Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Categoria: FZ Album

  • Frank Zappa, Orchestral Favorites: Live at Royce Hall, 9-18-1975, review

    Frank Zappa, Orchestral Favorites: Live at Royce Hall, 9-18-1975, review

    Pedro’s Dowry
    Lumpy Gravy – Extract – Improvisation
    The Adventures Of Greggery Peccary

    Dopo aver composto l’intero album “Lumpy Gravy” da solo, Zappa si è avvalso dell’assistenza di un gruppo di musicisti di formazione classica che ha soprannominato Abnuceals Emuukha Electric Symphony Orchestra.
    L’ensemble musicale era di prim’ordine, considerato la crème de la crème delle sessionier della West Coast: basta citare Victor Feldman (il maestro delle vibrazioni inglesi), Bunk Gardner con i suoi legni, il batterista John Guerin, i suonatori di corno francese Vincent DeRosa, Richard Parissi e Arthur Maebe, l’asso della colonna sonora Pete Jolly, i chitarristi Dennis Budimir e Tommy Tedesco.
    ‘Orchestral Favorites’, oggi ritenuto il primo album veramente classico di Frank Zappa, raccoglie registrazioni preziose tratte dal Live al Royce Hall (18 settembre 1975).

    Un’idea precisa di Zappa se l’è fatta chi, un anno e mezzo fa, era alla U.C.L.A., l’università statale californiana, per l’incisione dal vivo di un album mai pubblicato con l’Abnuceals Emuukha Electric Symphony Orchestra.
    Ci trovammo davanti una specie di piccolo Palazzo dello sport illuminato a giorno.
    L’orchestra sul palco era una di quelle serie. Il maestro, per quanto bizzarro, pure. Perfino Zappa era serio mentre sedeva al centro della sala di fronte a macchinari pazzeschi per la registrazione di questo suo esperimento di musica contemporanea.
    Un’ora è filata liscia così fra una cascata di suoni sconnessi con Zappa che si alternava alla direzione dell’orchestra con il maestro sempre più sudato. Il tutto, per quanto strano, risultava divertente. Alla fine Zappa, quando nessuno sapeva più che pensare e i commenti sussurrati erano cessati per lasciare il posto a una sensazione a metà fra lo stupore e la noia, ha voluto spiegare come aveva composto quella musica.
    “Il motivo per cui siamo qui lo sapete, vero? Da tempo volevo cimentarmi in un lavoro che coinvolgesse una vera orchestra. La musica che avete ascoltato finora è stata composta di getto. Niente scervellamenti a tavolino per riempire gli spartiti. Qualcun altro ha pensato man mano a trascrivere una serie d’improvvisazioni culminate nell’esibizione di questa sera. Ora eseguiremo un pezzo improvvisandolo come abbiamo fatto durante la preparazione io e l’orchestra”.
    A quel punto Zappa introdusse il pubblico alla parte più assurda e interessante di tutta la serata. Cominciò rivolgendosi prima ad un musicista poi all’altro, poi a tutti contemporaneamente. Con la voce e con i gesti chiedeva, ad esempio, al trombone, di ripetere una certa tonalità. Mentre a gesti e parole faceva capire al trombone di continuare così, si rivolgeva al violino; poi, man mano, imitando con la voce i suoni e con le mani i tempi, al clarino, batteria, arpa, trombe, oboe, viole, piano, chitarra, ecc.
    Zappa, scatenato e quasi in stato di trance, conduceva i 37 componenti dell’orchestra, fra un “poh, poh, tzih, tzih, dlen, dlang, tunf, plin, tock, peeh, zum, din, fiuù …” nell’esecuzione più sconvolgente della intera serata. La curiosità del pubblico era stata soddisfatta. Per quanto pazzo possa essere condurre un’orchestra in quel modo, Zappa lo trovava divertente, come i presenti. (Vincent Messina, Popster, settembre 1977)

    “Frank ha scritto Black Page perché, quando facevamo un concerto con un’orchestra di 40 elementi (The Abnuceal Orchestra), continuava a sentire musicisti in studio a Los Angeles parlare con timore delle prove mattutine in cui il ‘lato nero’ veniva messo davanti ai loro occhi. Ecco perché ha deciso di scrivere il suo ‘black side’”. (Terry Bozzio intervistato da Andrew Greenaway, 17 settembre 1992 – Glissando, dicembre 2007)

    A causa delle controversie legali che Zappa stava attraversando, tutta questa grande musica è stata messa da parte per oltre 40 anni. Secondo quanto ha riferito il Vaultmeister Joe Travers, quando Zappa fornì i nastri di Orchestral Favorites alla Warner Brothers come parte degli obblighi contrattuali dell’epoca, non aveva dato loro la “bobina master tone” che viene utilizzata per allineare correttamente i registratori per la riproduzione. Inizialmente, Orchestral Favorites (pubblicato nel 1979) conteneva 5 tracce: Strictly Genteel, Pedro’s Dowry, Naval Aviation in Art?, Duke of Prunes e Bogus Pomp.
    In seguito, i produttori hanno trovato la bobina del master tone con un suono decisamente migliore. I trasferimenti ad alta risoluzione dei nastri originali sono stati masterizzati per il digitale da Bob Ludwig e Bernie Grundman per l’uscita in vinile. La rimasterizzazione su CD è stata realizzata con i mix del 2019 di Craig Parker Adams creati dai master tapes originali da 2 pollici a 24 tracce.
    Il triplo disco rimasterizzato nel 2019 (UMG) include Strictly Genteel, Pedro’s Dowry, Naval Aviation in Art?, Duke of Prunes, Bogus Pomp, Revised Music for Low-Budget Symphony Orchestra, Rollo, Black Napkins, Dog / Meat, Lumpy Gravy (Extract) Improvisation, The Adventures of Greggery Peccary.

