Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Categoria: FZ Live

  • Frank Zappa – Palermo 1982 cronaca, RDNZL

    RDNZL nel live di Palermo del 14 luglio 1982 allo Stadio “La Favorita”, oggi noto come Renzo Barbera (Palermo).

    Cosa è successo in quell’episodio a Palermo immortalato nel terzo volume della serie live You Can’t Do That …?

    “Ancora oggi non so bene cosa sia successo lì. Stavamo suonando nello stadio di calcio locale, che appartiene alla mafia. Anche la maggior parte degli uomini della sicurezza apparteneva alla mafia, solo che c’erano anche poliziotti e militari. Non c’è bisogno di aggiungere che tra loro non c’è un grande amore. Per un attimo, ho visto un soldato inginocchiato davanti al palco che sparava lacrimogeni al pubblico. Poi, è scoppiato il caos. Ognuno sparava addosso all’altro, erano tutti ben armati. Nessuno capiva l’altro e non potevamo smettere di suonare, altrimenti la cosa sarebbe potuta peggiorare. Siamo stati chiusi nello stadio per ore. Lo striscione di A Man from Utopia con la scritta “Fuck Off” è un omaggio a questo tour, che, come se non bastasse, ha coinciso con la vittoria del calcio italiano ai Mondiali…”.

    (“Talking with Frank” by Fabio Massari, Los Angeles/Sao Paulo, 1991)

    “Stavamo lavorando in uno stadio di calcio, era l’ultimo concerto del tour e non vedevo l’ora di suonare in Sicilia perché mio padre è nato lì. Quel pomeriggio ero andato in macchina nella sua città natale a visitare questo paesino chiamato Partinico. Sono voluto entrare nell’atmosfera siciliana. Ero di buon umore dopo aver esplorato questi vecchi luoghi. Ho fatto un ottimo sound check, quel pomeriggio avevo scritto una canzone e l’avevo insegnata ai ragazzi della band… sembrava che tutto sarebbe andato liscio. Dopo 10 minuti dall’inizio dello spettacolo, è successo qualcosa di strano, ma non si poteva vedere il pubblico. Era completamente buio in mezzo a questo campo da calcio. Sento dei disturbi. Improvvisamente, hanno fatto intervenire l’esercito e il dipartimento di Polizia: tutti armati fino ai denti. Lanciano gas lacrimogeni, i ragazzi si inginocchiano con i fucili come mortai sparando questi lacrimogeni sugli spalti. I mattoni iniziano a volare, è il caos. Abbiamo continuato a suonare ma, ad un certo punto, abbiamo dovuto passare stracci bagnati sul viso per proteggere gli occhi dai gas lacrimogeni. Abbiamo continuato a suonare all’infinito.

    Finalmente, si accendono le luci e vediamo che il locale si sta svuotando. Sparano gas lacrimogeni dappertutto per allontanare le persone dallo stadio. Durante questa operazione, abbiamo suonato per circa un’ora e mezza. Poi, abbiamo scoperto che alcuni ragazzini avevano portato delle pistole al concerto e che i poliziotti avevano delle pistole e si sparavano l’un l’altro come cowboy e indiani. Nel frattempo, siamo rimasti intrappolati nello stadio al piano di sotto: alcune bande hanno fatto irruzione nel tour bus, volavano sassi dappertutto. Sembrava come se fosse in atto una guerriglia. E per cosa?! Eravamo lì per suonare e tutto si è trasformato in ‘altro’, alcune persone sono rimaste ferite”.

    “Il tour completo ha avuto problemi a livello finanziario per un importo di 160.000 dollari. Dopo quell’esperienza ho pensato: “Ho 42 anni, mi piace molto la musica ma non credo che subire quel tipo di potenziale abuso sia qualcosa che abbia a che fare con la musica. Penso che fare dischi sia sufficiente. Ho i prossimi cinque dischi già su nastro, 37 brani pronti da mixare con l’ultima road band. Non dico che non salirò mai più sul palco perché ho fatto un po’ di direzione da quando quel tour in Italia è finito, ma non voglio suonare regolarmente rock ‘n’ roll notte dopo notte, città dopo città…L’ho fatto per 20 anni, penso sia abbastanza”.

    “Soprattutto in Europa, esiste un forte sentimento anti-americano laggiù come risultato delle azioni dell’attuale amministrazione. L’americano rappresenta tutto ciò che odiano di un regime che non capiscono e che minaccia il loro Paese. C’è così tanta sfiducia e disgusto per il comportamento e gli ideali americani in questo momento. È un brutto momento per i tour”.

    (Modern Recording & Music, agosto 1984)

    In questa registrazione di “Cocaine Decisions” potete ascoltare l’annunciatore italiano che dice: ”Ragazzi, per favore, Zappa vi chiede di mantenere la calma e di non lanciare nulla nello stadio ed evitare problemi con le forze dell’ordine. Cercate di stare in silenzio, non sappiamo cosa stia succedendo ma cercate di stare calmi, è l’unico modo per andare avanti con lo spettacolo”. Più tardi, dopo che Zappa invita tutti a sedersi, sentiamo qualche chiacchiericcio in italiano, forse qualche agente, che dice “hanno sfondato questa porta…”. Il resto è impercettibile e coperto dallo scoppio del gas lacrimogeno.

  • Frank Zappa e John Lennon – Jamrag / King Kong

    L’esibizione con John Lennon e Yoko Ono al Fillmore East – 5 giugno 1971

    Frank Zappa racconta: “Un giornalista del Village Voice mi ha presentato John Lennon. A Lennon ho chiesto se voleva suonare con noi al concerto del Fillmore East e l’ha fatto. Durante l’esibizione, quando Lennon era sul palco con Yoko, abbiamo suonato una delle mie canzoni, King Kong. L’accordo per l’uso dei nastri era che lui li avrebbe usati per i suoi scopi, io per i miei. Lennon ha pubblicato parte di quella performance in un album cambiando il titolo della canzone King Kong in Jamrag, dando a se stesso ed a Yoko il merito di aver scritto e pubblicato la canzone. “Questa canzone ha una melodia e cambi di accordi, qualcuno l’ha scritta e non sono stati loro…”.

