Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Categoria: FZ Topix

  • Frank Zappa – Merry Christmas & Tax the Churches! – “Music is my religion” (5 songs + bonus)

    Frank Zappa – Merry Christmas & Tax the Churches! – “Music is my religion” (5 songs + bonus)

    Religious Superstition
    Jesus Thinks Youre A Jerk
    Dumb All Over
    The Adventure of Greggery Peccary
    Mudd Club (bonus) – The Meek Shall Inherit Nothing + Heavenly Bank Account
    The Church & Taxes

    “La musica risveglierà il vostro spirito e rivelerà i suoi effetti positivi. È forse la cosa più vicina al paradiso e non ha nulla a che fare con i soldi che mettete nella cassetta della chiesa. Non c’è altro cielo”
    (Frank Zappa, novembre 1979).

    Frank Zappa fondò una stravagante ed improbabile chiesa, sarcasticamente denominata CASH (Church of American Secular Humanism), in relazione ad un episodio degli anni ’80, quando un giudice dell’Alabama aveva definito le scuole ‘infestate di Umanesimo Secolare’: secondo il giudice questo fatto violava i diritti civili dei rispettabili cittadini, ferventi religiosi.
    A quel punto, Zappa ribatté che “l’Umanesimo Secolare, in realtà, non era ancora stato riconosciuto come religione, dunque era giunto il momento che lo fosse”. Presentò la richiesta per l’ufficializzazione di una nuova associazione religiosa: la Chiesa dell’Umanesimo Secolare Americano. Zappa annunciò che, se la sentenza del giudice fosse stata confermata, l’Umanesimo Secolare avrebbe avuto diritto agli stessi benefici di cui gode ogni altra religione secondo la legge statunitense: esenzioni fiscali, potere politico impressionante, spese non certificate di ingenti somme per speculazioni immobiliari, azioni segrete in tutto il mondo, ecc. Naturalmente fu una provocazione e quando apprese la buona notizia che la sentenza del giudice era stata cassata, Zappa decise di ritirare i documenti e sciogliere la religione. (20zero77.it, 4 gennaio 2021)

    “In nessun momento storico, dal Medioevo, così tante persone hanno creduto nel diavolo. La credenza in un tipo con la coda dà la possibilità a personalità instabili di dire ‘Il diavolo me l’ha fatto fare’ e quindi si sentono assolti da qualsiasi responsabilità”. (Frank Zappa, Cash Box, novembre 1988)

    Il brano The Meek Shall Inherit Nothing di Frank Zappa sfida l’idea secondo cui coloro che si conformano passivamente e conducono una vita umile e obbediente alla fine saranno ricompensati. Dipinge, invece, l’immagine di un mondo in cui i mansueti restano svantaggiati, mentre coloro che sfruttano gli altri prosperano.

    Con ‘Greggery’ Zappa si riferisce a Gregorio XIII, papa del 1500 inventore del calendario gregoriano tuttora in uso. Peccary è un tipo di maiale, conosciuto in italiano con il nome di pecari labiato. Zappa vedeva la religione come un enorme business.

    “Un giorno il concetto di ateismo sparirà. Ci saranno, invece, le persone normali e qualche buffo credente”. (Frank Zappa)

    “Il miglior consiglio che posso dare a chiunque voglia far crescere un bambino felice e mentalmente sano è: tenetelo lontano dalle chiese appena potete”. (Frank Zappa)

    In “The Real Frank Zappa Book”, nel capitolo “Church & State”, Zappa ha riportato diverse citazioni di personaggi famosi i quali affermano di non credere in Dio o credono che Chiesa e governo dovrebbero rimanere separati.
    Riporto, in particolare, la citazione di Thomas Paine: “Non credo in ciò che professa la chiesa ebraica, romana, greca, turca, protestante o qualsiasi altra chiesa che io conosca. La mia mente è la mia chiesa”.

    Zappa è cresciuto come cattolico, in seguito è diventato ateo. Zappa era molto critico nei confronti della religione organizzata, del potere e dell’influenza che ha sulla politica e sulle persone. Durante gli anni ’80 ha scritto diverse canzoni satiriche attaccando i telepredicatori Jerry Falwell, Robert Tilton, Pat Robertson, Jim Bakker e Jimmy Swaggart.
    “Hanno cercato di farmi andare anche alla scuola cattolica. Sono durato pochissimo. Quando il pinguino mi ha inseguito con un righello, ero fuori di lì. Sono andato regolarmente in chiesa fino all’età di 18 anni. Poi improvvisamente, la lampadina si è accesa sopra la mia testa. Tutta quella ‘morbidezza’ e disciplina senza cervello erano piuttosto disgustose: sanguinamento, dolore e niente carne di venerdì. Cos’è questa merda? Beh, penso sia stato possibile fare quello che ho fatto solo perché sono sfuggito alla schiavitù di essere un credente devoto. Per essere un buon membro della congregazione, alla fine devi smettere di pensare. L’essenza del cristianesimo ci viene raccontata nella storia del Giardino dell’Eden. Il frutto che era proibito era sull’albero della conoscenza. Il ‘sottotesto’ è: Tutta la sofferenza che hai è perché volevi scoprire cosa stava succedendo. Potresti essere ancora nel Giardino dell’Eden se solo avessi tenuto quella fottuta bocca chiusa e non avessi fatto domande”. (intervista su Playboy, 1993)

  • Frank Zappa, Amnerika (3 versions): his thoughts on America

    Frank Zappa, Amnerika (3 versions): his thoughts on America

    Amnerika (Thing-Fish) – Amnerika (Civilization Phaze III, 1994) – Amnerika vocal version (Frank Zappa For President, 2016)

    Inizialmente, Amnerika era meno elaborata: la prima volta, è stata registrata per Thing-Fish. In seguito, con l’uso del Synclavier, ha portato l’hoquetus al suo estremo assurdo. L’hoquetus è una tecnica compositiva d’uso comune durante il periodo barocco secondo cui un fraseggio è segmentato in modo tale che due o più strumenti suonino segmenti alternati, ognuno ripartendo da dove ha finito l’altro.
    Frank Zappa ha preso l’arrangiamento classico (melodia e accompagnamento) di Amnerika e ne ha distribuito ogni nota ad uno strumento diverso. Il risultato, come si può ascoltare su Civilization Phase III, è impressionante. Abbastanza facile per un computer, ma estremamente difficile per 24 musicisti in carne e ossa, ognuno dei quali deve piazzare le proprie note isolate a intervalli in apparenza casuali facendo in modo che il tutto armonizzi ritmicamente. Essendo le esecuzioni per i concerti di The Yellow Shark ancora un po’ incerte, questo brano è stato escluso dall’album. In seguito, l’Ensemble Modern è riuscita ad eseguire regolarmente Amnerika in modo legato e impeccabile. Bastava solo avere tempo a sufficienza per esercitarsi.
    Il termine Amnerika è composto da Amnesia e America. Il testo della versione vocale ne spiega il significato: “Ciò che non può essere risolto con un favore o una tangente dovrebbe essere morto o dimenticato: non deve sopravvivere!”. Il testo cita i nativi in rivolta, i nativi americani, i terribili creativi che “ci fanno ricordare e ci causano un tale dolore!”. Gli americani si sbarazzano dei sensi di colpa con la ‘santa malattia’ che dà sollievo, la Bibbia che toglie ogni responsabilità.