  • Frank Zappa, Stairway to Heaven – Bolero: something about the cover and Ravel

    Frank Zappa, Stairway to Heaven – Bolero: something about the cover and Ravel

    Stairway to Heaven & Bolero (singles/EPs/Fan Club/Promo, 1991, registrati il 18 aprile 1988 e 3 maggio 1988)

    Frank Zappa – lead guitar, computer-synth, vocal
    Ike Willis – rhythm guitar, synth, vocal
    Mike Keneally – rhythm guitar, synth, vocal
    Bobby Martin – keyboards, vocal
    Ed Mann – vibes, marimba, electronic percussion
    Walt Fowler – trumpet, flugel horn, synth
    Bruce Fowler – trombone
    Paul Carman – alto sax, soprano sax, baritone sax
    Albert Wing – tenor saxophone
    Kurt McGettrick – baritone sax, bass sax, contrabass clarinet
    Scott Thunes – electric bass, Mini-moog
    Chad Wackerman – drums, electronic percussion

    Adoro l’album di cover “Stairway to Heaven/Bolero” ed apprezzo allo stesso modo le due copertine (fronte e retro), i tanti significati e la forte ironia. Bethlehem Steel, la foto di copertina di Clarence Snyder, prende il nome dalla costruzione navale ormai affondata delle acciaierie della Pennsylvania. Raffigura scalinate metalliche, spopolate e stagliate contro lo spazio vuoto del cielo, che salgono verso il cielo ma che, all’improvviso, si fermano bruscamente. Le numerose scalinate appaiono abbandonate e incomplete, simboleggiano la stupidità condannata a tentare questa ricerca indossando pantaloni sbagliati (o il grembiule sbagliato). La giustapposizione di queste strutture con il titolo del disco implica ulteriori livelli di illusione umana, primo fra tutti, forse, il tentativo inutile di impegnarsi per ciò che è eternamente fuori portata.
    Il nome di Zappa, che fa da ponte tra queste inutili scale, completa il tutto: il costrutto di lettere articolate, un rosa più scuro rivettato su un rosa più chiaro riecheggiano questo fondamento terreno. La loro forma complessiva, tozza e rettangolare, non tende verso l’alto o verso l’esterno, ma si connette con il paesaggio. Le strutture a zigzag di queste scale reggono come un doodle. Le ripetute suggestioni delle forme delle lettere che compongono “FRANK ZAPPA”, la loro portata non è solo oltre, ma anche all’indietro e all’interno – dentro Zappa stesso e la sua storia musicale.
    La struttura della copertina è parallela al rapporto di Zappa con la sua musica: non fluttua completamente al di fuori della cornice della sua creazione, né può essere confinata dal suo contenuto ma, piuttosto, qui/fuori adesso, è presente in entrambi contemporaneamente. Con il paradiso sopra e (questo sconcertante) mondo sotto.
    I nomi di Zappa e Ravel sono stati abbreviati ciascuno in una singola lettera e nelle 5 lettere dei rispettivi cognomi in equilibrio. I loro sguardi congiunti convergono, ciascuno guardando direttamente: Ravel freddamente, Zappa in modo un po’ interrogativo, rivolto allo spettatore. Ognuno porta con sé un oggetto di soccorso: Ravel, una sigaretta, Zappa, il libro di John Godwin, This Baffling World. Il fascino di questo particolare libro risiede in parte nel titolo e nel sottotitolo – un resoconto documentato delle più grandi perplessità di tutti i tempi: fenomeni naturali inspiegabili, avvenimenti storici che ancora confondono e persone dai talenti straordinari che sfidano la comprensione. Quello è solo il cognome dell’autore, quindi guarda caso “Godwin” illustra fortuitamente la massima di Zappa secondo cui a volte puoi essere sorpreso dal fatto che l’universo funzioni, che tu lo capisca o no.
    Ma torniamo alla simmetria: quello che mi colpisce di più è che Ravel sfoggia una configurazione aggiunta di peli del viso che corrispondono allo stile del marchio di fabbrica di Zappa (e in seguito del marchio registrato). In questo sono felice di essere corretto, ma tutte le immagini di Ravel che ho potuto portare alla luce lo mostrano per lo più ben rasato; negli anni della gioventù, i suoi peli sul viso particolarmente floridi sono abbastanza diversi da quelli qui raffigurati.
    Così, proprio come il nome di Zappa è stato alterato dalla sua vicinanza alle scalinate del Bethlehem Steel, così Ravel ha subito ulteriori modifiche (la simpatica risonanza con Zappa). Il 2° pezzo della composizione in 5 parti di Ravel per pianoforte Miroirs (1905), Oiseaux tristes, doveva apparentemente ricordare una passeggiata in una foresta in una soffocante giornata estiva. Forse, nella foresta echeggiava non solo il canto degli uccelli, ma anche la risata. Ravel e Zappa lasciarono “l’edificio” a dicembre.

    (estratto dall’articolo “Lingua Franka (Part V): Who Was That Masked Man?” by Arjun von Caemmerer, The Rondo Hatton Report vol IX, 21 dicembre 2011)

    P.S.: In una foto, potete notare Ravel con baffi e barba. In un’altra immagine, Ravel è a fianco di Stravinsky.

  • Frank Zappa, Roxy Performances: the legendary event on Sunset Strip in LA, review

    Frank Zappa, Roxy Performances: the legendary event on Sunset Strip in LA, review

    Montana, Dupree’s Paradise, Dickie’s Such An Asshole, Don’t eat the yellow snow

    Le performance al Roxy Theatre al Sunset Strip di Los Angeles sono tra i migliori spettacoli live mai eseguiti da Zappa e dai Mothers. Quando si esibirono, nel 1973, tra canzoni vecchie e nuove, il Roxy Theatre era stato aperto da poco.
    Parte delle serate sono state rese disponibili negli album Roxy & Elsewhere (1974) e Roxy by Proxy (2014) – senza contare Roxy: The Movie (2015) – prima che lo storico evento al Roxy venisse raccolto e editato nel cofanetto da 7 CD The Roxy Performances corredato da un booklet di 48 pagine ricco di foto e note di copertina del Vaultmeister Joe Travers, resoconti della scrittrice australiana Jen Jewel Brown ed un saggio del cantante/chitarrista americano Dave Alvin.
    Nel 2016, sono state mixate dal Craig Parker Adams 8 ore di musica da nuovi nastri in alta definizione trasferiti dai multi-traccia originali.

    “E’ una delle mie formazioni FZ preferite in assoluto. Questo cofanetto contiene alcune delle migliori serate musicali che Los Angeles abbia mai visto in un locale storico” (Ahmet Zappa, co-produttore del progetto The Roxy Performances).
    Il 9 e 10 dicembre 1973, Zappa e i suoi collaboratori presentarono un lungo spettacolo teatrale in 4 show dopo aver provato (il giorno prima, l’8 dicembre) le riprese del film/soundcheck. The Roxy Performances rivela gli spettacoli anticipati e tardivi delle serate fornendo anche un interessante backstage a porte chiuse. Si tratta di una sessione di registrazione privata (solo su invito) ai Bolic Studios di Ike Turner per registrare gli overdub destinati all’album Roxy & Elsewhere filmando l’intera session. In più, contiene un brano inedito, That Arrogant Dick Nixon.