    Il concerto Live al Fillmore East (giugno 1971) vede sul palco, con le Mothers, John Lennon e Yoko Ono, ma le registrazioni saranno omesse dal disco di Zappa per motivi legali e pubblicate da Lennon nell’album doppio del 1972 “Sometimes in New York City”.

    Zappa le farà uscire, rimasterizzate, anni dopo (1992).

    Sono contenute nell’album Playground Psychotics:

    1. Well – (Walter Ward)

    2. Say Please – (John Lennon, Yoko Ono, Zappa)

    3. Aaawk – (Lennon, Ono, Zappa)

    4. Scumbag – (Lennon, Ono, Howard Kaylan, Zappa)

    Durante il live al Fillmore East con John Lennon, i guaiti di Yoko Ono imperversarono finché qualcuno non le mise letteralmente un sacco in testa lasciandola sola sul palco. Zappa non gradiva i guaiti di Yoko Ono: ignorò la signora Lennon ad ogni incontro. (Classix n.21 – marzo aprile 2009)

    Ecco uno spezzone di Yoko Ono nel sacco

    Perché tu e John Lennon avete pubblicato un disco così brutto (“Some Time in New York City”)?

    “Anche io, tuttora, non capisco come John abbia avuto il coraggio di farlo. Era puro divertimento privato, non c’era alcuna intenzione di pubblicare questi nastri. Almeno, John avrebbe dovuto avvisarmi prima di modificarli. John ha in qualche modo censurato quei nastri. Per prima cosa, ha fatto uscire tutti i discorsi sporchi che Mark e Howard hanno pronunciato durante quella jam e ce n’erano molti. Poi, ha cancellato tutte le maledizioni che alcune persone del pubblico hanno rivolto a Yoko Ono, quindi è difficile parlare di un resoconto veritiero su ciò che è successo quel giorno. Sono rimasto un po’ deluso da John per questo, non me lo sarei mai aspettato da lui”. (Humo, 1973)

    A gennaio 2023, è stata resa nota la notizia secondo cui la ristampa extra di “Some Time in New York City” è stata accantonata ad un certo punto e per qualche motivo.

    Perché l’uscita dell’album si è interrotta?

    In assenza di una versione ufficiale, circolano diverse teorie.

    Alcuni indicano un problema di diritti con i brani che Lennon e Ono registrarono con Frank Zappa e The Mothers of Invention e che erano originariamente inclusi nel doppio LP.

    La Universal Music Group, la casa discografica che si occupa di commercializzare le registrazioni di John Lennon attraverso la sottoetichetta Calderstone Productions, non ha dato ad oggi alcuna spiegazione in merito alla cancellazione del progetto.

    Non dimentichiamo che la UMG ha acquistato il catalogo, l’archivio e il logo di Zappa a fine giugno 2022.

    John Lennon: “Ammiro un po’ Zappa ma è un fottuto intellettuale”

    Zappa e Lennon credevano nel potere dell’artista. Ai loro occhi, eri veramente prezioso solo se partecipavi attivamente allo sviluppo culturale del mondo. Allo stesso tempo, eri veramente individuale solo se vivevi in un mondo da te ideato.

    Una volta, Lennon in un lungo e articolato discorso sull’importanza dell’artista ha espresso il suo odio per i critici evitando coloro che non rispettavano il suo genio. Si è anche paragonato a Frank Zappa che, all’epoca, era sinonimo di integrità artistica.

    Lennon ha sempre avuto problemi con l’autorità (dagli insegnanti ai critici): ai tempi della scuola era un mezzo delinquente che faceva il prepotente con i suoi insegnanti. Quell’aggressività rimase da adulto nei confronti di chi si considerava in qualche modo superiore.

    Forse, anche per questo motivo Lennon ha criticato Zappa nonostante fosse un fan: “Ammiro un po’ Zappa ma è un fottuto intellettuale”.

    Una battuta del genere sarebbe perdonabile se fosse un complimento ma Lennon ha sempre considerato l’intellettualismo una maledizione per la musica rock. Secondo lui, il rock era radicato nell’istinto e nel sentimento, non nella teoria e nella logica e Zappa, dal suo punto di vista, stava minacciando quell’equilibrio. (Farout magazine, 28 maggio 2022)

  • Frank Zappa – Approximate Cosmik Debris, Stadio Comunale, Pistoia, 8 luglio 1982

    Riporto un paio di aneddoti piccanti sul concerto di Pistoia del 1982.

    Hai un sacco di videocassette con riprese particolari nel tuo caveau…

    “Tra tante cassette ‘esotiche’, ne ho una che è stata girata nella stanza del promotore a Pistoia, in Italia, quando si è rifiutato di pagare alcuni membri della troupe e c’era il rischio che non pagasse la band. Il manager che avevo in quel momento, Bennett Glotzer, aveva appena preso a pugni questo tizio. L’ha colpito in faccia una quindicina di volte. Ho chiesto a Thomas Nordegg di azionare la videocamera e riprendere tutto e, così, è andato lì dentro mentre tutti ignoravano che la telecamera stesse registrando. Nel video erano presenti tizi dall’aspetto mafioso, il promotore che spiegava in modo goffo perché non aveva pagato e Bennett che urlava contro di lui. Nel frattempo, Thomas Nordegg camminava lì con molta calma registrando tutto. Qualche anno dopo, ho capito chi era questo promotore: Francesco Sanavio. E’ venuto a Los Angeles, ha avuto il coraggio di chiamarmi e dire “Posso venire?”. Ho risposto “Certo, vieni” e gli ho fatto vedere il nastro e lui ha detto ” Non credevo ci fosse del nastro nella telecamera”. Stava guardando se stesso mentre spiegava perché non aveva pagato. Ora è in prigione in Italia.