    Frank Zappa, con la sua visione profondamente autentica del mondo, ha definito ‘insignificante’ la cultura americana rispetto a quella di Paesi con proprie tradizioni millenarie. Pensando all’identità culturale americana ha semplicemente detto: “Non significhiamo nulla” e “siamo così dannatamente stupidi”.
    Nel 1976, in occasione del bicentenario della Dichiarazione di Indipendenza (200 Years Old), Frank ha considerato che, in 200 anni, l’America ha raggiunto un bel risultato in termini di corruzione.
    “Considera ciò che è stato realizzato: abbiamo rubato agli indiani, abbiamo soggiogato razza dopo razza nel nome di Dio senza contare l’immortale simbolo del dollaro, l’industria del controllo della personalità, chiesa, giornali e Tv. Un meccanismo progettato per guidare i pensieri e le azioni di un gran numero di persone, equamente divise tra produzione e consumo”.
    Zappa ha anche dichiarato che “un Paese che non sostiene la propria cultura, non investe in essa e non la mantiene attiva, forse non dovrebbe esistere”.

    “L’America non ha cultura. La società americana in tutta la sua magnificenza meccanizzata fa tutto il possibile per uccidere i sognatori”.
    I sognatori sono pericolosi, causano confusione, fermento, a volte felicità. Osano fare il Grande Sogno Americano abbinando l’ingegno con il sistema. Sfidano la Suprema Autorità, la sua Mediocrità Universale… tutto perché sono sognatori.
    Zappa continua a sognare: “Continuerò a comporre e a lavorare al film, poi passerò ad altro”.
    (The Sun Magazine, 3 maggio 1970)

    “Non c’è mai stata una cultura negli Stati Uniti, quindi non può esserci controcultura. Non sono controculturale, a me interessa la cultura che il mio Paese non ha”. (Popular 1, aprile 1979)

    “Non puoi amare l’America, non puoi conoscerla, non puoi parlare di lei, non puoi esaltarla o giudicarla male perché non la vivi. Tu non sai cosa sono un paio di jeans anche se li porti, non sai cosa è la televisione e nemmeno cos’è un hamburger”.
    “Sono completamente devoto al mio ideale estetico. Il concetto americano di gioventù presume che tutti i ribelli tornino prima o poi all’ovile, rientrino nel gregge. Ma noi, non ci possono ignorare. Anche se le idee che stanno dietro alla nostra musica non piacciono, la si deve ascoltare perché è dappertutto”.
    (Frank Zappa, Popster, aprile 1978)

    “Finché uno non percepisce il proprio ambiente, non se ne preoccupa, e non fa niente per cambiarlo; questo è qualcosa che va fatto prima che l’America saccheggi il mondo e poi ci cachi sopra”.
    (Frank Zappa, intervista radiofonica alla BBC)

    “Qui non esiste un ministero della Cultura. Sai perché? Non c’è cultura. Ci sono due parole, in particolare, che qui non si possono usare da nessuna parte: cultura e intellettuale. Se parli di sostegno alla cosiddetta cultura, la destra è subito alle tue spalle”.
    (“Talking with Frank” by Fabio Massari, Los Angeles/Sao Paulo, 1991)

    “Molto di ciò che facciamo è progettato per infastidire le persone, al punto da mettere in discussione la società in cui vivono. Deve succedere qualcosa prima che l’America faccia ammalare il mondo intero”.
    (Frank Zappa)

  • Frank Zappa, I Ain’t Got No Heart – Broken Hearts Are for Assholes: il cinismo di un genio

    Frank Zappa, I Ain’t Got No Heart – Broken Hearts Are for Assholes: il cinismo di un genio

    I Ain’t Got No Heart (Freak Out, 1966) – Broken Hearts Are for Assholes (LÄTHER, 1996)

    “I Ain’t Got No Heart” di Frank Zappa esplora l’apatia e l’incredulità nei confronti dell’amore, il rifiuto delle aspettative della società nei confronti delle relazioni. Scritta ed eseguita nel caratteristico stile satirico e irriverente di Zappa, questa canzone sfida le nozioni convenzionali del romanticismo esponendo cinismo e freddezza che possono coesistere all’interno delle relazioni umane.
    Il verso iniziale, “Ain’t got no heart, I ain’t got no heart to give away”, stabilisce immediatamente il tema centrale del brano. Zappa dimostra di essere emotivamente distaccato, privo della capacità o della volontà di amare. La frase “I sit and laugh at fools in love” (mi siedo e rido degli sciocchi in amore), seguito da una risata beffarda, indica il disprezzo di Zappa nei confronti degli individui che credono nei sentimenti e che investono emotivamente nelle relazioni. La sua risata è indotta da un meccanismo di difesa, è un modo per prendere le distanze dalle esperienze legate all’amore che rendono vulnerabili e fanno soffrire. Affermando “There ain’t no such thing as love”, Zappa intende sfidare la nozione ampiamente accettata di amore come forza potente, trasformativa, universale. Continua ad esprimere la sua incredulità nell’autenticità dell’amore con il verso “No angels singing up above today” (Nessun angelo canta in alto oggi). Nessun essere celeste guida le emozioni umane.
    Zappa decostruisce gli ideali romantici cari alla società, invitandoci a mettere in discussione le nostre stesse percezioni. La sua risata suggerisce che lui sa vedere attraverso le finzioni e gli inganni legati alle relazioni romantiche. Dichiara coraggiosamente l’inesistenza del vero amore ed affronta il concetto di possessività in una relazione. Sfida l’idea che una persona possa rivendicare la proprietà esclusiva del cuore di un’altra, evidenzia il suo desiderio di mantenere la propria autonomia. L’amore, secondo Zappa, richiede una connessione emotiva autentica, non soltanto vuote dichiarazioni.