    I 5 spettacoli presentano canzoni dal 1969 al 1973, con molti brani selezionati da Uncle Meat, Hot Rats, Waka/Jawaka e Over-Nite Sensation . Tra le tante chicche live, troviamo brani come Village Of The Sun, Pygmy Twylyte, Cheepnis, I’m the Slime, Penguin In Bondage, Dickie’s Such an Asshole, Inca Roads, Be-Bop Tango, King Kong, Chunga’s Revenge, Son of Mr. Green Genes.
    Le esibizioni, impeccabili e ricche di brividi improvvisativi, sono improntate su una musica più jazz che rock.
    Ad affiancare Zappa, troviamo George Duke (tastiere), Tom Fowler (basso), il fratello Bruce Fowler (trombone), Don Preston (sintetizzatori), Ruth Underwood (percussioni), Ralph Humprey e Chester Thompson (batteria).
    Nel 1973, il Los Angeles Times elogiò le performance dei Mothers, mentre il Los Angeles Herald Examiner definì Zappa “il John Cage della controcultura”.
    A giudicare dalle immagini, Frank Zappa e la sua band trasudano gioia, entusiasmo, euforia nel vivere questa esperienza.
    Per il concerto al Roxy, Kerry McNabb fu incaricato di registrare su una console a 16 tracce presa in affitto.

    Potremo mai vedere parte del film girato al Roxy nel ’73?
    “No, a meno che io non diventi molto, molto ricco ed abbia un sacco di tempo libero. Tutto il film è stato trasferito al video, ma nessun audio è stato sincronizzato. Prima di poterlo modificare, tutto deve essere sincronizzato: questo è un processo piuttosto lungo e costoso. L’editing video costa un sacco di soldi e non ho nessuna di quell’attrezzatura a casa, quindi devo sempre fare affidamento sullo studio di qualcun altro che costa dai 600 ai 700 dollari l’ora” rispose Zappa a Society Pages (intervista pubblicata nel numero 7 – settembre 1991)

    “I negativi del film furono trasferiti dallo stesso Frank Zappa negli anni Ottanta utilizzando la tecnologia all’epoca disponibile. Quello che vogliamo fare adesso è tornare indietro ai negativi originali e ritrasferirli in alta definizione per poi creare un missaggio audio 5.1 dai nastri master. Una volta fatto ciò, bisognerà poi passare al montaggio. Mettere insieme il programma, le varie inquadrature, cosa mostrare e da quale angolazione, e se includere materiale video da uno solo o da tutti e tre gli show. Si tratta di roba grandiosa, ma il processo di produzione costerà un sacco di soldi e prenderà parecchio tempo” (Joe Travers).

    La chitarra usata da Zappa nei concerti al Roxy Theatre è stata ribattezzata Roxy SG: la chitarra replica dello strumento di Zappa è stata prodotta da Gibson in edizione limitata a soli 400 esemplari.

  • Frank Zappa & Music Piracy: Bootleg Challenge – Beat The Boots, review

    Frank Zappa & Music Piracy: Bootleg Challenge – Beat The Boots, review

    Full album As An Am + video intervista

    Il catalogo di Zappa – come da lui stesso dichiarato a Pulse! in un’intervista del 1988 – è stato uno dei più piratati e contrabbandati che siano mai stati immessi sul mercato.
    Dopo Dylan, Zappa è stato l’artista più danneggiato dal fenomeno dei bootleg. Nel 1991, con un’iniziativa senza precedenti, decise di sferrare un attacco letale ai pirati scendendo sul loro stesso terreno: in collaborazione con la Rhino venne creato un marchio ad hoc – Foo EEE – per riversare su CD e “condonare” 15 celebri album selezionati dall’esecrabile catalogo parallelo.
    Con la pubblicazione di Beat the Boots, Zappa si riappropriò della musica registrata e pubblicata nei bootleg in modo che future pubblicazioni illegali dei titoli contenuti in questo boxset potessero essere perseguibili legalmente con maggiore facilità. Il cofanetto, pubblicato dalla Rhino Entertainment nel 1991, contiene 7 LP e un doppio LP, registrazioni provenienti da concerti tenuti tra il 1967 e il 1982 in precedenza pubblicate illegalmente come bootleg da contrabbandieri. Nel 1992 fu pubblicato Beat the Boots II.
    Con questa operazione Zappa ha voluto combattere la pirateria musicale tentando di recuperare le royalties editoriali che gli spettavano di diritto.
    “In 25 anni ho pubblicato 52 album. In quel periodo sono usciti 400 bootleg (otto volte di più), materiale spazzatura con il mio nome sopra. Mi sono guadagnato da vivere abbastanza bene con quei 52 LP, ma avrei potuto guadagnare otto volte di più ed avrei potuto investire otto volte di più in progetti” ha dichiarato Zappa.
    Chiunque abbia un forte interesse per la carriera di Zappa troverà più di qualche gemma nelle circa 90 canzoni assemblate in questo cofanetto. C’è di tutto, da un concerto dei Mothers Of Invention del 1967 in Svezia a uno spettacolo dell’era Barking Pumpkin al New York Palladium nel 1981.
    Ci sono molte “hit” (“Concentration Moon”, “Camarillo Brillo”, “Dancin’ Fool”, “Bobby Brown”, “Cosmik Debris”) oltre ad oscure tracce cariche di chitarra i cui titoli precisi probabilmente restano dubbi anche a Zappa. Frank ha registrato le canzoni direttamente da vinili bootleg e le ha ‘rielaborate in fabbrica’: la qualità non è il massimo ma decisamente ascoltabile. È per i collezionisti di Zappa, che amano possedere ampi cataloghi.
    (Music Express, gennaio 1992)

    Il cofanetto Beat the Boots contiene:
    1) As An Am (1991)
    2) The Ark (Boston,8 luglio 1969)
    3) Freaks & Mother*#@%! (Fillmore East di New York, 13 novembre 1970)
    4) Unmitigated Audacity (University of Notre Dame, Indiana, 12 maggio 1974)
    5) Anyway the Wind Blows (Nouvel Hippodrome di Parigi, 24 febbraio 1979)
    6) Tis the Season to Be Jelly (Konserthuset di Stoccolma, 30 settembre 1967)
    7) Saarbrücken 1978 (Ludwigsparlstadion di Saarbrucken, 13 settembre 1978)
    8) Piquantique (Skansen di Stoccolma, 21 agosto 1973)

