
“Mi interessa entrare nel cinema e mi interessa anche scrivere musica sempre più complessa per ensemble più grandi e farla suonare il prima possibile. Quello del compositore è un lavoro triste e solitario: mentre sei seduto e immagini come possano suonare le tue composizioni, non puoi mai esserne sicuro finché non si realizzano… è come una vibrazione sospesa nell’aria. I mezzi che devi inventarti per farlo accadere sono così complicati e quasi impossibili in certe condizioni, soprattutto se stai scrivendo per un’orchestra”
(The International Times, 29 agosto 1969)