    Mi sorprende che tu non abbia avuto un “Thomas Nordegg” nell’88.

    “C’è un solo Thomas Nordegg e lavorava per Warren Cuccurullo”.

    O, semplicemente, qualcuno che si nascondesse con una videocamera durante quel tour.

    “Non potevo permettermi di farlo. Thomas ha voluto fare ciò che ha fatto: riceveva uno stipendio regolare come tastierista in quel tour nell’82 (’81 e ’82) e ha deciso di fare quel video. Non veniva pagato per questo… era qualcosa che amava fare”.

    (Society Pages 2, giugno 1990)

    Di grande impatto l’idea-scena che Frank mise in atto a Pistoia nel 1982. Fece installare un megaschermo (all’epoca non se ne vedevano ancora) che proiettava i mondiali di calcio in contemporanea al suo concerto. Prima di cominciare a suonare, disse semplicemente in pesante slang americano: “Chi non capisce un tubo della musica che faccio può tranquillamente guardarsi le partite… così non ha buttato i soldi del biglietto”. E partì un concerto storico.

    Cosa pensava Frank Zappa dei concerti organizzati in Italia?

    “Non avete nessun promoter professionista e non mi voglio trovare nel bel mezzo di litigi e disordini come è successo per altri colleghi. Ho saputo poi che le organizzazioni per i concerti vengono ora affidate ad organizzazioni politiche. Un’organizzazione collegata al partito comunista mi ha invitato garantendomi che tutto verrà programmato senza incidenti, ma sono contrario ad esibirmi con dei partiti politici di mezzo”. (Ciao 2001, 28 novembre 1976)

    Riguardo al concerto a Palermo, rinvio ad un prossimo video.

  • Frank Zappa: l’umorismo appartiene alla musica?

    The Pier 1984 – Full Concert

    Does humour belong in music?”. Può l’umorismo appartenere alla musica? – si chiedeva Frank Zappa.

    Le risposte zappiane al quesito sono molteplici. Teniamo presente che la risata si genera spesso al cospetto dell’interruzione della prevedibilità di un’azione o di uno schema verbale, che crea una situazione inaspettata. In musica può essere ottenuto un risultato simile con un’improvvisa e inaspettata divergenza ritmica, melodica o armonica rispetto alla regolarità di gran parte dei generi musicali.

    Lo stesso Zappa affermava: “Qualsiasi composizione (o improvvisazione) che suoni consonante e regolare sempre e comunque mi pare l’equivalente di un film dove ci siano solo i buoni o di una cena a base di ricotta”.

    Anche l’accostamento di elementi tra loro normalmente estranei può indurre al riso: ha un effetto assolutamente dirompente ascoltare Stairway to Heaven in versione reggae con tanto di sezione fiati che all’unisono esegue il celeberrimo assolo di chitarra di Page.

    Zappa parlava anche di strumenti dal timbro buffo citando alcuni utilizzi della tromba con la sordina, del sassofono basso suonato nel suo registro più grave nonché del trombone a coulisse, che scatenano reazioni di ilarità negli ascoltatori “cresciuti a cliché subliminali che hanno determinato la loro realtà auditiva fin dalla culla”. Per lo stesso motivo utilizzava effetti sonori di stampo rumoristico come nel finale di Peaches En Regalia (Hot Rats, 1969).

    La risposta più semplice e superficiale è riscontrabile nell’analisi dei testi dei brani cantati che portano alla risata per via delle tematiche particolarmente pungenti oppure originali o anche per la sfrontatezza con cui l’autore ha saputo discutere nei propri testi di tematiche sessuali di cui tutti parlano o fantasticano nella sfera privata ma che difficilmente si ha il coraggio di portare alla superficie dell’ambito pubblico.

    Non bisogna fare l’errore di considerare ‘demenziale’ la musica di Frank Zappa, demenziale nel senso di ‘lontano dalla mente’, ‘fuori di testa’. Questo termine non si addice affatto a una via comica che invece era frutto di un’acutissima ricerca intellettuale.

    Sembrerà paradossale ma far ridere non era affatto l’obiettivo primario di Zappa. In realtà, il suo vero scopo era il riconoscimento della sua dignità di compositore ‘serio’ alla stessa stregua dei suoi idoli Varèse e Stravinskij. Realizzava dischi e tour di musica un po’ più vicina alla popular music seppure con un approccio rivoluzionario e unico allo scopo di racimolare denaro per i lavori più impegnati. Come recita un altro titolo di un suo disco: “We’re Only In It For The Money” (1968).

    (Frank Zappa by Marcello Zappatore, Coolclub.it febbraio 2009)

    “Nella mia mente non c’è differenza tra far ridere qualcuno e far pensare qualcuno. L’uno non è migliore o peggiore dell’altro. Mi piacciono tutti i diversi tipi di musica e penso che siano tutti divertenti da fare e farò quello che mi va di fare. Tutti coloro che pensano di fare rock ‘serio’ possono baciarmi il culo. ‘Serio’ è qualcosa che non fa ridere?”. (BAM, gennaio 1978)

    L’umorismo appartiene alla musica (anche quella seria). Per Zappa vale anche il contrario: “Alcune persone non riescono a capire che puoi voler fare seriamente qualcosa che non è serio”. (LA Star, 119-1969)

    Il senso dell’umorismo deve essere una delle basi per essere una ‘Madre’: “È importante almeno quanto essere in grado di suonare. Se non hai senso dell’umorismo non puoi suonare la musica correttamente. Non è solo una questione di note giuste…”. (FZ, Melody Maker, 20 luglio 1974)

