Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Categoria: FZ Topix

  • Frank Zappa, Dancing Fool (2 versions, audio & video): humour, self-irony, FZ caricatures

    Frank Zappa, Dancing Fool (2 versions, audio & video): humour, self-irony, FZ caricatures

    Dancing Fool maxi single remix 1979 rec MK-83, 12 inch (special version)
    Dancing Fool (Promo Single Edit Rebroadcast 192 TV HQ Audio)

    A partire dal 19 marzo 2022, ho raccolto 132 caricature di Frank Zappa. Per questo video, ne ho selezionate 37, le migliori in termini di originalità secondo me.
    L’humour è una costante della personalità di Frank Zappa che ha inciso profondamente nella sua carriera di compositore, musicista, sceneggiatore, film maker ed intrattenitore. La sua vena satirica non risparmiava neanche se stesso. Dancing Fool è un esempio di autoironia: prende in giro la sua incapacità di ballare.

    “Trovo che il senso dell’umorismo manchi nella musica pop in generale. Tutte queste persone si prendono così sul serio. Dovrebbero essere in grado di ridere di se stesse”. (Frank Zappa)

    “La mia più grande forza è il senso dell’umorismo”.
    (FZ, Tuttifrutti, febbraio 1994)

    Ti consideri un satirico musicale?
    “No, perché per come la vedo io la musica è un’estensione diretta della mia personalità. Non posso farne a meno se ho il senso dell’umorismo. Non parto con l’idea di fare satira. Comincio a scrivere ed è quello che viene fuori. Non sono specificamente una persona satirica. Sono un compositore con un senso dell’umorismo”.
    (FZ, Musician, agosto 1979)

    “Sono una persona concreta con un senso dell’umorismo molto creativo”.
    (FZ, Berkeley Barb, 27 marzo – 2 aprile 1980)

    “L’umorismo appartiene alla musica?” chiese un giornalista a Frank Zappa.
    “Appartiene alla vita di tutti i giorni” rispose Frank “a meno che i repubblicani non vogliano portarglielo via”. Per Zappa l’umorismo è uno strumento fondamentale per affrontare i fanatismi politici e religiosi, per criticare stereotipi reazionari nella società americana.
    (Author/Recipient Relationships in FZ’S Movies – Manuel de la Fuente)

    “I testi di Frank erano solo proposte, ti incoraggiava a pensare… Dietro questo umorismo devastante c’era un discorso molto serio. Con l’umorismo evocava argomenti seri. Frank ha lavorato in questo modo… “.
    (Gail Zappa, Rolling Stone, ottobre 2012)

    “Non c’è niente di illegittimo nell’avere il senso dell’umorismo. Odio l’idea comune secondo cui le cose divertenti non sono reali e buone e le cose totalmente serie sono meravigliose. Questo è ciò che odio”.
    (FZ, Musician, agosto 1979)

    Eclettico e incredibilmente prolifico, Zappa associò sempre la sua musica complessa ad un umorismo trasversale e inesauribile. Il suo senso dell’humour dissacrava tutto.
    Nella fase ‘acuta’ del suo pazzo umorismo (il 4 luglio 1967), allestì sul palco una grossa giraffa di peluche che veniva titillata da un estintore collegato ad una macchina per la panna montata e ad un grosso petardo destinato a scoppiare.
    “Per qualche strano motivo – disse Frank – la gente si divertì moltissimo”. (FZ)

    Il senso dell’umorismo deve essere una delle basi per essere una ‘Madre’:
    “È importante almeno quanto essere in grado di suonare. Se non hai senso dell’umorismo non puoi suonare la musica correttamente. Non è solo una questione di note giuste…”.
    (FZ, Melody Maker, 20 luglio 1974)

    “Ai tempi in cui era la forma d’arte popolare, il rhythm and blues conteneva un senso dell’umorismo che è totalmente carente nella musica pop di oggi. Se ascolti dischi rhythm and blues della metà degli anni ’50, puoi notare che molti erano una sorta di auto-parodia: alcuni avevano trame molto umoristiche”.
    (FZ, Songwriter, giugno 1980)

    “Tante persone mi hanno fatto ridere molto, ma non è da lì che viene il mio senso dell’umorismo. Da dove viene? Non ne ho idea. Non lo so. Probabilmente un giorno mi sono alzato troppo presto e ho iniziato a ridere di tutto”. (FZ, The Hot Flash, maggio 1974)

    “Does humour belong in music?”. Può l’umorismo appartenere alla musica? – si chiedeva Frank Zappa.
    Le risposte zappiane al quesito sono molteplici. Teniamo presente che la risata si genera spesso al cospetto dell’interruzione della prevedibilità di un’azione o di uno schema verbale, che crea una situazione inaspettata. In musica può essere ottenuto un risultato simile con un’improvvisa e inaspettata divergenza ritmica, melodica o armonica rispetto alla regolarità di gran parte dei generi musicali.
    Anche l’accostamento di elementi tra loro normalmente estranei può indurre alla risata: ha un effetto assolutamente dirompente ascoltare Stairway to Heaven in versione reggae con tanto di sezione fiati che all’unisono esegue il celeberrimo assolo di chitarra di Page.
    Zappa parlava anche di strumenti dal timbro buffo citando alcuni utilizzi della tromba con la sordina, del sassofono basso suonato nel suo registro più grave nonché del trombone a coulisse, che scatenano reazioni di ilarità negli ascoltatori “cresciuti a cliché subliminali che hanno determinato la loro realtà auditiva fin dalla culla”. (Coolclub.it febbraio 2009)

  • Frank Zappa Vs Critics & Journalists – Part 3

    Frank Zappa Vs Critics & Journalists – Part 3

    The Purple Lagoon ⁄ Approximate (Zappa In New York, 1978)

    In copertina un dipinto di Allan Buch (grazie Robert Bramsonowicz!)

