Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Categoria: FZ Live

  • Frank Zappa Live: Sportpaleis Ahoy Rotterdam, The Netherlands 1979 02 27

    Frank Zappa Live: Sportpaleis Ahoy Rotterdam, The Netherlands 1979 02 27

    con FZ, Ike Willis, Denny Walley, Warren Cuccurullo, Arthur Barrow, Vinnie Colaiuta, Ed Mann, Tommy Mars, Peter Wolf

    Questo bootleg contiene la migliore registrazione del concerto di FZ allo Sportpaleis Ahoy di Rotterdam datato 27 febbraio 1979.
    Rientra nel tipico spettacolo del tour europeo del 1979 che, in genere, vantava assoli di chitarra notevoli. Per questa ragione, Frank Zappa decise di selezionare tutti gli assoli registrati live di questo tour da inserire su Joe’s Garage I, II & III.
    Sono tratti dal tour anche Shut Up ‘n Play Yer Guitar, Shut Up’n Play Yer Guitar Some More e Return of The Son of Shut Up ‘n Play Yer Guitar.
    Circolano alcuni ‘boots’ contenenti le registrazioni della tavola armonica del tour. “Any Way the Wind Blows” della serie “Beat the Boots” deriva dallo spettacolo tenutosi a Parigi il 24 febbraio.
    La qualità del suono di questa registrazione live è piuttosto buona anche se presenta alcuni tagli.
    L’ultima traccia del CD è una buona versione di Watermelon in Easter Hay.

    Tracklist:

    01 Intro [1:15]
    02 Treacherous Cretins [6:04]
    03 Band intros [0:50]
    04 Dead Girls Of London [2:37]
    05 I Ain’t Got No Heart [2:08]
    06 Brown Shoes Don’t Make It [7:12] °°° tf/Drew51 source patch {0:09 – 0:18}
    07 Cosmik Debris [4:13]
    08 Tryin’ To Grow A Chin [3:33]
    09 City Of Tiny Lights [8:34]
    10 Dancin’ Fool [3:30]
    11 Easy Meat [6:35]
    12 Jumbo Go Away [4:38] °°°cut 0:04 music missing
    13 Andy [5:27]
    14 Inca Roads [11:20]
    15 Florentine Pogen [5:22]
    16 Honey Don’t You Want A Man Like Me? [4:28]
    17 Keep It Greasey [3:40]
    18 The Meek Shall Inherit Nothing [3:20]
    19 For The Young Sophisticate [2:44]
    20 Wet T-shirt Nite [2:28]
    21 Why Does It Hurt When I Pee? [2:41]
    22 Peaches En Regalia [2:37] °°°cut 0:27 music missing
    23 Yellow Snow Suite [15:09]
    24 Audience and encore intro [0:23] °°°cut 0:02 applause
    25 Montana [5:06]
    26 Watermelon In Easter Hay [7:04]

  • Frank Zappa, Live at Deutschlandhalle, Berlin 15.2.78 – Part 2 (review)

    Frank Zappa, Live at Deutschlandhalle, Berlin 15.2.78 – Part 2 (review)

    con Frank Zappa, Adrian Belew, Patrick O’Hearn, Tommy Mars, Peter Wolf, Ed Mann e Terri Bozzio

    https://www.youtube.com/watch?v=LAVqnX1TSdo

    Uno dei bootleg migliori in circolazione è quello del concerto del 15 febbraio 1978 alla Deutschlandhalle di Berlino. Non importa se l’ordine del materiale dei due CD (bootleg) non segue il formato dello spettacolo.
    Il concerto si è svolto poco più di un anno prima dell’uscita di Sheik Yerbouti (1979): ascoltandolo è facile rendersi conto che lo spettacolo è quasi un’anteprima canzone per canzone di quell’album. Questo bootleg potrebbe in effetti essere quello di cui parla Zappa all’inizio di As An Am (serie Beat The Boots), quando si lamenta di un bootlegger che ha sostanzialmente registrato un intero album prima di poterlo pubblicare.

    Anche le “canzoni” che erano in realtà assoli di chitarra all’interno di brani suonati al concerto di Berlino si presentano come entità musicali separate con nuovi nomi nell’album Sheik Yerbouti. Ad esempio, l’assolo di chitarra di Berlino in The Torture Never Stops può suonare molto familiare e dovrebbe esserlo. Quell’assolo apparve più tardi nell’uscita ufficiale di Sheik Yerbouti con il titolo Rat Tomago. Un altro assolo di chitarra fantastico appare in Sheik Yerbouti: è tratto dalla lunga interpretazione berlinese d’avanguardia di Little House I Used to Live In. Questo assolo appare come The Sheik Yerbouti Tango.
    In sostanza, 11 delle 18 canzoni elencate in Sheik Yerbouti sono state suonate e bootlegate a Berlino un anno prima e, se si includono gli assoli di chitarra menzionati, 13 delle 18 composizioni di “Sheik Yerbouti” sono state registrate e bootlegate dallo show di Berlino.
    Nonostante il suono mediocre (trattandosi di un’uscita non ufficiale) si tratta della registrazione di un concerto superbo. Se questo bootleg fosse stato rimasterizzato e pubblicato ufficialmente, avrebbe potuto guadagnare 5 stelle.

