Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Frank Zappa’s Style 10: orchestration & dissonance, melody, absurd lyrics, live recordings, more

King Kong (Live 1968)
King Kong versione reggae (dall’album Ycdtosa vol 3)

In copertina un disegno di Jim Mahfood

Quale sarebbe per te la forma d’arte definitiva?
“Penso che dovrebbe essere una combinazione di proiezioni reali, suoni sincronizzati, live action e partecipazione del pubblico, il tutto in un ambiente acustico controllato. Ora sto facendo un film di fantascienza che probabilmente sarà un musical”. (FZ, Jazz Rock & Blues Club, luglio 1973)

Zappa non fa mai la stessa cosa due volte. (Beetle, luglio 1973)

“King Kong è un brano semplice con accompagnamento in re minore. In effetti, direi che l’80% dei brani che abbiamo con degli assoli sono nella stessa tonalità. Adoro gli accompagnamenti in re minore con un preaccordo maggiore. Ti dà un bel effetto modale”. (Frank Zappa, International Times, febbraio 1971)

“Ho un gusto per l’orchestrazione molto elaborata e melodica, oppure per la più fragorosa dissonanza estrema perché sono ugualmente forze opposte e mi piace affrontare questo tipo di fattori primari”.
(Frank Zappa, After Dark, febbraio 1972)

“Mi interessano le melodie ed è l’unica cosa che trovo carente nella maggior parte della musica di oggi. La costruzione della melodia è una forma d’arte specializzata. Conosco molte persone che sanno scrivere e arrangiare, ma non prestano troppa attenzione a dove si trova la melodia. È una grande sfida scrivere una melodia. Ecco perché le persone che sanno improvvisare bene contro i cambi di accordi sono così uniche perché è una sfida vinta all’istante. Quando tutto ciò che ti viene presentato è lo scheletro armonico, la tua sfida è creare una melodia personalizzata contro quella serie di cambi di accordi, è un’impresa davvero impressionante. C’è solo una persona nel gruppo che non improvvisa davvero ed è Ruth. Questo perché ha un blocco mentale per l’improvvisazione. Penso che ne sia capace, ma non farà un assolo. Tutti gli altri nel gruppo sono orientati all’improvvisazione”. (FZ, Down Beat, 13 settembre 1973)

“L’ostinazione di Zappa è colossale. Eccolo alla fine degli anni Settanta che continua a produrre film musicali. Certo, i suoi ripetuti tentativi di combinare musica e pellicola gli conferiscono il diploma di pioniere in quello che, nel frattempo, è diventato pratica quotidiana, cioè filmare musica pop” (Michael Gray)

“Sono molto interessato alle cose assurde, quindi i testi delle mie canzoni sono assurdi ma alcune persone, per poter apprezzare un’assurdità di tanto in tanto, pensano che i miei brani siano troppo sofisticati. Hanno, in effetti, un significato sociologico ma è sottile, non così letterale come viene fatto dalla maggior parte degli intellettuali. E’ qualcosa di più artistico”. (Frank Zappa)

I tuoi assoli sono spesso costruiti su vamps (figure musicali ripetute o accompagnamenti).
“Sì. Non mi piacciono i cambi di accordi. Mi piace avere un centro tonale che rimane lì o, possibilmente, con un secondo accordo che varia dal centro tonale principale. E poi ci gioco intorno. Non so se ascolti mai musica indiana – non ci sono cambi di accordi in questo, ma puoi sentire le implicazioni di tutti i tipi di altri cambi di accordi e linee che vengono suonate l’una contro l’altra. Questo è il modo in cui mi piace lavorare”.
(FZ, Guitar Player, dicembre 1982)

“C’è un vuoto sempre più ampio tra ciò che suono con la chitarra e ciò che scrivo sulla carta. L’intento è sostanzialmente diverso. Quando ho una chitarra tra le mani, quello che voglio esprimere è ciò che sto pensando in quel momento, la progressione di accordi che passa; l’80% delle volte riesco a proiettare ciò che sta accadendo. Sono un compositore che suona la chitarra e quello che voglio fare con lo strumento riguarda non solo le singole note ma il suono generale come se stessi disegnando immagini. Cerco di mantenere il suono più spontaneo possibile”. (Frank Zappa, 22 novembre 1969)

“Il massimo che chiunque può aspettarsi da un artista, affinché quell’artista risulti esteticamente vero, è che dia al pubblico una parvenza di se stesso. Qualunque cosa ascolti in quei dischi è un’estensione di me. È vecchio stile o all’avanguardia. Qualunque cosa sia è ciò che io sono”. (FZ, BLAST, dicembre 1976)

Frank Zappa ha raccolto una quantità incredibile di materiale registrato e catalogato. Materiale che veniva registrato dal vivo.
“I miei gruppi provano per mesi, 10 ore al giorno; quando siamo in tour, loro sono in grado di eseguire perfettamente tutto quello che hanno imparato. Perché dovrei spendere altro denaro per riportarli in studio ed eseguire tutto ciò che hanno suonato per oltre un anno?“. (FZ)
Dal 1970 in poi, gran parte dei dischi di Zappa aveva basi estrapolate da concerti live, anche se sembravano realizzati in studio. Gran parte delle uscite postume sono recuperi di incisioni catalogate.

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