Young & Monde (Live a Sporthalle, Köln, Germania, 21 maggio 1982)
Frank Zappa (chitarra solista, voce), Ray White (chitarra, voce), Steve Vai (chitarra), Scott Thunes (basso), Tommy Mars (tastiere, voce), Robert Martin (tastiere, voce, sassofono), Ed Mann (percussioni), Chad Wackerman (batteria)
L’album “As an Am” documenta due dei primi concerti con la nuova sezione ritmica composta da Scott Thunes (basso) e Chad Wackerman (batteria).
Le magistrali interpretazioni di Black Napkins e The Black Page furono provvidenzialmente “rubate” il 31 Ottobre 1981 a New York: a parte gli inevitabili limiti tecnici di un live registrato con mezzi di fortuna, il raffronto con le rispettive versioni originali (Zoot Allures, Zappa in New York) consente di apprezzare interessanti differenze stilistiche.
Eseguita il 21 Maggio 1982 a Köln e già apparsa altrove con titoli e arrangiamenti diversi (Kreegah Bondola, Let’s Move To Cleveland, Canard Du Jour), la quasi-inedita Young & Monde è una bizzosa melodia che apre il varco ad un assolo di chitarra lungo oltre 10 minuti: sul finale, Ray White interviene gridando a squarciagola “So young and monde…”.
Tanto per aggiungere la beffa irriguardosa al danno economico, nel bootleg è stata inclusa anche un’intervista (That Makes Me Mad) presumibilmente carpita con la frode, in cui Zappa si lamenta della proliferazione di copie illegali.
“E’ semplice e complicato allo stesso tempo. Ci sono certi ritmi naturali di base. Quanto spesso la Luna diventa piena? Una volta al mese, d’accordo. Quello è un ritmo. Quando sale la marea? Quando scende? Ecco un ritmo. Qual è il tuo battito cardiaco? E’ un ritmo. Chiamiamoli ritmi naturali. Non che mi interessino, ma ci sono. C’è anche un tempo medio con cui la gente conduce la propria vita. Quello è un ritmo. Se quello medio non esistesse, la gente non saprebbe se sta andando veloce o lenta… Ora, la musica, il modo in cui si connette col comportamento umano, tiene conto delle implicazioni di questi ritmi naturali universali. Certi tipi di musica li rinforzano. La disco-music, per esempio, ti batte sulla testa e rinforza il tuo ritmo di produzione. Qualsiasi cosa devii da quel rinforzare il tuo ritmo di produzione può essere percepito come ritmicamente dissonante. La dissonanza quando è risolta è come avere un prurito e grattarsi. Quando è irrisolta è come avere un mal di testa per tutta la vita. La musica più interessante di cui mi occupo è musica nella quale la dissonanza è creata, sostenuta per un giusto periodo di tempo e risolta e tu hai la tua grattatina e via di nuovo. Il concetto di dissonanza nel mio lavoro opera su livelli differenti. Puoi avere la dissonanza ritmica. Qualunque ritmo che vada contro la tendenza di un ritmo naturale è un disturbo per il tempo in cui esiste la dissonanza. Ma una volta che torni al ritmo di base, puoi guardare indietro e dire: “Hey, era affascinante ciò che è successo. Non sapevo che tu potessi comprimere tutte quelle battute in quell’unico ciclo”. Lo stesso accade con l’armonia. Certi accordi, quando li senti, è come dire “Ah, adesso siamo rilassati perché tutte le armoniche sono in fila da qui a là ed è tutto completo, è come un bell’accordo in Do maggiore”. Come il ronzio che ti danno con la musica new age che fa in modo che il tuo cervello resti seduto. E’ tutto là, non c’è nient’altro da fare. E’ già fatto. Ora, per quanto tempo puoi ascoltarla? Tanto, se sei molto simile a una medusa. Ma se tu, in quell’ambiente armonico includi qualche nota irritante, note che non sono parte della struttura armonica, fino a che la nota si avvicina a una delle parziali in quell’accordo statico – come certe note vogliono salire, altre scendere, alcune possono davvero vivere là al minimo volume ed essere un inquinante nell’accordo, dare tessitura all’accordo. Tutta questa roba fa parte del mestiere di compositore. La stessa cosa con le parole. Devi capire l’intero concetto di ritmi naturali, cose che esistono e che la gente dà per scontate, e l’idea che uno possa creare un’irritazione artificiale per un certo periodo di tempo tale da dare una sensazione piacevole quando finisce. E’ come il bambino che si colpisce con il martello. “Perché lo fai?”. “Perché è bello quando smetto”. In medicina è come la gente che vuole essere di nuovo giovane, va e si fa una sabbiatura alla faccia. Probabilmente non si sentono molto bene, ma quanto tutto è finito, assomigliano a Mick Jagger”.
