Plastic People (Absolutely Free, 1967)
Inca Roads (The Best Band You Never Heard In Your Life, 1988)
The Torture Never Stops (Zoot Allures, 1976)
Nelle composizioni di Zappa i richiami classici si accompagnano a quelli pop-rock, anche se il compositore non ha mai proposto una musica commerciale e ha piuttosto ricercato provocatoriamente l’oltraggio, mescolato all’umorismo e ad una violenta carica satirica. La provocazione della volgarità e la ricerca insistita del cattivo gusto nei testi delle canzoni, così come il complesso gioco intertestuale e multi-generico della musica, lo mettono al riparo da ogni rischio di facile consumo. Zappa sottopone questa musica così diversa dalla sua ad una sistematica demistificazione: il pop-rock rappresenta infatti una forma di protesta illusoria, destinata a rientrare nel sistema economico-politico che si illude di combattere, soprattutto da quando le majors discografiche hanno monopolizzato la produzione e la distribuzione musicale. Da questo punto di vista per Zappa non c’è troppa differenza fra i grandi profeti della controcultura e i contemporanei esponenti di una musica commerciale, sempre più orientata verso la dance. Il discorso vale anche per Dylan, Stills & Nash, i Doors, Jimi Hendrix, gli Who, i Cream, gli Iron Butterfly e altri mostri sacri come i Beatles, bersaglio, questi ultimi, di varie parodie zappiane: pensiamo alla copertina del disco We’re Only in It for The Money che fa il verso alla famosa copertina di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, pensiamo alle canzoni My Guitar Wants to Kill You Mama e Oh no (nel disco Weasels Ripped My Flesh) che irridono rispettivamente While My Guitar Gently Weeps e All You Need Is Love.
Proponiamo una lista (incompleta e senza riscontri sulle battute precise) di allusioni o citazioni di brani pop-rock nelle canzoni di Frank Zappa.
Freak out! (Verve / MGM, 1966)
Hungry Freaks, Daddy: un richiamo esplicito, ironico e caricaturale, a Satisfaction dei Rolling Stones,
Absolutely Free (Verve, 1967)
Plastic People e Son of Susy Creamcheese: citazione esplicita di Louie Louie di Richard Berry.
The Duke of Prunes: il titolo allude a Duke of Earl Gene Chandler e il testo fa la parodia delle canzoni d’amore popolari.
We’re Only in It for The Money (Verve, 1968)
Absolutely Free: parodia di Mellow Yellow di Donovan.
Flower Punk: parodia di Hey Joe di Billy Roberts, con accelerazione del ritmo, deformazione del suono e sovrapposizione di due voci recitanti.
Weasels Ripped My Flesh (Bizarre / Reprise, 1970)
My Guitar Wants to Kill You Mama e Oh no: parodie dei Beatles citate sopra.
Just Another Band from L. A. (Rycodisc, 1972)
Billy the Mountain: citazioni di O Mein Papa (dello svizzero Paul Burkhard per il musical Der schwarze Hecht nel 1939), Over The Rainbow (di Harold Harlen e Edgar Yip Harburg, cantata da Judy Garland nel film The Wizard of Oz del 1939) e Suite: Judy Blue Eyes di Crosby, Stills & Nash.
The Grand Wazoo (Reprise, 1972)
The Grand Wazoo: un rimando a The Streets of Cairo or The Little Country Maid di James Thornton (1895).
Apostrophe (’) (Rycodisc, 1974)
Cosmic Debris: citazione di Who Knows di Hendrix.
Bongo Fury (Rycodisc, 1975)
Debra Kadabra: citazione di Mr. Tambourine Man di Dylan.
Zoot Allures (Warner, 1976)
The Torture Never Stops: parodia di Love to Love You Baby di Donna Summer (i sospiri e gli orgasmi simulati della cantante diventano i gemiti di dolore della protagonista torturata).
Sheik Yerbouti (Zappa Records, 1979) Il titolo del disco fa il verso a quello di Shake Your Booty di KC & the Sunshine Band.
I Have Been in You: parodia di I’m in You di Peter Frampton, che introduce nel testo esplicite allusioni sessuali.
Tryin’ To Grow A Chin: citazione di Baba O’Riley degli Who.
Tinseltown Rebellion (Rycodisc, 1981)
The Blue Light: citazione di My Sharona di The Knack.
Tinsel Town Rebellion: citazione di Sunshine of Your Love dei Cream.
Baby Snakes (Barking Pumpkin, 1983)
Titties & Beer: citazione di In-A-Gadda-Da-Vida degli Iron Butterfly.
You Can’t Do That on Stage Anymore Vol. 2 (Rycodisc, 1988) e You Can’t Do That on Stage Anymore Vol. 6 (Rycodisc, 1992) La band esegue alcuni frammenti di Let’s Dance di David Bowie.
You Can’t Do That on Stage Anymore Vol. 3 (Rycodisc, 1989)
Bamboozled by Love: citazione di Owner of a Lonely Heart degli Yes.
Thing-Fish (Barking Pumpkin, 1984)
He’s So Gay: parodia di Do You Really Want to Hurt Me dei Culture Club.
Does Humor Belong in Music? (EMI, 1986)
Tinsel Town Rebellion: in questa versione si cita Light My Fire dei Doors.
Penguin in Bondage: citazione di Self Control di Raf.
Broadway the Hard Way (Barking Pumpkin, 1988)
What Kind of Girl?: citazione di Strawberry Fields Forever dei Beatles.
The Best Band You Never Heard in Your Life (Barking Pumpkin, 1991)
Inca Roads: un richiamo a Stayin’ Alive dei Bee Gees.
(estratto dalla rivista semestrale online “Parole rubate”, Fascicolo n. 24 dicembre 2021)