    Con la canzone “Broken Hearts Are For Assholes” (I cuori infranti sono per gli stronzi) Frank Zappa si rivolge alle persone che creano la propria infelicità. L’idea del ‘cuore spezzato’, per lui, è un sottoprodotto della vita. Le persone devono riconoscere i loro difetti, accettare la loro situazione e andare avanti smettendo di crogiolarsi nell’angoscia e nell’autocommiserazione, che portano soltanto ad altre sofferenze. Incoraggia a trovare mezzi più produttivi per affrontare gli alti e bassi della vita.
    (songtell)

    “Frank era la voce perfetta del cinismo. Scherzava con il pubblico, l’industria, i ragazzi in abito grigio, gli hippy, tutti. Fu scomunicato e anche noi. Tutti ci odiavano con grande amore. Ci ha detto: “Sto fondando un’etichetta discografica e voglio che siate coinvolti perché sarà un posto per tutti gli indecenti”.
    (Alice Cooper, Roll, settembre 2002, rivista turca)

    “Mi accusano di essere cinico, ovviamente lo sono. Non potrei essere altrimenti in questo tipo di società, odio i luoghi comuni, la gente che mi fa perdere tempo, il falso perbenismo. Con i musicisti, che devono suonare la mia musica, ho un rapporto preciso: li pago e loro devono lavorare, esattamente come chiedo di fare”.
    (Frank Zappa, Popster, aprile 1978)

    “Il cinismo è l’unico atteggiamento realistico che posso avere per vivere. C’è voluto un po’ per svilupparlo. Tutti partiamo pensando che la gente è carina. Dopo la mia dose di disavventure, solo una Pollyanna terminale poteva continuare a fidarsi, a meno che non ti piaccia metterti a 90 gradi”.
    (Frank Zappa, estratto del libro “Mister Fantasy” di Carlo Massarini)

    “Frank aveva la straordinaria capacità di dire cose che avevano il perfetto equilibrio tra franchezza, verità, cinismo e commedia, il tutto in una frase concisa”. (Steve Vai, Guitar World, febbraio 1999)

    Il compositore americano Frank Zappa (1940-1993) è una persona di raro cinismo che non va mai nella direzione sbagliata e rimane convinto che il problema ultimo dei suoi contemporanei sia la loro cattiva salute mentale. Si diverte molto a stanare ogni forma di ipocrisia per rivelarne tutta la bruttezza e il ridicolo nelle sue canzoni, nei suoi film o durante le interviste. Prende di mira tutti: uomini e donne in cerca di amore, eterosessuali e omosessuali, hippy e alcolizzati, cattolici e suicidi, adolescenti e genitori, cowboy e prostitute, politici e giornalisti, censori e femministe, ebrei e neri… Come ha detto di se stesso: “Non ho visto alcuna prova da un punto di vista logico che la razza umana sia altro che un grosso mucchio di merda. Se mai incontri qualcuno che è rispettabile, onesto e dotato di un certo modo di vivere, allora hai a che fare con un mutante”.

    “Tutti dovrebbero essere cinici, non puoi semplicemente credere in tutto ciò che ti dicono…”.
    (Frank Zappa, New Musical Express, 28 gennaio 1978)

  • WITCHA – xenocronia Frank Zappa, John Cage – xenochrony

    WITCHA – xenocronia Frank Zappa, John Cage – xenochrony

    Xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa e John Cage

    FAIR USE

    Oltre ad alludere alla strega, Witcha, in tono colloquiale, significa ‘con te’.

    “Chi c’è nel tuo film, Frank luv?” disse una voce acuta dal fondo.
    “Non chiamarmi ‘amore’ ” sbottò Zappa come un avvoltoio infastidito “Non farmi incazzare witcha” disse con un sorriso ironico.
    (Record Mirror, 23 gennaio 1971)

    “Sono l’avvocato del diavolo. Noi abbiamo le nostre adoratrici che vengono chiamate groupies. Ragazze che offrono i loro corpi alle rockstar come si offrirebbe un sacrificio a un dio”. (Frank Zappa)

    “Ero convinto che lo sviluppo di Frank fosse entrato in un’altra orbita, che fosse finito in una zona crepuscolare… Si interessò anche a questioni strane come l’occulto e la magia. Disegnava mostri e creature aliene a matita e carboncino ed ha perfino scritto alcune storie su queste creature. Per anni, né io né lui abbiamo frequentato la chiesa. Mi chiedevo dove fossero diretti questi bizzarri interessi di Frank. Un giorno, mi disse che avrebbe cercato di trovare una copia di un libro chiamato “Il manuale del negromante”, un libro su ‘come fare’ magia nera ed incantesimi risalente al Medioevo. Riportava casi giudiziari di persone accusate di aver praticato la magia e conteneva anche istruzioni su come ideare ed utilizzare incantesimi. Frank diceva che la negromanzia era la forma più estrema di pratica magica e prevedeva l’evocazione di demoni. Voleva sperimentare se era davvero possibile evocare un demone ed impartirgli ordini. Non ha mai trovato una copia di quel manuale, ma non so quanto sia andato oltre negli anni seguenti. Una volta, in tono criptico, ha detto “Ho fatto un patto con il diavolo”. Forse, è per questo che ha avuto tanta sfortuna a Londra e a Montreux e a livello di salute”
    (“Frankie and Bobby: Growing Up Zappa” di Charles Robert Zappa, fratello minore di Frank).

    Diedi la colpa al libro di Aleister Crowley che avevano comprato da poco. Gail aveva cominciato ad usare parole come occulto, misticismo e alchemico. “La tensione tra maschio e femmina – affermava Crowley – è fondamentale per l’esistenza e per la magia sessuale”. Considerava la donna sottomessa all’uomo, un ruolo che Gail accettava con gioia, con il pieno consenso di Frank. Potevo vagamente capire l’interesse di Gail in Crowley, ma non quello di Frank, un uomo che trasudava razionalità. Eppure Frank conservò sempre una grande curiosità per l’occulto. Molti anni dopo, mi spiegò la sua posizione. Mi raccontò della più giovane delle sue figlie, Diva. “E’ molto particolare, penso che abbia poteri psichici…”.
    (“Freak out! La mia vita con Frank Zappa” di Pauline Butcher)

    “Frank era molto bravo a valutare le persone, incredibilmente bravo con la psicologia, mi ha semplicemente fissato con quel suo sguardo incrollabile… quello sguardo… una specie di spirale… era la prima volta che incrociavo l’occhio di un mago. Era decisamente in grado di manipolare i livelli della realtà. Era davvero bravo in questo… Era davvero mistico…” (Nigey Lennon nel dialogo con Bob Dobbs del 1995)

    “Frank mi strinse la mano. Al contatto fisico percepii qualcosa… Era la sua energia, le sue vibrazioni, la sua incredibile presenza. Anni dopo, lessi in un’intervista su Playboy di come Marlon Brando dominasse lo spazio fisico dove si trovava, piuttosto che occuparlo come succede alle altre persone. Era così anche con Frank”.
    (Massimo Bassoli, Prog Italia luglio 2017).