    Circa due ore e mezza complessive di musica suonata con precisione, che include alcuni dei migliori assoli di chitarra dal vivo di Zappa. Ci sono anche delle tastiere davvero eccezionali, senza contare il basso funky e bizzarro di Patrick O’Hearn. Lo spettacolo passa facilmente dall’hard rock al jazz funk stiloso, con passaggi all’avanguardia, per poi tornare al rock da arena. Frank presenta la band mentre suonano un motivo di One Size Fits All, quindi si lanciano in Dancin’ Fool, la prima delle 11 tracce che questo concerto ha ripreso da Sheik Yerbouti.
    Si passa poi ad una versione molto cool di Peaches En Regalia. Il pubblico è ormai ‘caldo’, il momento giusto per passare a The Torture Never Stops in cui prevale la chitarra di Frank. Il suo assolo di chitarra killer dura circa 6 minuti: è stato ridotto a 5:15 per Rat Tomago incluso in Sheik Yerbouti. Un momento speciale per il pubblico; questo assolo di chitarra si distingue come una delle composizioni musicali per chitarra di Zappa più autonome.
    Lo spettacolo prosegue con tre canzoni di Sheik Yerbouti suonate in modo impeccabile. La voce di Bozzio in Tryin’ to Grow a Chin visceralmente ridicola si sposa alla perfezione con l’isteria stridente del brano.
    La voce di Adrian Belew lancia City of Tiny Lights, che presenta un altro assolo di chitarra di Frank. Il lavoro di percussioni di Ed Mann si fa notare non poco.
    Dopo “Baby Snakes”, la band passa al brano jazz-funk “Pound for a Brown”.

    Il tempo di King Kong risulta molto più veloce rispetto ad altre versioni, che normalmente vedevano Ian Underwood al sassofono. In questo concerto, il protagonista è Ed Mann con un’eccezionale esecuzione di vibrafono.
    Per la prima volta, in questo spettacolo berlinese, viene suonata Yo Mama.
    L’assolo di chitarra di Wild Love è di Adrian Belew.
    Il secondo CD include brani (come Titties ‘n Beer e Black Page #2) ufficialmente pubblicati un mese dopo il concerto nell’album Zappa in New York.
    Dong Work for Yuda fu pubblicata in seguito su Joe’s Garage.
    Envelopes, brano eseguito in questo concerto, fu pubblicato su vinile due anni dopo con A Ship Arriving Too Late to Save a Drowning Witch (1980) ed eseguito anche nella versione della London Symphony Orchestra.
    Lo spettacolo si conclude con materiale tratto da Zoot Allures e Over-Nite Sensation.

    (estratto da un articolo di Richard Harrold)

    Seconda parte (tracklist)

    1. Wild Love
    2. [“Wild Love” solo by Adrian Belew]
    3. Yo Mama
    4. Titties & Beer
    5. The Black Page #2
    6. Jones Crusher
    7. Little House I Used to Live In [intro]
    8. The Sheik Yerbouti Tango [!]
    9. Little House I Used to Live In [finale]
    10. Dong Work for Yuda
    11. Bobby Brown
    12. Envelopes
    13. Drum Solo
    14. Disco Boy
    15. Dinah-Moe Humm
    16. Camarillo Brillo
    17. Muffin Man

  • Frank Zappa, Live at Deutschlandhalle, Berlin 15.2.78 – Part 1 (review)

    Frank Zappa, Live at Deutschlandhalle, Berlin 15.2.78 – Part 1 (review)

    con Frank Zappa, Adrian Belew, Patrick O’Hearn, Tommy Mars, Peter Wolf, Ed Mann e Terri Bozzio

    https://www.youtube.com/watch?v=72ollbNIRHI

    Uno dei bootleg migliori in circolazione è quello del concerto del 15 febbraio 1978 alla Deutschlandhalle di Berlino. Non importa se l’ordine del materiale dei due CD (bootleg) non segue il formato dello spettacolo.
    Il concerto si è svolto poco più di un anno prima dell’uscita di Sheik Yerbouti (1979): ascoltandolo è facile rendersi conto che lo spettacolo è quasi un’anteprima canzone per canzone di quell’album. Questo bootleg potrebbe in effetti essere quello di cui parla Zappa all’inizio di As An Am (serie Beat The Boots), quando si lamenta di un bootlegger che ha sostanzialmente registrato un intero album prima di poterlo pubblicare.

    Anche le “canzoni” che erano in realtà assoli di chitarra all’interno di brani suonati al concerto di Berlino si presentano come entità musicali separate con nuovi nomi nell’album Sheik Yerbouti. Ad esempio, l’assolo di chitarra di Berlino in The Torture Never Stops può suonare molto familiare e dovrebbe esserlo. Quell’assolo apparve più tardi nell’uscita ufficiale di Sheik Yerbouti con il titolo Rat Tomago. Un altro assolo di chitarra fantastico appare in Sheik Yerbouti: è tratto dalla lunga interpretazione berlinese d’avanguardia di Little House I Used to Live In. Questo assolo appare come The Sheik Yerbouti Tango.
    In sostanza, 11 delle 18 canzoni elencate in Sheik Yerbouti sono state suonate e bootlegate a Berlino un anno prima e, se si includono gli assoli di chitarra menzionati, 13 delle 18 composizioni di “Sheik Yerbouti” sono state registrate e bootlegate dallo show di Berlino.
    Nonostante il suono mediocre (trattandosi di un’uscita non ufficiale) si tratta della registrazione di un concerto superbo. Se questo bootleg fosse stato rimasterizzato e pubblicato ufficialmente, avrebbe potuto guadagnare 5 stelle.

    Circa due ore e mezza complessive di musica suonata con precisione, che include alcuni dei migliori assoli di chitarra dal vivo di Zappa. Ci sono anche delle tastiere davvero eccezionali, senza contare il basso funky e bizzarro di Patrick O’Hearn. Lo spettacolo passa facilmente dall’hard rock al jazz funk stiloso, con passaggi all’avanguardia, per poi tornare al rock da arena. Frank presenta la band mentre suonano un motivo di One Size Fits All, quindi si lanciano in Dancin’ Fool, la prima delle 11 tracce che questo concerto ha ripreso da Sheik Yerbouti.
    Si passa poi ad una versione molto cool di Peaches En Regalia. Il pubblico è ormai ‘caldo’, il momento giusto per passare a The Torture Never Stops in cui prevale la chitarra di Frank. Il suo assolo di chitarra killer dura circa 6 minuti: è stato ridotto a 5:15 per Rat Tomago incluso in Sheik Yerbouti. Un momento speciale per il pubblico; questo assolo di chitarra si distingue come una delle composizioni musicali per chitarra di Zappa più autonome.
    Lo spettacolo prosegue con tre canzoni di Sheik Yerbouti suonate in modo impeccabile. La voce di Bozzio in Tryin’ to Grow a Chin visceralmente ridicola si sposa alla perfezione con l’isteria stridente del brano.
    La voce di Adrian Belew lancia City of Tiny Lights, che presenta un altro assolo di chitarra di Frank. Il lavoro di percussioni di Ed Mann si fa notare non poco.
    Dopo “Baby Snakes”, la band passa al brano jazz-funk “Pound for a Brown”.