    “Il mercato dei miei vecchi dischi è immenso, tanto che a Milano c’è un tizio – probabilmente collegato alla mafia – che ha preso copie dei primi album, fotografato di nuovo le copertine piratando completamente i dischi, per poi venderli dal retro di un’auto o nei negozi. Mi sono procurato alcuni di questi bootleg. C’è un mercato per queste cose ed un collezionismo per le copie originali di quei dischi: Freak Out veniva venduto a 75 dollari. Quindi, ho deciso che avrei riconfezionato gli album facendoli suonare al meglio, visto che le persone vogliono comprarli”. (Frank Zappa, Musician, ottobre 1986)

    “C’è un bootleg di 200 Motels ma non è l’album della colonna sonora del film, è un’esibizione che abbiamo fatto dal vivo con la Los Angeles Philharmonic. Abbiamo fatto alcuni tentativi per fermarlo, ma è molto difficile a causa del modo in cui la legge è strutturata negli Stati Uniti. L’album è stato pubblicizzato su Los Angeles Free Press tramite un numero di box. Abbiamo assunto un detective per andare a vedere cosa si potesse trovare sul box e per cercare di accertare chi avesse effettivamente prodotto il disco. Abbiamo alcune informazioni ma cosa puoi fare? Le leggi negli Stati Uniti non fanno molto per proteggere l’artista sotto ogni aspetto”.
    (Frank Zappa, Cream, gennaio 1972)

    “Nessun artista ha fatto quello che ho fatto io. Nessuno ha preso per la gola i contrabbandieri. Nessuno ha usato la registrazione contrabbandata, con la custodia del contrabbandiere e con il prezzo più basso. È solo un altro disco ufficiale fatto da opportunisti”.
    (“Talking with Frank” by Fabio Massari, Los Angeles/Sao Paulo, 1991)

  • Frank ‘Zappa in New York’: review

    Frank ‘Zappa in New York’: review

    Immagine di copertina di Salvador Luna (Lunatico e Unico)

    “Zappa in New York” è un doppio album dal vivo: fu pubblicato con l’etichetta DiscReet Records nel marzo 1978. In realtà, l’album vide un’uscita limitata nel Regno Unito all’inizio del 1977, ma fu presto ritirato dai negozi di dischi. La Warner Bros. Records, con cui Frank Zappa aveva firmato un accordo di distribuzione, insistette per rimuovere e censurare il brano “Punky’s Whips”: rimosse anche i riferimenti fatti a “Punky’s Whips” nel brano “Titties & Beer”. Scoppiò una piccola guerra tra la Warner Bros. Records e Zappa, che nel contratto con la casa di distribuzione si era assicurato di avere completa libertà artistica. La versione censurata di “Zappa in New York” (marzo 1978) fu pubblicata dalla Warner Bros. Records senza il consenso di Zappa. La versione completa non censurata dell’album è stata ripubblicata nel 1991 da Zappa.
    Inizialmente, Frank Zappa voleva includere alcune registrazioni dal vivo nel suo cofanetto di 4 dischi “Lather” pubblicato alla fine del 1977, che doveva rappresentare il suo lavoro in studio, sul palco e nell’orchestrazione, ma l’uscita del cofanetto fu accantonata a seguito della causa con la Warner Bros. Records. I contenuti di questo disco “perduto” (fino al 1996, anno in cui la sua famiglia l’ha immesso sul mercato in forma di cofanetto CD a 3 anni dalla sua morte) sono stati inclusi in 4 diversi album: Zappa in New York, Studio Tan, Sleep Dirt e Orchestral Favorites.
    Il materiale contenuto in “Zappa in New York” fu registrato durante una serie di live (quattro concerti tenuti al Palladium di New York tra il 26 e il 29 dicembre 1976).
    Le registrazioni presentano parecchi musicisti oltre a Zappa, Terry Bozzio, Ray White, Eddie Jobson, Patrick O’Hearn, Bianca Thornton, Ed Mann. Tra i musicisti impegnati nelle registrazioni di questo album figurano i fratelli jazzisti Randy e Mike Brecker, Tom Malone e Lou Marini (destinati a diventare membri dei Blues Brothers), Ruth Underwood. Degna di nota anche la partecipazione di Don Pardo (celebre speaker radiotelevisivo statunitense) nelle vesti di narratore.
    Gran parte della tracklist è composta da brani che non hanno mai visto una registrazione in studio e sotto questo aspetto “Zappa in New York” è una pubblicazione dal vivo più interessante di molte altre. In particolare, Punky’s Whips, con un Terry Bozzio attratto da Punky Meadows degli Angel, si è rivelato un po’ eccessivo per i censori della Warner Bros. Records. “Titties & Beer” è un ottimo esempio di quanto fossero bravi Zappa e la sua band a improvvisare.
    Zappa ha eseguito The Black Page per la prima volta il 28 dicembre 1976 a New York City e questa versione è presente nell’album Zappa in New York. In questo album, Zappa discute di “statistical density” (densità statistica) del brano. Con il suo linguaggio originale Zappa intendeva descrivere la complessità ritmica del brano, con uso estensivo di gruppi irregolari molto elaborati, il tutto però incluso in una cornice “regolare” di un metro in 4/4.
    La produzione del suono è cruda, organica e, cosa forse più importante, sembra una “vera” registrazione dal vivo, anche se Zappa ha fatto molte sovraincisioni sulle registrazioni all’inizio del 1977. Il materiale è stato registrato in diversi spettacoli ma nel complesso “Zappa in New York” è una versione live di buona qualità.

    Tracklist (edizione CD)

    Disco 1
    Titties & Beer
    Cruisin’ for Burgers
    I Promise Not to Come in Your Mouth
    Punky’s Whips
    Honey, Don’t You Want a Man Like Me?
    The Illinois Enema Bandit

    Disco 2
    I’m the slime
    Pound for a brown
    Manx Need Women
    The Black Page Drum Solo/Black page#1
    Big Leg Emma
    Sofa
    Black page#2
    The Torture Never Stops
    The Purple Lagoon/Approximate

    Frank Zappa Guitar Solos In New York (40th Anniversary)

    https://www.youtube.com/watch?v=foxHz_4GO6E&t=616s

  • Frank Zappa, Apocrypha (4 songs): review

    Frank Zappa, Apocrypha (4 songs): review

    In Memorium, Hieronymus Bosch (1967)
    The Squirm (1977)
    Whiskey Gone Behind At The Broadside (Pomona, 1964)
    The Story of Electricity (1963, Cucamonga)

