Frank Zappa's mustache - Music is the Best

FZ: “i comportamenti di ogni platea vengono determinati da reazioni chimiche…

Frank Zappa sul comportamento influenzato da reazioni chimiche

Universalmente la tua opera è stata giudicata come una satira corrosiva nei confronti dell’America…

“Mi sembra un po’ riduttivo pensarla in questo modo. Credo infatti che essa contenga informazioni codificate riguardanti non soltanto il modo di vivere americano, ma soprattutto processi psicologici che sono comuni a tutti gli uomini”.

Che natura hanno questi processi?

“Derivano soprattutto dal tipo di vita che si conduce oggi, dalle relative frustrazioni che si accumulano, dalle nevrosi dell’uomo medio”.

Ci stiamo rendendo conto di una cosa: quando si intervista Frank Zappa, si finisce quasi sempre per porre la musica in secondo piano.

“Questo non per colpa mia. Da più parti vengo dipinto come una mezza specie di oracolo, che deve necessariamente avere un parere su tutto: dal significato della vita al rubinetto della cucina. E tutto sommato a me questo ruolo fa piacere. Nessun giornalista durante un’intervista si sogna di dirmi: il tuo concerto è stato povero musicalmente, oppure il tuo album non vale veramente niente. Il fatto strano è che a me piace suonare, piace comporre musica. La cosa più bella per Frank Zappa è ascoltare quello che ha scritto. Ma la gente di solito non ci crede”.

Hai notato dei cambiamenti tra il pubblico di ieri e quello di oggi?

“Si, soprattutto per quanto riguarda la differenza di reazioni chimiche”.

In che senso?

“I comportamenti di ogni platea vengono determinati da reazioni chimiche; un tempo esisteva l’LSD e tutta la vasta gamma di allucinogeni, oggi invece la gente preferisce l’alcool. Negli anni Sessanta il pubblico era più intellettuale, attualmente preferisce avere con la musica un rapporto più istintivo”.

A proposito di reazioni chimiche, cosa ci dici del punk-rock, miscela senza dubbio molto corrosiva.

“Corrosiva … non direi proprio. Al giorno d’oggi, dopo anni di dischi d’oro e di platino, non credo che esista più una band che suoni soltanto per puro amore dell’arte. Quello che conta è avere un album ben piazzato nelle classifiche mensili di Billboard. Ricordati: “We’re only in it for money”.

(Ciao 2001, 19 febbraio 1978)

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