“La prima chitarra che ho posseduto è stata una ES5 Switchmaster, una grossa chitarra jazz che ho ravvivato. Ha una Barcus Berry sul ponte e uno di quei sensori sismici sull’asta, tre pickup e un’uscita quadrupla. Ha il proprio alimentatore per far funzionare tutto: è meglio che cambiare le batterie.”
Frank Zappa ha risposto personalmente ad un lettore che ha posto alcune domande sulle lampade dell’amplificatore di FZ, sulle sue corde e sulla sua attrezzatura per gli effetti.
La lettera ha ricevuto risposta tramite Colin Richardson, l’allora nuovo uomo di FACHBLATT a Londra. Conosceva Frank e il suo manager personale, quindi la risposta è stata data direttamente da Frank.
Domanda
Perché e in che modo FZ scorda la sua chitarra quando suona dal vivo (ha qualcosa a che fare con le luci sull’amplificatore)? Sai quali corde usa e quali effetti (ho visto solo un Big Box)? Te ne sarei dannatamente grato. KH Zöller, 6630 Remscheid
Risposta
Potresti essere un po’ sorpreso dal fatto che io stesso possa rispondere alla tua domanda. Colin Richardson, il nuovo uomo FACHBLATT a Londra, conosce me e il mio manager personale da così tanto tempo che sono felice di dargli le informazioni che desideri.
E‘ assolutamente corretto che io scordi le mie chitarre sul palco e anche in studio, di tanto in tanto. Lo faccio semplicemente ed esclusivamente perché posso usare una chitarra solo per determinati effetti con un’accordatura particolarmente differenziata.
Da un punto di vista tecnico, non è un problema, io uso un accordatore Stroh dell’azienda americana Conn, che ha chiamato il piccolo dispositivo “Pitch Whell”, forse puoi comprarlo da qualche parte in Germania. Non ha nulla a che fare con le “luci” del mio amplificatore, però.
Per quanto riguarda le corde, attualmente uso le Ernie Ball e sono estremamente soddisfatto di queste corde. Sono corde Maxima rivestite in teflon. Penso che queste corde siano eccellenti e probabilmente continuerò a usarle in futuro.
Riguardo ai miei effetti, i miei due tecnici hanno una scheda propria su cui ho costruito un totale di 24 diversi effetti a pedale autocostruiti e acquistati. Presto, probabilmente, ce ne saranno altri. Con due interruttori di volume posso utilizzare gli effetti di cui ho bisogno al momento in pochi secondi. Vorrei spiegare quali sono gli effetti, ma qui non c’è abbastanza spazio.
(Frank Zappa, Fachblatt Music Magazin, maggio 1978)
“La D’Mini Strat che ho è incredibile; non puoi credere ai suoni che escono da quella chitarra. È assurdo. Ne sto facendo fare una speciale con un corpo un po’ più profondo in modo da poterci mettere un vibrato bloccante. La Strat è accordata fino a Fa#. Sulla piccola Strat uso corde Gold Maxima. Ho fatto modifiche alla D’Mini Strate. Il manico e il corpo sono di serie, ha pickup Seymour Duncan e un equalizzatore parametrico incorporato con “Q” [risonanza] variabile; è quello con le manopole concentriche. È stato progettato su misura qui all’Utility Muffin Research Kitchen. C’è un controllo del volume e un tappo argentato che sostituisce un altro parametrico che si è rotto quando ero in tour. Ha un selettore a tre vie e l’interruttore a levetta serviva per passare da un parametro all’altro. Avendo due parametrici, sono stato in grado di preimpostare due diversi tipi di feedback boost. Le schede dei circuiti sono state lavorate da Midget Sloatman ed Eddie Clothier. Anche David Robb, che era il tecnico della chitarra nell’ultimo tour, ci ha lavorato un po’…”.
“Ho tante chitarre davvero belle e posso usarle in studio. Sul palco, l’unica che mi fa sentire a mio agio quando la suono è la vecchia SG. I tasti sono incasinati, il manico è debole, si piega e stona molto ma sono abituato a suonarla. La prendo e suono”.
Visto che usi sia chitarre Fender che Gibson, hai qualche preferenza per l’una rispetto all’altra?
“Le uso in base a ciò che mi serve. La Stratocaster ha un suono più secco, esatto ed acuto, mentre uso la Gibson per un tipo di suono più da ‘sudore’ ”.
Si narra che la Stratocaster bruciata da Jimi Hendrix fu regalata a Frank Zappa da Howard Parker, il roadie di Hendrix, al Miami Pop Festival del 1968. Molti dubitano di questa storia perché risulta che Jimi abbia bruciato nella sua vita soltanto 2 chitarre. Ken Davidoff, che ha fotografato entrambi gli spettacoli al Miami Pop Festival, ha confermato che Jimi non ha bruciato una chitarra quel fatidico giorno. Se fosse stata bruciata sicuramente qualcuno avrebbe scattato delle foto e molti testimoni avrebbero confermato. Il secondo mito è che la Stratocaster in questione fosse la stessa che Jimi bruciò all’Astoria Theatre il 31 marzo 1967. Ci sono buone possibilità che la chitarra data a Zappa sia proprio quella che Jimi bruciò ad Astoria il 31 marzo 1967: lo rivelerebbe il confronto dei graffi sul corpo della Stratocaster di Zappa e quella che Jimi usò allo Star-Club un paio di settimane prima dell’Astoria. Jimi fu fotografato con questa Stratocaster Sunburst.
