A Pound For A Brown, Palatrussardi Milano (Italia), 2 giugno 1988
Big Swifty, Palasport Genova (Italia), 9 giugno 1988
Frank Zappa, Ike Willis, Mike Keneally, Robert Martin, Walt Fowler, Bruce Fowler, Paul Carman, Albert Wing, Kurt McGettrick, Ed Mann, Scott Thunes, Chad Wackerman
Special guest: Fabio Treves – harmonica
Fabio Treves, armonicista e cantante blues, anche noto come il ‘puma di Lambrate’, ha iniziato nel 1967 suonando nel suo primo gruppo studentesco, il Friday Blues Group. Da allora, la sua è stata una strada in salita fino a calcare il palco con personaggi straordinari (italiani e stranieri).
L’incontro più importante per Treves fu, nel 1988, a Monaco, con Frank Zappa che, durante la tournée in Italia, lo volle sul palco di Milano e Genova.
Quando il ‘puma di Lambrate’ ricorda il suo incontro con Zappa, ancora trema. Ricordiamo che è l’unico musicista italiano ad aver suonato con Zappa sul palco.
Frank Zappa nei concerti voleva soltanto la sua band ma, quella volta, nel giugno del 1988, aveva in programma un concerto a Milano e… invitò Fabio a suonare con loro.
Fabio Treves racconta il suo incontro con Frank Zappa
“Per me, a distanza di trent’anni, l’incontro con Frank Zappa è ancora motivo di orgoglio. Non mi capacito di aver incontrato e suonato con Frank, invece è successo, grazie alla mia amicizia con Claudio Trotta, che dura ormai da 45 anni. Lui, che negli anni a seguire sarebbe diventato uno dei promoter più importanti del panorama nazionale, mi propose: “Vuoi venire con me a Monaco di Baviera a conoscere Frank? Devo incontrarlo in vista delle sue date in Italia”. Io ovviamente accettai. Quando lo vidi per la prima volta, i nostri sguardi si incrociarono e lì, come nei film, successe la magia: mi sembrava di aver incontrato un amico che avevo visto l’ultima volta due giorni prima in pizzeria. Anche lui mi guardò, e capì subito che non ero il solito fan, ma intuì che c’era molto, molto di più. Dopo lo rividi a Milano, al suo concerto, al Palatrussardi. Lo avevo seguito anche alle prove per la serata e alla conferenza stampa. Lui, senza alcun preavviso, mi chiese: “Fabio, cosa ne dici se ti chiamo sul palco a fare un pezzo?”. Io sapevo che durante i suoi show Frank – memore di una sciagurata serata al Madison Square Garden di New York in cui aveva ospitato John Lennon e Yoko Ono – era solito farsi accompagnare solo dai suoi musicisti, quindi gli risposi: “Non prenderti gioco di me”. Poi, subito dopo: “Certo che ci vengo. Sei il mio mito da trent’anni. Ma su che pezzo devo suonare?”. “Non preoccuparti, io ti darò la tonalità” mi rispose “tu suona pure quello che ti senti” E io, come mi sentivo? Avevo le gambe che mi tremavano. Di ospitate e di apparizioni importanti ne avevo già fatte tante, ma qui si stava parlando di Frank Zappa. Nella mia città. Anni dopo incontrai di nuovo Ike Willis che mi disse: “Credimi, Fabio: io e gli altri ragazzi del gruppo ci ricordiamo di te, perché in tanti anni di militanza nella band di Frank non abbiamo mai visto chiamare nessuno sul palco come ospite, a parte te”. Ripensando a quella sera, credo di non aver fatto nemmeno una figura così meschina, perché una volta sceso dal palco fu sempre Frank a chiedermi: “Sei libero settimana prossima?”. Io: “Sì, perché?”. “Perché devo suonare a Genova” rispose: “Se vieni possiamo fare un altro pezzo”. Lui, che è considerato uno dei grandi geni del Novecento, era una persona troppo bella, troppo avanti. Questa foto è stata realizzata in un famoso incontro in Comune a Milano, nel 1988. Lui aveva un sogno, e me lo raccontò: “Ho già gli sponsor e gli agganci giusti. Per i Mondiali di calcio del 1990 (la cui partita d’apertura si giocò proprio a Milano) mi piacerebbe che il Comune mi concedesse la Scala per un concerto”. “Frank, fidati: andiamo pure in municipio a chiedere, ma la Scala non te la daranno mai” replicai. “E perché mai? Io sono Frank Zappa!”. “Tu sei Frank Zappa, suoni con l’orchestra filarmonica di San Francisco, sei un mito, ma Milano è Milano e so come funziona, essendo consigliere comunale”. “Va bene, ma ti prego, organizzami un incontro col sindaco”. Così mi feci latore di questa sua richiesta e riuscii a organizzare un incontro con il sindaco e l’allora assessore alla Cultura, ma alla fine le mie previsioni si avverarono e la Scala gli fu negata. Non ci fu niente da fare. All’uscita dall’incontro nel cortile di Palazzo Marino ci aspettava un mio amico fotografo, Maki Galimberti, che non ringrazierò mai abbastanza per averci scattato la storica foto qui sopra. Questo episodio è stato citato da Zappa nella sua autobiografia ufficiale: Frank definì il sindaco un “socialista”, l’assessore alla Cultura un “comunista” e me un “anarchico”. E questo è uno dei complimenti più belli che mi siano stati mai fatti”.
(Fabio Treves, Rockol, 27 novembre 2023)