    “Il problema con i critici è che tendono ad usare la loro immaginazione piuttosto che il loro intelletto. Il mio spettacolo è indigesto per loro. Beh, almeno eviteranno di passare il loro tempo ad inventare storie sul mio calpestare scatole di galline o defecare sul palco. Storie non vere”.
    (Frank Zappa, Triad, gennaio 1977)

    “Gran parte delle persone che scrivono di musica non sanno cosa sia la musica. Ascoltano musica pop ma non hanno un ampio background musicale con cui poter giudicare una canzone rock and roll. Quando recensiscono una canzone, sanno davvero cosa stanno cercando?”
    (Frank Zappa)

    Zappa concorda sul fatto che a nessuno importa dei compositori in America. Alcuni critici intellettuali in Europa, pur lodando la sua inventiva, hanno detto “è troppo dissonante”.
    La sua musica può disdegnare la melodia ma è una sfida. Frank Zappa è sempre stato un artista sperimentale.
    (The Guardian Weekend, 15 maggio 1993)

    Nel clima di ‘guerra’ trai i giornalisti rock contro Zappa (che è proseguito per tutta la sua carriera), Pete Thomas, scrivendo sul Los Angeles Times nel 1966, ha affermato:
    “Immagino che potresti chiamarla pittura surreale messa in musica. Non contenti di registrare solo due lati di incomprensioni musicali, i Mothers of Invention dedicano quattro lati completi al loro tipo di “arte”. Se qualcuno possiede questo album, forse può dirmi cosa diavolo sta succedendo”.
    Si riferiva all’album “”We’re Only In It For The Money”.
    In seguito, lo stesso Zappa avrebbe risposto in modo piuttosto accurato, anche se con condiscendenza, ai critici rock, in particolare a coloro che cercano di ridurre il significato della musica a ciò che le parole di una canzone hanno da dire.
    (Hot Press, 7 aprile 1993)

    “I giornalisti fanno supposizioni sulla mia musica che sono lontane dalla realtà. Sulla copertina del nostro primo album ho messo un elenco di nomi di persone (importanti per me) che potrebbero aver influenzato la mia evoluzione musicale… Stravinsky, Varèse, ecc. Bene, nei successivi 5 anni, quei nomi continuarono a spuntare nelle “analisi” dei miei album ma furono sempre applicati in modo errato, tanto che un critico affermava che un certo passaggio era ovviamente influenzato da Varèse, ma era completamente falso”.
    (Frank Zappa, Melody Maker, 5 dicembre 1970)

    Frank era irrispettoso con giornalisti irrispettosi e incompetenti, che scrivevano recensioni senza neanche ascoltare i suoi dischi.
    Con i giornalisti degni di questo nome era adorabile.
    Ho letto che abbracciava forte i giornalisti onesti e appassionati (anche sconosciuti), spesso li abbracciava esageratamente forte.

    “Ogni spettacolo è diverso dall’altro, Zappa si diverte a suonare anche per quattro ore di seguito. Non è il solito tirchio musicale. I suoi momenti più straordinari restano comunque le conferenze stampa, come quando a Milano ha esordito distribuendo un mazzo di fotografie porno ai giornalisti presenti”.
    (Europeo n. 37, 12 settembre 1987)

    “I Mothers sono stati creati per colmare la maggior parte del divario che esiste tra la cosiddetta musica seria e il pubblico di massa. La musica veramente buona (classica e popolare) con tendenze avanzate è stata nascosta al grande pubblico. Un sistema di filtraggio di vecchiette seleziona la musica suonata dalle orchestre sinfoniche e dalle stazioni radio. Una volta che alcune persone arrivano al punto di possedere una discoteca o di controllare gli eventi in una sala da concerto, diventano critici e creatori di gusto. Di solito odiano la musica, amano gli affari e vogliono solo fare soldi. Ogni volta che ho a che fare con questo tipo di persone, dico sempre loro che odio la musica e lo faccio solo per i soldi e andiamo d’accordo. Dico loro che vorrei invece guidare un taxi, ma non riesco a prendere la patente”. (Frank Zappa, da un’intervista pubblicata a giugno del 1967)

  • Frank Zappa Vs Critics & Journalists – Part 2

    Frank Zappa Vs Critics & Journalists – Part 2

    200 Motels – Special Radio Spot commercial
    200 Motels – Mystery Roach ⁄ Magic Fingers

    “Non volevo un ricevimento per la stampa. Non volevo nessuno sul set di ‘200 Motels’. Era un obbligo contrattuale che avevamo con la United Artists”.
    “Il livello del giornalismo pop nel Regno Unito sembra essere superiore a quello degli Stati Uniti, sebbene possa essere un’illusione, tuttavia, nessuno dei due va bene. Ci sono, ovviamente, eccezioni e sono sicuro che ci siano nel mondo alcuni bravi scrittori di rock and roll e, a voi pochi coraggiosi, vi saluto. Per il resto di voi ragazzi, spero che vi guadagniate da vivere!” disse Frank.
    “I critici rock aiutano a vendere i dischi della qualità più bassa! Non passo ogni minuto di veglia a battermi il petto e dire ‘Sono stato frainteso’. Non mi importa”.
    (Record Mirror, 10 aprile 1971)

    “Ho smesso di leggere le recensioni circa due o tre anni fa perché è diventato disgustoso per me. Non ho alcun riguardo per la stampa pop americana e per alcuni aspetti della stampa pop britannica.
    La cosa orribile è che vai a fare interviste con queste persone che sono tutte molto carine, poi leggi quello che scrivono e pensi: “Non l’ho mai detto, non l’ho mai pensato”. Non solo: quella persona mi dipinge come un mostro”.
    Ho tirato fuori il vecchio Playboy, con l’articolo di Zubin Mehta…
    “Sì, gliene ho parlato l’altro giorno. È un ottimo esempio di giornalismo pop. L’ultima parte di quell’articolo parlava di un assolo in quel concerto e lo scrittore, in un articolo che avrebbe dovuto avere una certa autorità, non riusciva neanche a distinguere tra un violoncello e un fagotto. Ed è tutto lì su Playboy, con milioni di lettori… Scioccante”.
    (FZ, Sydney, 25 luglio 1973, da un’intervista pubblicata su On Dit)

    Zappa non sopportava i critici perché pensavano di sapere di cosa trattasse la sua musica quando ovviamente (per lui) non lo sapevano.
    “Devi conoscere quattro cose per capire la mia musica. Devi sapere molto sul rhythm ‘n’ blues. Devi avere una conoscenza pratica di tutta la musica d’arte occidentale negli ultimi 100 anni. Devi avere una conoscenza pratica completa di tutti i miei LP dal 1964. E devi aver visto uno dei miei spettacoli almeno una volta all’anno”.
    (Toronto Observer, dicembre 1993)

    I critici hanno problemi con Zappa, difficoltà a decidere se etichettarlo come il principe pagliaccio del rock, un musicista serio o un simulacro demoniaco.
    Un giornalista di Rolling Stone ha dichiarato non molto tempo fa che Zappa non ha il talento per scrivere una melodia rock elementare come “Louie Louie”.
    (Milwaukee Journal, 5 dicembre 1971)

