Frank Zappa's mustache - Music is the Best

FZ: la musica legata a ritmi naturali universali

Frank Zappa e la musica legata a ritmi naturali universali

“E’ semplice e complicato allo stesso tempo. Ci sono certi ritmi naturali di base. Quanto spesso la Luna diventa piena? Una volta al mese, d’accordo. Quello è un ritmo. Quando sale la marea? Quando scende? Ecco un ritmo. Qual è il tuo battito cardiaco? E’ un ritmo. Chiamiamoli ritmi naturali. Non che mi interessino, ma ci sono. C’è anche un tempo medio con cui la gente conduce la propria vita. Quello è un ritmo. Se quello medio non esistesse, la gente non saprebbe se sta andando veloce o lenta… Ora, la musica, il modo in cui si connette col comportamento umano, tiene conto delle implicazioni di questi ritmi naturali universali. Certi tipi di musica li rinforzano. La disco-music, per esempio, ti batte sulla testa e rinforza il tuo ritmo di produzione. Qualsiasi cosa devii da quel rinforzare il tuo ritmo di produzione può essere percepito come ritmicamente dissonante. La dissonanza quando è risolta è come avere un prurito e grattarsi. Quando è irrisolta è come avere un mal di testa per tutta la vita. La musica più interessante di cui mi occupo è musica nella quale la dissonanza è creata, sostenuta per un giusto periodo di tempo e risolta e tu hai la tua grattatina e via di nuovo. Il concetto di dissonanza nel mio lavoro opera su livelli differenti. Puoi avere la dissonanza ritmica. Qualunque ritmo che vada contro la tendenza di un ritmo naturale è un disturbo per il tempo in cui esiste la dissonanza. Ma una volta che torni al ritmo di base, puoi guardare indietro e dire: “Hey, era affascinante ciò che è successo. Non sapevo che tu potessi comprimere tutte quelle battute in quell’unico ciclo”. Lo stesso accade con l’armonia. Certi accordi, quando li senti, è come dire “Ah, adesso siamo rilassati perché tutte le armoniche sono in fila da qui a là ed è tutto completo, è come un bell’accordo in Do maggiore”. Come il ronzio che ti danno con la musica new age che fa in modo che il tuo cervello resti seduto. E’ tutto là, non c’è nient’altro da fare. E’ già fatto. Ora, per quanto tempo puoi ascoltarla? Tanto, se sei molto simile a una medusa. Ma se tu, in quell’ambiente armonico includi qualche nota irritante, note che non sono parte della struttura armonica, fino a che la nota si avvicina a una delle parziali in quell’accordo statico – come certe note vogliono salire, altre scendere, alcune possono davvero vivere là al minimo volume ed essere un inquinante nell’accordo, dare tessitura all’accordo. Tutta questa roba fa parte del mestiere di compositore. La stessa cosa con le parole. Devi capire l’intero concetto di ritmi naturali, cose che esistono e che la gente dà per scontate, e l’idea che uno possa creare un’irritazione artificiale per un certo periodo di tempo tale da dare una sensazione piacevole quando finisce. E’ come il bambino che si colpisce con il martello. “Perché lo fai?”. “Perché è bello quando smetto”. In medicina è come la gente che vuole essere di nuovo giovane, va e si fa una sabbiatura alla faccia. Probabilmente non si sentono molto bene, ma quanto tutto è finito, assomigliano a Mick Jagger”.

(Frank Zappa, intervista di Bob Marshall, 1988)

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