    Gli ho chiesto se leggeva e lui ha scosso la testa, poi ha risposto: “L’ultimo libro che ho letto è stato La vita segreta delle piante “.
    Il libro mi ha fatto pensare che Frank Zappa fosse appassionato di giardinaggio o trovasse intrigante l’idea dell’ESP (percezione extrasensoriale, telepatia).
    Gli ho chiesto se pensava di avere capacità psichiche. Ha risposto a bassa voce: “Nessun commento”.
    Sentivo che, forse, questa era la vita segreta di Frank Zappa.
    (BLAST, dicembre 1976)

    “Lancia il tuo incantesimo danzante sul mio cammino, prometto di soccombergli”. “Impara il ballo saltellante del pachuco…”. Debra Kadabra è una strega, come la ragazza di “Camarillo Brillo”.

    Lo stregone è un alchimista.
    Zappa aveva una particolare attrazione per l’alchimia, l’occultismo, l’esoterismo.
    Frank un giorno disse a David Ocker (il suo copista e collaboratore) che, se avesse avuto la possibilità di incontrare un personaggio storico, avrebbe desiderato incontrare Fulcanelli, pseudonimo di un famoso e misterioso alchimista, mai identificato con certezza.

    Sono 5 le principali città delle streghe: Benevento e Triora (Italia), Salem (USA), Wurzburg (Germania) e Vilnius (Lituania). Vilnius è l’unica città al mondo ad avere una statua di bronzo in memoria di Frank Zappa. Una copia di questa statua è stata donata alla città di Baltimora, dove Zappa è nato.

    “La musica è una bella strega che ride…” ho scritto in un post pubblicato nel gruppo What’s Zappa il 15 maggio….

    https://www.youtube.com/watch?v=D121RVNL0QY

  • Frank Zappa & Counterculture: We’re Turning Again + video You Are What You Eat 1968 hippie era

    Frank Zappa & Counterculture: We’re Turning Again + video You Are What You Eat 1968 hippie era

    We’re Turning Again (Frank Zappa Meets The Mothers Of Prevention, 1985)

    You Are What You Eat: film semi-documentario sulla controcultura americana del 1968 che tenta di catturare l’essenza dell’era hippie, del Flower Power anni ’60 e della scena di Haight e Ashbury.

    “We’re Turning Again” è l’ultimo ‘schiaffo’ di Zappa ai resti dell’era hippie, un commento satirico al movimento controculturale degli anni ’60 e al suo successivo declino.
    Frank Zappa prende in giro la superficialità e l’autoillusione di alcuni individui che hanno abbracciato gli ideali del movimento senza comprenderne appieno il senso o essere all’altezza dei suoi principi. Critica la dipendenza dalle droghe, il cieco conformismo ai media, la loro mancanza di umorismo o autoconsapevolezza.
    “Gira e gira, stiamo girando di nuovo”. Queste righe di apertura sembrano riferirsi alla natura circolare e ripetitiva del movimento controculturale: è rimasto bloccato in un ciclo senza raggiungere un reale progresso o un significativo cambiamento.
    I testi descrivono un gruppo di persone che hanno assunto molte droghe per ‘vedere a che punto sono’, ma si sono ritrovate con le loro vite vuote e un senso distorto della realtà. Credevano nella stampa che dava forma alle loro idee.
    Zappa deride anche il loro aspetto e comportamento, li definisce ‘dolci’, ‘gialli’, con indosso ‘coperte puzzolenti’. Li descrive come fan di Donovan: indossano fiori e resistono all’autorità, ma alla fine non ottengono nulla. La loro presunta ribellione era superficiale, inefficace di fronte alle sfide reali.
    Il testo fa riferimento a Jimi Hendrix, Janis Joplin e Keith Moon: icone diventate idoli e oggetti di nostalgia per il movimento della controcultura. Ma limitarsi a idolatrare e romanticizzare il passato non basta. Zappa sottolinea l’ironia dei musicisti contemporanei e dei media che sfruttano questo movimento a scopo di lucro, esortando gli ascoltatori a essere critici nei confronti di ciò che sentono alla radio. Ricorda che il movimento, in origine, riguardava un cambiamento autentico, una resistenza. (songtell)

    “Non c’è mai stata una cultura negli Stati Uniti, quindi non può esserci controcultura. Non sono controculturale, mi interessa la cultura che il mio Paese non ha”. (Frank Zappa, Popular 1, aprile 1979)

    “La controcultura, l’ho esaminata cercando di capire cosa ci fosse di vero e sono arrivato alla conclusione che la controcultura, in quel momento, era solo una truffa commerciale. Certamente è esistita nell’Europa dell’Est, in condizioni terribili, con una polizia segreta e cose del genere. Non sono contro la controcultura, sono contro tutto ciò che è falso”.
    (Barry Miles. Frank Zappa. La vita e la musica di un uomo Absolutely Free, 2011)

    “Tutti mi consideravano cinico e cattivo perché ero al di fuori di quello che stava succedendo. Ero cattivo perché osavo dire che il flower power faceva schifo. Molte persone pensavano davvero che avrebbero governato il mondo con un fiore in mano. Erano pazzi. Credevano in tutti questi leader hippie e in qualunque altra cosa stessero dicendo questi stronzi. Erano così pieni di droga che andavano ciecamente per la loro strada senza pensare che l’origine dell’LSD provenisse dalla CIA. A molti di loro probabilmente non piace pensarci ora. Prendendo LSD stavano aiutando la CIA in uno dei suoi esperimenti preferiti. Dopo aver finito di usare volontari dall’esercito, hanno effettivamente realizzato un profitto vendendolo alla gente per strada e vedendo cosa sarebbe successo ad una popolazione civile.
    Le droghe sono un fenomeno culturale, un’industria e uno strumento attraverso cui il governo tiene sotto controllo i ragazzi. Ogni volta che assumi droga e pensi di poter scappare dalla tua vita, stai solo facendo il gioco del governo e diventi una pedina.
    La società ha reso l’esistenza quasi impossibile a livello pratico ma non prenderanno la mia mente. Nel momento in cui inizi ad assumere quelle droghe, ti hanno preso. Il minimo che puoi fare è mantenere il rispetto di te stesso e sapere che ciò che pensi non sia indotto chimicamente da un’agenzia governativa”.
    (Frank Zappa, Circus Raves, dicembre 1975)

    L’album “We’re Only In It For The Money” (pubblicato a marzo 1968) attacca lo stile di vita hippy.