    Nessun aggettivo è stato tralasciato da scrittori e critici che hanno tentato di scoprire e venire a patti con il ruolo di Zappa nella cultura contemporanea.
    È stato definito in mille modi, dall’anarchico all’art rocker, dal guru al genio, dall’idolo e ironico al brutto e strano.
    La musica di Zappa, come lui, non è facilmente descrivibile.
    Un giornalista della rivista Time alcuni anni fa, dopo aver assistito a un concerto dei Mothers, ha paragonato una delle canzoni di Zappa ad un “rumore come uno zoo che brucia”.
    (The Event, dicembre 1981)

    Ti piacciono le interviste?
    “Beh, ne traggo il meglio: supponiamo che tu debba passare un pomeriggio a Londra, lo passeresti seduto a rispondere alle domande? È come andare al dipartimento di Polizia. Un sacco di persone vengono qui e iniziano a fare supposizioni su chi sei, cosa fai, come vivi, cosa vuoi. Devi sederti e difenderti per mezz’ora. Che razza di vita è?
    (International Times, marzo 1977)

    “Essere intervistati è una delle cose più anormali che puoi fare a qualcun altro. E’ un passaggio rimosso dall’Inquisizione“ (Frank Zappa).

  • Frank Zappa Vs Critics & Journalists – Part 1

    Frank Zappa Vs Critics & Journalists – Part 1

    The Radio is Broken (The Man From Utopia, 1983)
    Jazz Discharge Party Hats (The Man From Utopia, 1983)

    Frank Zappa è un enigma. Le recensioni su di lui spesso si leggono come atti di accusa. Frank è probabilmente il compositore/arrangiatore/chitarrista più accusato della musica popolare.
    “Quando alle persone non piace quello che faccio, se la prendono con me personalmente. In realtà, mi odiano come persona perché quello che faccio sembra minacciare qualcosa sul modo in cui vivono”.
    “Man From Utopia è stato probabilmente uno dei dischi più disprezzati che io abbia mai fatto perché conteneva alcune canzoni che erano semplicemente troppo strane per le persone”.
    Quei critici, quegli ipocriti e ignoranti modelli di incomprensione. Sono per le strade, tra i cespugli, lanciano pietre d’ignoranza su Zappa. C’è un desiderio costante di definirlo, di spiegare, di etichettare per valutare Frank Zappa in senso “pop”. Canzoni come “Jazz Discharge Party Hats” e “Dangerous Kitchen” non sono mai state progettate per il pantheon dei goldies di Billboard.
    “Se vuoi etichettare la mia musica la cosa migliore da fare è dire che si tratta di intrattenimento specializzato per persone che possono vedere la differenza. Lo concepisco come un intrattenimento. Se non ti piace, non ascoltarlo. È progettato per quelle persone a cui piace già, che sanno già qual è l’umorismo o sanno perché questa roba è impossibile. Dato il clima dei tempi nell’America degli anni ’80, è statisticamente impossibile che esista”.
    “Non vivo o muoio sulle opinioni di critici e giornalisti, è irrilevante. La decisione finale è mia. Sono l’unico a sapere quale è l’idea iniziale e quanto la performance si avvicina all’idea originale”.
    Ad eccezione di canzoni come “Dancin’ Fool” e “Valley Girl”, gran parte del materiale di Zappa è rimasto inaccessibile alla radio.
    “Beh, tutto è inaccessibile alla radio a meno che tu non paghi per farlo ascoltare, capisci? Ma per cosa dovrei pagare? Non mi occupo di fare dischi di successo. Mi occupo di fare qualsiasi tipo di musica che voglio fare in quel momento”.
    “La stampa ha diritto alla sua opinione, ma faccio il mio lavoro per le persone che comprano dischi e comprano biglietti per concerti ed ascoltano la mia musica perché a loro piace. La stampa non è al passo con i desideri di quelle persone che hanno comprato letteralmente milioni di album da quando ho iniziato. Ora qualcuno si sbaglia ed è il ragazzo con la matita”.
    “Si sentono minacciati, sconvolti dal fatto che io possa continuare a farlo, che esisto. Si rendono conto che non lo capiscono e se non capisci qualcosa, per mantenere la tua autostima, devi dire che quello che non capisci è merda. Questo, in apparenza, ti rende una persona migliore e rende peggiore chi viene accusato”.
    Il fedele seguito di Zappa, nonostante tutto, è rimasto intatto. Mentre l’America è stata un mercato ragionevolmente stabile per lui, i suoi dischi sono andati sorprendentemente bene all’estero.
    Gran parte del lavoro di Zappa non raggiunge mai le stazioni radio. I programmatori radiofonici sono duri con gli enigmatici rinnegati musicali.
    “La visione musicale del Paese, in senso lato, è determinata da tutti i media. In radio si sente solo ciò che è formattato. Il business del rock ‘n’ roll è come qualsiasi altro business. Non spicca il volo da solo, è merchandising. Non sto a questo tipo di gioco. Chiunque oggi può avere un disco di successo se paga le giuste tangenti alle persone giuste. Ecco cos’è il business del rock ‘n’ roll. E’ un gioco che esisteva già negli anni ’50. Infilavi una banconota da 100 dollari nella copertina del tuo singolo 45, la inviavi al disc jockey e lui la mandava in onda alla stazione radiofonica”.
    “È un racket e non mi interessa essere nel racket. Voglio fare musica e la faccio in un modo che attiri le persone a cui non piacciono le cazzate”.
    (The Pitt News, 30 novembre 1984)

    “Buona parte del giornalismo rock è composto da gente che non sa scrivere, che intervista gente che non sa parlare, per gente che non sa leggere”.
    (Frank Zappa)

    “Voglio mettere sotto accusa il lato negativo del ruolo della stampa: ho vissuto da musicista in un’era del rock’n’roll in cui la stampa rock era portavoce dell’industria. Negli anni Settanta, quando il rock su scala industriale divenne veramente un grosso affare, le case discografiche iniziarono a rifornire i giornalisti musicali più famosi di cocaina, ragazze, soldi, party e altre cose, così che fossero ben ‘oliati’ e pronti a scrivere ininterrottamente stupendi articoli su gruppi che avevano bisogno di essere promossi. Era pura vaselina, no?”.
    (Chitarre n. 73, aprile 1992)

    In una celebre intervista degli anni ’80, alla domanda rivolta a Frank da un giornalista che, non conoscendolo bene, lo vedeva quale parte degli hippies: “Quali sono i suoi ricordi della Summer of Love?”, lui rispose: “Non ricordo alcuna Summer of Love, ma The Golden Age of Fucking!”.
    (Rockerilla, settembre 2016)