    Il tempo di King Kong risulta molto più veloce rispetto ad altre versioni, che normalmente vedevano Ian Underwood al sassofono. In questo concerto, il protagonista è Ed Mann con un’eccezionale esecuzione di vibrafono.
    Per la prima volta, in questo spettacolo berlinese, viene suonata Yo Mama.
    L’assolo di chitarra di Wild Love è di Adrian Belew.
    Il secondo CD include brani (come Titties ‘n Beer e Black Page #2) ufficialmente pubblicati un mese dopo il concerto nell’album Zappa in New York.
    Dong Work for Yuda fu pubblicata in seguito su Joe’s Garage.
    Envelopes, brano eseguito in questo concerto, fu pubblicato su vinile due anni dopo con A Ship Arriving Too Late to Save a Drowning Witch (1980) ed eseguito anche nella versione della London Symphony Orchestra.
    Lo spettacolo si conclude con materiale tratto da Zoot Allures e Over-Nite Sensation.

    (estratto da un articolo di Richard Harrold)

    Prima parte (tracklist)

    1. Intro [“The Purple Lagoon”] (01:21)
    2. Dancin’ Fool (03:33)
    3. Peaches en Regalia (02:27)
    4. The Torture Never Stops (13.50)
    5. Tryin’ to Grow a Chin (03:27)
    6. City of Tiny Lites (07:13)
    7. Baby Snakes (01:49)
    8. A Pound for a Brown on the Bus (05:50)
    9. Boutique Girl [“Is This Guy Kidding or What?”] (04:46)
    10. I Have Been in You (05:08)
    11. Flakes (07:23)
    12. Broken Hearts Are for Assholes (03:46)
    13. Instrumental [“King Kong”] (08:46)

  • Frank Zappa in Australia (Hordern Pavilion, Sydney, 1976): Keep It Greasey, Dinah-Moe Humm

    Frank Zappa in Australia (Hordern Pavilion, Sydney, 1976): Keep It Greasey, Dinah-Moe Humm

    Keep It Greasey (Live At Hordern Pavilion, Sydney, 1976) dall’album FZ:OZ (2002)
    Dinah-Moe Humm (Live At Hordern Pavilion, Sydney, 1976) dall’album FZ:OZ (2002)

    FAIR USE

    Frank Zappa e le Mothers fecero due tournée in Australia:
    1) giugno-luglio 1973 (John Gunnell per conto di Robert Stigwood con Tour Consultants Evans, Gudinski Associates P/L presenta Frank Zappa The Mothers of Invention);
    2) gennaio 1976.
    Il tour del 1973 comprendeva 11 concerti, di cui quattro all’Hordern Pavilion di Sydney e tre al Festival Hall di Melbourne (un quarto concerto proposto lì fu annullato). Il folkie Glenn Cardier e la band country rock Albatross (con la chitarrista Lindsay Bjerre, ex-Tamam Shud) erano supporter a Sydney.
    Questo tour vide la partecipazione di una delle migliori band dal vivo di Zappa composta da:
    George Duke (tastiere, sintetizzatore, voce)
    Tom Fowler (basso)
    Bruce Fowler (trombone)
    Ruth Underwood (marimba, vibrafono, percussioni)
    Ian Underwood (fiati)
    Ralph Humphrey (batteria)
    Sal Marquez (tromba, voce)
    Jean Luc Ponty (violino).
    Spesso Zappa li presentava come “il nostro gruppo rock di adolescenti”.
    Il repertorio comprendeva pezzi del calibro di ‘Dupree’s Paradise’, ‘Cosmik Debris’, ‘Montana’, ‘Big Swifty’, ‘Eat That Question’, ‘Inca Roads’ e ‘Yellow Snow Suite’. Molti dei concerti duravano due ore e le prove registrate (ad esempio bootleg del pubblico) attestano la brillantezza di questa particolare formazione dei Mothers.
    Ben Watson ha scritto in The Negative Dialectics Of Poodle Play di una rissa a uno degli spettacoli di Hordern. Un membro del pubblico troppo entusiasta (o forse belligerante) ha acceso un fuoco d’artificio. “Zappa si è fermato abilmente a metà canzone, ha chiamato la sicurezza per rimuovere il colpevole, non volendo rivivere i suoi ricordi dell’incendio di Ginevra del 1971”.
    In questo tour, Zappa fece un salto al Chequers club di Sydney e vide un set dei Bakery guidati dal cantante Barry Leef. Rimase piacevolmente colpito dalla voce di Leef e lo invitò a cantare con la band in uno dei loro concerti al Festival Hall. Leef cantò come ospite in un’esibizione di una jam blues che includeva “Road Ladies”. Zappa chiese poi a Leef di trasferirsi a Los Angeles e unirsi ai Mothers, ma quando arrivò il momento per Leef di andarsene sorsero problemi di visto e permesso di lavoro e lui dovette rifiutare con riluttanza l’offerta.
    Zappa fece delle apparizioni in programmi TV mentre era in Australia, tra cui The Ernie Sigley Show ad Adelaide e il programma di arti/dibattito della ABC-TV Monday Conference condotto da Robert Moore. Zappa rispose alle domande poste da Moore, da un certo numero di membri del panel specialistico e da persone tra il pubblico su politica, sesso, droga, rock’n’roll, consumismo, pubblicità, manipolazione dei media, censura, groupie e radio. Dimostrò di essere molto eloquente, ascoltando attentamente e rispondendo ad ogni domanda con intelligenza e arguzia.
    Riguardo al tour del 1976, la formazione dei Mothers era ridotta (ma non meno impressionante): Zappa, Brock (voce, sax), André Lewis (tastiere), Roy Estrada (basso, che era stato un Mother originale negli anni ’60) e Terry Bozzio (batteria). Stavano promuovendo gli LP DiscReet Bongo Fury, One Size Fits All, Apostrophe (‘) e Roxy & Elsewhere. L’itinerario di sette date comprendeva concerti a Sydney, Melbourne, Brisbane, Adelaide e Perth. Il repertorio comprendeva ‘Filthy Habits’, ‘Black Napkins’, ‘The Illinois Enema Bandit’, ‘The Torture Never Stops’, ‘Muffin Man’, ‘Zoot Allures’ ecc.
    Nel 2002 è uscita una registrazione ufficiale d’archivio di uno degli spettacoli all’Hordern Pavilion: FZ:OZ (pronunciato “Eff Zee:Oh Zee”), un doppio CD da 27 tracce, un’ottima rappresentazione del concerto.
    (Rhythms n. 313, settembre-ottobre 2022)