    Per Zappa l’umorismo è uno strumento fondamentale per affrontare i fanatismi politici e religiosi, per criticare stereotipi reazionari nella società americana. Zappa capisce che il cinema, come la musica, è un modo per esprimere idee, un mezzo di cui bisogna tenere conto nell’intero processo di comunicazione, in cui il pubblico è una parte fondamentale. (Author/Recipient Relationships in FZ’S Movies – Manuel de la Fuente)

    “I testi di Frank erano solo proposte, ti incoraggiava a pensare… Dietro questo umorismo devastante c’era un discorso molto serio. Con l’umorismo evocava argomenti seri. Frank ha lavorato in questo modo… “. (Gail Zappa, Rolling Stone, ottobre 2012)

    “Si dice: ‘Solo chi prende totalmente se stesso e la sua causa seriamente è un vero artista’. Onestamente, non me ne frega niente. La maggior parte delle cose che accadono nella mia vita sono divertenti, quando scrivo di cose che mi sembrano rilevanti, lo faccio nello stesso modo in cui mi sento al riguardo: in modo umoristico, divertente”.

    (FZ, Music Express Sounds, novembre 1984)

    “Sono una persona concreta con un senso dell’umorismo molto creativo”. (FZ)

    “La mia più grande forza è il mio senso dell’umorismo.

    (FZ, Tuttifrutti, febbraio 1994)

  • Frank Zappa presents Actuel Amougies Festival 1969 (part 2): jam FZ & Captain Beefheart

    Estratto dal documentario realizzato da Jérôme Laperrousaz e Jean-Noël Roy (Actuel Amougies Festival 24-28 ottobre 1969, Belgio)

    Dal 24 al 28 ottobre 1969, numerosi gruppi di rock progressivo e free jazz (in gran parte britannici) si sono dati appuntamento sotto un tendone allestito nel pascolo prestato da un contadino. Frank Zappa era il maestro di cerimonie e jam con varie band, tra cui i Pink Floyd.

    Durante il Festival di Amougies, tra gli altri, Frank Zappa ha partecipato a jam session con Blossom Toes, Caravan, Aynsley Dunbar, Captain Beefheart, Philly Joe Jones, Earl Freeman, Louis Maholo, John Dyani, Grachan Moncur III e Archie Shepp.

    A causa delle recenti rivolte studentesche per le strade di Parigi, il Paris Actuelle Music Festival si è svolto in un campo fangoso vicino alla città di Amougies (ndr: un piccolo villaggio belga di 957 anime), in una giornata molto fredda e perennemente avvolta dalla nebbia.

    E’ impossibile citare tutti i musicisti apparsi nell’arco di 5 giorni.

    La programmazione dei gruppi è stata improvvisata. Una sera c’erano tre gruppi jazz di fila e la sera dopo si attendeva dalle 21:00 alle 4:00 prima che apparisse il primo gruppo. Questa mancanza di organizzazione infastidì sia i musicisti sia il pubblico. Il modo casuale in cui musicisti come Dave Burrell e Archie Shepp venivano presentati, ben dopo le 5 del mattino, ad un pubblico intorpidito era poco professionale.

    Molti hippy dormivano gratis nei fienili vicino alle strade di campagna che circondavano i campi del festival, ospiti dei permissivi contadini fiamminghi. Il pubblico era attratto dal festival per l’incredibile lista di gruppi rock da presentare. The Pretty Things, Soft Machine, Ten Years After, Captain Beefheart, Yes e Sam Apple Pie hanno ottenuto un punteggio molto alto tra il pubblico. Il Festival ha riunito anche alcuni gruppi rappresentanti della ‘nuova musica’, una sorta di musica da camera sperimentale, talvolta incorporando elementi jazz. Un aspetto rivoluzionario del festival (dedicato per il 25% al “free jazz”) è stato il sorprendente interesse di ogni forma jazz da parte delle persone che erano apparentemente venute per ascoltare musica rock. Sembravano gradire la musica contemporanea insieme al free jazz e al rock. Alcuni ragazzi hanno ammesso che il free jazz li faceva sentire bene, li eccitava in modo diverso rispetto al rock. Chi li faceva sentire così bene? Don Cherry e Archie Shepp. È stato interessante osservare che l’incontro iniziale con il jazz di questa generazione è avvenuto con alcune delle sue forme più violente, dissonanti e complesse. È un’espressione jazz di una generazione arrabbiata (ma sana) e coinvolta, che cresce nel mondo violento di oggi. Questo festival era il loro festival: mai guardare indietro, solo avanti. (Down Beat, 22 gennaio 1970 – seconda parte)

    “È stato terribile. Ero al Festival di Amougies per presentare le band ma non parlavo né francese né fiammingo. Dato che avevano pagato il mio viaggio e il mio hotel, ho fatto del mio meglio. Ho eseguito una jam con i Pink Floyd ma non se sono così orgoglioso. La jam session con i Ten Years After al Théâtre 140 è stata divertente”. (FZ, Extra, febbraio 1971)

    “Penso che la vera ragione per cui sono finito lì in senso cosmico sia stata quella di incontrare Aynsley Dunbar da inserire nella band” (Frank Zappa, Record Hunter, luglio 1992)

    Come sei arrivato a suonare con Aynsley Dunbar?

    “Ci siamo incontrati al Festival di Amougies in Belgio. Era con la sua band, Blue Whale. Abbiamo fatto una piccola jam ed è andata piuttosto bene. Poi ci siamo lasciati: due o tre mesi dopo, l’ho incontrato in Inghilterra e gli ho detto “vuoi suonare? “. Ha subito accettato. Penso fosse stufo della Blue Whale. Aveva problemi con gli ottoni, o qualcosa del genere… Aynsley ha sempre suonato come se fosse stato uno dei Mothers. Non per niente gli ho chiesto di suonare con noi. Gli ci sono voluti un paio di mesi per capire davvero cosa significasse la nostra musica e ora è totalmente coinvolto”. (FZ, Best, febbraio 1971)

    Aynsley incontrò Frank per la prima volta quando era un membro del Jeff Beck Group. Poi suonò con lui all’Amougies Festival belga nell’autunno del 1969, dove si esibiva la band di Dunbar “Retaliation”.