  • Frank Zappa, Rat Tomago (official & original versions): looking for errors for new creative paths

    Frank Zappa, Rat Tomago (official & original versions): looking for errors for new creative paths

    Versione ufficiale dall’album Sheik Yerbouti
    Versione live originale 15 febbraio 1978 (Deutschlandhalle, Berlino)

    In copertina un disegno di Maroonbeard

    FAIR USE

    Frank Zappa aveva perfettamente chiaro il potenziale dell’errore e sapeva sfruttare gli imprevisti in modo magistrale. Per Zappa, naturalmente, visto il livello ultraterreno dei musicisti coinvolti nelle sue band, l’errore non era considerato come pressappochismo o incapacità tecnica, ma come un’accidentale opportunità per far evolvere la musica in direzioni impreviste. Anche per questo Zappa registrava ogni prova e performance della sua band, convinto che ogni imprevisto sonoro potesse aprire nuove strade creative. Le sue registrazioni non erano solo archiviazione, ma un modo per documentare ogni possibile variazione e mutamento, anche inatteso, che arricchiva i brani.
    Una delle sue tecniche più innovative, la xenocronia, prevedeva la sovrapposizione di parti musicali registrate in momenti e su canzoni diverse. In parole povere, Zappa creava dei Frankenstein sovrapponendo – per esempio – alla parte di batteria di una canzone, la linea vocale o di chitarra di un’altra. Questo metodo portava ad errori consapevoli di sincronizzazione ritmica o armonica, che però spesso generavano nuove idee musicali. Zappa credeva che queste incongruenze potessero accendere ispirazioni creative, trasformando l’errore in uno stimolo per l’esplorazione musicale più ardita. Questa arte di estrarre il suono di uno strumento da un brano per piazzarlo in un altro era un procedimento molto amato e usato da Zappa. Quanto Zappa fosse in questo un vero maestro si può sentire per esempio in “Rat Tomago” (Sheik Yerbouti,1979): cinque minuti di puro delirio sonoro, in cui il compositore ci delizia con uno strepitoso assolo di chitarra, preso da una sua esecuzione live del brano “The Torture Never Stops” (registrata durante un concerto del 1978 e tratta dal capolavoro Zoot Allures, 1976) e incollato su una nuova base!
    (dall’articolo “Quando un errore crea un capolavoro nel rock” di RadioFreccia, 15 ottobre 2024)

    “Ogni stecca ripetuta due volte è l’inizio di un arrangiamento” (FZ).

    In ambito scientifico, gli errori hanno portato a scoperte sorprendenti. In fondo, la Musica è Scienza. Scienza significa ‘risultato delle operazioni del pensiero in quanto oggetto di codificazione sul piano teorico e di applicazione sul piano pratico. E’ progresso che ha bisogno di ‘deviazione dalle norme’.

    “Non è possibile alcun progresso senza deviare dalla norma. Ma per farlo con successo, occorre almeno un minimo di familiarità con ogni norma dalla quale contiamo di allontanarci” (FZ).

    “Nel regno delle arti, hai sempre la possibilità di pensare creativo, il che significa deviazione dalla norma, la norma politica prescritta che cercano di imporre. Se riescono a fermare il pensiero creativo, allora hanno maggiori possibilità di mantenere la morsa della stupidità sull’intera popolazione. Il pensiero creativo può, e spesso lo fa, iniziare in tenera età. Quindi se riescono a stroncarlo sul nascere, a scuola, allora è un bene per loro. Vorrebbero sostituire ogni singolo programma artistico con una sorta di sport o altro solo per impedire alle persone di pensare”. (FZ, Best of Guitar Player, 1994)

    Per Frank l’arte non è altro che il prodotto alienante di standard artistici, soggetti alla volontà e ai capricci di chi pagava (re, papi, nobili). “Oggi abbiamo le emittenti, i programmatori, DJ e manager di case discografiche: reincarnazione comune di stronzi che hanno plasmato la musica del passato”.
    L’arte stessa è diventata norma. Per trascendere questa norma, bisogna negare l’arte e ripiegare su una volontà creativa percepita solo come intrattenimento. “Il ‘manuale dell’armonia’ contemporaneo è l’incarnazione dei canoni estetici vigenti, di questi mali elencati sotto forma di catalogazione”.
    (Frank Zappa, 1989)

    Fare arte è tracciare una linea tra il buon gusto e il cattivo gusto, tra il serio e il popolare, secondo criteri definiti; è imporre un limite alla nostra stessa capacità di immaginazione. L’apprendistato musicale di Zappa non considerava i confini tracciati dall’arte, lui si escludeva dai canoni estetici vigenti progettando opere secondo il proprio gusto. Poiché la norma stabilita lo rifiuta, Frank rifiuta la norma stabilita. Se la sua musica non può essere considerata arte è perché l’arte è limitata, pretenziosa (per la sua pretesa di buon gusto). Se la sua musica non è abbastanza seria per essere ritenuta arte, peccato; ‘Lei’ sarà intrattenimento. Così, il compositore arriva a respingere qualsiasi limite normativo alla sua creazione e ci riuscirà tenendo fede al sacro motto della fantasia: “mai prendersi sul serio!”.
    Per Zappa, la musica è una creazione personale che si inserisce nel mondo; è uno spazio di libertà cristallizzata. Il compositore non ha altra scelta che diventare ribelle alle norme della società.

  • Frank Zappa’s voice: characteristics, how much did he like to sing?

    Frank Zappa’s voice: characteristics, how much did he like to sing?