    La veste iconografica di Apocrypha riesce a catturare anche chi non è zappiano e, forse, a convincerlo ad acquistare 4 cd di materiale prezioso e non.
    Zappa il saggio, il trasgressore, l’iconoclasta, il perfezionista. Per lui sono stati coniati e usati svariati appellativi, ma tutto è spiegabile in un solo concetto: musica intelligente e difficile che aumenta la sua fruibilità grazie alle caratteristiche del personaggio, dei suoi gesti e dei suoi atteggiamenti che si prestano a mille commenti. Frank era serissimo, ma riusciva a dire cose che non lo facevano sembrare tale: usava un modo di comunicare che attirava l’attenzione. Se così non fosse stato, gli adepti al culto zappiano sarebbero stati molti di meno.
    Il libretto contiene una bella intervista inedita di qualche anno fa e anche lì si incontrano difficoltà nel cercare di stabilire chi o cosa sia stato effettivamente Frank Vincent Zappa.
    Il booklet è straordinario anche per altri versi; presenta una realizzazione grafica ineccepibile, moltissime foto, schede informative sulle band che lo hanno assistito nel corso degli anni e su tutte le esecuzioni inserite nel box. Nel campo del rock è stato l’unico musicista dotto che sia riuscito a mantenere alto lo standard della sua produzione nel corso degli anni e la sua particolarità sta proprio in questo. Rivoluzionari non sono stati solo alcuni album ma tutta la sua opera.
    Zappa è un oggetto di culto che può affascinare, ipnotizzare con il suo andamento logorroico o tediare in attesa dello spunto geniale.
    Apocrypha contiene 61 tracce che coprono un lasso di tempo che va dal 1958 al 1985.
    In Lost In A Whirlpool, che risale al ’58 aprendo la lunga lista, Zappa si presenta dicendo di essere un musicista rock’n’roll, compositore e autore di film. Ascoltando il resto bisogna tenere sempre a mente questa affermazione perché il box è una specie di Helzapoppin. Ci sono brani di lunghezza diversa, sequenze improvvise, assoli, interventi parlati, brevi introduzioni, scherzi e prove.
    Il materiale proviene da session in studio e dal vivo; può rappresentare l’ideale colonna sonora di una giornata intera. Ascoltando a cascata le sue composizioni provenienti da diversi periodi, si arriva a comprendere come intuizioni e idee appena abbozzate negli anni ’60 siano, poi, state incastonate successivamente in alcune appassionanti tracce dei decenni successivi.
    (Il Mucchio Selvaggio, settembre 1994)

    Il cofanetto di Apocrypha, contenente 4 CD bootleg per un totale di 61 tracce, è stato pubblicato in Italia a maggio del 1994 (Great Dane Records). E’ corredato da un booklet a colori di 40 pagine in inglese che include l’intervista di Bob Marshall del 22 ottobre 1988 (conversazione inedita, trascritta come esclusiva per Apocrypha).
    Le note di copertina appaiono all’estrema destra su ogni pagina di destra, nello stile della serie YCDTOSA. I dettagli della band sono imprecisi e incompleti (ad esempio, si afferma falsamente che il Bob Harris del 1971 sia lo stesso Bob Harris del 1980).
    Il cofanetto che racchiude 30 anni di musica targata Zappa è raro, di non facile reperibilità, considerando che è stato pubblicato in edizione limitata.

    Track listing

    Disc 1

    1 Lost in a Whirlpool
    2 Do It in C
    3 Anyway the Wind Blows
    4 Fountain of Love
    5 Deseri
    6 The Story of Electricity
    7 Metal Man Has Hornet Wings
    8 I Was a Teenage Maltshop
    9 Whiskey Gone Behind
    10 Mondo Hollywood
    11 Sandwich Song
    12 How Could I Be Such a Fool?
    13 Agency Man
    14 Randomonium
    15 Lumpy Gravy (Dialogue Outt.)
    16 In Memoriam, Hyeronymus Bosch
    17 In the Sky
    18 Remington Electric Razor
    19 Directly From My Heart to You
    20Twinkle Tits

    Disc 2

    1 Magic Fingers
    2 Studebaker Hoch
    3 Interview
    4 RDNZL
    5 Inca Roads
    6 T’Mershi Duween
    7 Stink Foot
    8 Duck Duck Goose
    9 The Purple Lagoon
    10 Son of St. Alfonzo
    11 Black Napkins
    12 Heidelberg
    13 The Squirm
    14 Doing Work for Yuda
    15 Moe’s Vacation / Black Page

    Disc 3

    1 Suicide Chump
    2 Nite Owl
    3 Heavy Duty Judy
    4 Pick Me, I’m Clean
    5 Teenage Wind
    6 Harder Than Your Husband
    7 Bamboozled By Love
    8 Falling in Love Is a Stupid Habit
    9 This Is My Story
    10 Whipping Post
    11 Clownz on Velvet
    12 Frogs With Dirty Little Lips
    13 In France
    14 Broken Hearts Are for Assholes
    15 Texas Medley
    – Norwegian Jim
    – Louisiana Hooker With Herpes
    – Texas Motel
    16 I Am the Walrus
    17 America the Beautiful

    Disc 4

    1 The World Greatest Sinner
    2 Gypsy Air
    3 Some Ballet Music
    4 The Jelly
    5 The Revenge of the Knick Knack People
    6 Spontaneous Minimalist Composition
    7 Sinister Footwear
    8 The Black Page
    9 While You Were Art No. 1

  • Frank Zappa, Shut Up ‘N Play Yer Guitar (part 3) Return of the son: interviews, review

    Frank Zappa, Shut Up ‘N Play Yer Guitar (part 3) Return of the son: interviews, review

    Return Of The Son Of Shut Up ‘N Play Yer Guitar (1981)
    Return Of The Son Of Shut Up ‘n Play Yer Guitar (Live Hammersmith Odeon 1979)

    “La mia idea di divertimento consiste in una canzone molto semplice seguita da qualcosa che va oltre per poi tornare alla semplicità e di nuovo ‘fuori’. Un modo non del tutto complesso e non completamente semplice, ma una combinazione di entrambi. Mi piace anche avere una traccia bonk, bonk, bonk con cose complicate e viceversa: una traccia complicata con melodie molto semplici e dai toni lunghi. La varietà mantiene vivo l’interesse. Devi avere un indizio da cui partire per il pubblico, prima che possa capire quanto siano fantastiche le altre cose. Se non c’è un tempo di base, se non c’è un impulso di base non penso che il pezzo possa funzionare bene”.
    (Guitar Player, maggio 1983)

    Shut Up ‘n Play Yer Guitar è un album live di Frank Zappa pubblicato originariamente in triplo vinile nel 1981 e ripubblicato su CD nel 1986 e 1995. Contiene materiale registrato dal vivo tra febbraio 1976 e dicembre 1980, tranne l’ultima traccia – Canard du Jour – un duetto tra Frank Zappa al bouzouki e Jean-Luc Ponty al violino baritono, registrata nel 1973.