    Hai avuto problemi con la censura?
    “Ora non più, tranne che in Australia… Qualcuno ha censurato l’album “Uncle Meat”. Questo è rigorosamente contro il nostro contratto. E’ stato censurato anche “We’re Only In It For The Money”. Il nostro contratto con la WES esclude qualsiasi manomissione del prodotto, di tutti i nostri album”.

    Non so cosa stia succedendo con il film “200 Motels” qui.
    “Beh, hanno leggi arcaiche sulla censura”.

    Abbiamo molti problemi qui con le case discografiche…
    “È divertente che tu lo dica perché ho sentito in Europa che il miglior vinile proviene dall’Australia. È vero, i migliori vinili provengono da qui e le migliori stampe dall’Olanda”.
    (FZ, Sydney, 25 luglio 1973, da un’intervista pubblicata su On Dit)

    “Il successo dei miei album varia da città a città. “Just Another Band From LA” e “Fillmore East” sono stati album d’oro in Australia”. (FZ, Sounds, 28 gennaio 1978)

  • Frank Zappa & Dweezil Zappa: Sharleena, Stevie’s Spanking, Chunga’s Revenge, Jam

    Frank Zappa & Dweezil Zappa: Sharleena, Stevie’s Spanking, Chunga’s Revenge, Jam

    Stevie’s Spanking (Hammersmith Odeon, Londra, 18 giugno 1982)
    Stevie’s Spanking (Stadthalle, Vienna, 28 giugno 1982)
    Sharleena (registrata all’Universal Amphitheater, Universal City, CA, 23 dicembre 1984)
    Chunga’s Revenge (Live Wembley Arena, Londra, 1988)
    Jam – Zappa Plays Zappa (Tour 2011, Brighton Dome)

    Foto di copertina di Derick Thomas

    Dweezil Zappa ha debuttato all’età di 12 anni all’Odeon Hammersmith di Londra, nel tour europeo di Frank Zappa (1982).

    Frank e Dweezil si sono uniti in concerto sul palco, per la prima volta, a duettare insieme con le loro chitarre il 23 dicembre 1984 all’Universal Amphitheatre di Los Angeles. In questa occasione si esibirono con la versione live di Sharleena. Dweezil aveva 15 anni quando è stata registrata la Soundpage.
    In precedenza, sempre nel 1984, una versione di Sharleena è apparsa nell’LP di Frank Zappa Them Or Us: Dweezil ha anche contribuito con un assolo alla registrazione in studio.
    Nella traccia, a circa due minuti e mezzo, Dweezil inizia il suo assolo; un minuto dopo, suo padre arriva alla chitarra come co-protagonista. È una performance notevole sotto ogni punto di vista; è sorprendente considerando il tempo relativamente breve in cui Dweezil ha suonato la chitarra.

    Quanto tempo avete provato tu e Dweezil prima di eseguire “Sharleena” sul palco?
    “Zero. Fu l’ultimo concerto del tour del 1984. Ero in viaggio da sei mesi ed ero appena tornato in città. Dweezil stava facendo le prove: stavamo lavorando all’Universal Amphitheatre e sapevo che voleva salire sul palco. Aveva suonato un assolo nella versione dell’album, quindi conosceva già la canzone. Ha fatto il soundcheck nel pomeriggio ed ha sistemato la sua attrezzatura. Quella è stata la prima e unica volta che io e lui abbiamo suonato insieme dal vivo. E’ stata una sua idea.
    Non era la prima volta che Dweezil appariva con la band. Ha debuttato sul palco con il gruppo in Europa quando aveva 12 anni nel 1982. Ha suonato con noi all’Hammersmith Odeon di Londra, in uno dei tre giorni in cui siamo stati lì, e anche a Monaco, Vienna ed un’altra città credo. Ma in quelle occasioni io dirigevo: nella performance di Los Angeles per la prima volta io e lui abbiamo suonato la chitarra solista insieme. Quando due chitarristi solisti si esibiscono insieme, si rischia di fare rumore. Ascoltare o partecipare non è una delle cose che preferisco”.

    Cosa ha fatto funzionare così bene questo duetto?
    “Ho avuto il buon senso di stargli alla larga (ride). Il mio obiettivo era fare un pezzo di musica lì, non suonare in modo competitivo. In genere, questo non succede con le jam session. Di solito le jam session sono esercizi di egomania”.

    Dal momento in cui Dweezil ha preso in mano una chitarra per la prima volta, quanto tempo è passato prima che si unisse a te sul palco per quelle date europee?
    “Poco più di un anno. Ha suonato in studio su una melodia heavy metal che stavamo facendo, “Steve Spanking”, che è un altro brano di Them Or Us. Anche se Dweezil aveva molta destrezza manuale quando ha iniziato, aveva problemi sul ritmo, su come regolarsi quando doveva entrare e su cosa fare, proprio come la maggior parte dei musicisti principianti. Era anche limitato nel numero di tasti con cui poteva suonare: ho dovuto modificare un po’ gli arrangiamenti per scegliere una tonalità comoda per lui durante la sua parte dell’assolo. Non è facile in queste condizioni suonare con tuo figlio sul palco. Ma, nel 1984, aveva acquisito abbastanza abilità e una volta aveva anche registrato quella canzone. Dweezil si allena molto, passa circa cinque ore al giorno ad allenarsi”.