“Does humour belong in music?”. Può l’umorismo appartenere alla musica? – si chiedeva Frank Zappa.
Le risposte zappiane al quesito sono molteplici. Teniamo presente che la risata si genera spesso al cospetto dell’interruzione della prevedibilità di un’azione o di uno schema verbale, che crea una situazione inaspettata. In musica può essere ottenuto un risultato simile con un’improvvisa e inaspettata divergenza ritmica, melodica o armonica rispetto alla regolarità di gran parte dei generi musicali.
Lo stesso Zappa affermava: “Qualsiasi composizione (o improvvisazione) che suoni consonante e regolare sempre e comunque mi pare l’equivalente di un film dove ci siano solo i buoni o di una cena a base di ricotta”.
Anche l’accostamento di elementi tra loro normalmente estranei può indurre al riso: ha un effetto assolutamente dirompente ascoltare Stairway to Heaven in versione reggae con tanto di sezione fiati che all’unisono esegue il celeberrimo assolo di chitarra di Page.
Zappa parlava anche di strumenti dal timbro buffo citando alcuni utilizzi della tromba con la sordina, del sassofono basso suonato nel suo registro più grave nonché del trombone a coulisse, che scatenano reazioni di ilarità negli ascoltatori “cresciuti a cliché subliminali che hanno determinato la loro realtà auditiva fin dalla culla”. Per lo stesso motivo utilizzava effetti sonori di stampo rumoristico come nel finale di Peaches En Regalia (Hot Rats, 1969).
La risposta più semplice e superficiale è riscontrabile nell’analisi dei testi dei brani cantati che portano alla risata per via delle tematiche particolarmente pungenti oppure originali o anche per la sfrontatezza con cui l’autore ha saputo discutere nei propri testi di tematiche sessuali di cui tutti parlano o fantasticano nella sfera privata ma che difficilmente si ha il coraggio di portare alla superficie dell’ambito pubblico.
Non bisogna fare l’errore di considerare ‘demenziale’ la musica di Frank Zappa, demenziale nel senso di ‘lontano dalla mente’, ‘fuori di testa’. Questo termine non si addice affatto a una via comica che invece era frutto di un’acutissima ricerca intellettuale.
Sembrerà paradossale ma far ridere non era affatto l’obiettivo primario di Zappa. In realtà, il suo vero scopo era il riconoscimento della sua dignità di compositore ‘serio’ alla stessa stregua dei suoi idoli Varèse e Stravinskij. Realizzava dischi e tour di musica un po’ più vicina alla popular music seppure con un approccio rivoluzionario e unico allo scopo di racimolare denaro per i lavori più impegnati. Come recita un altro titolo di un suo disco: “We’re Only In It For The Money” (1968).