    Bamboozled by love live con Frank Zappa alla voce solista (Halloween, Palladium NY 28 ottobre 1978). In questa occasione, Ike Willis lasciò la band del tour un paio di settimane prima degli spettacoli di Halloween al Palladium

    In copertina: foto di Simon Lindgren (Stoccolma, 19 febbraio 1978)

    Frank Zappa era la voce perfetta del cinismo, innanzitutto.
    Era in grado di cantare come un uccello (piuttosto burbero), ma preferiva ascoltare altre voci nei suoi dischi.
    Stretto tra i suoi iconici baffi e il pizzetto imperiale, le cose che uscivano dalla bocca di Frank Zappa erano comiche, incendiarie, perspicaci e melodiose. Era a suo agio nel dire quello che pensava e nel cantarlo. Tuttavia, come Jimi Hendrix, Zappa non amava particolarmente la sua voce, come può confermare Ike Willis. “Frank mi aveva detto che era stanco di essere il cantante principale. Non gli è mai piaciuto molto il suono della propria voce e desiderava avere un cantante solista indipendente” ha dichiarato Ike.
    Zappa ha affermato più di una volta che, valutando soltanto le sue capacità vocali, non avrebbe superato l’audizione per unirsi alla sua band. Limitando la sua estensione al “talk-singing” e alla sua tecnica di “meltdown” semi-improvvisata (come si sente in The Dangerous Kitchen dall’album The Man From Utopia del 1982), Zappa mise da parte con autoironia il resto della sua opera vocale con le parole. “Per un po’ non sono riuscito a trovare nessuno che ricoprisse la posizione di cantante principale, quindi ho dovuto farlo da solo” disse.
    I cantanti arruolati per aiutare ad elevare la musica di Zappa al di sopra dei suoi difetti percepiti non solo lo ispirarono a comporre melodie vocali più complesse, ma arrivarono anche a definire fasi specifiche della sua produzione registrata in virtù delle loro personalità e attitudini uniche.
    “Ciò che determina il carattere di ogni album è chi c’è dentro” dichiarò Zappa in un’intervista del 1985 con Cerphe Colwell.
    La frase “mettere le sopracciglia” è stata usata nelle band di Zappa per descrivere un mezzo per realizzare pienamente il potenziale di performance di una canzone. Questo, di solito (anche se non esclusivamente), si riferiva alla performance vocale.
    Per Frank, mettere le sopracciglia significava “sentire e vivere la musica mentre la eseguivamo con tutte le parti memorizzate, facendo uso di mosse di danza aggiuntive organizzate, innescate da segni con le mani o il corpo di Zappa legati a quegli avvenimenti speciali” (Napoleon Murphy Brock).
    I cantanti più carismatici che hanno contribuito a ‘mettere le sopracciglia’ sulla musica di FZ nel corso degli anni sono Napoleon Murphy Brock, Ray White, Ike Willis, George Duke, Flo & Eddie.
    (Record Collector, Natale 2016)

    Ti piace la tua voce?
    “È stato davvero difficile per me iniziare a cantare. Ho avuto un grande complesso per molto tempo. Se provo a far cantare qualcun altro, anche se ha una voce migliore della mia, suona stupido con quelle parole perché non sa cosa intendo esprimere”. (The Hot Flash, maggio 1974)

    “Odiavo davvero cantare… Dopo l’infortunio al collo subito al Rainbow di Londra qualche anno fa, è successo qualcosa alla mia voce. Non l’ha resa migliore ma ora non mi infastidisce così tanto cantare. Ero sempre imbarazzato per i miei piccoli gracidii pietosi nella cabina di registrazione, ma ho pensato che per ottenere le giuste inflessioni sul testo dovessi cantare io stesso oppure dimostrare per ore e ore a qualcun altro come esprimere le parole”. L’inflessione, per Zappa, è molto importante quando si considera il prodotto totale.
    “Le parole stesse, su carta, hanno un certo peso ma quando le esprimi nel modo giusto puoi moltiplicarne il significato fino a farle diventare qualcosa di più grandioso di quanto non siano in realtà”.
    (Circular, 10 dicembre 1973)
    La caduta di 12 piedi dal palco del Rainbow, il 10 dicembre 1971, ha schiacciato la laringe di Zappa alterando la sua estensione vocale, rendendo la sua voce bassa e roca. L’incidente ha abbassato permanentemente la sua voce: da quel momento, la voce di Zappa rimase sottotono di un terzo per sempre.

    “Ho sempre avuto un debole per le voci nasali alte. Molti dei gruppi heavy metal funzionerebbero di più se avessero voci nasali alte”.
    (International Times, marzo 1977)

    “Non sono in grado di suonare e cantare allo stesso tempo. Mi muovo molto sul palco tenendo il microfono per intrattenere il pubblico, alla gente piace. Con 4 chitarristi non ho nulla di cui preoccuparmi se non trasmettere le parole della canzone e comunicare con il pubblico, coinvolgerlo. Come unico chitarrista del gruppo non potrei”. (Record Review, aprile 1979)

    “Sono un basso-baritono, ho un’estensione di ottava, non ho un’intonazione perfetta (con una precisione del 75-80%). E’ difficile per me imparare a cantare. Posso parlare in tono, Sprechstimme. Lo faccio da anni e l’ho imparato da John Lee Hooker, non da Arnold Schoenberg”. (American Eye, 23 ottobre 1974)

  • Frank Zappa: Understanding the Underground

    Frank Zappa: Understanding the Underground

    Underground Freak-Out Music (You Can’t Do That On Stage Anymore, Vol. 5, 1992)

    In copertina un capolavoro di Tanino Liberatore (pubblicato nel gruppo il 3 settembre 2022)

    “Il mainstream viene da te, ma tu devi andare nell’underground” (Frank Zappa)

    Frank Zappa è il padre del rock underground ‘no commercial potential’. I Mothers of Invention, band che Zappa formò nel 1965, erano più o meno l’unica forma di musica underground in America.
    Zappa guidava i Mothers in esibizioni dal vivo anarchiche che attiravano il pubblico, vendicandosi del consumismo delle case discografiche, prendendo in giro i meccanismi per creare star dell’epoca e reclutando i suoi fan con la promozione dei suoi album nelle ultime pagine dei fumetti.
    I critici avrebbero potuto definire la sua musica inascoltabile ma l’importanza di Zappa come anticonformista musicale e autore di satire sociali non è mai stata messa in discussione. L’uscita del primo album dei Mothers nel 1966, Freak Out, ha segnato la nascita del rock alternativo. All’epoca, quando qualsiasi rocker degno di questo nome si scagliava contro “l’establishment”, Zappa stava facendo l’impensabile: prendeva regolarmente e spietatamente in giro la controcultura. “Flower Power fa schifo!” proclamava una voce nell’album dei Mothers del 1967 We’re Only in It for the Money, registrato all’apice del movimento hippie e confezionato in una custodia apribile che parodiava senza pietà la copertina di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles.
    L’inclinazione per l’umorismo volgare, a volte infantile, sessuale, e gli arrangiamenti eccessivamente elaborati facevano parte del suo spirito underground.
    Zappa fu anche il primo magnate dell’indie rock, ha fondato e gestito tre case discografiche indipendenti.
    La sua musica che fondeva i più disparati generi musicali non divenne mai mainstream, ma l’arguzia acida di Zappa e la sua capacità di suscitare polemiche lo hanno tenuto al centro dell’attenzione. Ha sfidato costantemente le convenzioni denunciando le varie forme di ipocrisia nella società.

