Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Categoria: FZ Topix

  • Frank Zappa – L’arte dell’improvvisazione

    Frank Zappa – L’arte dell’improvvisazione

    Jam 1974 – Civic Center Arena St.Paul, MN.
    Dal gruppo Facebook What’s Zappa (fornisco i link di tutte le citazioni pubblicate e dei video consigliati)

    “Ogni mio assolo di chitarra suonato dal vivo potrebbe essere trascritto e sarebbe una vera composizione che sarei lieto di firmare” (Frank Zappa).

    “Ho una conoscenza meccanica di base del funzionamento dello strumento e ho un’immaginazione. Quando arriva il momento di suonare un assolo, sono io contro le leggi della natura”. (Frank Zappa)

    Frank Zappa è entrato allo Steve Allen Theater, mi ha guardato negli occhi e ha detto: “Suono la bicicletta musicale”. Ho detto: “Cosa?” e lui “Voglio insegnare a Steve come soffiare musica con la bicicletta.”
    Ho detto ok, vai a prendere la tua bici e fammi vedere come si fa. E’ esattamente quello che ha fatto: ha “accordato” i raggi con una chiave prima di pizzicarli. Poi ha soffiato alcune note attraverso l’estremità aperta del manubrio. Andò avanti così per un po’ di tempo con variazioni. La melodia era intrigante anche se non coerente.
    (Los Angeles Free Press, july 8, 1966 by Jerry Hopkins)

    “Amo la musica, mi piace suonare, salire sul palco e improvvisare un assolo di chitarra. Salire sul palco e suonare qualcosa che nessuno ha mai sentito prima è la sfida istantanea di andare contro le leggi della fisica e della gravità. Questo mi piace fare. Questo è … sesso, è meglio del sesso. Ti porta in un regno della scienza e non puoi farlo seduto a casa o in uno studio di registrazione. Non mi darebbe la stessa sensazione… Ci sono molti bravi chitarristi là fuori ma ti garantisco che sono l’unica persona a fare quello che sto facendo. Non sono una star della chitarra. Suono composizioni istantanee con la chitarra. Voglio prendere un cambio di accordi o un clima armonico e voglio costruire una composizione sull’impulso del momento che abbia un senso, che vada in un luogo dove nessun altro vuole andare, che dica cose che nessun altro vuole dire, che rappresenta la mia personalità musicale, con un contenuto emotivo da trasmettere al pubblico”.
    (Frank Zappa, Guitar World, marzo 1982)

    “Il concetto di improvvisazione, che costituisce la normale progressione di una composizione, non esiste più nella scena pop. Questa è una delle maggiori perdite degli anni 80” (Frank Zappa, Guitare & Claviers n. 73, aprile 1987)

    “Mi interessa suonare le melodie così come mi vengono in mente – contro il clima armonico, contro la sezione ritmica. È un atto di composizione, non un atto di esibizione chitarristica. È proprio come scrivere, tranne per il fatto che non c’è nessun copista, non c’è orchestra: inventi e vai” (Frank Zappa, Pop & Rock, febbraio 1980).

    “La mia musica è come una di quelle torture a base di privazione del sonno: quando non dormi per un lungo periodo di tempo, dopo un po’ cominci a vedere e a sentire cose che non esistono veramente, ma che sono comunque molto interessanti. Lo stesso può accadere nello spazio di una composizione, cercando di conoscere in anticipo le reazioni psicologiche a ciò che si scriverà ed incorporandole alla composizione stessa. Tu sai quello che gli ascoltatori si aspettano di ascoltare e, proprio negando ciò che si aspettano, puoi riuscire a procurare loro sensazioni che normalmente non avrebbero…” (Frank Zappa).

    “C’è un vuoto sempre più ampio tra ciò che suono con la chitarra e ciò che scrivo sulla carta. L’intento è sostanzialmente diverso. Quando ho una chitarra tra le mani, quello che voglio esprimere è ciò che sto pensando in quel momento, la progressione di accordi che passa; l’80% delle volte riesco a proiettare ciò che sta accadendo. Sono un compositore che suona la chitarra e quello che voglio fare con lo strumento riguarda non solo le singole note ma il suono generale come se stessi disegnando immagini. Cerco di mantenere il suono più spontaneo possibile”.
    (Frank Zappa, 22 novembre 1969)

  • Frank Zappa e la Xenocronia – xenochrony

    Frank Zappa e la Xenocronia – xenochrony

    Packard Goose (dall’album Joe’s Garage)