    L’anno successivo Frank invitò Aynsley ad unirsi alla band: inizialmente, Aynsley rifiutò l’offerta poiché aveva appena formato i Blue Whale, ma dopo accettò, si trasferì in California e nel seminterrato di Frank con il suo kit partecipando a Chunga’s Revenge.

  • Frank Zappa, Mudd Club: fixture with the music and underground counterculture in Manhattan

    Frank Zappa, Mudd Club: fixture with the music and underground counterculture in Manhattan

    You Are What You Is, Mudd Club (Live Mudd Club, New York, 8 maggio 1980)

    FAIR USE

    Il Mudd Club era un night club “loft”, situato nel TriBeCa, al 77 di White Street nel centro di Manhattan. E’ stato inaugurato nell’ottobre 1978 dall’editore Steve Mass, dal curatore d’arte Diego Cortez e dalla cantante Anya Philips. Nel giro di poco tempo, Il club è diventato un appuntamento fisso nella scena musicale e controcultura underground della città.
    Con una galleria rotante al quarto piano e spettacoli dal vivo di genere punk rock, new wave e sperimentale, il Mudd Club di New York ha acquisito una reputazione chic, spesso elitaria, ed è stato frequentato da numerose celebrità di culto emergenti di Manhattan – come gli artisti Haring e Basquiat e musicisti come David Byrne e Adrian Belew dei Talking Heads. Parallelamente al declino dello Studio 54 dei quartieri alti, cresceva la popolarità del Mudd Club.
    In diverse occasioni Frank Zappa ha assunto il ruolo di “DJ fraudolento” trasmettendo le sue selezioni musicali preferite nelle stazioni radio o nelle discoteche. Zappa ha fatto riferimento ad uno di questi appuntamenti notturni da DJ al Mudd Club, in un’apparizione da DJ simile a Star Special di BBC Radio 1, mentre presentava la sua 18a selezione;
    “Quando ero a New York sono andato in questo locale chiamato The Mudd Club e ho fatto il disc jockey lì per una notte. Ho portato un mucchio di dischi e li ho provati con la clientela di questo particolare locale. Un personaggio che ha fatto pompare le natiche su e giù in maniera piuttosto frenetica è stato il numero dei The Plastics. Si chiama “Robot”.
    All’epoca, per Frank Zappa che riempiva grandi arene, il Mudd Club rappresentava un luogo insolito.
    “Zappa amava il piccolo e squallido club e i punk, i poseur e gli hipster che lo chiamavano ‘casa’, per cui ha dato la priorità ad un concerto lì durante il tour programmando un’esibizione l’8 maggio 1980, nella minuscola sala da 240 posti, inserita tra date nelle arene molto più grandi di Cincinnati, Filadelfia e il Nassau Veterans Memorial Coliseum di Long Island, dove ha suonato due spettacoli in una notte davanti a più di 20.000 fan in totale” ha sottolineato l’ufficio stampa mentre annunciava Zappa 80: Mudd Club/Monaco.

    Da quando aveva incontrato William Burroughs nel seminterrato del Mudd Club nel 1979, Zappa era ansioso di dare seguito alla serata Burroughs con la sua esibizione. Nonostante il fatto che la sua attrezzatura da sola occupasse più spazio delle dimensioni dell’intero club, alcuni clienti sono riusciti a infilarsi e godersi il concerto, in particolare la nuova registrazione specificamente dedicata al Mudd Club.
    (Mudd Club Newsletter, giugno 1980)

    L’8 maggio del 1980 Klaus Weidemann, eccellente ingegnere del suono, era lì con il registratore a due piste Nagra di Zappa, e le note di copertina ci informano anche che i microfoni erano posizionati accanto al registratore di cassa, dietro al bancone bar.
    Il 3 luglio dello stesso anno (appena un paio di mesi dopo), c’era invece Mick Glossop con il suo Sony PCM 1600, videonastro digitale U-Matic. Il tutto posizionato negli spogliatoi della Olympia Halle, a Monaco di Baviera. Nel primo caso un’eccellente registrazione analogica, poi opportunamente ripulita e lustrata per le orecchie d’oggi, nel secondo la prima registrazione a due tracce tutta digitale mai commissionata dal Signor Frank Zappa: per fortuna con molti registratori e cassette di riserva, perché quel tipo di videonastro era assai deperibile. La formazione della primavera/estate 1980 era compatta a sestetto con Ike Willis, Ray White, Tommy Mars, Arthur Barrow e David Logeman (batterista chiamato a sostituire Vinnie Colaiuta).
    Tra i vari brani in scaletta, ricordiamo You Are What You Is, The Illinois Enema Bandit, Dancin’ Fool, Stick It Out, Mudd Club (brano dedicato proprio al club) e un’inaspettata versione di Nite Owl.
    (Il Manifesto, 10 maggio 2023)

    https://www.youtube.com/watch?v=kTWYGmr8Nd4

    https://www.youtube.com/watch?v=LRoQXRVJBIU

    https://www.youtube.com/watch?v=1d6o6OQsXbM

  • Frank Zappa: jazz musicians who played with him

    Frank Zappa: jazz musicians who played with him

    Uncle Rhebus (live 8 luglio 1969, The Ark, Boston, MA)