    Fin dal suo ingresso onorario nella Rock & Roll Hall of Fame con il suo album di debutto del 1967, Freak Out, il nome Frank Zappa è stato associato all’irriverenza. La sua discografia fino ad oggi può benissimo essere collocata accanto alle opere raccolte di famosi cinici e commentatori sociali come Mark Twain, George Bernard Shaw e HL Mencken.
    Zappa sembra orgoglioso della sua vena cinica. Sebbene preferisca pensare al suo atteggiamento come realismo del buon senso, ammette: “Non penso che essere cinico sia necessariamente una cosa negativa. Devi sederti e valutare ciò che le persone ti dicono. Devi leggere tra le righe e ci sono molte righe tra cui leggere”.
    Negli ultimi 15 anni, ha fatto proprio questo ma la sua schiettezza ha bollato Zappa come indesiderabile in certi ambienti, è finito nella lista nera.
    “Non vorrei dirlo senza mezzi termini ma ci sono emittenti che non sopportano l’idea di mandare in onda i miei brani” confida Zappa.
    Viene espulso. Il suo materiale è ritenuto troppo controverso o troppo cerebrale o in qualche modo troppo pericoloso per l’esposizione radiofonica; una triste realtà che si riflette nell’amarezza della sua voce mentre spiega le macchinazioni politiche che lavorano per annullarlo.
    “Oggi la radio non è più come una volta. La maggior parte delle stazioni che contano sono programmate da cinque persone che non si trovano nemmeno nella stessa città da cui trasmettono le stazioni radio. Alcune emittenti mi hanno chiesto di fare il DJ per annunciare dischi diversi dai miei. Non lo farei mai”.
    Non c’è spazio per Frank Zappa nelle trasmissioni radiofoniche al di fuori di New York, Long Island e Connecticut. “Secondo la ‘saggezza’ di chi programma le stazioni radiofoniche, un brano che va oltre l’idea di droghe, sesso, rock ‘n roll o rapporto tra ragazzo e ragazza non va in onda”.
    Così, Zappa è entrato in azione. Ha creato la sua etichetta, la Barking Pumpkin Records, escogitando un nuovo schema di marketing per evitare qualsiasi dipendenza dalle trasmissioni radiofoniche.
    Ha inserito una pubblicità sulla copertina interna dell’album You Are What You Is facendo sapere a chi ha già acquistato i suoi precedenti lavori che erano disponibili solo su ordine postale tre album speciali contenenti esclusivamente assoli di Zappa. Nessun testo che possa disturbare qualcuno, solo musica strumentale inedita per chitarristi o fanatici della chitarra, album da collezione.
    La campagna di Zappa solo per posta è un modo astuto per evitare i fastidi della burocrazia delle case discografiche e della politica radiofonica.
    La risposta dei fans è stata ottima: in due settimane dall’arrivo dei primi ordini, l’album You Are What You Is si è ripagato da solo. I tre LP strumentali sono Shut Up ‘n Play Yer Guitar, Shut Up ‘n Play Yer Guitar Some More e Return of The Son of Shut Up ‘n Play Yer Guitar.
    “In Europa apprezzano la musica strumentale e il fatto che non ci siano testi è un vantaggio perché non ci sono problemi di lingua”.
    “Non voglio chinarmi. Non ho mai voluto chinarmi. Non ho alcun desiderio di chinarmi. Non piegarti!!”.
    (Good Times, 1-14 dicembre 1981)

  • Frank Zappa, Shut Up ‘N Play Yer Guitar (part 2) Some More: interviews, review

    Frank Zappa, Shut Up ‘N Play Yer Guitar (part 2) Some More: interviews, review

    Shut Up ‘N Play Yer Guitar Some More (1981)

    Il triplo album Shut Up And Play Yer Guitar è uscito l’11 maggio 1981: contiene materiale live registrato tra il 1976 e il 1980. E’ stato pensato e realizzato in risposta al commento di un giornalista il quale credeva che Frank fosse un cattivo chitarrista.

    I tuoi assoli sono basati su progressioni lineari o schemi squadrati?
    “Devi capire che non mi alleno, non sono preciso e suono solo quello che immagino nel momento in cui sto facendo l’assolo. Voglio dire, ora ascolto “Shut Up ‘N Play Yer Guitar” e posso sentire dove ho perso alcune delle note che crescono, ma hai un’idea musicale di come dovrebbe essere. Ti mostra un tipo di architettura musicale, sta disegnando un’immagine. Sale e un’altra parte di essa che scende. Ti sta disegnando l’immagine di qualcosa”.

    Ti dà fastidio se perdi una nota?
    “Beh, non ho intenzione di suicidarmi per questo. Sono sicuro che da qualche parte ci sono chitarristi perfetti, ma ti garantisco che non suoneranno così. Uscirò con un arto musicale; esco e provo. Perché no? Cosa ho da perdere? Non sono famoso, sono un chitarrista sconosciuto. Posso rischiare. Gli altri ragazzi che hanno una grande reputazione devono sempre suonare esattamente nel loro stile e farlo bene, assicurarsi che sia perfetto! Quello che faccio suona come il disco ma, di solito, ciò che ottieni in altre esibizioni di materiale per chitarra su dischi è qualcosa che manca. Si rischia e si provano cose che la società educata probabilmente preferirebbe ignorare”.

    Qual era la base per l’assolo in “Hog Heaven” (Shut Up ‘N Play Yer Guitar , Barking Pumpkin, BPR 1111)?
    “È soltanto un’improvvisazione. È la comunicazione tra me, il batterista e il bassista. È in modalità E lydian”.

    In genere, pensi in termini di modalità?
    “No. E’ semplicemente successo in una modalità. La tonalità è E lydian, anche se ci sono alcune deviazioni”.

    Che tipo di modalità hai usato in “Shut Up ‘N Play Yer Guitar”?
    “Fondamentalmente, è C lydian. Stavo interpretando ciò che era nella mia immaginazione nel momento in cui accadeva. Non avevo affatto elaborato una parte rigorosa. Non pratico assoli o cose del genere. Li suono e basta”.

