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  • Frank Zappa about Ugliness: FZ & Rondo Hatton, Smell My Beard 1974

    Frank Zappa about Ugliness: FZ & Rondo Hatton, Smell My Beard 1974

    Frank Zappa & The Mothers of Invention – Smell My Beard, Capitol Theater, Passaic, NJ, 8 novembre 1974

    Rondo Hatton – guitar, vocals Napoleon Murphy Brock – vocals George Duke – keyboards, vocals Ruth Underwood – percussion Tom Fowler – bass Chester Thompson – drums

    Negli anni ’70, Frank Zappa a volte si presentava sul palco come Rondo Hatton. Un bootleg di Zappa si intitola “The Rondo Hatton Band” e può essere ascoltato nel lato 5 del Mistery Box e in Beat The Boots III – Disc Five.
    Per pura coincidenza, Rondo Hatton e Frank Zappa nacquero entrambi nel Maryland (Hatton a Hagerstown e Zappa a Baltimora), vissero parte della loro vita in Florida e morirono in California.
    Un diario dei fan di Zappa è intitolato The Rondo Hatton Report.

    Zappa su Rondo Hatton

    Chi è Rondo Hatton? Ti sei presentato come Rondo.
    “Rondo Hatton era un attore caratteristico dei vecchi film che aveva una malattia chiamata acromegalia”.

    Non ne ho mai sentito parlare.
    “È come l’elefantite. Aveva una testa davvero grande e grottesca, era un caratterista in alcuni film horror dei vecchi tempi”.

    Uhmmm… perché dovresti presentarti come lui?
    “Perché no?” (ride)

    Era “The Creeper”?
    “Non so quale fosse il film. Era uno di questi… in un periodo della storia del cinema americano, era il classico ragazzo brutto. Qualcuno doveva portare avanti la tradizione”.
    (Frank Zappa intervistato da Den Simms, Society Pages, giugno 1990)

    Rondo Hatton (22 aprile 1894 – 2 febbraio 1946) fu un attore caratteristico americano che spesso interpretava il ruolo di ragazzo duro o cattivo in molti film di serie B di Hollywood. Era noto per i tratti brutali del suo viso dovuti all’acromegalia deturpante, un disturbo della ghiandola pituitaria.
    Il film “The Brute Man” (1946) con Rondo Hatton è stato proiettato nell’episodio 702 del Mystery Science Theatre 3000.

    LINGUA FRANKA PART II: A LITTLE UGLY ON THE SIDE di Arjun von CAEMMERER
    (estratto da The Rondo Hatton Report vol V, 21 dicembre 2010)

    I molteplici concetti di Zappa sulla bruttezza sono complessi e pungenti, curiosamente incoerenti.
    Di seguito, alcuni esempi:
    1) Them or Us: Questa bruttezza semplicemente polarizza. Essendo Altro, la loro bruttezza – a qualunque livello estetico – è ripugnante e più brutta delle nostre stesse bruttezze;
    2) The Mammy Nuns (Thing Fish): Siamo brutti come il peccato! (Noi siamo MAMMY NUNS!) / Stiamo facendo bella figura con il nakkin’ on! Abbiamo un brutto sorriso-n-n-n-n! (Noi siamo MAMMY NUNS!) Stiamo facendo bella figura con il nakkin’ on! (indicando HARRY) Dimostriamo che non siamo brutti come lui;
    1) Troppo brutto per lo Show Business. “A tutti i fichetti del mondo e a quelli carini voglio dire una cosa: ci sono più brutti figli di puttana come noi che persone come voi!”. Frank Zappa su Dance Contest (Tinsel Town Rebellion);
    2) La bruttezza è normale – Frank Zappa Them or Us (The Book). La bruttezza che Zappa celebra qui è quella della vita reale e si oppone alla finta copertura cerosa e gialla, all’esibizione del brio della bellezza. La bellezza è una bugia;
    3) Brutta bellezza. A loro non piaceva rendersi brutti, ma soprattutto non piaceva fare cose brutte. È difficile convincere un musicista a suonare male, contraddice tutta la sua formazione. È difficile fargli capire che tutta quella bruttezza messa insieme può risultare molto bella. (Zappa and the Mothers: Ugly Can Be Beautiful from The Age of Rock, Sounds of the American Cultural Revolution, 1968) Zappa si riferiva al Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 di Bartók, che inizialmente fu deriso come assoluta bruttezza a causa della dissonanza percepita. I commenti di Booker Little risuonano ancora: non riesco a pensare in termini di note sbagliate – in effetti non percepisco alcuna nota sbagliata. Si tratta di sapere come integrare gli appunti e, se necessario, come risolverli. Perché se insisti che questa o quella nota è sbagliata, credo che tu stia pensando in modo completamente convenzionale – tecnicamente, dimenticando le emozioni. Penso che nessuno negherebbe che si possa raggiungere ed esprimere più emozione al di fuori del modo di suonare diatonico convenzionale che consiste in note intere e mezze note. Può essere espressa più emozione dalle note suonate in bemolle. Diciamo che è un SI bemolle, ma lo suoni e non è un LA e non è un SI bemolle, è una via di mezzo e in alcuni punti puoi utilizzarlo. Penso che abbia un grande valore. (Intervista per Metronome con Robert Levin, 1961). Siamo realisti su questo punto, la chitarra può essere lo strumento più blasfemo sulla faccia della Terra. Ecco perché mi piace. Il puzzo disgustoso di una chitarra elettrica troppo rumorosa: ecco la mia idea di divertimento (Frank Zappa);
    4) La Bruttezza (e la Bellezza) vivono in definitiva nell’Io di chi guarda e, con la MUSICA, nell’apparato cocleare dell’ascoltatore…

    https://www.youtube.com/watch?v=UjPUIgcsRcQ