
“Nel 1989 a mio padre fu diagnosticato un cancro alla prostata e gli fu dato un anno di vita: lui aveva 48 anni e io 22”.
(Moon Unit Zappa, Newsweek 20 agosto 2024)
“Nel 1989 a mio padre fu diagnosticato un cancro alla prostata e gli fu dato un anno di vita: lui aveva 48 anni e io 22”.
(Moon Unit Zappa, Newsweek 20 agosto 2024)
“Gail mi aveva detto che suo padre, ufficiale della Marina, era stato assassinato per quello che sapeva dell’Area 51”.
(Moon Unit Zappa, Newsweek 20 agosto 2024)
Frank Zappa ha suonato numerose chitarre, tra cui:
• Chitarra acustica non precisata acquistata in origine dal fratello Bobby: è il primo strumento su cui il giovane Frank iniziò ad impratichirsi;
• Supro Dual-Tone bianca, modello piuttosto costoso quando originariamente fu distribuita nei negozi nel 1957. Gli fu prestata momentaneamente. Compare in una foto pubblicata nel 1958 sull’annuario della scuola che frequentava all’epoca (la Antelope Valley High School);
• Fender Telecaster, affittata dal compositore durante la militanza nei primi complessini R & B, soprattutto nei BlackOuts;
• Fender Jazzmaster;
• Gibson ES-5 Switchmaster, utilizzata per incidere i primi due album con i Mothers of Invention.
• Gibson Les Paul Goldtop, il principale strumento suonato all’inizio della fase in cui emerge il “chitarrismo” zappiano, ovvero nella realizzazione degli album in cui prevale il solismo della sei corde, a partire da Hot Rats;
• Gibson SG, strumento preferito da Zappa per la maggior parte degli anni Settanta, per il suo corpo maneggevole. Di questo modello il compositore italoamericano ha impiegato diversi esemplari: i due più noti sono Roxy (immortalato sulla copertina dell’album Roxy & Elsewhere) di colore nero, successivamente danneggiato in modo irreparabile durante un trasporto aereo e la rossa Baby Snakes (suonata nei concerti da cui è stato ricavato l’omonimo film). Il suono della Gibson SG Baby Snakes si può ascoltare negli album Zappa in New York e Sheik Yerbouti. Venne realizzata artigianalmente da un fan, che la vendette al chitarrista per 500 dollari. In realtà, è una replica che, rispetto all’originale, presenta le seguenti caratteristiche: un tasto in più (23 invece di 22), cinque selettori in più rispetto ai consueti (uno per mettere fuori fase i pickup, un altro per regolare il boost/potenziatore del volume degli stessi, due per azionare la funzione split coil degli humbucker e l’ultimo per fungere da equalizzatore del boost. Uno dei selezionatori aggiuntivi pare possa attivare un ring modulator modello Dan Armstrong, probabilmente collocato nello scavo interno dello strumento;
• Fender Stratocaster, appartenuta originariamente a Jimi Hendrix, che la incendiò alla fine della sua esibizione al Monterey Pop Festival. Un roadie recuperò lo strumento consegnandolo a Frank, che partecipò alla manifestazione con le sue Mothers. Zappa la restaurò modificandola con un manico Performance dalle caratteristiche tipiche di una SG e nuovi pickup. Questo strumento è stato suonato raramente dal vivo da Frank a causa della sua eccessiva tendenza all’effetto Larsen. Frank preferì utilizzarla in sala d’incisione: è udibile in composizioni di studio come Zoot Allures e Drowning Witch. Successivamente Zappa smise di suonarla, lasciandola appesa ad un muro del suo studio per diversi anni. Il figlio Dweezil decise di modificarla con il permesso del padre: la affidò all’amico liutaio Jay Black, al tempo collaboratore del Fender Custom Shop, che la rielaborò fornendola di un battipenna a guscio di tartaruga e di pickup Lindy Fralin, avvolti seguendo la modalità originale della Fender. Inoltre, aggiunse un manico “reverse” in omaggio a Hendrix. Dweezil la regalò a Frank per il suo compleanno; Zappa, in seguito, la riconsegnò in dono al figlio;
• Gibson Les Paul, modificata con pickup DiMarzio, strumento impiegato a partire dagli inizi degli anni Ottanta;
• Performance Custom Stratocaster di colore giallo, replica realizzata dalla Performance Guitar ancora con pickup DiMarzio: è stata usata da Zappa negli ultimi tour della sua carriera (1984 e 1988).
• Martin D-18S 12 fret, strumento acustico vendutogli da Mark Volman dei Turtles, che Zappa utilizzava molto raramente per incidere.
Frank Zappa “ha preso differenti stili musicali, li ha messi insieme e ha evidenziato come non ci siano davvero regole, nella musica. Sono state create, ma non vanno rispettate”.
(Billy Bob Thornton)
Frank Zappa “era un mostro che moriva dalla voglia di fare lo stronzo”.
(Susan Shapiro, scrittrice)
Con questo commento la scrittrice fa due complimenti a Frank:
“Frank è un genio. Una parola che non uso spesso… Nel suo caso non è troppo forte… Musicalmente è estremamente colto. Non sono sicuro che il grande pubblico lo sappia”.
(Kent Nagano)
“Gli americani sono fortemente sospettosi verso ciò che sembra avere cervello e Zappa non ha nascosto abbastanza bene la sua intelligenza”.
