Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Frank Zappa, Alien Orifice (4 versions): Steve Vai’s nightmare

Versione Frank Zappa Meets the Mothers of Prevention (1985)
Versione You Can’t Do That On Stage Anymore vol. 6 (1992)
Versione Halloween 81 (Palladium, New York, 31 ottobre 1981)
Versione Make A Jazz Noise Here (1991)

Alien Orifice è un brano strumentale complesso che fa parte dell’album Frank Zappa Meets The Mothers Of Prevention (1985). In precedenza, fu suonata a New York il 31 ottobre 1981 in occasione di Halloween 81. Una versione live del 1988 (data precisa e location sconosciute) è inclusa nell’album You Can’t Do That On Stage Anymore vol. 6 (1992). Ritroviamo Alien Orifice nell’album Make A Jazz Noise Here (1991).

L’album Frank Zappa Meets The Mothers Of Prevention è stato pubblicato rapidamente per portare all’attenzione del pubblico la controversia sui testi dei dischi rock e l’udienza al Senato durante cui Zappa ha testimoniato nel 1985 contro la censura. L’opera di dodici minuti intitolata “Porn Wars” sul lato due è il riassunto dell’udienza, vista attraverso il computer musicale sincronizzato di Zappa, un vero e proprio collage sonoro di estratti dalle udienze del PMRC.
Frank Zappa Meets the Mothers of Prevention è un album di transizione: Zappa si allontana dal rock per dedicare più tempo alle sue composizioni per Synclavier.

Alien Orifice: un incubo ricorrente per Steve Vai
In un’intervista con Chanan Hanspal, Steve Vai ha ricordato le origini dell’intrigante brano Alien Orifice e come sia diventata per lui un incubo ricorrente.
“Alien Orifice è nato come un pezzo di spartito… Frank componeva tutto il tempo. Portava con sé una valigetta, la apriva e tirava fuori un piccolo registratore a cassette, carta per manoscritti, penne, matite e sigarette”.
Vai ha ricordato l’emozione provata dopo aver visto la composizione di Alien Orifice la prima volta durante un volo in aereo con Zappa: “Era un pezzo bello e anche un po’ brutto. Frank amava scrivere cose brutte a volte. Quando Frank consegnava uno spartito non era specifico per chitarra, era solo una melodia. Alla fine, il pezzo è diventato ancora più complesso. Durante le prove, Zappa l’ha orchestrato manualmente. Ascoltando la registrazione, si può sentire che, pur essendoci solo una melodia, a volte la suono io, a volte qualcun altro, a volte la suonano due persone… altre volte può subentrare una voce. E’ stato un approccio compositivo diverso perché Frank l’ha costruito manualmente da uno spartito anziché consegnare una partitura. Il brano è diventato parte della scaletta, poteva richiamarlo in qualsiasi momento. Potevano passare giorni o una settimana prima di inserirlo di nuovo nella scaletta, ma io dovevo suonarla ogni giorno”.
Alien Orifice è rimasto talmente impresso nel subconscio di Steve Vai che lui stesso ammette di avere incubi. “In realtà, è un incubo ricorrente che ho da decenni. E’ una di quelle situazioni divertenti in cui mi ritrovo a camminare sul palco di Frank e c’è Alien Orifice, The Black Page, Moggio. Dico a Frank ‘è successo 45 anni fa, non me lo ricordo’ e lui risponde ‘beh, devi suonarla’, poi inizia e io mi sveglio. Dovevo tenere tutte queste cose sotto le mie dita. Una volta che veniva pubblicato e stavamo eseguendo una canzone del genere, Frank di tanto in tanto la modificava ma, di solito, la dirigeva”.

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