Frank Zappa's mustache - Music is the Best

FZ: scioccato da tante vicende, nulla lo sconvolge più

Le esperienze scioccanti di Frank Zappa

Mentre Zappa parlava al Mayfair, la sua voce era sorprendentemente calma, quasi sognante e contemplativa, come se qualche scossa di novocaina di tanto tempo prima lo avesse reso insensibile al dolore. Ma Zappa stava male perché il bassista che avrebbe dovuto suonare per lui al Garden in un atto di apertura era inspiegabilmente precipitato verso la morte dalla finestra di un hotel.

È quasi come se Frank fosse rimasto scioccato da tante di quelle vicende che nulla lo sconvolge più.

Si porta addosso le cicatrici emotive e fisiche lasciate quella sera al Rainbow, dove ha rischiato di essere ucciso sul palco. Ha rischiato la morte diverse volte, anche da bambino: mentre mescolava sostanze chimiche esplosive ha rischiato più volte di saltare in aria.

Il Madison Square Garden ha registrato il tutto esaurito con Zappa per tre esibizioni consecutive che erano strane, spaventose, quasi soprannaturali, un incrocio tra rituale primitivo e culto del rock moderno.

Le luci stroboscopiche lampeggiavano come fiamme infernali ed i fumi della marijuana che bruciavano riempivano il Felt Forum, mentre i musicisti di riserva di Zappa alimentavano l’entusiasmo della folla suonando riff di canzoni come “Camarillo Brillo”, “Yellow Snow” e “Montana”.

Per un lungo minuto, Frank si lascia travolgere dall’adulazione del pubblico, il suo volto cupo fissa una folla di bocche che urlano il suo nome come un incantesimo mistico che non ha nulla a che fare con le sue radici siciliane.

Zappa ha l’aria di essere appena tornato dall’inferno mentre fissa la folla, leccandosi il pizzetto e i baffi, quasi annusando il pubblico come un animale che fiuta la sua preda. Quando sente che sono pronti per esplodere, dice semplicemente:

Ciao, sono Frank. Suoniamo“.

Sax, vibrafono, percussioni, batteria, basso e sintetizzatore esplodono dietro di lui come la polvere da sparo con cui giocava da bambino. Il suono di Zappa martella il pubblico in piedi, facendolo letteralmente cadere sulle sedie e riducendolo ad una massa ondeggiante di carne mentre i musicisti si rincorrono intorno a un palco pieno di apparecchiature audio, ad uno scheletro che penzola da un lampione, un pollo di gomma con un cartello ARF che sporge dal becco, una grande anatra di gesso con seni immensi, un piede enorme costantemente criticato per il suo pessimo odore e manichini assortiti.

Il suo orecchio inquietante rileva le note discordanti come un sismografo e regola l’attrezzatura brontolando con rapidi movimenti di manopole e quadranti come uno stregone elettronico.

Il nuovo gruppo di Frank, chiamato semplicemente “Zappa”, sta facendo scalpore con il suo ultimo disco Zoot Allures.

Quasi all’inizio del concerto al Garden, Frank ha guardato giù dal palco ed ha visto suo fratello Bobbie seduto in prima fila. “Vuoi venire a suonare, Bobbie?” chiede Frank. Bobbie risponde “No” e Frank, alzando le spalle, inizia a suonare.

(I-AM, marzo 1977)

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