esempio, la nota giusta potrebbe essere una cura per la gotta in cui sono presenti cristalli di acido urico situati da qualche parte nell’articolazione. Come farai ad entrare lì? Il ragazzo non riesce più a muovere l’articolazione perché i cristalli ne hanno impedito il movimento. Quindi, trovi la frequenza giusta, la punti su di essa, alzi il volume e spariranno”.

    Bob Marshall: “Sono sicuro che alcune persone hanno esplorato questo aspetto. Vero, Carolyn?”

    Carolyn Dean: “Sì, è la Radionica. Dal punto di vista medico, esistono dispositivi per la frantumazione dei calcoli biliari con ultrasuoni. Ma ci sono macchine radioniche che misurano le frequenze di tutti gli organi. Se la frequenza non è normale, puoi collegare la frequenza normale e ‘calciarla’. E’ stato fatto”.

    (estratto dall’intervista a FZ di Bob Marshall del 21-22 ottobre 1988, celebrata come la più grande intervista a Zappa dell’epoca. Le domande sono state preparate da Bob Dobbs. Potete leggerla per intero qui

    Nella foto (a destra) la dottoressa Carolyn Dean, autrice di best-seller tra cui “The Magnesium Miracle” (2017)

  • FZ: la Grande Nota e la Radiazione Cosmica di Fondo

    FZ: la Grande Nota e la Radiazione Cosmica di Fondo

    la Grande Nota di FZ e la Radiazione Cosmica di Fondo

    Come le “Nozze di Figaro” di Mozart, la musica di Zappa è stata spesso ritenuta troppo rumorosa e con troppe note. A causa della loro densità e complessità, le ‘sculture sonore’ di Zappa hanno alternativamente entusiasmato e alienato diverse generazioni di critici e ascoltatori…
    Zappa è uno degli artisti più prolifici del 20° secolo, un compositore la cui produzione potrebbe essere definita di eccesso massimalista. I suoi tentativi di abbracciare diversi generi e pratiche creative (rock, jazz, blues, musica orchestrale, film, opera, ecc.) sono stati interpretati come un desiderio bulimico di esplorare la totalità delle modalità e degli stili passati e presenti per creare collage musicali fortemente contrastanti ed affermare la sua reputazione di outsider sia nella comunità rock che in quella della musica artistica.
    “Zappa apprezzava chiaramente le immagini contrastanti che proiettava come musicista rock e osservatore esperto o praticante della musica colta. Questa posizione gli ha permesso di rimanere un outsider in entrambi i campi (musicista rock che ha utilizzato il linguaggio della musica colta e praticante di musica artistica che suonava rock) sfruttando al tempo stesso l’egemonia culturale della musica colta per creare una distanza ironica tra lui e gli altri musicisti rock ed affermare la superiorità della sua raffinatezza culturale e della sua musicalità”. (James Grier)
    Tuttavia, la poetica massimalista di Zappa – così come il suo disprezzo generale per i confini di genere – va ben oltre il livellamento alla moda delle dicotomie alto/basso associato all’arte postmoderna. Zappa ha più volte spiegato come tutti i diversi aspetti della sua produzione musicale dovessero essere percepiti come parte di un unico Progetto/Oggetto. Ogni progetto (in qualunque ambito) o intervista ad esso collegata fa parte di un oggetto più grande, per il quale non esiste un “nome tecnico”.
    La poetica olistica di Zappa indica anche il suo desiderio di sperimentare il mondo intero come estensione materiale di un’unica vibrazione primordiale che chiama la ‘Grande Nota’ (”Tutto nell’universo è fatto di un unico elemento, di una singola nota. Gli atomi sono in realtà vibrazioni, estensioni della Grande Nota, tutto è una nota”). Il suggerimento che l’universo abbia avuto inizio con un suono primordiale può essere correlato alle teorie degli astronomi e premi Nobel Arno Penzias e Robert Wilson che, nel 1965, scoprirono casualmente l’esistenza di Radiazione cosmica di fondo, vibrazione residua del Big Bang che ci arriva da tutte le direzioni con la stessa intensità e ad un tono leggermente più basso del SI, come definito dall’accordatura standard. Tradotto in termini estetici, il sibilo primordiale di Penzias e Wilson nato all’inizio dei tempi può essere visto come la giustificazione cosmologica di varie forme di “continuità concettuali” (intenzionali e non) che incorporano le opere di Zappa in una “struttura di eventi” in continua evoluzione, in bilico tra calcolo accurato e operazioni casuali:
    “Il progetto/oggetto contiene piani e non-piani, anch’essi calcolati con precisione, strutture-evento progettate per accogliere i meccanismi del destino e tutto il resto, improbabilità statistiche e bonus connessi. Il progetto incorpora qualsiasi mezzo visivo disponibile, la coscienza di tutti i partecipanti (pubblico incluso), tutte le carenze percettive, Dio (come energia), la nota importante (materiale da costruzione di base universale) e altre cose” (FZ).
    La concezione di Zappa del suo lavoro come una struttura-evento-organica-in espansione è indicativa della sua decisione di lasciare che sia il materiale stesso a suggerire modi di connettere oggetti musicali apparentemente non correlati e idiosincrasie vive che sono suscettibili di essere montate insieme e sincronizzate in ulteriori costruzioni di studi…
    Il processo di riciclaggio concettuale, che Zappa definì “xenocronia” (o “strana sincronizzazione”), evoca l’estetica di James Joyce, un altro artista massimalista, le cui “epifanie” furono riciclate nelle sue più lunghe ed ambiziose opere di narrativa.
    La “Big Note” di Zappa equivale a ciò che David Walley chiama “un dipinto del tempo nel tempo, il lavoro mirato con la coincidenza”, una struttura sulla quale il compositore a volte ha solo un controllo limitato.
    (dal libro “Frank Zappa, Captain Beefheart and the Secret History of Maximalism” di Michel Delville e Andrew Norris, 2005, Salt Publishing)