    Nella versione live, è Scott Thunes al basso?
    “Sì, e Chad Wackerman alla batteria. I tastieristi sono Alan Zavod e Bobby Martin, i vocalist sono Bobby Martin, Ike Willis e Ray White. Ike e Ray suonano entrambi la chitarra”.
    (Frank Zappa, Guitar Player Magazine, gennaio 1987)

    Dweezil Zappa ha portato Hot Rats sul palco come frontman e forza trainante di Zappa Plays Zappa.
    “E’ sempre stato uno dei miei album preferiti. Il legame che ho con quel disco non è solo musicale: è stato realizzato l’anno in cui sono nato, è dedicato a me. Per me, è uno dei dischi che ha messo in mostra il modo in cui suonava la chitarra mio padre. Se ascolti in particolare Little Umbrellas e It Must Be A Camel pensi che si tratta del lavoro di un compositore, piuttosto che di un cantautore pop. Lo senti davvero andare in profondità nel regno della composizione. Le trame, le armonie, gli strati di strumentazione, l’arrangiamento, il modo in cui manipolava gli strumenti e cambiava il loro carattere: questo è ciò che rende Hot Rats speciale. Non lo sentirai in nessun altro suo disco né, del resto, in nessun altro disco. Anche quando suono liberamente, continuo a filtrare ciò che suono attraverso il suo vocabolario. Conosco un sacco di cose che mio padre preferirebbe, ciò che suonerebbe…”.
    (Guitarist, dicembre 2019)

  • Frank Zappa, Baby Snakes: ‘a movie about people who do stuff that is not normal’, review

    Frank Zappa, Baby Snakes: ‘a movie about people who do stuff that is not normal’, review

    Baby Snakes trailer
    Le animazioni di Bruce Bickford per Baby Snakes

    ‘Un film su persone che fanno cose anormali’. Con questo sottotitolo Frank Zappa ha presentato Baby Snakes, un crudo reportage sui suoi spettacoli al Palladium nella tradizione di Halloween, precisamente lo show del 30-31 ottobre 1977.

    Adrian Belew ha raccontato: “Ci siamo divertiti. Seguivo Frank come un cucciolo, non ne avevo mai abbastanza. Era pieno di informazioni, era divertentissimo e quando parlava ti incantava. Una volta, alle prove, stavo spostando la mia pedaliera per lo studio e lui disse: ‘Se hai finito di giocare al trasloco, ti spiacerebbe unirti a noi?’. La sua mente era sempre in movimento. Tirava fuori gli spartiti e iniziava a scrivere musica all’aeroporto o in aereo. L’editing del film Baby Snakes ha richiesto solo tre notti – due show di tre ore a notte senza intervalli tra i pezzi, qualcosa di incredibile. Registrava qualsiasi cosa, anche i soundcheck che potevano durare anche tre ore. Aveva creato un intero Zappaverso, un mondo diverso. Non esisteva nient’altro”.
    (Classic Rock, luglio 2015)

    Con Baby Snakes Zappa ha dimostrato, una volta di più, di frantumare con la partecipazione attiva del pubblico la classica divisione tra artista e spettatori.
    Il film è considerato dalla critica un’opera sociologica di prima mano. Cinema alla Zappa che non rispetta le convenzioni del film rock e neanche le innovazioni del surrealista 200 Motels. E’ ‘un’estensione della mia pratica musicale’ ha detto Zappa (Rock & Folk, 1980).
    E’ la fede incrollabile di Zappa in se stesso, l’oltraggioso senso dell’umorismo (come in “cose che non sono normali”) e la sua indiscutibile capacità di realizzare che gli ha permesso di completare contro ogni previsione progetti come Baby Snakes. Zappa ha fatto tutto da solo, anche il viraggio finale dei colori, tranne l’animazione di Bickford, realizzata sempre sotto la sua direzione.
    “È il tipo di film” ha spiegato Frank ridendo “in cui se ti alzi per fare una pisciata o per prendere dei popcorn, al tuo ritorno riprenderà. Ma non credo che ti alzerai per il Popcorn” (Circus, 19 febbraio 1980).
    Non c’è nessun montaggio cronologico: le sequenze concerto, backstage, prove, animazioni di argilla di Bruce Bickford, preparativi, sala, anomalie comportamentali presenti in ogni scena. Roy Estrada e la sua maschera antigas, il gioco sadico con la bambola gonfiabile Miss Pinky, le battute di Frank sulle mutandine che le signore del pubblico gettano sul palco, ecc.

    Baby Snakes è stato presentato in anteprima il 21 dicembre 1979 (il giorno del compleanno di Frank) al Victoria Theatre di New York City in Dolby Stereo. FZ ha installato uno speciale sistema PA nel teatro in modo che potesse suonare proprio come un vero concerto. Visto che era il suo compleanno, Frank decise di distribuire nell’atrio del locale fette di torta a forma di serpente: indossava un cappello da chef.
    Dopo l’ennesima difficoltà a trovare un distributore, Zappa decise di distribuire il film in modo indipendente attraverso la sua società di produzione Intercontinental Absurdities. Il film andò in onda 24 ore su 24 al Victoria Theatre di NYC e lui realizzò un ottimo profitto. Ha anche ricevuto un premio a Parigi nel 1981, il Premier Grand Prix per il genere ‘film musicale’.
    Il film è stato prodotto interamente da Zappa ed è costato 500.000 dollari. Per finanziarlo, ha lavorato sodo facendo più concerti. In un’intervista rilasciata a Michael Branton per Collage (dicembre 1977), Frank disse: “ci sono questi piccoli serpenti e c’è l’Universo e l’interconnessione tra loro”.
    Oltre alle registrazioni del 30-31 ottobre 1977 (Palladium), il film contiene anche le sessioni di sovraincisione di Sheik Yerbouti dell’estate 1978. L’intervista e il filmato dello shopping furono girati a Monaco (Germania) nel settembre 1978.
    Baby Snakes è stato pubblicato in VHS nel 1987 (versione originale lunga) ed è stato ristampato in DVD il 9 dicembre 2003 dalla Eagle Vision United States con un sonoro rimasterizzato in 5.1 Surround.
    L’album Baby Snakes, colonna sonora dell’omonimo film, è stato pubblicato nel 1983.