    Underground è traducibile con ‘quasi universalmente censurato’, rifiutato anche dalle radio che si proclamano paladine del ‘suono giovane’.
    Zappa l’irriducibile si è sempre rifiutato di cambiare i suoi testi e il suo atteggiamento.
    Nel 1968 stava succedendo qualcosa nella scena musicale ma nessuno sembrava esattamente cosa. Forse perché nessuno ancora sapeva bene cosa fosse l’Underground. Anche il ‘portavoce non ufficiale’ dell’Underground, Frank Zappa, faticava a descrivere questo termine nebuloso.
    “Beh, non lo so. Durante la guerra ‘underground’ si riferiva a qualcuno coinvolto nella resistenza. Ora immagino significhi qualcuno che risulta ripugnante” dichiarò Zappa all’epoca.
    Attraverso parole, azioni e apparenze, Frank Zappa e i Mothers of Invention esprimevano la corrente sotterranea di protesta della loro generazione. La satira del gruppo ridicolizzava l’ipocrisia e le debolezze della società e forse, per molte persone anziane, tutto questo risultava ripugnante. L’immagine anti-establishment non è mai stata particolarmente apprezzata dal segmento più anziano della popolazione.

    “Molti gruppi underground non si preoccupano di fare un disco di successo. Sono interessati solo all’espressione artistica. I suoni underground sono grezzi. Ma il settore musicale non dovrebbe dimenticarsi che quella musica suona così a causa dell’ambiente in cui vivono i ragazzi, che sono persone differenti. Alcuni hanno corpi alterati chimicamente e si dedicano a passatempi che risulterebbero decisamente estranei ai dirigenti discografici. Concepiscono la musica come una forma d’arte. La maggioranza degli addetti ai lavori non sa nulla di musica, cerca solo la potenzialità commerciale. Il valore artistico dovrebbe interessarvi. Definite rumore la nostra musica, però non vi prendete la briga di guardare oltre, di capire gli accordi o i fraseggi. Non capite la musica underground – c’è sicuramente un gap generazionale musicale. Questo gap è, da parte degli adulti, una manifestazione di paura. Hanno la sensazione che i giovani ce l’abbiano con loro e questo influenza il modo in cui le case discografiche trattano i gruppi underground. Non ci apprezzano o non ci capiscono. Non esistono corsi di musica underground. In realtà i gruppi utilizzano tecniche che nei conservatori sono proibite nelle composizioni perché non suonano bene. Le quinte parallele e le ottave parallele sono un’esperienza sonora commovente. Nonostante i conservatori, molti gruppi pop ne fa abbondante uso.
    Le case discografiche devono imparare a capire la nuova musica. Fino ad oggi, ancora non apprezzano i gruppi o non li capiscono. Esiste però una via d’uscita. I loro dirigenti potrebbero scendere nei sotterranei psichedelici e sudare insieme ai ragazzi”.
    (FZ, Record Mirror, gennaio 1970)

    Frank Zappa, una delle figure di spicco della musica underground, è stato un pioniere nell’uso di strumenti amplificati e modificati elettronicamente. E’ accreditato per aver avviato gran parte del lavoro teorico di base che ha influenzato la progettazione di molti dispositivi elettro-musicali fabbricati commercialmente.

    Frank voleva qualcosa che il suo pubblico non poteva dargli. Voleva essere compreso come compositore e musicista, non come “esecutore pop”. 

    Le persone andavano a vedere i Mothers più per la loro immagine che per la loro musica. Volevano uno spettacolo, non essere esposti a una forma musicale che era molto in anticipo sui tempi. Ridere dei Mothers era la cosa alla moda da fare. I Mothers sono passati dall’arena degli spettacoli perché il pubblico di Zappa si aspettava che recitasse la parte dell’iconoclasta piuttosto che esserlo.

    (The Echo, aprile 1970)

  • Frank Zappa plays Tango: Be-Bop Tango Contest, Sheik Yerbouti Tango, Satumaa Finnish Tango

    Frank Zappa plays Tango: Be-Bop Tango Contest, Sheik Yerbouti Tango, Satumaa Finnish Tango

    Be-Bop Tango (Of The Old Jazzmen’s Church) (Live At The Roxy, Hollywood/1973, Roxy & Elsewhere – 1974)
    Zappa’s Introduction – Aka Tango Chat (Wayne, NJ, 11 novembre 1973, Live) Bebop Tango Contest Live! (Wlir-Fm Garden City, NY, 31 dicembre 1974)
    Be-Bop Tango Contest (Remastered) · The ‘Unconcert’ Broadcast, Garden City, NYC, 31 dicembre 1974, WLIR-FM Broadcast
    Satumaa Finnish tango (Live Helsinki 1974) vocalist Napoleon Murphy Brock
    Live al Finlandia Hall di Helsinki (24 agosto 1973, Road Tapes, Venue 2)
    Sheik Yerbouti Tango (dall’album Sheik Yerbouti, 1979)

    “Signore e signori, questa è una gara di ballo! Un ballo antico di passione e amore… Sapete che il tango è molto impopolare, anche nel New Jersey! Gli americani preferiscono che non si tratti di passione. Forse lo ballano solo i comunisti sessisti di oggi?”. (Frank Zappa)

    Il libro “The Nordic Stories” (di Erland Bekkelund, Cege Berglund, Matti Laipio, Ole Lysgaard e Søren Gaden) documenta i concerti di Zappa nei Paesi nordici dal 1967 al 1988. In nessun’altra zona europea Frank Zappa ha tenuto più concerti come nel Nord Europa. Ha suonato in circa 80 concerti tra Norvegia, Finlandia, Svezia e Danimarca. Nel capitolo speciale su Zappa in Finlandia, Matti Laipio racconta perché e come ha fornito ai Mothers gli spartiti per il tango finlandese Satumaa. Il risultato può essere ascoltato al concerto di Helsinki, che fa parte della serie You Can’t Do That On Stage Anymore.

    1973 – Al Roxy, ogni sera, l’happening di tango è un invito a ballare. E’ una grande festa sfrenata tanto per l’orchestra quanto per le iniziative degli anonimi partecipanti. Le coppie si sfidano tra loro sui blocchi sonori dell’orchestra. Piuttosto che un tango in senso stretto, sembra essere all’ordine del giorno l’epilessia.