Il graffio sul retro del corpo della Stratocaster utilizzata allo Star-Club sembra essere esattamente nello stesso punto del graffio sulla Zappa Strat. I graffi combaciano sia sul davanti sia sul retro del corpo. Nonostante la modifica del manico, la chitarra era soggetta ad un eccessivo effetto Larsen (il tipico fischio stridente definito ‘ritorno’) per cui Zappa preferì usarla perlopiù in studio.
La prima chitarra in assoluto usata da Frank Zappa “non aveva una marca. Mio fratello l’ha comprata per 1,50 dollari, aveva le corde a circa mezzo pollice dalla tastiera”. “Mio padre aveva una chitarra che teneva in un armadio ma, inizialmente, non ho pensato di usarla. La chitarra presa all’asta suonava metallica. Era una chitarra acustica ma si avvicinava al tono spigoloso di Johnyy ‘Guitar’ Watson che mi piaceva”. “La chitarra di mio padre senza marca aveva fori tondi: ci ho messo uno di quei pickup soundhole DeArmond magnetici dal suono pessimo che si aggiungono ad una normale chitarra acustica, quindi non era una vera chitarra elettrica. Ho usato una vera chitarra elettrica 4-5 anni dopo. In un negozio non lontano da casa mia, ho noleggiato una Telecaster per 15 dollari al mese ma, alla fine, ho dovuto restituirla perché non potevo più pagare il noleggio”. “Per anni ho ascoltato “Music On The Desert Road [Deben Bhattacharya]”, una raccolta di tutti i tipi di musiche etniche provenienti da vari luoghi del Medio Oriente. Ho ascoltato musica indiana, Ravi Shankar e così via, prima di realizzare l’album “Freak Out!”. L’idea di creare una melodia da zero basata su un singolo accordo che non cambia mi faceva sentire mio agio”. “Se ascolti musica classica indiana, non è solo pentatonica. Alcuni dei raga utilizzati sono molto cromatici, tutti sostenuti su una tonica e una quinta che non cambia: l’uso di queste scale cromatiche possono implicare tutti questi altri tipi di armonie. Gli accordi non cambiano; è solo la percezione di chi ascolta a cambiare in base a come le note della melodia sono guidate contro il basso”. Lo stile di Frank Zappa ha subito un netto cambiamento nel periodo di Over-Nite Sensation. “Ciò era in parte dovuto alla sezione ritmica e in parte all’attrezzatura che stavo usando. Chiunque cambierebbe stile se un giorno il suo tastierista è Don Preston e il giorno dopo, di colpo, si ritrova a suonare con George Duke oppure con batteristi diversi come Jimmy Carl Black e Chester Thompson. Il mio stile è cambiato anche perché ho iniziato a suonare con un SG”. Lo stile è cambiato non solo per l’uso di uno strumento diverso ma anche di un’amplificazione diversa. “Prima suonavo una Gold Top Les Paul o una Gibson ES-5 Switchmaster, una grossa chitarra jazz a tre pickup dal suono incontrollabile. Suonavo con un amplificatore Fender o acustico dal tono abbastanza anonimo. Poi, all’inizio degli anni ’70, ho usato l’SG e sono passato ai Marshall, utilizzando anche un dispositivo che un amico ha costruito per me con compressione, sfasamento ed altre funzioni”.
Cos’è un sintetizzatore Moog? “Un sintetizzatore Moog è uno strumento di musica elettronica, che viene attivato da una tastiera e da una striscia di metallo su cui fai scorrere il dito su e giù… Una di queste due cose (tastiera e striscia di metallo) azionate manualmente metterà in funzione una serie di unità che sono tutte collegate tra loro. Queste unità producono, modificano e arrangiano i suoni. Puoi modificare un suono esistente con questo strumento oppure generarne uno elettronicamente, modellarlo, ripeterlo, mixarlo. Tutto questo è attivato dalla tastiera. Mickey Dolenz ne ha uno”. (FZ)
Zappa è chitarrista e compositore. Il suo occhio vede tutto, il suo orecchio ode tutto; registra tutto ciò nel suo cervello e tira fuori le “Madri dell’Invenzione”. E la chitarra in tutto questo? Figura nella composizione, nell’orchestrazione, come solista, nell’improvvisazione ed è intimamente legata all’insieme, il che non sorprende visto che Zappa scrive tutti gli arrangiamenti. La chitarra, la conosce dall’alto verso il basso e da sinistra a destra, la terza dimensione è l’amplificatore. Possiede anche diversi strumenti, il più utilizzato è un Gibson Stereo 355 TD-SV con un “varitono” non di ottava: è un filtro che agisce sui microfoni dando un suono sempre più secco e tagliente. Suona anche una Gibson standard. Come amplificatore, cabinet Marshall, cabinet Vox e di solito Marshall da 80 W. Come i migliori, Zappa si riconosce al primo ascolto perché il suono non è solo funzione delle regolazioni dell’ampli e dell’attrezzatura ma anche della mano sinistra per il tocco e l’articolazione della diteggiatura e della mano destra per l’attacco. La sua tecnica chitarristica? Abbastanza completa per suonare la sua musica. Il suo approccio armonioso? Non è quello standard ma è tutto: canzone, opera, blues, jazz, musica libera, pop. È così nel tempo e nella società americana che sembra fuori dal tempo. È così quando sei troppo lucido. (Jazz Hot, maggio 1972)