(Matt Groening)
Frank Zappa for President! – Testi e storie (1964-1993)
di Michele Pizzi
Terza edizione ampliata
3 marzo 2025, 460 pagine in italiano
“L’orecchio americano è costruito su una norma sociale di “buona” musica, con ritmi e progressioni di accordi “giusti” e il suono “buono”. Debbie è incredibilmente stupida. È cresciuta nel rispetto dei valori e delle tradizioni che per i suoi genitori sono sacri. A volte sogna di essere baciata da un bagnino. Quando le persone dell’Ufficio Segreto dove Tutto è Gestito hanno scoperto Debbie, erano elettrizzate. Era perfetta. Era senza speranza. Era il loro tipo di ragazza. E’ stata subito scelta per diventare l’Archetipo del Consumatore Immaginario della musica pop e arbitro supremo del gusto musicale dell’intera nazione, e ora tutta la musica sarebbe stata modificata in modo da essere coerente con bisogni e desideri predefiniti”. (FZ)
Dovremmo essere in grado di scoprire noi stessi attraverso l’esperienza di un vasto orizzonte musicale, mentre è ristretto da una norma sociale onnipresente (Debbie!) nelle istituzioni di diffusione musicale e, per estensione, nello spirito americano.
Una delle frasi ricorrenti di Zappa è “Senza deviazione dalla norma, il progresso non è possibile, intendendo per progresso un viaggio costante verso una maggiore libertà. E’ qui che Zappa supera se stesso: nel “genocidio delle norme”.
(Frank Zappa: un intellectuel “spécifique” di Marc-André Gagnon)
Cameron Piko ha realizzato una mappa interattiva che traccia la continuità concettuale di Frank Zappa in 63 dei suoi album.
Eccola
I nodi di continuità concettuale (in viola) avranno una maggiore elaborazione su quando e dove queste tracce ricorrono e potete seguirli fino ai brani (nodi blu) o agli album (nodi rosa).
Attenzione: il link della mappa interattiva funziona soltanto connettendosi con il PC, non con lo smartphone. Non chiedetemi perché.
Riporto, di seguito, alcune note dello stesso Piko nel descrivere il Progetto/Oggetto di Frank Zappa con citazioni e pensieri personali. Potete trovare l’articolo originale a questo link
“Progetto/Oggetto è un termine che ho usato per descrivere il concetto generale del mio lavoro in vari media. Ogni progetto (in qualsiasi ambito), o intervista ad esso collegata, è parte di un oggetto più grande, per il quale non esiste un “nome tecnico”.
Pensate al materiale di collegamento nel Progetto/Oggetto in questo modo: uno scrittore inventa un personaggio. Se il personaggio è buono, assume una vita propria. Perché dovrebbe andare a una sola festa? Potrebbe spuntare in qualsiasi momento in un romanzo futuro.”
“…Nel caso del Progetto/Oggetto, potresti trovare un piccolo barboncino qui, un piccolo pompino lì, ecc., ecc. Tuttavia, non sono ossessionato dai barboncini o dai pompini; queste parole (e altre di pari insignificanza), insieme a immagini pittoriche e temi melodici, ricorrono in tutti gli album, le interviste, i film, i video (e questo libro) senza nessun altro motivo se non quello di unificare la collezione”.
(Frank Zappa con Peter Occhiogrosso, autobiografia)
“Come i frattali di Mandelbrot, ogni grottesco di Zappa nasce da qualche piccolo dettaglio di un lavoro precedente (il celebre racconto sexy ‘Dinah Moe-Humm’ è stato annunciato da una frase nel racconto di fantascienza all’interno del libretto che accompagnava Uncle Meat)”.
(Ben Watson, Frank Zappa: la guida completa alla sua musica)
“La discografia ufficiale di Zappa è spesso un indicatore cronologico inaffidabile; pertanto, non si può necessariamente supporre che la composizione di un dato pezzo sia contemporanea alla sua prima uscita ufficiale su un album”.
(Brett Clement, Uno studio sulla musica strumentale di Frank Zappa)
Uno degli aspetti più affascinanti della musica di Frank Zappa per me – dietro la bellezza assoluta delle sue composizioni – è quello di ciò che lui definisce “continuità concettuale” o Progetto/Oggetto. Come rivela la citazione principale di Frank, lui considera tutti i suoi sforzi artistici come collegati. Ciò deriva molto probabilmente dalla sua teoria della Grande Nota, di cui gli ascoltatori hanno sentito parlare per la prima volta nell’album del 1967 Lumpy Gravy. Come il Big Bang, la teoria della Grande Nota postula invece che l’universo sia stato creato con una nota iniziale. Tutto ciò che ora vediamo e sentiamo sono le vibrazioni sonore rimaste da quella nota iniziale. Tutto è collegato sonoramente.
Di per sé, questo è un concetto piuttosto lineare; una nota originale viene suonata, e poi si diffonde lentamente per comprendere tutto ciò che sperimentiamo con il passare del tempo. Tuttavia, questo significherebbe che se si dovesse approfondire la discografia di Frank in ordine cronologico, quella continuità si accumulerebbe facilmente e in modo ordinato. Sebbene in una certa misura questo sia ciò che accade, come rivela la citazione di Brett Clement, non è esattamente così. Questo perché il tempo non è una progressione lineare per Frank, ma piuttosto una “costante sferica”.
“Stiamo affrontando il tempo in modo quasi pratico. Abbiamo ideato il nostro universo personale e il nostro stile di vita che è governato dal tempo tagliato in questo modo, e progrediamo di tacca in tacca, giorno dopo giorno, e impari semplicemente a rispettare le scadenze in questo modo. Questo è solo per comodità umana. Questa, per me, non è una buona spiegazione di come funzionano davvero le cose. Questa è solo la versione della percezione umana di come funziona. Mi sembra altrettanto fattibile che tutto accada in continuazione “. (FZ)
La mappa interattiva di Cameron Piko mi ha ispirato diverse xenocronie raccolte nella serie FZ Connection. Ecco la playlist