  • Frank Zappa & The Mothers Of Invention – Festhalle Mustermesse (Basel, Switzerland, 1974 10 01)

    Frank Zappa & The Mothers Of Invention – Festhalle Mustermesse (Basel, Switzerland, 1974 10 01)

    FZ, Napoleon Murphy Brock, Tom Fowler, George Duke, Ruth Underwood, Chester Thompson, Mike Urso, James “Bird Legs” Youmans, Jeff Simmons (Early Show)

    Tracklist

    Tush Tush Tush
    Stink-Foot
    Inca Roads
    Cosmik Debris
    Approximate Part 1
    Approximate Part 2
    Florentine Pogen Preamble
    Florentine Pogen
    Penguin In Bondage
    T’Mershi Duween
    Dog Meat
    Building A Girl
    Tuning – Preamble
    Camarillo Brillo
    Oh No
    Son Of Orange County
    More Trouble Every Day

    Il 1° ottobre 1974 Frank Zappa si esibì in un doppio concerto insieme ai Mothers of Invention al Festival Mustermesse di Basilea, in Svizzera.

  • Frank Zappa, Orchestral Favorites: Live at Royce Hall, 9-18-1975, review

    Frank Zappa, Orchestral Favorites: Live at Royce Hall, 9-18-1975, review

    Pedro’s Dowry
    Lumpy Gravy – Extract – Improvisation
    The Adventures Of Greggery Peccary

    Dopo aver composto l’intero album “Lumpy Gravy” da solo, Zappa si è avvalso dell’assistenza di un gruppo di musicisti di formazione classica che ha soprannominato Abnuceals Emuukha Electric Symphony Orchestra.
    L’ensemble musicale era di prim’ordine, considerato la crème de la crème delle sessionier della West Coast: basta citare Victor Feldman (il maestro delle vibrazioni inglesi), Bunk Gardner con i suoi legni, il batterista John Guerin, i suonatori di corno francese Vincent DeRosa, Richard Parissi e Arthur Maebe, l’asso della colonna sonora Pete Jolly, i chitarristi Dennis Budimir e Tommy Tedesco.
    ‘Orchestral Favorites’, oggi ritenuto il primo album veramente classico di Frank Zappa, raccoglie registrazioni preziose tratte dal Live al Royce Hall (18 settembre 1975).

    Un’idea precisa di Zappa se l’è fatta chi, un anno e mezzo fa, era alla U.C.L.A., l’università statale californiana, per l’incisione dal vivo di un album mai pubblicato con l’Abnuceals Emuukha Electric Symphony Orchestra.
    Ci trovammo davanti una specie di piccolo Palazzo dello sport illuminato a giorno.
    L’orchestra sul palco era una di quelle serie. Il maestro, per quanto bizzarro, pure. Perfino Zappa era serio mentre sedeva al centro della sala di fronte a macchinari pazzeschi per la registrazione di questo suo esperimento di musica contemporanea.
    Un’ora è filata liscia così fra una cascata di suoni sconnessi con Zappa che si alternava alla direzione dell’orchestra con il maestro sempre più sudato. Il tutto, per quanto strano, risultava divertente. Alla fine Zappa, quando nessuno sapeva più che pensare e i commenti sussurrati erano cessati per lasciare il posto a una sensazione a metà fra lo stupore e la noia, ha voluto spiegare come aveva composto quella musica.
    “Il motivo per cui siamo qui lo sapete, vero? Da tempo volevo cimentarmi in un lavoro che coinvolgesse una vera orchestra. La musica che avete ascoltato finora è stata composta di getto. Niente scervellamenti a tavolino per riempire gli spartiti. Qualcun altro ha pensato man mano a trascrivere una serie d’improvvisazioni culminate nell’esibizione di questa sera. Ora eseguiremo un pezzo improvvisandolo come abbiamo fatto durante la preparazione io e l’orchestra”.
    A quel punto Zappa introdusse il pubblico alla parte più assurda e interessante di tutta la serata. Cominciò rivolgendosi prima ad un musicista poi all’altro, poi a tutti contemporaneamente. Con la voce e con i gesti chiedeva, ad esempio, al trombone, di ripetere una certa tonalità. Mentre a gesti e parole faceva capire al trombone di continuare così, si rivolgeva al violino; poi, man mano, imitando con la voce i suoni e con le mani i tempi, al clarino, batteria, arpa, trombe, oboe, viole, piano, chitarra, ecc.
    Zappa, scatenato e quasi in stato di trance, conduceva i 37 componenti dell’orchestra, fra un “poh, poh, tzih, tzih, dlen, dlang, tunf, plin, tock, peeh, zum, din, fiuù …” nell’esecuzione più sconvolgente della intera serata. La curiosità del pubblico era stata soddisfatta. Per quanto pazzo possa essere condurre un’orchestra in quel modo, Zappa lo trovava divertente, come i presenti. (Vincent Messina, Popster, settembre 1977)

    “Frank ha scritto Black Page perché, quando facevamo un concerto con un’orchestra di 40 elementi (The Abnuceal Orchestra), continuava a sentire musicisti in studio a Los Angeles parlare con timore delle prove mattutine in cui il ‘lato nero’ veniva messo davanti ai loro occhi. Ecco perché ha deciso di scrivere il suo ‘black side’”. (Terry Bozzio intervistato da Andrew Greenaway, 17 settembre 1992 – Glissando, dicembre 2007)