    “Odiavo gli hippy, la loro tendenza ad accettare un vangelo che li faceva sentire superiori agli altri. La mia gente erano i freaks, i mostri, i mutanti con uno stile individuale che li separava radicalmente dal resto della comunità. “Freaks” in senso fisico, sessuale o mentale, emarginati per necessità, non per seguire l’ideologia alla moda”. (Frank Zappa, El Europeo, maggio 1990)

    “Ho usato io stesso varie droghe durante la mia adolescenza e ho creato alcune cose sotto l’influenza di sostanze chimiche. Successivamente, ho esaminato queste ‘opere’ e ho capito che non avevano alcun valore. Mi vergognavo di quello che avevo fatto”. (Frank Zappa, Rock & Folk, novembre-dicembre 1967)

    https://www.youtube.com/watch?v=UDjBNS7O6AM

  • Frank Zappa & the groupies (part 2), review: Groupie Suite – Live Santa Monica 21 august 1970

    Frank Zappa & the groupies (part 2), review: Groupie Suite – Live Santa Monica 21 august 1970

    “Le donne intorno a Frank tendevano a ricoprire ruoli ben definiti: la moglie manteneva la sua scena domestica correndo come una macchina ben oliata, tutte le groupie assortite e i seguaci del campo che giravano intorno alla band servivano a rendere divertente la vita sulla strada. Io, invece, insistevo per essere il suo pari intellettuale, e questo lo confondeva. Evidentemente non c’era nulla nel suo background che gli permettesse di capire una mina vagante come me. Il fatto che la nostra amicizia fosse sopravvissuta a qualche disaccordo era una testimonianza della sua tenacia e della mia testardaggine”.
    (Nigey Lennon, City Paper, 19 gennaio 1994)

    “In ogni sala da concerto si incontrano ragazze che vengono a scoparsi i musicisti e a cui non interessa cosa suoni. Fanno parte dell’arredamento. Sono contento che esistano perché si occupano dei musicisti e del personale di scena. Allenta la tensione in tournée. Personalmente, non sono interessato a ragazze del genere, ma sono contento che altre persone lo siano. Preferisco le ragazze che hanno qualcosa in testa e sanno come usarla. Ricordo una groupie su cui ho scritto una canzone. Non avrebbe fatto sesso con un musicista finché non le avesse cantato il suo più grande successo”. (Frank Zappa, Playboy, 1982)

    Gail – che aveva vissuto i suoi anni formativi a Londra, nello stesso ambiente dei Beatles e dei Rolling Stones – era stata per qualche tempo una groupie.
    “Una groupie eccellente – disse Frank in un’intervista – Non me ne fregava niente se era andata a letto con altri musicisti”.
    In realtà, secondo Pauline Butcher, lui aveva idee assai più tradizionali sul matrimonio: “Se Gail avesse avuto anche altri uomini, la loro unione non sarebbe durata. Lui ebbe diverse storie, ma non ci fu mai nessuna possibilità che lasciasse Gail e la sua famiglia”. (Classic Rock, luglio 2015)

    Quando Zappa lasciava che una groupie si trasferisse nel seminterrato, tutti in casa dovevano accettarlo.

    Ci sono meno groupie oggi rispetto al passato?
    “Non è una professione così glamour o alla moda come negli anni Sessanta”.
    Perché? Liberazione delle donne?
    “No. Nei primi giorni della rivoluzione sessuale negli Stati Uniti, se annunciavi al mondo che eri una groupie, lasciavi intendere che avevi la licenza per uscire con chiunque. Ora, tutti escono e si uniscono agli altri e non c’è bisogno di specificare che sei una groupie. Puoi semplicemente uscire e farlo, non è più una sorta di vocazione necessaria”.
    Quindi, vuoi dire che le groupie non sono scomparse, ma è diventata la norma di comportamento?
    “Non proprio, perché una groupie è un tipo di attività specializzata: insegue il componente di un gruppo oppure viene chiamata “troia dell’equipaggio”. Ci sono diverse qualifiche, ragazze che seguono i giocatori di baseball o di football, ed hanno tutte un nome. Alla gente piace pensare alle groupie che vanno in giro con la lingua di fuori per seguire il leader di una band ma anche l’autista di un camion, un dottore, qualsiasi professione”.
    (RAM, 4 aprile 1980)

    Live al Civic Auditorium in Santa Monica del 21 agosto 1970. Le canzoni elencate di seguito furono presentate in anteprima sul palco. In seguito, furono incluse negli album Chunga’s Revenge, 200 Motels e Fillmore East giugno 1971

    La band:
    FZ, Mark Volman, Howard Kaylan, Jeff Simmons, Ian Underwood, George Duke, Aynsley Dunbar

    Tracklist
    Intro to Groupie Suite
    Road Ladies
    More intro
    What Will This Morning Bring Me This Evening
    What Kind Of Girl Do You Think We Are
    Bwana Dik
    Latex Solar Beef
    Daddy Daddy Daddy
    Do You Like My New Car (include Happy Together)
    What Will This Evening Bring Me This Morning

  • Frank Zappa & the groupies (part 1), review: Crew Slut, The Groupie Routine, Groupie Bang Bang

    Frank Zappa & the groupies (part 1), review: Crew Slut, The Groupie Routine, Groupie Bang Bang

    “Se non hai groupies intorno vuol dire che non stai facendo sul serio”. (Frank Zappa)

    Avvocato: Chi è una groupie?
    Frank Zappa: Una groupie è una ragazza a cui piace la gente che fa parte dei gruppi rock. Le piacciono molto.
    Giudice: Che cos’è che le piace molto?
    Frank Zappa: Le piacciono I MEMBRI del gruppo, molto.
    Avvocato: Una specie di tifosa, come i tifosi della squadra di calcio?
    Frank Zappa: Solo dei membri.
    Giudice: Non ho capito bene. Credevo che lei avesse detto che la cosa ha a che fare con una ragazza che in realtà è un membro di un gruppo rock.
    Frank Zappa: Mi scusi, le ragazze che seguono I MEMBRI.
    (parte del dialogo in tribunale per la causa intentata da Frank Zappa contro la società che gestiva l’Albert Hall di Londra, che nel febbraio 1971 cancellò l’esibizione della prima di 200 Motels con la Royal Philharmonic Orchestra. La cancellò nonostante la volontà di Bizarre Productions di modificare qualsiasi cosa nel programma per adattarsi all’Albert Hall).

    Nel febbraio 1969 Rolling Stone pubblicò un numero speciale dedicato alle groupie. In seguito, Baron Wolman produrrà il libro intitolato “Groupies and the other girls” di John Burks e Jerry Hopkins (1970, prima e unica stampa). All’epoca, quasi nessuno conosceva il concetto di groupie, si trattava di un fenomeno emergente. Affascinava l’idea di donne che circondavano musicisti famosi dietro le quinte, la loro libera sessualità in un ambiente largamente sessista.
    Questa iniziativa editoriale ha segnato la nascita della ‘groupie’, tra cui muse dal look vintage stravagante e le GTO (Girls Together Outrageously) che formarono la prima e unica groupie/girl band femminile di Frank Zappa con un album intitolato “Permanent Damage”. Questa band includeva Pamela Des Barres, una delle groupie più iconiche.
    Il libro contiene molti riferimenti ai Mothers di Frank Zappa, come pure a Hendrix, Jimmy Page, Marty Balin e molti altri, che provengono da Trixie, Sunshine, Pamela, Gloria Stavers, Harlow e i Plaster Castors.