    Frank Zappa ha sempre espresso la sua mancanza di gusto per tutto ciò che riguarda il jazz. Tuttavia, è noto che Wes Montgomery ed Eric Dolphy, ad esempio, furono punti di riferimento importanti nel suo percorso personale. Oltre alla passione per Mingus, Coltrane, Ayler, notiamo che il 75% dei musicisti impiegati da Zappa sono stati, prima o poi, coinvolti nell’avventura del trombettista jazz Buzz Gardner, uno dei primi Mothers, di cui troviamo traccia negli anni Cinquanta accanto ad André Hodeir e ai club di Saint-Germain-du-Près, fino al nuovo batterista, Chad Wackerman, che è un membro trasfuso della band di Bill Watrous.
    L’uso dei jazzisti da parte di Zappa iniziò nel 1966 con Gene Di Novi, che fu partner di Buddy Rich, Benny Goodman, Chubby Jackson, Anita O’Day, Lena Horne… L’apparizione del pianista nell’universo zappiano coincide con l’uscita dell’album Freak Out. Subito dopo, Zappa ha chiamato Don Ellis. Ma la presenza del trombettista nel secondo album di Zappa, “Absolutely Free”, resterà, quantitativamente, aneddotica.
    Don Preston fece parte dei Mothers of Invention dal 1966 al ‘74. La sua biografia professionale iniziò nel 1951 nell’orchestra di Herbie Mann, che lasciò due anni dopo per la formazione di Hal McIntyre, prima di essere complice di Paul e Carla Bley, poi di Don Ellis e Gil Evans (1971).
    Da quel momento in poi, la parata dei jazzisti ha incluso:
    – Mike Lang (“Lumpy Gravy”);
    – Pete Jolly (“Lumpy Gravy”);
    – John Guerin (“Lumpy Gravy” e “Hot Rats”);
    – Frankie Capp (“Lumpy Gravy”).
    Sarebbe opportuno citare anche i jazzisti che hanno avuto contatti solo occasionali con la musica di Zappa: Shelly Manne, Vic Feldman, Alan e Gene Estes, Dennis Budimir …
    Senza dimenticare Emil Richards, vibrafonista di Ellis e Kenton.
    Nel 1969, per la registrazione di “Hot Rats”, troviamo John Guerin a cui si aggiunsero Paul Humphrey, Max Bennett, Sugarcane Harris e Jean-Luc Ponty (che trovò un riconoscimento internazionale con Zappa). Il violinista produrrà uno dei suoi migliori album, “King Kong”, con composizioni di Zappa, accompagnato da personaggi come George Duke, Wilton Felder e Bueil Neidlinger. Ponty arrivò ai Mothers con George Duke, la cui biografia include anche un periodo con Don Ellis (che pare sia stato uno dei principali fornitori di musicisti per Zappa), Kenton, Gerald Wilson, Herbie Mann e Woody Herman.
    Considerando la “Grand Wazoo Orchestra”, la formazione più jazzistica di Zappa (1972), citiamo Tom Malone, Charles Owens, Gary Barone, Dave Parlato, Bruce Fowler.
    In precedenza, si erano uniti ai Mothers anche David Samuels, Ronnie Cuber, Glenn Ferris.
    Paradossalmente, Zappa è forse l’unica rockstar amata sia da Gil Evans che da Archie Shepp.
    Del resto, non riesco a pensare ad un tributo migliore di quello di Roland Kirk: “Ho suonato con i Mothers a Boston. È stata una delle esperienze più emozionanti della mia vita. Zappa mi disse: “Ehi Roland, vieni a suonare con noi!”. Ho esitato un po’ e sono andato lì. È stato fantastico. È sbagliato denigrare i musicisti pop nei circoli jazz, soprattutto quando hanno la classe di Zappa”.
    (Jazz Magazine, giugno 1982)

    Nel brano “Uncle Rhebus” (scelto per questo video) tratto da un live al The Ark di Boston del 1969, troviamo i primi Mothers. La band è composta da:
    Frank Zappa – chitarra solista/voce
    Buzz Gardner – tromba
    Don Preston – tastiere/elettronica
    Roy Estrada – basso/voce
    Ian Underwood – sassofono contralto, pianoforte
    Bunk Gardner – sassofono tenore
    Motorhead Sherwood – sassofono baritono
    Jimmy Carl Black – batteria
    Arthur Dyer Tripp III – batteria

    Dopo essersi esibiti per oltre un anno con Kink Kong e Uncle Meat, Frank Zappa decise di suonare questi due brani in modo diverso, strano, per il concerto al The Ark dell’8 luglio 1969. I Mothers suonarono le due melodie simultaneamente senza alcun adattamento ottenendo l’effetto tipico di Charles Ives, quello cioè di ascoltare due band che suonano contemporaneamente melodie diverse.

  • Frank Zappa, Award Ceremony Ballet (Chicago, May 16, 1973): ‘music to receive plaques by’, jam

    Frank Zappa, Award Ceremony Ballet (Chicago, May 16, 1973): ‘music to receive plaques by’, jam

    Dog Meat, DowBeat Award Ceremony Ballet extravaganza (Auditorium Theater di Chicago, 16 maggio 1973)

    Probabilmente, è stata una delle premiazioni più insolite e tristi nella storia recente di questo tipo di eventi.
    La “cerimonia” di premiazione prevedeva la consegna da parte del caporedattore James P. Schaffer del premio ‘Musicista pop dell’anno’ a Frank Zappa e del premio ‘Miglior violinista’ a Jean-Luc Ponty.
    Tuttavia, Zappa non aveva alcuna intenzione di partecipare ad una cerimonia ordinaria.
    Il 16 maggio 1973, quando Schaffer salì sul palco dell’Auditorium Theater di Chicago, Zappa e le Mothers of Invention (mentre si preparavano ad un concerto di 3 ore) improvvisarono ciò che si potrebbe definire “musica per ricevere targhe”.
    Invitando il caporedattore depresso a ballare un po’, Zappa e i Mothers crearono effetti sonori elettronici offrendo melodie banali per accompagnare la presentazione di Schaffer.
    Per inciso, Schaffer contribuì con uno ‘shuffle’ e qualche piegamento delle ginocchia.

