
Erano amici fin da ragazzi, ma non fu Zappa a dargli il fortunato soprannome (Captain Beefheart). Don viveva in casa con mamma, babbo, zio, zia e la sua ragazza.
“Lo zio Alan aveva un certo modo di mostrarsi alla ragazza. Se lei passava quando lui faceva la pipì, teneva la porta del bagno aperta e mormorava qualcosa sul proprio birillo tipo: ‘Ah, che bellezza! Sembra davvero un gran bel cuore di manzo!’. Fu così che Vliet trovò il suo nome d’arte”.
Raramente ho incontrato musicisti più controversi del Capitano.
(dal libro “Topi Caldi” di Riccardo Bertoncelli)
