
Ben Watson ha descritto “l’orrore e il fascino per le strutture sotto il volto” di Zappa, un’ossessione che può essere spiegata dalle sue esperienze infantili di odontoiatria e trattamento sperimentale dei seni paranasali:
“Oltre al mal d’orecchi e all’asma, avevo anche problemi ai seni. C’era una nuova cura per questo disturbo che comportava l’inserimento di radio nelle cavità dei seni. I miei genitori mi portarono dall’ennesimo medico italiano. Il dottore aveva una cosa lunga alla cui estremità c’era una pallina di radio. Me l’ha infilata nel naso e nelle cavità dei seni in entrambi i lati. (Probabilmente dovrei controllare se il mio fazzoletto brilla nell’oscurità)”.
Nello stesso passaggio di The Real Frank Zappa Book, Zappa menziona i serbatoi di gas mostarda che si trovavano vicino all’abitazione della sua famiglia a Edgewood, nel Maryland, e commenta che “il gas mostarda fa esplodere i vasi nei tuoi polmoni, facendoti annegare nel tuo sangue”.
La paura del collasso biologico interno causato dalle proprietà irritanti e velenose del gas mostarda ci riporta alle atrocità della Prima Guerra Mondiale che alimentarono lo spirito di sdegno, di eversione e negazione di Dada, compresa l’estetica di Merzkunst, ciò che prefigura il “primitivismo rumoroso”, i collage visivi e fonici di Schenkel e Zappa.
L’aneddoto di Zappa somiglia alla descrizione di Thomas Mann dello “shock pleurico”: ci avverte anche della possibilità di assistere ai cambiamenti che avvengono all’interno del corpo, in questo caso la trasformazione graduale delle proprie viscere in una pozza amorfa di organi e tessuti putrefatti.
La tortura non si ferma mai…
(dal libro “Frank Zappa, Captain Beefheart and the Secret History of Maximalism” di Michel Delville e Andrew Norris, 2005, Salt Publishing)