    A causa delle controversie legali che Zappa stava attraversando, tutta questa grande musica è stata messa da parte per oltre 40 anni. Secondo quanto ha riferito il Vaultmeister Joe Travers, quando Zappa fornì i nastri di Orchestral Favorites alla Warner Brothers come parte degli obblighi contrattuali dell’epoca, non aveva dato loro la “bobina master tone” che viene utilizzata per allineare correttamente i registratori per la riproduzione. Inizialmente, Orchestral Favorites (pubblicato nel 1979) conteneva 5 tracce: Strictly Genteel, Pedro’s Dowry, Naval Aviation in Art?, Duke of Prunes e Bogus Pomp.
    In seguito, i produttori hanno trovato la bobina del master tone con un suono decisamente migliore. I trasferimenti ad alta risoluzione dei nastri originali sono stati masterizzati per il digitale da Bob Ludwig e Bernie Grundman per l’uscita in vinile. La rimasterizzazione su CD è stata realizzata con i mix del 2019 di Craig Parker Adams creati dai master tapes originali da 2 pollici a 24 tracce.
    Il triplo disco rimasterizzato nel 2019 (UMG) include Strictly Genteel, Pedro’s Dowry, Naval Aviation in Art?, Duke of Prunes, Bogus Pomp, Revised Music for Low-Budget Symphony Orchestra, Rollo, Black Napkins, Dog / Meat, Lumpy Gravy (Extract) Improvisation, The Adventures of Greggery Peccary.

  • Frank Zappa, Roxy Performances: the legendary event on Sunset Strip in LA, review

    Frank Zappa, Roxy Performances: the legendary event on Sunset Strip in LA, review

    Montana, Dupree’s Paradise, Dickie’s Such An Asshole, Don’t eat the yellow snow

    Le performance al Roxy Theatre al Sunset Strip di Los Angeles sono tra i migliori spettacoli live mai eseguiti da Zappa e dai Mothers. Quando si esibirono, nel 1973, tra canzoni vecchie e nuove, il Roxy Theatre era stato aperto da poco.
    Parte delle serate sono state rese disponibili negli album Roxy & Elsewhere (1974) e Roxy by Proxy (2014) – senza contare Roxy: The Movie (2015) – prima che lo storico evento al Roxy venisse raccolto e editato nel cofanetto da 7 CD The Roxy Performances corredato da un booklet di 48 pagine ricco di foto e note di copertina del Vaultmeister Joe Travers, resoconti della scrittrice australiana Jen Jewel Brown ed un saggio del cantante/chitarrista americano Dave Alvin.
    Nel 2016, sono state mixate dal Craig Parker Adams 8 ore di musica da nuovi nastri in alta definizione trasferiti dai multi-traccia originali.

    “E’ una delle mie formazioni FZ preferite in assoluto. Questo cofanetto contiene alcune delle migliori serate musicali che Los Angeles abbia mai visto in un locale storico” (Ahmet Zappa, co-produttore del progetto The Roxy Performances).
    Il 9 e 10 dicembre 1973, Zappa e i suoi collaboratori presentarono un lungo spettacolo teatrale in 4 show dopo aver provato (il giorno prima, l’8 dicembre) le riprese del film/soundcheck. The Roxy Performances rivela gli spettacoli anticipati e tardivi delle serate fornendo anche un interessante backstage a porte chiuse. Si tratta di una sessione di registrazione privata (solo su invito) ai Bolic Studios di Ike Turner per registrare gli overdub destinati all’album Roxy & Elsewhere filmando l’intera session. In più, contiene un brano inedito, That Arrogant Dick Nixon.

    I 5 spettacoli presentano canzoni dal 1969 al 1973, con molti brani selezionati da Uncle Meat, Hot Rats, Waka/Jawaka e Over-Nite Sensation . Tra le tante chicche live, troviamo brani come Village Of The Sun, Pygmy Twylyte, Cheepnis, I’m the Slime, Penguin In Bondage, Dickie’s Such an Asshole, Inca Roads, Be-Bop Tango, King Kong, Chunga’s Revenge, Son of Mr. Green Genes.
    Le esibizioni, impeccabili e ricche di brividi improvvisativi, sono improntate su una musica più jazz che rock.
    Ad affiancare Zappa, troviamo George Duke (tastiere), Tom Fowler (basso), il fratello Bruce Fowler (trombone), Don Preston (sintetizzatori), Ruth Underwood (percussioni), Ralph Humprey e Chester Thompson (batteria).
    Nel 1973, il Los Angeles Times elogiò le performance dei Mothers, mentre il Los Angeles Herald Examiner definì Zappa “il John Cage della controcultura”.
    A giudicare dalle immagini, Frank Zappa e la sua band trasudano gioia, entusiasmo, euforia nel vivere questa esperienza.
    Per il concerto al Roxy, Kerry McNabb fu incaricato di registrare su una console a 16 tracce presa in affitto.

    Potremo mai vedere parte del film girato al Roxy nel ’73?
    “No, a meno che io non diventi molto, molto ricco ed abbia un sacco di tempo libero. Tutto il film è stato trasferito al video, ma nessun audio è stato sincronizzato. Prima di poterlo modificare, tutto deve essere sincronizzato: questo è un processo piuttosto lungo e costoso. L’editing video costa un sacco di soldi e non ho nessuna di quell’attrezzatura a casa, quindi devo sempre fare affidamento sullo studio di qualcun altro che costa dai 600 ai 700 dollari l’ora” rispose Zappa a Society Pages (intervista pubblicata nel numero 7 – settembre 1991)

    “I negativi del film furono trasferiti dallo stesso Frank Zappa negli anni Ottanta utilizzando la tecnologia all’epoca disponibile. Quello che vogliamo fare adesso è tornare indietro ai negativi originali e ritrasferirli in alta definizione per poi creare un missaggio audio 5.1 dai nastri master. Una volta fatto ciò, bisognerà poi passare al montaggio. Mettere insieme il programma, le varie inquadrature, cosa mostrare e da quale angolazione, e se includere materiale video da uno solo o da tutti e tre gli show. Si tratta di roba grandiosa, ma il processo di produzione costerà un sacco di soldi e prenderà parecchio tempo” (Joe Travers).

