
Siamo seduti sugli scalini del retropalco del Palazzo dello Sport di Roma. Fra poche ore Frank Zappa inizierà il concerto e ci sarà l’esplosione di note e colori.
Il suo volto è come una maschera magnifica e allucinante, un volto che ci è familiare: i capelli ricci e in disordine, i baffi rigonfi e all’ingiù, l’ombra di barba sotto il labbro. Il corpo asciutto e legnoso è quello di una marionetta che si muove a scatti, irregolare e ansiosa.

I sorrisi, le smorfie, i ghigni di Frank Zappa. La voce profonda, calda, posata, i pensieri, l’oltraggio, l’ironia di Frank Zappa, qui, accanto a me.
(Ciao 2001, 22 settembre 1974)