xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa e Black Sabbath
(caotica come la notte del 6 dicembre 1976…)
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https://www.youtube.com/playlist?list=PLNIorVgbZlD1eJlE31TCypMf1eLhjcfBc
“I Black Sabbath emozionano le persone. Sono l’archetipo di quello stile… l’hardcore”.
(Frank Zappa, Triad, gennaio 1977)
“Penso che Supernaut sia il prototipo di un certo stile musicale, E’ ben fatto, mi piace anche il riff di chitarra suonato in sottofondo” (Frank Zappa, Let It Rock, 1975). Frank adorava Supernaut insieme a Iron Man (che definì un’opera d’arte). I due brani compaiono nella lista delle sue 30 canzoni preferite.
Frank Zappa avrebbe dovuto suonare con i Black Sabbath il 6 dicembre 1976 al Madison Square Garden di New York che si riempì di 20mila fan.
https://www.youtube.com/watch?v=qp9m0S5QdLs
Zappa raccontò:
“Tony Iommi aveva problemi con la chitarra, ha deciso di cambiare le corde all’ultimo minuto. Il pubblico era già seduto lì ad aspettare da circa un’ora, volevano che io salissi sul palco e facessi un annuncio per calmare la folla. L’ho fatto. Li ho presentati, poi mi sono seduto vicino al palco vicino al succo d’arancia di Ozzy”.
Zappa era un fan dei Black Sabbath, gli piacevano così tanto che avrebbe voluto suonare con loro al Madison Square Garden ma qualcosa della sua chitarra non funzionava e fu costretto a rinunciarci. Successe qualcosa sul palco…
Il 4 dicembre 1976 il magazine New Musical Express annunciò che Frank aveva in programma di imparare tre dei brani dei Black Sabbath. Nel corso dell’intervista raccontò qualcosa di quella sera del 6 dicembre 1976 allo scrittore Hugh Fielder:
“Avevo intenzione di suonare con loro e avrebbero dovuto chiamarmi e dirmi a che ora era il soundcheck, ma immagino non ne avessero uno. Quindi, sono andato lì allo spettacolo e mi hanno chiesto ‘Cosa suonerai?’ e hanno allestito un mini muro di Marshall per me. Ho detto ‘Merda, non ci andrò senza sapere come suonerà.’ Alla fine, ho annunciato che avrei solo guardato lo spettacolo.
Iommi ha ricordato la serata in modo un po’ diverso: “Frank stava presentando la band. Voleva suonare anche lui. Avevamo messo la sua roba sul palco, ma abbiamo avuto una serata davvero brutta. Frank stava aspettando di salire e ho pensato: ‘Non può, è un disastro, sta andando tutto storto, la mia chitarra si sta scordando, c’è rumore e crepitii e Dio solo sa cos’altro.’ Quindi gli ho detto: ‘Sarebbe meglio se tu non suonassi’. Purtroppo per noi, Zappa si è goduto lo spettacolo solo da bordo campo, non sul palco”.
Frank Zappa divenne un amico dei componenti del gruppo. Il batterista Bill Ward in un’intervista ricordò che andavano a cena, andò un paio di volte ai loro concerti.
Il bassista dei Black Sabbath è convinto che i critici cambiarono idea sulla band britannica quando Zappa li elogiò in un’intervista. L’opinione dei critici musicali nei loro confronti cambiò di colpo, in meglio ovviamente. Frank Zappa, all’epoca, era ben considerato dalla critica e disse che il riff di chitarra di Supernaut era il migliore che avesse mai sentito.
Ozzy Osbourne racconta un aneddoto divertente nella sua autobiografia “I Am Ozzy” (2009) legato al momento in cui incontrò Frank Zappa. Come i Sabbath, Zappa era ardentemente contrario alla cultura hippie prevalente dell’epoca.
Il loro incontro avvenne a metà degli anni ’70, quando entrambi gli artisti soggiornarono nello stesso hotel di Chicago. I Sabbath furono invitati da Zappa alla festa per l’Independence Day.
“Tutti noi ammiravamo Zappa, soprattutto Geezer, perché sembrava che provenisse da un altro pianeta. All’epoca aveva appena pubblicato questo album quadrifonico chiamato Apostrophe (*) che conteneva una traccia intitolata ‘Don’t Eat the Yellow Snow’. Un classico del cazzo. Abbiamo passato il tempo con la sua band al bar. Il giorno dopo, Frank voleva che andassimo alla sua festa per l’Independence Day, che si sarebbe tenuta quella sera. Quando siamo arrivati al ristorante, Frank era seduto a questo tavolo enorme, circondato dalla sua band. I ragazzi della sua band continuavano a venire da me e a dirmi ‘Hai della cocaina? Non dire a Frank che te l’ho chiesto. Odia quella roba. Ma ne hai? Solo un colpo, per farmi andare avanti!’. Non volevo essere coinvolto, quindi ho risposto ‘No’, anche se avevo un sacco di quella roba in tasca. Più tardi, due camerieri si sono presentati con una torta enorme a forma di donna nuda con due grandi tette ricoperte di glassa e le gambe divaricate. Avevano montato una piccola pompa per far schizzare lo champagne fuori dalla sua vagina. Tutti hanno dovuto fare un sorso cerimoniale di champagne, a partire da Frank. Quando è stato il mio turno, dopo un lungo sorso, ho storto la faccia e ho detto, ‘Ugh, sa di piscio.’ Poi Frank si è chinato e mi ha sussurrato all’orecchio, ‘Hai un po’ di blow? Non è per me, è per la mia guardia del corpo!’”. ‘Dici sul serio?’ gli ho chiesto e lui ha risposto ‘Certo. Ma non dirlo alla band’ “.