    Il tango (genere musicale e ballo originario della regione Rio de la Plata) è nato in Argentina e Uruguay come ibrido di altre musiche e danze popolari (milonga e tango andaluz).
    Avendo origini popolari e, soprattutto, essendo considerato lascivo per diverso tempo venne rifiutato dalle classi medio-alte che erano solite danzare i balli da sala, tra cui il valzer di Vienna.
    Inizialmente, il tango veniva eseguito da un trio formato da violino, chitarra e flauto. Alcune composizioni di tango erano scritte per pianoforte solo o pianoforte e voce.
    Nel Novecento il trio comprendeva, invece, pianoforte, violino e fisarmonica. In seguito, iniziarono a formarsi vere e proprie orchestre di tango.
    Perché Frank Zappa si divertiva a suonare il tango? Per più di un motivo.
    Il tango argentino è un ballo basato sull’improvvisazione, caratterizzato dalla passionalità.
    In gran parte, è in tempo binario. E’ caratterizzato da tre ritmi musicali diversi a cui corrispondono altrettante distinte tipologie di ballo: tango, milonga e tango vals (vals criollo).
    Musicalmente, il tango ha un tempo di 4/4 (fu introdotto parallelamente alla comparsa del bandoneon e serviva a rallentare il ritmo) o 2/4 (ritmo iniziale del tango derivante dalla milonga) ma anche di 3/4 (è il caso del tango che deriva dal valzer).
    Improvvisazione, passionalità, linguaggio del corpo libero da specifiche regole. A tutto questo aggiungiamo il fatto che il tango era considerato un ballo peccaminoso dalla religione cristiana, soprattutto dal fronte cattolico che ne auspicava l’abolizione. I motivi per cui Zappa amava il tango ci sono tutti.

    “Sheik Yerbouti Tango” è un brano prezioso che trasforma il tango in frenesia dissonante. Nel video, pubblico le tre pagine di spartito (pubblicato su Guitar maggio-giugno 1979) con la trascrizione dell’assolo di Zappa.

  • Frank Zappa, Arf: Fido & Poodle, the Conceptual Continuity ‘leit motif’

    Frank Zappa, Arf: Fido & Poodle, the Conceptual Continuity ‘leit motif’

    The Poodle Lecture (Live Palladium 1977, brano inserito nell’album You Can’t Do That On Stage Anymore, Vol. 6, 1992)

    Il cane Fido è un personaggio immaginario che appare puntualmente nei testi di Frank Zappa. Spesso, si tratta di un barboncino e viene chiamato con la frase “Here Fido, here Fido”. Succede, in particolare, in tre brani:
    – Cheepnis: si cerca di catturare Frunobulax. “Il mostro che i contadini di questa zona chiamano Frunobulax è appena stato visto avvicinarsi alla centrale elettrica. I proiettili, i razzi, le granate non possono fermarlo”;
    – Nanook Rubs It: mentre Nanook strofina il cane, un coro canta ‘Here Fido, here Fido’;
    – Stink-foot: qui viene chiesto a Fido di prendere delle pantofole, poi il cane parlante inizia a discutere sull’essenza della Continuità Concettuale. “Il nocciolo del biscotto è l’apostrofo. Il barboncino morde, il barboncino lo mastica…”.
    Sulla copertina di Absolutely Free una delle pubblicità mostra un collare per cani: compare lo slogan “Compra un Fydo, ti sta benissimo”.
    Il Fido di Zappa è stato, in parte, ispirato da uno spot pubblicitario dello spray per i piedi Dr. Scholls (1974), in cui un cane sviene quando si trova di fronte ai piedi puzzolenti di un uomo. Zappa avrebbe confuso il prodotto con lo spray Mennen.

    Frank Zappa ha rivelato che l’immagine del cane si riferisce ad una “parodia di Wagner nel concetto di leit motif”. “Un leit motif è un piccolo frammento, non un tema ma un pezzo parziale: Wagner prenderebbe un leit motif e distribuirebbe quel motivo in tutto il pezzo. Andrebbe a creare un effetto nostalgico da evocare in una cornice psicologica come il cigno. Nei nostri archivi, il Fido che continua a spuntare è come il cigno. In realtà, è un Fido astratto, non è un cane. Non ha niente a che fare con un cane, non ha niente a che fare con niente, potrebbe anche essere un numero…”.
    In sostanza, Fido fa parte della Continuità Concettuale di Zappa, il Progetto/Oggetto, l’insieme unificato. Frank considerava tutto ciò che faceva come parte di una grande composizione; tornava su certi temi ogni volta che lo riteneva opportuno.

    Il significato del ‘barboncino’ spiegato in “The Poodle Lecture”
    All’inizio Dio creò “la luce”. Poco dopo, Dio commise tre grandi errori.
    Il primo errore fu chiamato UOMO, il secondo errore fu chiamato DONNA e il terzo errore fu l’invenzione del BARBONCINO.
    Ora, il motivo per cui il barboncino fu un errore così grande è perché Dio originariamente voleva costruire uno
    Schnauzer, ma sbagliò. Tanto tempo fa, il barboncino era un cane molto attraente. Il barboncino aveva peli distribuiti uniformemente su tutto il suo piccolo CORPO tipo canino piccante. Era un cane dall’aspetto normale. I cani normali non prendevano in giro il barboncino nei tempi antichi. Ma la DONNA, come sai, è sempre stata molto più intelligente dell’UOMO fin dall’inizio dei tempi. L’UOMO farebbe qualsiasi cosa per ottenere un po’ di figa ed è per questo che la DONNA ha sempre avuto il controllo su di lui.
    All’inizio la DONNA guardò l’UOMO dritto negli occhi e disse: “Perché non vai a cercarti un lavoro perché potrei usare un po’ di belle cose in casa. Principalmente ciò di cui ho bisogno è un tagliacapelli, delle forbici e un paio di pinzette incrostate di zirconi”. Naturalmente l’UOMO ha fatto il suo dovere. È uscito e ha trovato un dannato lavoro e ha dato quei soldi alla DONNA. La DONNA corse fuori dalla porta sul retro del giardino dell’Eden, andò direttamente al negozio di ferramenta, prese le forbici, le pinzette incrostate di zirconi e tornò indietro e, mentre l’UOMO dormiva, la DONNA prese il BARBONCINO. Perché la DONNA aveva notato che la lunghezza e le proporzioni dell’appendice orale del barboncino, la lingua del cane, erano di suo gradimento, tranne per il fatto che questo cane aveva troppi peli. Non aveva l’aspetto da discoteca tanto popolare al giorno d’oggi. Ha preso il cane l’ha pulito un po’. Nella parte posteriore, intorno al collo, al torace alle zampe ha tolto tutto il materiale estraneo indesiderato da questa zona che chiameremo Burbank. Poi ha sistemato il piccolo succhiatore così, gli ha
    sistemato la bocca così e si è accovacciata SU DI LUI. (Frank Zappa)