    Esistono differenze tra le groupies a seconda della città in cui ti trovi.
    “Le groupies di New York sono fondamentalmente snob e tese – pensano di essere grandi. Le groupies di San Francisco sono ok ma pensano che non accada nulla al di fuori di San Francisco. Le groupies di Los Angeles sono senza dubbio le migliori, le più aggressive: l’unico inconveniente è il tasso incredibilmente alto di malattie veneree”.
    “Penso che le ragazze più giovani abbiano paura di me. Colgo l’occasione per annunciare alle groupies di questo paese che sono un tipo molto simpatico, quindi non abbiate paura”.
    Zappa viveva in una comune del Topanga Canyon con sei groupies. “Mi sono trasferito con loro invece di pagare l’affitto da qualche altra parte. È stata una situazione felice per tutti”.
    Ora è un uomo sposato e vive da solo con la moglie e la figlia, Moon Unit. Tuttavia, c’è una guest house sul retro della casa dove risiede Pamela Zarubica, alias Suzy Creamcheese.
    Durante il loro soggiorno di cinque mesi a New York, le Madri furono perseguitate giorno e notte dalle groupies, ragazze molto giovani. “Ci hanno davvero sorpreso. Avevano un’immaginazione incredibile ma, a volte, erano morbose…”
    Zappa potrebbe diventare l’ultimo storico delle groupies: le considera combattenti per la libertà all’avanguardia della rivoluzione sessuale che sta travolgendo la civiltà occidentale. Ha ore di interviste e conversazioni con le groupies su nastro, oltre a tutti i diari delle GTO, centinaia di lettere e foto. Ha già messo tutto insieme in un libro che si intitolerà The Groupie Papers. Il manoscritto è nelle mani della casa editrice Stein & Day anche se Zappa non ha ancora ricevuto alcuna risposta da parte loro.
    “Mi hanno chiesto di scrivere un libro politico, ma avevo una scadenza per il 1° gennaio. Così ho fatto il libro delle groupies. Mi chiedo quale sia stata la loro prima impressione”.
    I suoi nastri contengono varie informazioni delle groupies: commenti su varie rockstar’ (“cockstars”, li chiama Zappa) lunghezza e diametro del pene, pelosità, odore corporeo, durata del rapporto sessuale, numero di orgasmi da parte di lui, numero di orgasmi da parte di lei, tipo di droga preferita, ecc.
    “L’incidenza del lesbismo tra le groupies è molto alta e loro non ci pensano. Preferiscono i ragazzi omosessuali o bisessuali, ragazzi morbidi ed effeminati. È positivo che possano essere bisessuali: dimostra che si stanno adattando ai loro bisogni. Se ti fa sentire bene, fallo!”.
    “È incredibile quello che incontri per strada. Queste ragazze sono pronte a tutto sessualmente”.
    “Le groupies sono molto influenti sul mercato discografico perché conoscono così tante persone. Se hai successo con le groupies, venderai 15.000 dischi solo a Los Angeles”.
    (Rolling Stone, 15 febbraio 1969)

    Tracklist
    Crew Slut, Saratoga Performing Arts Centre, NY, 14 settembre 1984
    The Groupie Routine – Pauley Pavilion, UCLA, CA, 1971
    Groupie Bang Bang. 1966 (traccia inedita delle sessioni di Freak Out!).

  • Frank Zappa pioniere del wah-wah: Freak Chouflee con Del Casher (1966)

    Frank Zappa pioniere del wah-wah: Freak Chouflee con Del Casher (1966)

    Il brano “Freak Chouflee” è stato registrato nel mese di settembre 1966 al Fillmore Auditorium di San Francisco o nella sala espositiva del Whisky a go go a Los Angeles.
    L’assolo di chitarra centrale è suonato da Del Casher (il creatore dell’effetto wah-wah).

    Band composta da:
    Frank Zappa – guitar
    Del Casher – guitar
    Don Preston – keyboards
    Roy Estrada – bass
    Billy Mundi – drums
    Jimmy Carl Black – drums
    Ray Collins – tambourine

    Del Casher ha inventato nel ’66 il pedale per chitarra elettrica Wah-Wah (chiamato anche cry baby perché emette un suono simile al pianto di un bambino).
    Frank Zappa è stato il primo ad utilizzarlo. Durante un concerto a New York fu visto da Hendrix che ne rimase talmente affascinato da volerlo utilizzare a tutti i costi nei suoi brani.
    Il wah-wah è entrato in scena dopo il fuzztone, nel 1967.
    Frank Zappa possedeva una chitarra a pedali wah Vox.

    I Mothers furono la prima grande formazione elettrica. Hanno sviluppato l’uso di legni amplificati e/o modificati elettronicamente… tutto, dall’ottavino al fagotto. Sono stati i primi a utilizzare il pedale wah-wah su chitarra, fiati e strumenti elettrici a tastiera. Hanno posto alcune basi teoriche che hanno influenzato il tipo di espedienti elettro-musicali trattati commercialmente. (Jazz, novembre/dicembre 1974)

    “Avevo visto Zappa al The Experience, un club di Los Angeles – ricorda Alice Cooper – Una sera ci fu una jam con Eric Clapton, Mike Bloomfield e Jimi Hendrix, tutti assieme. Alla fine, Frank salì sul palco e fece un’imitazione di ciascuno di loro. Poi la piantò e si mise a suonare i suoi riff e quelli stavano lì a guardarlo a bocca aperta perché questo tipo stava suonando roba che non avevano mai ascoltato prima. Neppure Hendrix. Frank diede a Jimi il suo primo pedale wah-wah e gli spiegò come funzionava”. (Classic Rock, luglio 2015)

    Hai la reputazione di essere il migliore al wah-wah. Cosa ne pensi?
    “Completamente d’accordo. Sono il migliore con la chitarra wah-wah, almeno per quanto ne so. Vedi, quando inizi a suonare la chitarra, la prima cosa è essere sicuro che ti piaccia; al punto che hai l’impressione che si crei un legame tra lei e te. La chitarra diventa qualcosa di più di uno strumento. Quando la suoni, devi avere la sensazione di stringerle la mano. Poi ci aggrappiamo, chiudiamo gli occhi e il gioco è fatto. Ovviamente la chitarra deve essere adatta a ciò che vuoi farne. Come una donna, né più né meno. Ne ho avute diverse e ora penso di aver trovato quella giusta… Uno stereo semiacustico Gibson. Per il wah-wah è lo stesso; quando l’ho visto uscire nei negozi, mi sono subito detto: “questo è per me”. E’ successo nel ‘67 e, per quanto ne so, sono stato il primo a usarlo. Non solo alla chitarra, ma anche al clavicembalo elettrico e al sax soprano. (Best, febbraio 1971)