  • FZ: “Non siamo un gruppo di mostri. Siamo Homo Gestalt. Non siamo stati inventati, ci siamo evoluti”

    FZ: “Non siamo un gruppo di mostri. Siamo Homo Gestalt. Non siamo stati inventati, ci siamo evoluti”

    Frank Zappa e Mothers, Homo Gestalt

    “Ciao, mi chiamo Frank… Mi piace fare musica istantanea; non so mai esattamente cosa succederà sul palco, ma qualunque cosa sia, troveremo un modo per metterla in musica. Il pubblico è composto da persone diverse ma sono tutte uguali. Gran parte delle persone non sente la musica, non è addestrata ad ascoltarla, ad essere intrattenuta. Vengono a vedere uno spettacolo. L’aspetto visivo di quello che facciamo è più accessibile al pubblico rispetto alla musica…”
    “I membri originali dei Mothers sono insieme da cinque anni. Alcuni di loro hanno studiato al Conservatorio, altri erano chef di insalate, camionisti e benzinai. Artie ha suonato con la Cincinnati Symphony per due anni, poi è andato in tour mondiale con noi. Ian ha una laurea triennale a Yale e una magistrale a Berkeley. Il nostro road manager ha smesso di fare l’insegnante di quarta elementare per essere in tour con noi. Siamo molto patriottici nel senso migliore del termine. Penso che alla maggior parte dei ragazzi della band importi davvero. Ci tengono abbastanza da correre i rischi che comporta fare quello che facciamo noi e dire quello che diciamo sul palco…”.
    “La molteplicità è la nostra prima caratteristica; l’unità la seconda. Come le tue parti sanno di essere parte di te, così noi siamo parti dell’umanità. Non siamo un gruppo di Mostri. Siamo Homo Gestalt. Non siamo stati inventati, ci siamo evoluti”.


    “Cerco di trovare vie attraverso cui le persone potrebbero essere in grado di esprimersi. Una delle cose che mantiene una società malata e frustrata è quando hai persone creative senza sbocco nella possibilità di esprimere la loro creatività. Non trovare un modo per esprimerla può trasformarsi in qualcosa di terribilmente distruttivo. Non sai davvero che tipo di energia possiedono queste persone e cosa possono fare; fanno accadere cose che non puoi nemmeno sognare …. Coloro che sono stati in grado di salvarsi da quel destino, per continuare a fare un buon lavoro, devono dimostrare che qualcuno apprezza il fatto che siano scappati. Facciamo appello a queste persone. Facciamo loro sapere che chiunque può creare i propri spazi nel mondo”. (Frank Zappa)
    I Mothers creano musica; creano spazi aperti in cui l’imprevisto può accadere; toccano la tua mente al punto tale da cambiarla.
    (Circus, giugno 1969)

    “Non siamo un gruppo di mostri. Siamo Homo Gestalt. Non siamo stati inventati, ci siamo evoluti” ha detto Frank Zappa.

    L’Homo Gestalt è la figura protagonista del romanzo di fantascienza ‘More Than Human’ (Nascita del superuomo o Più che Umano) di Theodore Sturgeon del 1953. Per questo romanzo, fu assegnato a Sturgeon l’International Fantasy Award nel 1954.
    “Vide se stesso come un atomo e il suo gestalt come una molecola. Vide queste altre come una cellula tra cellule e vide, con gioia, l’intero disegno di cosa l’umanità sarebbe diventata”. (Theodore Sturgeon)
    Il romanzo si concentra sulla possibilità dell’evoluzione dell’Homo Sapiens sapiens in una nuova specie, la cui forza risiede non solo nelle capacità fisiche e intellettive umane ma nell’ampliamento della sua sensibilità empatica in grado di formare un organismo simbiotico: l’Homo Gestalt, per l’appunto.
    I protagonisti di “Nascita del superuomo”, come accade spesso in Sturgeon, sono emarginati, bambini e adolescenti rifiutati dalla società (Zappa direbbe “Idiot bastard son”).
    Olo è un vagabondo, un grave minorato mentale, eppure con i suoi compagni emarginati è contemporaneamente il rappresentante della più alta evoluzione del genere umano, infatti una nuova razza sta nascendo da quella vecchia. Il nuovo essere sarà però molteplice: è costituito da un gruppo di bambini inesplicabilmente dotati dei più diversi poteri mentali, capace, in certi momenti, di fondersi telepaticamente in un’unica, potente e spaventosa entità.
    Non manca il ruolo non scontato dell’amore ed il conflitto tra volontà/desideri individuali dei singoli componenti e volontà collettiva del superuomo. In tutta questa vicenda, c’è uno spazio per la speranza, seppure cupo e inquietante.
    La questione che si pone Sturgeon è come si comporterà il super-uomo. Avrà scrupoli a schiacciare gli esseri umani come delle semplici formiche se le regole etiche degli uomini non risultassero applicabili a questo essere completamente nuovo? Il superuomo, per certi versi, appare pericolosamente amorale, ma in realtà è dotato di inquietudine e di una tensione per la ricerca di una propria forma di etica.
    Il ritratto perfetto di Frank Zappa, considerando la sua filosofia di vita e le sue teorie.