(Frank Zappa by Marcello Zappatore, Coolclub.it febbraio 2009)
“Nella mia mente non c’è differenza tra far ridere qualcuno e far pensare qualcuno. L’uno non è migliore o peggiore dell’altro. Mi piacciono tutti i diversi tipi di musica e penso che siano tutti divertenti da fare e farò quello che mi va di fare. Tutti coloro che pensano di fare rock ‘serio’ possono baciarmi il culo. ‘Serio’ è qualcosa che non fa ridere?”. (BAM, gennaio 1978)
L’umorismo appartiene alla musica (anche quella seria). Per Zappa vale anche il contrario: “Alcune persone non riescono a capire che puoi voler fare seriamente qualcosa che non è serio”. (LA Star, 119-1969)
Il senso dell’umorismo deve essere una delle basi per essere una ‘Madre’: “È importante almeno quanto essere in grado di suonare. Se non hai senso dell’umorismo non puoi suonare la musica correttamente. Non è solo una questione di note giuste…”. (FZ, Melody Maker, 20 luglio 1974)
Per Zappa l’umorismo è uno strumento fondamentale per affrontare i fanatismi politici e religiosi, per criticare stereotipi reazionari nella società americana. Zappa capisce che il cinema, come la musica, è un modo per esprimere idee, un mezzo di cui bisogna tenere conto nell’intero processo di comunicazione, in cui il pubblico è una parte fondamentale. (Author/Recipient Relationships in FZ’S Movies – Manuel de la Fuente)
“I testi di Frank erano solo proposte, ti incoraggiava a pensare… Dietro questo umorismo devastante c’era un discorso molto serio. Con l’umorismo evocava argomenti seri. Frank ha lavorato in questo modo… “. (Gail Zappa, Rolling Stone, ottobre 2012)
“Si dice: ‘Solo chi prende totalmente se stesso e la sua causa seriamente è un vero artista’. Onestamente, non me ne frega niente. La maggior parte delle cose che accadono nella mia vita sono divertenti, quando scrivo di cose che mi sembrano rilevanti, lo faccio nello stesso modo in cui mi sento al riguardo: in modo umoristico, divertente”. (FZ, Music Express Sounds, novembre 1984)
“Sono una persona concreta con un senso dell’umorismo molto creativo”. (FZ)
“La mia più grande forza è il mio senso dell’umorismo. (FZ, Tuttifrutti, febbraio 1994)
Sei stato definito un fascista di genere e accusato di spostare l’enfasi dai testi socialmente critici ai discorsi sul sesso in cui le ragazze sono viste come nient’altro che oggetti sessuali. Come reagisci a tali critiche?
Le critiche ai miei testi sessuali spesso provengono da critiche di ispirazione femminista. Non mi interessa se piaccio o no, perché penso che le loro opinioni siano sbagliate e siano una perdita di tempo. Per quanto ne so, l’intero movimento femminista è una dannata farsa. Non penso che le portavoce del movimento intendano fare qualcosa di buono per le altre donne. La loro unica motivazione è mettersi in mostra.
Una vera donna non ha bisogno di essere liberata, è già liberata. Non ha bisogno che nessuno si alzi e parli per lei.
Le ragazze hanno una scelta da fare. Potrebbero crescere per essere “signore”, potrebbero diventare vere donne o non crescere affatto. Divido il genere femminile in tre categorie: ragazze, signore e donne. Le donne non hanno bisogno di alcun aiuto, non sono sicuro che trarranno qualcosa dall’”aiuto”, e le ragazze hanno ancora una scelta da fare.
Alcune ragazze non supereranno mai il palcoscenico dello smalto verde metallizzato, dei capelli rosa, della spilla da balia nell’orecchio o di qualunque sia l’ultima moda. Alcune di queste ragazze decideranno di diventare signore, di indossare piccoli guanti bianchi e di essere molto corrette. Alcune diventeranno vere donne. E non credo che i discorsi dei rappresentanti del movimento delle donne influenzeranno la decisione che ogni ragazza dovrà prendere. Non mi baso su personali pregiudizi, ma lo dico dopo aver parlato con figure del movimento delle donne riconosciute a livello internazionale, non farò nomi. Il modo in cui parlano delle donne, cioè delle loro “sorelle”, è molto peggiore di quello che faccio io. Non penso che le motivazioni di questi leader siano così “pure” come si vorrebbe pensare. Dietro c’è molto di più che belle parole sull’aiuto alle donne di tutto il mondo.