    Era stato lui, nel 1967, a mostrare a Jimi Hendrix l’uso del pedale wah-wah, ma personalmente ne fece uso soprattutto a mo’ di controllo di tono, per enfatizzare certi armonici. Nel 1976, aveva un Mu-tron e usava anche il VCF (filtro di controllo voltaggio) della Oberheim: entrambi si possono ascoltare sull’album Zoot Allures. In seguito, passò ad un wah-wah Cry Baby. Apparentemente, Zappa era più interessato ai compressori e ai phasing. Fin dall’inizio degli anni Settanta, con la sua prima Gibson SG, usava un aggeggio costruito per lui da un suo amico, che produceva compressione, phase shifting e altri effetti (è quello usato nell’assolo in Montana).
    (Frank Zappa: trent’anni di strumenti, articolo di Gianfranco Salvatore – Chitarre, luglio-agosto 1994)

    4 dicembre 1971 incendio a Montreux (testimonianza)
    Un mio amico, che all’epoca non conoscevo, mi ha detto questo:
    “Alain, c’ero anch’io! Io ed altre persone abbiamo afferrato un sistema audio per casse WEM che era sul palco per rompere le finestre. Ci ha permesso di scappare saltando nell’erba sottostante… Ricordo molto bene Zappa che diceva con molta calma al pubblico di uscire senza farsi prendere dal panico, penso che la sua calma abbia permesso un’evacuazione rapida e sicura.
    Ho avuto l’impressione che il “moog” di Don Preston stesse ancora emettendo suoni strani sul palco deserto… Così ho preso la mia roba e sono uscito velocemente attraverso le finestre rotte. Mi è sembrato che pochi istanti dopo il soffitto fosse crollato”.
    Il palco era molto basso, al massimo un metro, ed è per questo che è stato facile per un altro mio amico salirci sopra e finire per scendere le scale del backstage con Zappa.
    Un altro ragazzo è riuscito a raggiungere e afferrare il pedale wah-wah di Frank. Essendo un chitarrista, lo usa ancora oggi. A parte un campanaccio citato da FZ in un’intervista, potrebbe essere l’unico strumento sopravvissuto all’incendio.
    (timemanipulation.com, 4 dicembre 2021 Alain Rieder)

    “Sono passato al Boomerang (pedale wah-wah)… ha aggiunto una certa quantità di distorsione e mi è piaciuto” (FZ)

    Mi piace la gamma media del pedale [wah-wah]. Non inclinarlo completamente avanti o indietro; lavora solo sulla parte centrale (FZ)

    “In realtà, a volte è un wah-wah, mentre in altri casi è una cosa chiamata Systech Harmonic Energize” (FZ)





  • Frank Zappa & Serious Music (part 2): review, Mystery Box n. 9 (Return of the Son of Serious Music)

    Frank Zappa & Serious Music (part 2): review, Mystery Box n. 9 (Return of the Son of Serious Music)

    Mount St. Mary’s College, LA (1963), Piece #1, Piano Piece, Piece #2, Collage One, Opus 5, While You Were Art #1, Francesco Opus 1, n. 1, Francesco Opus 1, #3, Francesco Opus 1, #6, FM Broadcast (1984), Francesco Rock, A Zappa Affair (1984), Pedro’s Dowry

    “Il compositore come lo si intende oggi deve il culo ad un’università. Per mantenere il proprio incarico, deve dare questa illusione di assoluta serietà perché le persone che gestiscono le università non hanno il minimo senso dell’umorismo.
    Ci sono troppi comitati coinvolti e pochissime persone disposte a mettersi in gioco. I comitati detestano la sostanza. Faranno tutto il possibile per eliminare la sostanza da qualunque cosa stiano facendo i compositori. Nel momento in cui devi prendere una decisione appetibile per un intero gruppo di persone, esistono solo baci in culo e politica che non hanno nulla a che fare con la musica. Dovresti avere l’opportunità di essere un uomo selvaggio e di fare ciò che vuoi, ciò che senti. La sperimentazione è necessaria: se non sperimenti, con cosa dovresti lavorare? Le stesse vecchie cose che hai già? La società è veramente ignorante se soffoca il lavoro di persone disposte a rischiare.
    In una società industriale, il valore di un compositore è nullo a meno che non scriva jingles o colonne sonore. Dov’è l’uso della cosiddetta musica d’arte in una società industriale? Chi ne ha bisogno, soprattutto se è dissonante o, quando contiene testi, tratta di argomenti che potrebbero angosciare un repubblicano?
    Molte persone si arrendono, non solo per questioni di sopravvivenza ma perché la maggior parte delle persone è gregaria. A loro piace avere amici, fare parte di un ambiente sociale… il senso di appartenenza. Quando qualcuno dice: “Ti odiamo perché fai queste cose”, l’80-90% delle persone smetterà di farlo solo per avere degli amici”. (Musician, ottobre 1986)

    “I musicisti seri non sono interessati a quello che sto facendo. Ignorano completamente la musica rock. Loro pensano di avere tutto, di essere all’avanguardia nella sperimentazione musicale. Sono sciocchi a pensare questo perché nel mondo rock abbiamo un’attrezzatura che loro neanche conoscono. La usiamo sempre sul palco. Sono convinto che molti compositori seri non conoscono gli strumenti a fiato elettrici e tutto ciò che si può fare con questi strumenti come, del resto, la chitarra elettrica. Il problema con il mondo della musica seria è che hanno una mentalità troppo ristretta. Dovrebbero assistere ai concerti rock. Questo è uno dei motivi per cui i giovani non hanno un approccio con la loro musica. Non dovrebbe essere così perché penso che stiano facendo cose importanti artisticamente, ma è molto difficile far conoscere tutto questo ad un gran numero di persone. Il grosso del pubblico è composto da teenager. Noi suoniamo in luoghi dove i compositori seri non vanno mai”. (Frank Zappa)

    Se a 15 anni Frank Zappa avesse avuto due interurbane a disposizione, avrebbe potuto telefonare (oltre che a Varèse) anche a Marcel Duchamp per farsi confermare quel suo aureo proverbio: “Nessuna associazione è vietata”. Fu quello il filo conduttore della sua arte. Zappa era assolutamente horizontal nell’idea di musica, nemico giurato delle gerarchie: alto e basso, serio e frivolo, colto e pop. Era absolutely free.
    (Musica Jazz, dicembre 2020)