    I tuoi assoli sono spesso costruiti su vamps (figure musicali ripetute o accompagnamenti).
    “Giusto. Non mi piacciono i cambi di accordi. Mi piace avere un centro tonale che rimane lì o, possibilmente, con un secondo accordo che varia dal centro tonale principale. E poi ci gioco intorno. Non so se ascolti mai musica indiana – non ci sono cambi di accordi in essa, ma puoi sentire le implicazioni di tutti i tipi di altri cambi di accordi e linee che vengono suonate l’una contro l’altra. Questo è il modo in cui mi piace lavorare. C’è un piccolo vamp di quattro note in “Treacherous Cretins” (Shut Up `N Play Yer Guitar) che implica accordi di RE e LA. Crea un clima armonico. Non li considero un cambio di accordi. Guardo invece il tutto come un clima armonico o un atteggiamento armonico che crea uno stato d’animo – la combinazione dell’alternanza di questi due accordi. Quindi, gioco all’interno di quell’atteggiamento”.

    Pensi ai due accordi come entità separate o come un accordo massiccio che contiene tutte le note dei due accordi?
    “Entrambi i modi. Puoi suonare contro di essi in entrambi i modi perché si alternano: non accadono mai nello stesso momento. Ma puoi suonare linee che includono le note di entrambi gli accordi. Puoi suonare do diesis e do naturali in quel modo.
    (Guitar Player, dicembre 1982)

    La modalità Lydian è un suono arioso, edificante, ben utilizzato nei temi delle colonne sonore dei film e dei musical, tra cui Westside Story (Maria) e Star Wars: The Phantom Menace (Anakin’s Theme). La modalità Lydian è anche un suono comunemente sentito nella musica del leggendario compositore e influente icona della chitarra Frank Zappa. Ascoltate la title track tratta da Shut Up ‘N’ Play Yer Guitar (1981) per l’uso caratteristico di Frank della modalità Lydian durante l’improvvisazione.
    (Guitar Techniques, maggio 2018)

    “Abbiamo un sacco di emiole in quei tre album (Shut Up ‘N Play Yer Guitar, Shut Up ‘N Play Yer Guitar Some More e Return Of The Son Of Shut Up ‘N Play Yer Guitar). Ma un’altra cosa che devi capire è che lo stile che ho suonato in quegli album è stato fortemente influenzato dal fatto che Vinnie Colaiuta è il batterista di quei nastri. Può fare tutte quelle cose e puoi fare affidamento su di lui e sapere che sa dove si trova e sa dove sta andando, sai che tornerà. Non sta semplicemente suonando. Non otterrai lo stesso effetto con un batterista che non capisce quel tipo di ritmo e non sa allungarlo al massimo. Non si tratta solo di ignorare il downbeat; sta andando intenzionalmente e consapevolmente verso cose diverse. Sto suonando in un modo completamente diverso ora che ho un altro batterista nella band”.
    (Guitar Player, gennaio 1983)

    continua nella terza parte

    https://www.youtube.com/watch?v=JFPjjthW59A

  • Frank Zappa, Shut Up ‘N Play Yer Guitar (part 1): interview 1982

    Frank Zappa, Shut Up ‘N Play Yer Guitar (part 1): interview 1982

    Shut Up ‘N Play Yer Guitar (1981)

    Seppure tutti gli album di Frank Zappa contengano una notevole quantità di lavoro per chitarra, il triplo LP del 1981 Shut Up ‘N Play Yer Guitar, Shut Up ‘N Play Yer Guitar Some More e Return Of The Son Of Shut Up ‘N Play Yer Guitar contiene assoli, brani specificamente orientati alla chitarra.
    Come ha realizzato questa serie e con quali tecniche soliste? Le trascrizioni dei brani di Zappa sono fornite da Steve Vai.

    Perché hai deciso di fare la serie Shut Up ‘N Play Yer Guitar?
    “Abbiamo ricevuto molte richieste da un certo gruppo di fan per un album contenente esclusivamente assoli di chitarra. Anche se suono da cinque a otto assoli estesi durante un concerto, lo stile di base dello spettacolo che portiamo in viaggio non è orientato esclusivamente verso la chitarra. Ad alcune persone piace davvero quella roba. Quindi per accontentarli, ho pensato ad una raccolta”.

    Perché hai scelto materiale registrato in un periodo di quattro anni, piuttosto che registrare nuove canzoni appositamente per questo progetto?
    “Per una buona ragione. Prima di tutto, trovo molto difficile suonare in studio: non credo di aver mai suonato un buon assolo di qualsiasi tipo in studio di registrazione. Non è come ‘sentirlo’ sul palco. Finché non ho avuto il mio studio, ho lavorato in quelli commerciali dove devi pagare da cento a duecento dollari l’ora. Lì non puoi permetterti il lusso di sederti e perfezionare ciò che suonerai, mentre se hai una collezione di nastri realizzati nell’arco di pochi anni – cosa che faccio io – puoi passare attraverso quella roba e trovare esempi musicali che raggiungano l’obiettivo estetico prefissato. Quindi, li raccogli e ne trai le migliori performance possibili”.

    Come hai scelto i brani? C’è uno schema?
    “Ho selezionato esempi di diversi tipi di cose che suono, pur avendo uno stile di base. Gran parte delle selezioni sono state fatte sulla mia reazione istintiva all’ascolto dei nastri, scegliendo l’assolo che mi piaceva, scartando altro, cercando di trovare cose che si adattassero tra loro”.

    La tua musica presenta in primo piano ritmi e sincopi insoliti. Un buon esempio è “Five Five Five” (Shut Up ‘N Play Yer Guitar). Che tipo di schema metrico è stato utilizzato?
    “È in 5/8, 5/8, 5/4. Lo conti così: uno due uno due tre, uno due uno due tre, uno e due e tre e quattro e cinque”.

    In un pezzo come “Five Five Five”, in cui ti trovi in un metro che sarebbe generalmente considerato strano per il rock o il jazz mainstream, come potrebbe qualcuno avvicinarsi a questo senza sentirsi come se avesse due piedi sinistri?
    “È un pezzo molto orientato alla chitarra per il modo in cui usa la corda aperta. Quindi è una cosa abbastanza facile da imparare con la chitarra, nonostante il ritmo strano. Non lasciarti spaventare dai numeri. Non preoccuparti dei numeri, devi solo preoccuparti delle sensazioni che trasmettono. Quando ho scritto quella particolare canzone, non mi sono mai nemmeno fermato a capire quale fosse il tempo in chiave. Non me ne preoccupo se lo suono con la chitarra. Se lo scrivo per un’orchestra, allora lo faccio. Ma non calcolo come appariranno sulla carta le cose che invento sulla chitarra o come saranno alla fine. Suono e poi scopro cos’è, ma solo più tardi, dopo averlo registrato.
    In altre parole, la mia teoria è che la musica scritta non assicura in alcun modo il pedigree della qualità musicale di ciò che viene suonato. Solo perché è sulla carta non lo rende migliore o peggiore di qualsiasi altro tipo di musica. La musica su carta è solo un modo conveniente per mostrare idee musicali da una persona all’altra senza doverlo canticchiare. Quando ottieni cose complicate, canticchiarle richiede molto tempo”.