Ciò che trovo spaventoso è che così tanti uomini siano disposti a seguire molte delle argomentazioni delle femministe, solo per restarne dentro. Si demascolinizzano semplicemente. Sull’LP “Sheik yerbouti” c’è una canzone che parla di una cosa del genere: “Bobby Brown goes down”. È la storia di un povero idiota che fallisce perché accetta di conformarsi al movimento femminista. Porta a spasso la bambola e finisce per diventare qualcosa di un po’ strano. Non diventa solo omosessuale. Diventa qualcuno a cui piace essere incazzato. Se uno diventa omosessuale, va bene. Ma se vieni spazzato via al punto che diventa un piacere essere calpestato, allora è troppo. “Bobby Brown” non è un caso individuale specifico, ma una descrizione generale dell’influenza del movimento delle donne negli Stati Uniti. Negli Stati Uniti, gli uomini appaiono in TV e dicono quanto siano confusi. “Come dovrei relazionarmi con il movimento delle donne?” Ebbene, il motivo per cui sono confusi è semplicemente perché hanno preso la decisione sbagliata: hanno infastidito le femministe. È proprio come seguire un guru o un leader politico. Ti promette qualcosa, ma non consegna mai la “merce”.
“Negli Stati Uniti sono disposti ad accettare l’idea secondo cui qualsiasi sostegno all’attività artistica è in qualche modo malsano, quando in realtà se si guardano i numeri economici è possibile dimostrare che l’investimento nell’arte crea posti di lavoro a vantaggio di persone che non hanno nulla a che fare con l’arte.
Prendiamo, ad esempio, un’area decadente del centro come SoHo a New York. Prima che gli artisti si trasferissero a SoHo, c’erano solo magazzini: era un’area fatiscente. Quindi alcuni artisti si sono trasferiti, hanno dipinto un po’ e poi hanno aperto una galleria, poi qualcuno ha aperto una caffetteria finché non è avvenuto un cambiamento socioculturale con gente che cerca appartamenti nella zona da 3.000 a 5.000 euro al mese.
Lo stesso tipo di scenario si è ripetuto in altre città degli Stati Uniti, ma nessuno lo considera mai. Il risultato di pochi dollari spesi per rendere la vita più facile agli artisti alla fine si traduce in profitti per persone che non sono legate all’arte”.
“C’era questa entità creata da Ronald Reagan chiamata Department of Domestic Diplomacy. Se guardi nel manuale Iran-Contra, lo scoprirai”.
Non è uno scherzo…
“No, non è uno scherzo. Il tizio che ha incaricato di gestire questa cosa non aveva un indirizzo, un numero di telefono. Non potevi chiamare l’elenco di Washington e ottenere il numero del Dipartimento della diplomazia interna. Il tizio che lo gestiva era Otto Reich, che era il capo della disinformazione per la CIA. Dovresti cercare Iran-Contra nel sommario. Avevo sentito qualcosa a riguardo ma non potevo credere che fosse reale. Sono andato su C-SPAN e ne ho parlato. Ho iniziato a ricevere telefonate da persone che dicevano: “Sì, è vero”. Un ragazzo mi ha inviato via fax le pagine reali del libro Iran-Contra che conteneva tutta la storia. Per quanto ne so, questa organizzazione non è mai stata sciolta, esiste ancora. È proprio come Cointelpro sotto Nixon. Cointelpro era ciò che stavano cercando di nascondere con Watergate. Non si trattava solo di irrompere nel quartier generale dei Democratici. Quello che stanno cercando di nascondere è il fatto che Nixon aveva deciso di creare una polizia segreta. Non c’era l’autorità legale per spiare i cittadini statunitensi. Sentiva di avere nemici ovunque, quindi ha creato un programma chiamato Cointelpro. Era tutto lo spionaggio domestico di gruppi politici, persone che percepiva come nemici. E poiché non poteva esistere per legge, doveva essere finanziata da un fondo nero.
C’erano molti investitori per Nixon. Ad esempio, molte persone non si rendono conto che Marcos gli ha dato 15 milioni di dollari. Se hai un’idea fascista di destra, molte persone ti daranno i soldi per realizzarla”.
Avrebbe operato in qualche modo sotto Nixon o sotto la CIA o l’FBI?
“Penso che fosse un’operazione a sé stante, ma sotto la giurisdizione del Dipartimento di Giustizia. Era così corrotto ed è stato un tale affronto alla democrazia; la maggior parte delle persone non si rende conto che è già successo. L’altra cosa avvenuta con Reagan è che nella prima parte della sua amministrazione firmò un ordine presidenziale, una constatazione presidenziale, una direttiva che alla fine diede alla CIA il permesso legale di spiare i cittadini statunitensi”.
È ancora in vigore?