    La band dei Mothers (pura dinamite) era composta da:
    Frank Zappa (chitarra, voce);
    Jean-Luc Ponty (violino);
    Ian Underwood (fiati, sintetizzatore);
    Ruth Underwood (percussioni – marimba e vibrafono);
    Ralph Humphrey (batteria);
    Sal Marquez (tromba, voce);
    George Duke (sintetizzatore e tastiere);
    Tom Fowler (basso);
    Bruce Fowler (trombone).

    Di seguito, la scaletta del concerto che ha avuto luogo il 16 maggio 1973:
    1. Exercise #4
    2. The Dog Breath Variations
    3. Uncle Meat
    4. Down Beat Award Ceremony Ballet Extravaganza
    5. RDNZL
    6. Don’t Eat the Yellow Snow
    7. Nanook Rubs It
    8. St. Alfonzo’s Pancake Breakfast
    9. Father O’Blivion
    10. Farther O’Blivion
    11. Montana
    12. Dupree’s Paradise
    13. The Demise of Catherine the Great Extravaganza
    14. Eat That Question
    15. Mr. Green Genes
    16. King Kong
    17. Chunga’s Revenge

    (DownBeat, 19 luglio 1973, Zappa Improvisation by Herb Nolan)

    Tra le varie foto ‘simboliche’ del 1973 utilizzate per questo video (non avendo foto del concerto in questione) ho scelto alcune immagini del concerto di Halloween 73 che ha avuto luogo proprio all’Auditorium Theater di Chicago.

    A proposito di Chicago…

    Orchestra preferita di Frank Zappa: Chicago Symphony (Capitol, 1° aprile 1984)
    “La Chicago Symphony è generalmente considerata la migliore al mondo. Suonano bene e suonano come se lo volessero davvero, mentre la maggior parte delle altre orchestre negli Stati Uniti non è seriamente intenzionata a farlo. Voglio dire, solo perché indossi uno smoking non significa che ti interessi qualcosa”. (Frank Zappa, Modern Recording & Music, agosto 1984)

  • Frank Zappa & Mothers of Invention: International Essener Song Tage 1968 (Essen), video

    Frank Zappa & Mothers of Invention: International Essener Song Tage 1968 (Essen), video

    Oh, In The Sky, King Kong, intervista a FZ

    FAIR USE

    In copertina: le Madri in arrivo all’aeroporto per IEST (Essen, 1968)

    Probabilmente, “Zapzapzappa – Das Buch der Mothers Of Invention” (Zapzapzappa – Il libro delle Madri dell’invenzione) di Rolf Ulrich Kaiser, stampato a Colonia nel 1968, è il primo libro dedicato a Frank Zappa.
    La foto di copertina virata in rosa ritrae le ‘Madri’ in arrivo all’aeroporto per IEST 68 (International Essener Song Tage): è stata scattata da Jens Hagen.
    Il layout è di Reinhard Hippen che ha definito questo libro “un raro documento clandestino in tedesco, con molte citazioni originali in inglese”. Si tratta di un tascabile di 58 pagine in tedesco/inglese.
    Le citazioni di Zappa sono tratte da un’intervista che Kaiser fece a casa di Frank. Parti di questa intervista sono state pubblicate in Das Buch der Neue Pop-Musik e Konkret n. 11-1968.

    Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, esplose nella scena musicale tedesca un’incredibile creatività. Questo boom musicale fu denominato “Krautrock”, un vero e proprio movimento di stili psichedelici, etnici, elettronici, folk e rock che creò nuovi elementi musicali da cui i musicisti tirarono fuori nuovi mondi sonori. Le band pioniere di questo movimento hanno preso l’essenza selvaggia dei vecchi dei del rock and roll e l’hanno infusa con uno spirito progressista e rivoluzionario.
    Nel 1968 fu organizzato a Essen (Germania) un festival pionieristico di nuova musica, il festival IEST (International Essener Song Tage): si svolse dal 25 al 29 settembre 1968 in varie location, principalmente nella Grugahalle che, in seguito, è diventata famosa per i concerti al ROCKPALAST. Un mix di rock, pop, underground, folk, chanson, cabaret e poesia che sigillò la nascita della musica rock indipendente tedesca (Krautrock, per l’appunto) e che vide come protagonisti principali artisti tedeschi. Sono stati pochi gli artisti internazionali che hanno partecipato a questo primo grande festival folk e rock in Europa, tra cui i Mothers, Rolling Stones, Pink Floyd, Deep Purple, John McLaughlin, Alexis Korner e Julie Driscoll.
    Da un documentario trasmesso da Degenhardt TV ho estratto l’esibizione delle Mothers (un breve video di Oh, In The Sky) e un’intervista a Frank Zappa.

    FZ e i Mothers si esibirono il 27 e il 28 settembre 1968 al Grugahalle (Essen, Germania Ovest).
    Il 28 settembre, regalarono al pubblico grandi emozioni esibendosi in quella che molti considerano la migliore versione di King Kong. La struttura di questa versione è head-solo-head: Tema A (suonato due volte), Bridge (non incluso nelle versioni precedenti del brano), Assoli (inclusa una sezione di improvvisazione vocale simile a “Prelude To The Afternoon Of A Sexually Aroused Gas Mask”), Tema A (suonato due volte). La registrazione di King Kong è inclusa in Electric Aunt Jemim.
    Il gruppo era composto da FZ (chitarra, voce), Roy Estrada (basso, voce), Don Preston (tastiere, elettronica), Ian Underwood (tastiere, fiati), Bunk Gardner (fiati), Motorhead Sherwood (sassofono baritono, tamburello), Jimmy Carl Black (batteria), Arthur Dyer Tripp III (batteria, percussioni assortite).