    Informazioni raccolte dal gruppo Facebook What’s Zappa il 5 agosto 2022

    https://www.youtube.com/playlist?list=PLNIorVgbZlD1eJlE31TCypMf1eLhjcfBc

    La xenocronia è una tecnica musicale in studio sviluppata già nei primi anni ’60 da Frank Zappa che l’ha utilizzata in vari album.
    Uno degli esempi più importanti di xenocronia è rappresentato dall’opera rock Joe’s Garage (1979): gli assoli sono tutti xenocroni tranne quelli di Watermelon in Easter Hay e Crew Slut.
    Questa tecnica consiste nell’estrarre un assolo di chitarra (o un’altra parte musicale) dal contesto originale ed inserirlo in una canzone del tutto diversa per creare un effetto sorprendente.
    Zappa ha dichiarato che la xenocronia era l’unico modo per ottenere determinati ritmi.
    Il termine deriva dalle parole greche ξένος (xenos), strano o alieno, e χρόνος (chronos), tempo.
    Si trovano ‘strane sincronizzazioni’ in “Rubber Shirt”, un brano dell’album Sheik Yerbouti: è il risultato di due musicisti che non si sono mai incontrati nella stessa stanza contemporaneamente e che suonano a due ritmi diversi, in due stati d’animo diversi, per due scopi diversi, il tutto mescolato insieme.
    Esempi di xenocronia zappiana si trovano in We ‘re Only in It for The Money; la traccia ritmica dal ritornello di “How Could I Be Such A Fool” in Freak Out! (batteria, basso, vibrafono e orchestra) è usato nel finale di “Lonely Little Girl”.
    In Uncle Meat, una frase dell’assolo di chitarra di “Nine Types of Industrial Pollution” appare più tardi alla fine di “Sleeping in a Jar”.

    Frank Zappa fu il primo a sovrapporre brani diversi suonati simultaneamente e sincronizzati in tempo reale, secondo il dettato di Charles Yves, nonché con quel metodo di sincronizzazione sperimentale di assoli e basi ritmiche di provenienza diversa da lui battezzato ‘xenocronia’.
    (dal libro Frank Zappa Domani di Gianfranco Salvatore)

    X come Xenocronia
    Questo è un termine fondamentale per comprendere il genio visionario di Frank Zappa. La tecnica in questione (semanticamente trae origine dalle due parole Xenos e Chronos, che in greco significano rispettivamente diverso, alieno e tempo). Consiste nella sovrapposizione di brani caratterizzati da tempi diversi, anche se Barry Miles in ‘Frank Zappa. La vita e la musica di un uomo absolutely free’, sembra dare una diversa interpretazione: “consiste nel selezionare un certo numero di nastri differenti, tutti con lo stesso tempo, e riprodurli simultaneamente per creare una composizione in cui la relazione tra gli strumenti è totalmente casuale”. La maniacalità con la quale Frank Zappa curava ogni minimo aspetto della sua musica, fa pensare però che la “casualità” avesse ben poco spazio nelle sue sperimentazioni e che i molti pezzi creati con questa tecnica siano frutto della scelta tra un’ampia gamma di diverse combinazioni di brani e strumenti.
    (‘Il mio Zappa dalla Z alla A (in forma di diario enciclopedico)’ di Giuseppe Ciarallo)

    La xenocronia viene definita così da Zappa:
    “la sincronizzazione di base che avviene nel ritmo e forse anche nella tonalità dell’assolo, opposta a qualcos’altro in una tonalità e in un tempo diversi: messe a sandwich una in cima all’altra, queste cose creano una dissonanza ritmica, una frizione ritmica perché la risoluzione non è mai esatta anche se i tempi sono simili”.
    (dal libro Frank Zappa Domani di Gianfranco Salvatore)

    Tra tanti brani realizzati con la tecnica della xenocronia, scegliamo ‘Packard Goose’, che rappresenta una vera e propria dichiarazione d’amore viscerale per la musica e la libertà di espressione e che culmina nel famoso sillogismo:
    Information is not knowledge.
    Knowledge is not wisdom.
    Wisdom is not truth.
    Truth is not beauty.
    Beauty is not love.
    Love is not music.
    Music is the best.
    (L’informazione non è conoscenza. La conoscenza non è saggezza. La saggezza non è verità. La verità non è bellezza. La bellezza non è amore. L’amore non è musica. La musica è la cosa migliore).

    Frank Zappa ha dedicato all’establishment della stampa rock il brano “Packard Goose” per sfogare le sue ostilità contro di essa.