“Sì. È stato fatto come parte della guerra alla droga”.
È spaventoso. Come fai ad essere così informato su questo?
“Le persone mi mandano materiale. Guardo ogni diversa fonte di notizie che riesco a trovare, leggo tra le righe, per il resto del tempo guardo C-SPAN e ogni notizia che arriva solleva una domanda”.
“Campionare secondo me equivale a rubare… È riciclo, proprio come il rap. Su “Freak Out!” (1966) c’era già una canzone rap: “Return of the son of monster magnet”. Questo riciclaggio delle vecchie tendenze… Molte persone pensano che io sia un maniaco degli anni ’60 che loda il riciclaggio attuale degli anni Sessanta, ma non è assolutamente così: la considero una dimostrazione di ‘anemia’. Sponsor: un altro recente trend dannoso. Non ho mai permesso che la mia musica venisse usata per vendere cocaina, birra o sigarette. Ma al giorno d’oggi i gruppi pop non hanno assolutamente alcun problema con questo tipo di opportunismo a spese dei loro fan. Ce ne sono pochi, tra cui Bob Dylan, che rifiutano di sponsorizzare per principio”.
Nel 1988 si parlava della tua corsa per la presidenza. Perché non è successo?
“Mi sono ammalato, quindi avevo altre cose per la testa. Peccato, però, perché migliaia di volontari si erano offerti di dare una mano. Ma era più una dichiarazione che un piano reale. L’American Libertarian Party mi aveva chiesto di essere nella loro lista ma ho rifiutato perché sono favorevoli al libero porto delle armi, il che è una follia. Il diritto di portare armi è il chiodo nella bara dell’America. Negli Stati Uniti ogni anno 30.000 persone vengono uccise da altri civili con proiettili. In Inghilterra, Paese che non sostiene il diritto di portare armi, sono solo 20. Se suggerisci che potrebbe esserci una connessione tra 30.000 morti e il diritto di portare armi, da una parte, e 20 morti e nessun diritto di portare armi, dall’altra parte, secondo alcuni sei un lurido pazzo comunista (ride). È assurdo”.
Ti sei opposto all’interferenza della politica nei media e viceversa, che secondo te ha un effetto diretto sulla musica pop. La condizione dei media americani è davvero così grave?
“È molto semplice. Puoi ascoltare la musica alla radio e vederla in televisione. C’è sempre qualcuno di destra che possiede una stazione TV.
Ad esempio, la General Electric possiede la NBC: General Electric è anche un produttore di armi. Pensi che la NBC criticherà mai il commercio di armi? O che ascolterai mai canzoni nelle loro stazioni radio contenenti testi che hanno qualche affermazione negativa su quel tema? Dimenticalo.
Prendi la CNN, la stazione di notizie di proprietà del magnate di destra Ted Turner, che fa sembrare Hitler un hippie di sinistra. O Capitol Cities, che possiede la ABC, ma anche The Word, una casa editrice di conferenze religiose intolleranti e di culto. O la CBS, che è controllata da Lawrence Tish, il quale ha procurato predicatori pro-Reagan come Pat Robertson con talk show completi a metà del periodo elettorale per lodare Reagan.
Per questa gente la cultura giovanile e certamente la musica pop blasfema è opera del diavolo. Ora che il comunismo non è più un vero nemico o uno spauracchio, puntano le loro energie su altri pseudo-pericoli che hanno lo scopo di distogliere l’attenzione del pubblico dai veri problemi socio-economici”.
I tuoi dischi sono ancora censurati in America? In Europa, sentiamo di tanto in tanto alcune voci sulla Maggioranza Morale, ma non le prendiamo sul serio.