    La chitarra usata da Zappa nei concerti al Roxy Theatre è stata ribattezzata Roxy SG: la chitarra replica dello strumento di Zappa è stata prodotta da Gibson in edizione limitata a soli 400 esemplari.

  • Frank Zappa, Live Hammersmith Odeon 1978 (part 2): the Blue Box designed by Klaus Wiedemann

    Frank Zappa, Live Hammersmith Odeon 1978 (part 2): the Blue Box designed by Klaus Wiedemann

    Jones Crusher
    Watermelon In Easter Hay (Prequel)

    Immagine di copertina di Salvador Luna

    https://www.youtube.com/watch?v=W2CxOuQyHjw

    Ho discusso con Klaus Wiedemann delle tecniche microfoniche utilizzate poiché sembrano contraddire la maggior parte del pensiero comune in quel contesto. Frank aveva supervisionato la maggior parte del microfono e aveva usato il suo orecchio come guida.
    La batteria e le percussioni ricevono un’attenzione migliore di quella consentita dalla maggior parte degli studi; le percussioni, la batteria ed entrambe le tastiere sono submixate nelle loro postazioni dal musicista e dal fonico insieme, assicurando che il maggiore controllo soggettivo rimanga al musicista, cioè dove è più necessario.
    Durante i concerti all’Odeon, la separazione e la definizione del suono era più precisa di quanto avessi pensato. Ho notato, in particolare, che le grancasse e i piatti suonavano come tali e non come scatole di cartone sbattute e coperchi di bidoni della spazzatura. Inoltre, ogni singolo strumento che ha utilizzato più input di note al banco principale ha offerto l’opportunità di un mix stereo. Questo effetto è stato particolarmente piacevole in presenza della sezione delle percussioni e della batteria, ed è stato un bel distacco dal solito filo di pensiero ‘tutto in mono, non si sente’ comunque in stereo’.
    Lasciando Klaus a mormorare qualcosa in tedesco sui pessimi crossover, sono passato a Davey Moire, l’uomo responsabile del main pa mix. La maggior parte di noi avrà visto il nome di Davey sulla copertina di molti dischi provenienti dai Record Plants di New York e LA. Lo si può trovare anche su Zoot Allures di Frank Zappa prestando un po’ di postulato vocale. Ho già avuto una stretta familiarità con il lavoro di Davey (Tommy Bolin e altri) e trovo che i suoi obiettivi di accuratezza e controllo creativo impiegati in studio abbiano sicuramente prevalso nell’area più immediata del missaggio dal vivo. Si siede su due Yamaha PM-1000, modificati secondo le specifiche dell’uso di Davey e Frank.
    Davey mi ha detto che gli Yamaha sono stati selezionati dopo molti problemi con i loro banchi precedenti e sono molto soddisfatti della transizione. Una delle modifiche chiave è stata l’aggiunta di un interruttore di silenziamento di gruppo, solitamente impiegato nei gruppi vocali in modo da consentire il minimo rumore ambientale per arrivare ai microfoni non in circuito (ad esempio, durante i passaggi strumentali). Ecco un altro uomo che non ha paura di attivare e disattivare i fader, anche in una situazione live. Davey interfaccia tutto il palco con i rack delle apparecchiature ausiliarie e del mixer. Tutto è microfonato tranne le tastiere, alcune percussioni e l’uscita dalla ‘Blue Box’. Usa la compressione dbx per l’intero sistema e diversi mixer supplementari per controllare le uscite di percussioni e batteria. Ancora una volta, compaiono Kepex e Gain Brain, seppure usati con parsimonia e principalmente per scopi limitanti.
    Si è scoperto che la gamma dinamica della musica era più una qualità intrinseca dell’esecuzione rispetto all’ingegneria.
    Davey invia quattro canali di informazioni agli amplificatori di potenza con lo stesso mix mono/stereo che va a quattro tracce a 76 cm/s sul venerabile Scully. Mi è stato detto che gran parte di un disco live è stato realizzato dalla stessa macchina a 4 tracce con poche sovraincisioni o nessuna. Ciò dimostra quanto accuratamente operino.
    Durante il soundcheck, Davey e il mixer monitor separato si alternano con il generatore di rumore rosa White e il proprio sistema di equalizzazione White. Le impostazioni live dell’eq sono piuttosto piatte con un leggero aumento (3-5 dB) alle estremità basse e alte, con un leggero taglio (3 dB) intorno a 150 Hz, che è risultata essere la frequenza di risonanza dei bin.
    Durante la performance effettiva, mi sono preso del tempo per fare una lettura spl usando un’unità di test del consumatore ponderata A. Ho scoperto che il livello normale era nell’area di 95-100 dB con pochi picchi sopra i 110 dB. Nessuno ha gridato di “alzare il volume” e il suono ha riempito la sala con una buona separazione e chiarezza.
    Frank Zappa viaggia con un entourage molto qualificato (Moire, Wiedemann e Gray): i loro sforzi sono trattati con uno spirito di creatività e autonomia, che raramente si trova in un simile ambiente.
    Concludo con una risposta a una mia vecchia domanda. Alla fine degli anni Sessanta Frank Zappa e The Mothers of Invention pubblicarono un bel doppio album chiamato Uncle Meat. Le copiose note di copertina menzionavano che un particolare passaggio conteneva non meno di 64 tracce di percussioni e altra strumentazione… come mai nel ’69? Quattro generatori di codice di modifica SMPTE: “immagino che sia ciò che li mantiene sincronizzati”.
    (estratto da un articolo di David Clamage, Studio Sound, settembre 1978)