
Frank Zappa bilancia momenti di astuto splendore compositivo con un debole per l’eccessiva degradazione.
È quasi come se avesse paura che la sua musica fosse presa sul serio. O forse è fin troppo consapevole del pubblico limitato che esiste per il compositore moderno ed è quindi costretto – e implicitamente dannato – a inventare piccole routine per vendere dischi e biglietti per concerti e guadagnare così i mezzi per continuare la sua ulteriore formazione.
(New Musical Express, 8 aprile 1978)