Frank Zappa's mustache - Music is the Best

FZ: New York in preda alla febbre papale…

Frank Zappa su New York in preda alla febbre papale

Ti racconto la cosa più strana che ho visto di recente: New York in preda alla febbre papale.

“Non credo sia strano. Penso che sia tipico di New York. New York è una città entusiasta. Dai loro un pretesto per fare cazzate e le faranno”.

Anche qualcosa di così contrario allo stile di vita dei newyorkesi?

“Non fanno il tifo per la religione. Stanno esultando per lo sfarzo, per lo splendore di una persona incredibilmente ricca che arriva nella loro città. L’agente immobiliare per eccellenza. Pensaci. Lui è lì. È il grande padrone di casa. New York è di proprietà della Chiesa cattolica. La terra in cui vivono, i bassifondi di Harlem, sono tutti di proprietà della Chiesa cattolica”.

Riguardo alla tua canzone sulle ragazze cattoliche, come risponderesti a chi ti critica di essere anticattolico?

“Prima di tutto, vorrei ricordare loro che sono nato cattolico. Conosco il cattolicesimo, ho letto il Catechismo di Baltimora, ho sentito le lezioni, ho mangiato il biscotto. Non funziona, è falso. Penso che sostanzialmente i principi della Chiesa siano contrari alla civiltà moderna. La Chiesa, in termini di dottrine, è un tale anacronismo: è un fardello sul collo del progresso. E’ contraria alla pillola anticoncezionale ma se non hai il controllo delle nascite è un disastro. Non si moltiplicano a ritmo spaventoso solo i ricchi ma anche e, soprattutto, chi non ha niente. Stanno riempiendo un gran numero di posti in quella zona che tutti continuano a chiamare il Terzo Mondo. Quando diventano abbastanza grandi da scoprire che non hanno niente, allora si incazzano e fanno rivoluzioni. E questa, ovviamente, è una fantastica opportunità per gli incredibilmente ricchi di vendere loro armi da fuoco ed esplosivi per far funzionare tutto. È ciò che è sempre successo. Il mondo funziona con semi di soia e polvere da sparo”.

Quindi, cos’è per te la religione?

“La musica è la mia religione. Penso che la vera risposta ai problemi personali siano soluzioni personali e queste si ottengono solo dopo uno sforzo personale. Se pensi che stai passando un brutto periodo della tua vita, se vuoi sistemarlo, non aspettare che qualche idiota a Washington lo faccia mandandoti un assegno sociale o creando una nuova agenzia che si occupi del tuo particolare gruppo di pressione. Non succederà. Se vuoi sentirti meglio, fallo da solo. Il primo passo per migliorarle le cose è prendere coscienza, rendersi conto che sono di merda e poi migliorare la tua situazione al punto da poterla tollerare… A quel punto, il resto del mondo sembrerà meno schifoso. Non cambierai il mondo, potrai solo renderlo più tollerabile per te stesso”.

(Sweet Potato, novembre 1979)

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