    Riporto alcuni ricordi di FZ sulla Germania riferiti nel corso di un’intervista firmata da Michael Heinze del 30 luglio 1990:
    “La prima volta che mi sono recato in Germania per suonare a Essen (1968) avevo paura di andarci. Tutto ciò che sapevo della Germania riguardava film sui sottomarini, tutto quel genere di cose ed era tutto ‘Achtung—Achtung—Achtung!!’. Siamo scesi dall’aereo a Düsseldorf, c’erano uomini con le mitragliatrici all’aeroporto. Non avevamo mitragliatrici negli aeroporti degli Stati Uniti. I componenti della band dicevano: “Che cazzo sta succedendo qui?”… Abbiamo suonato a Essen, io avevo appena letto il libro “The Arms of Krupp” con tutti gli orrori di ciò che è successo. Guardando questa città ho ripensato a tutto quello che avevo letto in questo libro. Devo dire che ero totalmente prevenuto quando sono arrivato lì. Ho parlato con le persone che vivono lì e posso ammettere che le mie prime e seconde impressioni sono state le stesse, perché quando abbiamo suonato a Berlino ci sono state le rivolte del 1968 e non ho mai più voluto tornare in Germania”.

    “Electric Aunt Jemina” è uno dei più celebri bootleg dei Mothers. Non è mai stato datato dagli zappologi ma si può identificare in una ripresa radiofonica del concerto tenuto il 28 settembre 1968 alla Grugahalle di Essen nel corso del Festival internazionale della canzone Songtage.
    (tratto dal libro “Frank Zappa Domani” di Gianfranco Salvatore)

  • Frank Zappa, XMas 2024: Yellow Snow Suite (Garden City, NYC, 31/12/1974), The Rare Tape Broadcast

    Frank Zappa, XMas 2024: Yellow Snow Suite (Garden City, NYC, 31/12/1974), The Rare Tape Broadcast

    Yellow Snow Suite (Remastered) Garden City, NYC, 31 dicembre 1974, WLIR-FM Broadcast (2019, Arcturus)

    Data e luogo (Garden City, New York, 31 dicembre 1974) si riferiscono alla trasmissione di un nastro contenente vari concerti che Frank Zappa aveva compilato, da trasmettere alle stazioni radio (1973 o 1974 – “UN-Concert”). Questo nastro proviene da WLIR-FM: in precedenza, è stato presentato come WXRT, 8 novembre 1974.

    Il 22 marzo 1974, Frank Zappa pubblicò il suo sesto album solista, Apostrophe (‘). Come l’album precedente, Over-Nite Sensation, Apostrophe (‘) fu pubblicato sia in mix stereo che in mix quadrifonico (a 4 tracce).
    Con il singolo Don’t Eat The Yellow Snow – compilation delle prime 3 canzoni dell’album – Zappa guadagnò il primo ingresso nella classifica top 100 (raggiungendo la posizione n. 86). L’album ha raggiunto la decima posizione nelle classifiche americane e la sesta in Norvegia. Nessun altro album avrebbe avuto lo stesso successo di Apostrophe (‘), certificato disco d’oro negli Stati Uniti il 7 aprile 1976, primo disco d’oro di Frank Zappa. Questo album resta il suo lavoro di maggior successo commerciale.
    Come Over-Nite Sensation, Apostrophe (‘) è una compilation di registrazioni risalenti a diversi periodi della carriera di Zappa. I testi sono più bizzarri e meno sessuali, soprattutto le prime quattro canzoni che costituiscono la Yellow Snow Suite: Don’t Eat The Yellow Snow, Nanook Rubs It, St. Alfonzo’s Pancake Breakfast e Father O’Blivion. La suite, incentrata sulla lotta degli eschimesi contro i cacciatori di pellicce, racconta di un sogno: narra le gesta di un ragazzo (Nanook) che sogna di essere un eschimese. Sua madre lo mette in guardia: “attento a dove vanno gli husky, non mangiare la neve gialla” su cui gli husky urinano.
    Nanook sorprende un cacciatore di pellicce mentre prende a calci la sua foca preferita con una scarpa piena di piombo. Si vendica strofinando neve gialla negli occhi del cacciatore accecandolo temporaneamente. Per risolvere la questione, entrambi devono attraversare la tundra fino alla parrocchia di Sant’Alfonzo, patrono dei pescatori di smelt di origine portoghese, dove Padre O’Blivion prepara i pancake. Un suggerimento satirico, che prende in giro le sfumature religiose spesso associate alla risoluzione dei conflitti o alla ricerca della salvezza.
    La storia è ispirata al film documentario “Nanook of the North” diretto da Robert J. Flaherty (1922), che descriveva la vita degli Inuit nell’Artico canadese e le loro lotte con l’ambiente.
    Zappa si concentra sullo sfruttamento e sul commercio delle pellicce, sul maltrattamento storico delle culture indigene. Evidenzia l’impatto del colonialismo e dello sfruttamento economico delle popolazioni autoctone. La storia di Nanook Rubs può essere vista come un commento sull’appropriazione culturale e sulla mercificazione delle culture indigene. Molti hanno definito questa suite un profondo attacco alla società capitalista.

    Oltre alla suite Yellow Snow, l’album Apostrophe (‘) comprende Cosmik Debris, Excentrifugal Forz, Apostrophe’, Uncle Remus e Stink-Foot.

    La band è composta da:

    Frank Zappa – voce, chitarra, basso, bouzouki
    Sal Marquez – tromba
    Ian Underwood, Napoleon Murphy Brock – sassofono
    Bruce Fowler – trombone
    Tom Fowler, Harper May, Erroneous (Alex Dmochowski) – basso
    Don “Sugarcane” Harris, Jean-Luc Ponty – violino
    Ruth Underwood – percussioni, vibrafono
    George Duke – tastiere
    Ralph Humphrey – batteria
    Johnny Guerin – batteria su Excentrifugal Forz
    Tony Duran – chitarra su Apostrophe’
    Jack Bruce – basso su Apostrophe’
    Jim Gordon – batteria su Apostrophe’
    Aynsley Dunbar – batteria in Uncle Remus e Stink-Foot