
Frank mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto guardare alcuni minuti di “Does Humor Belong in Music”, il suo ultimo assalto audiovisivo: un tripudio di primi piani veloci e un’atletica telecamera che segue i musicisti in movimento al The Pier di New York la scorsa estate.
Ho sentito Frank gridare: “Niente dissolvenze, niente filtri rotanti, niente filtri nebbia”. Era un video con bordi duri, dove non c’è spazio per effetti speciali “atmosferici” e bende visive. Nel video, Zappa canta le sue canzoni e dirige la sua band con una precisione strepitosa. Il programma, che ha prodotto e diretto, è interrotto da segmenti di interviste di vari talk show e conferenze stampa. Attraverso la musica e la conversazione, si confronta con case discografiche, discoteche, Hollywood, repubblicani, femministe, gay e praticamente ogni punto debole o dolente della società.
Il video è piuttosto scandaloso, hai detto ‘cazzo’ e tutto il resto, proprio nei primi minuti. Chi mostrerà qualcosa del genere?
“Hai guardato la televisione via cavo ultimamente? Questo spettacolo non è più scandaloso di quello che programmano su Showtime, HBO e The Movie Channel. Qual è la differenza? Non c’è motivo per cui dovrebbe essere applicato un doppio standard perché questo è uno spettacolo musicale, se lo stai mostrando su un sistema via cavo che ha sesso esplicito e linguaggio R-rated”.
Pensi che la televisione ti abbia finalmente raggiunto dopo tutti questi anni?
“Gli spettacoli di musica via cavo sono così lucidi e blandi che non hanno alcun rapporto con la realtà. Perché dovresti aspettarti che i musicisti non abbiano punti di vista politici? E perché non possono usare lo stesso linguaggio che usano i personaggi nei film? Se un artista canta una canzone su un personaggio o descrive una situazione che si riferisce alla “vita reale”, dovrebbe avere accesso allo stesso linguaggio usato da uno sceneggiatore”.
Dove pensi che sarà visto?
“Non lo so. È stato prodotto in una joint venture con PMI (Picture Music International). Lo stanno preparando per il rilascio home video in agosto o settembre”.
Sembra essere ideale per l’home video.
“Sì, ma dovrebbe comunque essere trasmesso. È uno spettacolo perfetto per il cavo. L’audio è stato eseguito su un multitraccia digitale Sony e mixato al PCM-1610. Per le riprese video sono state utilizzate cinque telecamere di linea e quattro Sony Betacam. Durante la post-produzione ci siamo presi molta cura di ogni scatto – miglioramento dell’immagine e correzione del colore – poiché è stato girato dal vivo con un’illuminazione del palco in continua evoluzione, ha presentato molti problemi nel bilanciamento del colore”.
Dove hai fatto la postproduzione?
“Pacific Video – un ottimo posto per lavorare. Eravamo solo io, Booey Cober, l’editore, e Rex Ingram, il suo assistente. Bob Stone ha supervisionato l’audio qui all’UMRK (Utility Muffin Research Kitchen). Per quanto ne so, è il primo speciale televisivo musicale interamente registrato e post-prodotto digitalmente”.
E’ costato molto?
“E’ costato 150.000 dollari per le riprese e la postproduzione, che non è poi così esagerato. Ci è voluto molto lavoro: abbiamo girato 40 ore e ho rivisto ogni minuto di ogni telecamera almeno due volte prima di montare”.
(Mix, settembre 1985)