“Beh dovresti. La Maggioranza Morale è un gruppo di politici corrotti, crociati medievali, furbi uomini d’affari e preti ipocriti. La Maggioranza Morale non è né morale né maggioranza. Sono un piccolo ma influente gruppo di bruciatori di libri che sta cercando di escludere qualsiasi forma di cultura giovanile alternativa, anarchica o progressista sotto la bandiera dei Valori Puri. Ma questi fanatici fanno molto rumore, sai. Se ciò che dicono questi profeti della censura è vero – vale a dire che ascoltare un po’ di musica pop può portare ad un comportamento inappropriato, addirittura al suicidio – allora tutti coloro che una volta hanno ascoltato i Beatles e i Beach Boys, sono potenziali assassini…
Qual è il tipo di canzone più frequente in circolazione? La canzone d’amore. Quindi se le canzoni avessero davvero qualche effetto, ci ameremo tutti. La cosa inquietante di questi fanatici è che ottengono sostegno finanziario da uomini d’affari molto conservatori. A causa del sistema americano della televisione commerciale, è molto facile per loro avere accesso ai programmi TV e negare ad altri questo accesso. Un telepredicatore come Jim Baker – un uomo che predicava contro l’immoralità nella società, per farsi beccare poi con una prostituta – può semplicemente presentarsi ad una compagnia televisiva e dire: “Voglio affittare un’ora di TV al giorno”. Per 25.000 dollari l’ora questa compagnia televisiva è piuttosto interessata. Il contratto viene firmato ma poi Baker dice: “Questo, questo e questo tuo programma contiene persone/pop-artisti/scrittori che non mi piacciono”. Se la pressione di Baker non è abbastanza forte, trascina gli investitori pubblicitari: il capo di una multinazionale che pubblicizza detersivi in polvere di solito è un conservatore di destra, quindi questo tipo minaccerà di ritirare il suo budget pubblicitario. Questo di solito è sufficiente per far cambiare idea alle compagnie televisive. Non è un caso che un burattino senile legato ad un filo come Ronald Reagan sia riuscito a diventare presidente con l’aiuto di questi maniaci religiosi. Anche Jimmy Swaggart è stato beccato con una prostituta. E Oral Roberts affermò di aver visto un Gesù alto 3 metri che gli ordinava di raccogliere 5 milioni di dollari entro un anno, altrimenti l’America avrebbe cessato di esistere… Questo è il tipo di clown in cui era coinvolto Reagan. Puoi trovare brevemente la mia opinione su questi amici personali di Dio in “Jesus thinks you’re a jerk”.
Speravo che altri artisti come Prince si unissero a me nelle mie critiche al PMRC ma, a quanto sembra, anche lui aveva paura che la sua musica non venisse più trasmessa, eppure è uno degli artisti i cui testi e immagine vengono attaccati di più. D’altra parte c’è anche il potere del denaro: se gli studi di marketing fanno notare che “Cop Killer” farà molti soldi, “Cop Killer” verrà rilasciato. È semplice.
Comunque, la mia musica è stata censurata sin dai primi giorni. Ricordo che ho dovuto accettare un premio in Olanda nel 1970. Durante la cerimonia di premiazione ho sentito “We’re only in it for the money” in sottofondo. Sembrava che l’ago del disco stesse saltando. Solo in seguito è diventato chiaro cosa fosse realmente accaduto: durante la masterizzazione dell’album, un censore aveva avuto il compito di graffiare con un coltello da rasoio ogni brano musicale che avesse “un uso intollerabile del linguaggio”!
Sai cos’altro è divertente? Quando l’Unione Sovietica era ancora l’Unione Sovietica, ricevevo messaggi regolari da fan della Germania dell’Est e della Russia che dicevano: “quando qualcuno ascolta la tua musica, il suo telefono è sotto controllo e vieni pedinato”. Forse non c’è molta differenza tra il governo capitalista nella Terra dei Liberi ed un Paese comunista, sono entrambi regimi autoritari.
La censura è sempre sbagliata. Pensare di poter combattere la violenza sessuale e di altro tipo vietando la musica pop è stupido quanto prevenire la forfora mediante la decapitazione. In ogni caso, non dimenticare mai: la censura è un inizio. Il primo hard rock viene stigmatizzato, poi si passa al rock ordinario, poi alla letteratura. Quindi segui le liste nere e lo studio biblico forzato a scuola… e, prima che te ne accorga, la terra è di nuovo piatta, le “streghe” vengono bruciate di nuovo e abbiamo un nuovo Hitler tra di noi. Dopo tutti questi anni, il mio consiglio rivolto ai genitori è sempre lo stesso: tieni i tuoi figli il più lontano possibile dalla chiesa”.