    “I Mothers sono stati creati per colmare la maggior parte del divario che esiste tra la cosiddetta musica seria e il pubblico di massa. La musica veramente buona (classica e popolare) con tendenze avanzate è stata nascosta al grande pubblico. Un sistema di filtraggio di vecchietti seleziona la musica suonata dalle orchestre sinfoniche e dalle stazioni radio. Una volta che alcune persone arrivano al punto di possedere una discoteca o di controllare gli eventi in una sala da concerto, diventano critici e creatori di gusto. Di solito odiano la musica, amano gli affari e vogliono solo fare soldi. Ogni volta che ho a che fare con questo tipo di persone, dico sempre loro che odio la musica e lo faccio solo per i soldi e andiamo d’accordo. Dico loro che vorrei invece guidare un taxi, ma non riesco a prendere la patente”.
    “Il pubblico non sa nulla di ciò che accade oltre i limiti della musica. Ci sono ragazzi che scrivono musica e pensano di aver appena inventato le cose più fantastiche. Non sanno che il meglio che possono scrivere oggi era già stato scritto ed eseguito nel 1912. Un pezzo come Ameriques di Edgar Varèse, scritto nel 1912, spaventerebbe a morte l’adolescente medio. Lo spaventerebbe davvero. Varèse visse e morì a New York: l’americano medio non sa nemmeno della sua esistenza, eppure ciò che ha scritto praticamente ha cambiato la forma di tutta la musica degli altri compositori che l’hanno ascoltata”. (Frank Zappa, giugno 1967)

  • Frank Zappa & Serious Music (part 1): review, Serious Music vinyl (1984)

    Frank Zappa & Serious Music (part 1): review, Serious Music vinyl (1984)

    Pomona Valley Symphony Orchestra The World’s Greatest Sinner, Revenge Of The Knick Knack People, Wazoo Ensemble Rdnzl, Wazoo Ensemble Inca Roads, Berkeley Symphony Orchestra Sinister Footwear, Recorded at Chaffey College, circa 1961, Ballet for piano, percussion and tape effects, Recorded 1978, Recorded 1972, A Zappa Affair (1984)

    Vorrei spiegarvi un po’ cos’è la musica seria. Quella che la maggior parte della gente definisce musica seria, in effetti, non è affatto seria. E’ stata fatta molta propaganda della musica classica fin da quando è stata inventata. Esaminiamo brevemente la storia della musica classica: quelli che oggi definiamo “i grandi capolavori della musica” furono composti per soddisfare i gusti dei sovrani, della Chiesa o dei dittatori perché erano loro che pagavano. Se un compositore era dotato di uno stile che piaceva a quelli che all’epoca pagavano, ecco che aveva successo. Faceva successo, lavorava, insomma sopravviveva. Se non piaceva a quelle persone, era finito, gli tagliavano le dita o la testa, oppure lo mandavano in esilio: non c’erano molte vie di mezzo. Basta consultare un testo intitolato World Dictionary of Music and Musicians. Vedrete che, nel corso dei secoli, ci sono stati compositori che hanno avuto successo e altri che non ne hanno avuto. Ciò non è necessariamente legato alla qualità del loro lavoro, ma piuttosto alla loro capacità o meno di incontrare i gusti del committente. Oggi è la stessa cosa. Quindi tutte le norme, le norme accettabili della musica classica non sono altro che le norme del gusto della Chiesa, dei sovrani o dei dittatori che nel corso dei secoli hanno pagato le composizioni musicali. Non riflettono quindi i gusti della gente, che non ha mai avuto alcun potere decisionale.
    Voi affermate che a me interessa la musica seria. In effetti, io prendo il mio lavoro molto sul serio ma lo considero come entertainment. E’ entertainment per coloro a cui piace quel tipo di entertainment. Io non compongo per i re, per la Chiesa o per i governi, ma per i miei amici ed è così che vorrei che si percepisse il mio lavoro: come entertainment. Che sia scritto per band di rock’n’roll o altro, non fa differenza. E’ la stessa gente che ascolta quella musica. Ho fatto diversi album per orchestra, che però non vengono acquistati da quelli che vanno a sentire i concerti di musica sinfonica, ma dalla stessa gente che compra il rock’n’roll. Magari una categoria particolare di quelli che ascoltano rock’n roll…
    (articolo di Frank Zappa, Sonora n.4/1994)

    Tra i principali riferimenti musicali di Frank Zappa – oltre a Igor Stravinskij, Edgar Varèse e Olivier Messiaen – ricordiamo la world music (prima che andasse di moda). Era attratto dal Canto a tenore sardo, dalla musica classica indiana in stile dhrupad, Ravi Shankar, dalla musica bulgara.
    Per lui la distinzione tra “musica pop” e “musica seria” non aveva alcun significato.
    “Le persone a cui piace la mia musica si divertono: non la consumano perché è arte, ma perché ci provano gusto”.
    Da questo punto di vista, lo si potrebbe descrivere come uno dei primi compositori postmoderni.

    “Vorrei sapere cos’è la musica seria. Cosa c’è di grave?” ha chiesto Zappa “Supponendo che uno fosse interessato alla musica seria, quanto dovrebbe essere seria la musica? La maggior parte delle persone usa il termine ‘serio’ come licenza per annoiare a morte le persone. Prendo sul serio il mio lavoro, ma quello che faccio è fornire un servizio, una serata di intrattenimento”. (San Francisco Examiner, 18 maggio 1984)

    “L’orchestra è il più grande strumento musicale. Suonarlo è un’esperienza incredibile a cui niente è paragonabile, tranne forse cantare un’armonia doo-wop degli anni ’50 e sentire gli accordi uscire bene”. (Frank Zappa)
    Mi sembra che questa sia una conseguenza di un concetto di arte ben congegnato: la teoria dada ripresa da Cage. Se qualcosa è arte dipende solo dalla cornice, cioè dalla situazione in cui si possa riconoscere qualcosa come arte. Per essere dadaisti, bisogna rifiutare la divisione tra musica popolare e musica seria e Zappa lo ha fatto, principalmente in progetti che combinano entrambe le tendenze: ce ne sono in gran parte della sua discografia.
    L’obiettivo di Zappa era combattere la noia. Il mondo che lui criticava era dominato da ‘monochromonotonia’ e vedeva nel divertimento una panacea per la noia che si svolgeva in un panorama musicale dalle forme diverse. Zappa diceva: “Nessuno ha la minima idea di che cazzo stia succedendo ad un concerto di musica classica moderna”.
    (Glissando, marzo 2005 – rivista polacca)

    continua nella seconda parte

    https://www.youtube.com/watch?v=2nOlpSWp-ig