    Sulla copertina interna dei tuoi album Shut Up c’è la musica di “The Black Page”. Ci sono figure come una terzina con raggruppamenti di tre, cinque e sette contenuti all’interno. Come fai a contare una parte così intricata?
    “Beh, a meno che tu non sia veramente abile nella lettura a prima vista di quel tipo di materiale, devi iniziare leggendolo lentamente. Quindi penso che tu ti riferisca alla battuta 15 di “The Black Page”. E’ una barra difficile da suonare ma può essere suonata ed è stata suonata più e più volte da molti musicisti diversi dentro e fuori la band. E’ un buon punto di partenza se vuoi entrare in un confronto diretto”.
    (Guitar Player, novembre 1982)

    continua nella seconda parte
    https://www.youtube.com/watch?v=rbz3_Lutd78

  • Frank Zappa – Cucamonga Era: Cucamonga (full album) + Cucamonga (Bongo Fury) + Grunion Run

    Frank Zappa – Cucamonga Era: Cucamonga (full album) + Cucamonga (Bongo Fury) + Grunion Run

    Tracklist
    “Cucamonga” (full album pubblicato postumo nel 1998)
    – Everytime I See You
    – Letter From Jeepers
    – `Til September
    – Cathy My Angel
    – Jessie Lee
    – Mr Clean
    – The Cruncher
    – World`s Greatest Sinner
    Cucamonga, Bongo Fury (1975) with Captain Beefheart
    Grunion Run (album Cucamonga Years. The Early Works of Frank Zappa, 1962-1964)

    Nel 1960, Zappa si trasferì a Cucamonga. Iniziò a fare musica al Pal Recorders dell’amico Paul Buff, uno studio di registrazione a 8040 Archibald Ave.
    Zappa non è mai stato ufficialmente riconosciuto in questa località, neanche con una targa in sua memoria.

    Cucamonga consisteva in un garage, un magazzino, un negozio di liquori, una banca, un caffè, una scuola, una chiesa, un negozio di malto e lo studio di registrazione di Paul Buff all’8040 di Archibald Avenue. Paul si era costruito una consolle a cinque tracce, all’epoca rivoluzionaria, poi era rimasto senza un centesimo. Frank Zappa, che aveva appena ricevuto 1.500 dollari per aver scritto musica per un film, comprò lo studio.
    Frank aveva anche acquistato alcune telecamere da FK Rockette Studios su Sunset Boulevard, che era fallito: 5.000 dollari di attrezzatura per 50. Le telecamere erano alte più di tre metri ed erano così grandi che nessuno immaginava potessero essere spostate. Frank le ha trascinate a Cucamonga, i Motorhead le hanno smontate, riparate e rimontate in studio.
    “Per le persone che vivevano lì, deve essere stato più o meno come l’arrivo di un marziano – racconta Frank con una risatina sardonica – Abbiamo iniziato a lavorare sull’unico film che poteva logicamente essere girato con queste folli telecamere: “Captain Beefheart contro i Grunt People”.
    Aveva un sacco di tempo per registrare, grazie al suo studio, ma non un centesimo. Per nove mesi ha mangiato burro di arachidi, purè di patate, caffè e miele. Era in uno stato chimico totalmente alterato. Patate e caffè sono stati rubati da un camion della banca del sangue di passaggio. Con Don van Vliet, non ancora battezzato Captain Beefheart, Frank ha fatto alcuni flop per una band fasulla che ha chiamato “The Soots” usando la sua macchina a cinque tracce al massimo per ri-registrazioni e colonne sonore. Ha portato il flop a un direttore artistico della Dot Records a Los Angeles, che gli ha detto: “Nessuno ascolterà mai la distorsione”.
    (Rock & Folk, dicembre 1970)

    Pal è stato il campo di allenamento per il giovane Frank Zappa che ha lavorato in studio a partire dal 1961. Zappa ha imparato le tecniche di registrazione di base a Pal. Ha registrato il suo primo disco rock n’ roll, “Breaktime”, dei Masters, gruppo composto da Frank Zappa, Paul Buff e Ronnie Williams. Nel 1964 Zappa acquistò lo studio e lo ribattezzò Studio Z. Visse nell’edificio dello studio per alcuni mesi prima che venisse chiuso nel 1965. L’edificio dovette essere demolito per ampliare North Archibald Avenue.

    “Avevo i capelli corti, ma la gente del posto mi guardava come se li avessi lunghi. Il codice di abbigliamento non dichiarato per tutti i maschi adulti di Cucamonga era quello di indossare una camicia bianca a maniche corte e un papillon in tutte le occasioni. Indossare una maglietta era considerato all’avanguardia. La buoncostume aveva fatto un buco nel muro dello studio e mi spiava da diverse settimane”. (Frank Zappa, L’autobiografia)

    Estremo difensore della libertà di parola, Zappa rifiutava di chiamare ‘oscena’ qualsiasi cosa, con un‘eccezione: i poliziotti.
    A parte la sua scarsa simpatia per l’autorità, detestava assolutamente i poliziotti da quando fu arrestato nel 1965: è stata la peggiore esperienza della sua vita.
    Dopo il divorzio con la prima moglie, si era trasferito in uno studio di registrazione a Cucamonga, in California. Un quotidiano locale segnalò alle autorità che all’interno dello studio si giravano film porno.
    Un poliziotto si presentò allo studio chiedendo a Frank se gli interessava girare film omosessuali a San Bernardino dietro compenso. Frank acconsentì per dimostrare che gay e travestiti andavano trattati con rispetto. Aveva appena compromesso la sua fedina penale. Fu arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla produzione di materiale pornografico: in seguito, fu scagionato.
    Zappa dovette scontare 10 giorni di galera a San Bernardino.
    Su questa vicenda Michael Gray commentò: “Moltissime rockstar riescono a farsi arrestare con accuse infamanti e più sono famose, più l’avvenimento suscita scalpore. Frank Zappa riuscì a farsi arrestare, in modo tale da suscitare scalpore, molto prima di diventare qualcuno”.