    “Non so come sia iniziata. Il barboncino è una specie animale vittima dell’assurdità della razza umana. Quello che ha subito, soprattutto dalle donne, lo condannerebbe al tormento eterno. È stata la donna a decidere di tagliarlo e di farne un arbusto ambulante. Si possono trarre due conclusioni: il barboncino è collaborativo e la donna ha dei problemi. Pensate che un animale piccolo e parzialmente denudato sia una buona cosa? Il barboncino non ha diritti? Stiamo cercando di salvare le balene, ma chi si preoccupa del barboncino?” (FZ, Apocrypha, 1988).

    “Gli animali sono esseri superiori e meritano rispetto” (Frank Zappa)

  • Frank Zappa & Rock

    Frank Zappa & Rock

    Muffin Man (NYC Palladium, 30 ottobre 1977)

    Ti consideri un cantante rock and roll?
    “No, direi che sono interessato all’espansione della consapevolezza. Non puoi dirlo nel rock and roll in quanto tale, ma puoi usarlo come veicolo per tutte le idee che la gente vuole ascoltare. Ci sono persone che vogliono ascoltare cose che potrei essere in grado di mettere in qualche forma. Penso che potremmo usare il rock and roll… i tamburi per accentuare ciò che sta accadendo. La capacità di attenzione della persona media che compra dischi non è limitata ma è breve: ci sono così tante distrazioni nell’era meccanica”.
    (FZ, IT, 31 ottobre 1966)

    “Non sono mai stato una popstar. Le popstar sono carine e indossano bei vestiti. Sono un musicista. Mi piace il rock n’ roll, è il mezzo migliore per esprimermi con i miei testi”. (FZ, Acid Rock, gennaio 1978)

    Zappa fu il primo musicista rock a cimentarsi coi tempi dispari, i ritmi composti, ad introdurre due batteristi e percussionisti nel suo organico, nonché il primo a sovrapporre due brani diversi suonati simultaneamente e sincronizzati in tempo reale. (20zero77.it, 4 gennaio 2021)

    “Il rock’n’roll è l’unica realtà vitale dell’America, ben altro che un momento di semplice passaggio. E per questo sto portando diverse musiche negli arrangiamenti rock”. (FZ, Rockstar, settembre 1991)

    “È stato la mente più acuta e il critico sociale più sottile del rock”.
    (Motivazione ufficiale dell’ammissione di Frank Zappa alla Rock’n’Roll Hall of Fame)

    Zappa è, in qualche modo, il Gershwin del rock alternativo, rappresenta la capacità di usare tutto nella stessa maniera. L’altra sua geniale intuizione fu quella di laicizzare il rock che, in quel momento, stava correndo grandi rischi di retorica, di mistica, nella stessa California dove operava lui. La California più altisonante, trionfalistica, che aspirava alla musica come tautologia globale dell’universo.
    Mi piace definirlo come una sorta di anticorpo prodotto dal rock stesso nel suo momento di massima autocelebrazione. Ha dimostrato un gran carattere nel ridicolizzare da subito le pose delle rockstar.
    (Gino Castaldo, critico musicale, Mangiare Musica giugno 1994)

    Nel 1965 si formò un gruppo chiamato The Mothers. Nel 1966 incise un disco che diede inizio a una rivoluzione musicale. I Mothers inventarono la musica underground. Inventarono anche l’album rock a doppia piega e il concetto di fare di un album rock un pezzo totale dei Mothers ha aperto la strada a dozzine di altri gruppi (inclusi i Beatles e gli Stones) con le loro ricerche e sperimentazioni in una vasta gamma di stili e mezzi musicali.
    I Mothers sono stati la prima grande band elettrica. Hanno aperto la strada all’uso di strumenti a fiato amplificati e/o modificati elettronicamente… tutto, dall’ottavino al fagotto. Sono stati i primi a usare il pedale wah-wah su una chitarra così come i corni e gli strumenti elettrici a tastiera. (IT, 9-24 aprile 1970)

    “Facciamo “musica contemporanea”, vale a dire una forma artistica legata al nostro ambiente sociale attuale. Quello che suoniamo difficilmente può essere classificato come rock’n’roll; se dobbiamo essere definiti, penso soprattutto che siamo non-rock. Il nostro materiale musicale è principalmente dada, il resto include tutte le cose strane e inspiegabili che accadono sul palco durante lo spettacolo”.
    (FZ, Rock & Folk, novembre-dicembre 1967)

    “Il mio concetto di percussioni è più melodico rispetto a quello classico di batteria rock. Cerco sempre un batterista in grado di immaginare il tempo suddiviso in altre dimensioni e forme. Qualcuno che si approcci ai diversi strumenti che compongono una batteria come a strumenti melodici e suoni insieme alla chitarra, con un senso musicale”. (FZ, Musician, settembre 1988)

    “Nel rock stanno accadendo cose rivoluzionarie, ma la maggior parte di ciò che passa come rivoluzionario è una stronzata: roba pacchiana, un’idea pubblicitaria”. (Frank Zappa, GO Magazine, 17 ottobre 1969)

    Zappa è pienamente consapevole della gioia, dell’ostilità e della catarsi emotiva scatenate da un concerto rock dal vivo. Sa bene come un’esplosione elettronica può registrarsi nel sistema nervoso centrale dell’ascoltatore, inviando la sua corrente direttamente al cervello e prendendo il controllo dei muscoli volontari. L’ascoltatore abbandona le sue strutture critiche e si sottomette alla musica. Il rock può essere totalitario in misura esplosiva.
    (Milwaukee Journal, 5 dicembre 1971)

    “Il rock non morirà. Passerà attraverso alcuni cambiamenti, ma non morirà. L’hanno predetto troppe volte in passato, ricordi? ‘Il limbo sta arrivando, il rock and roll è morto’. Ci sono stati anche alcuni sforzi concertati per ucciderlo… ma sopravvivrà perché ci saranno sempre diversi produttori e case discografiche molto intelligenti, interessati a dare alle persone ciò che vogliono invece di ciò di cui hanno bisogno”.
    (Frank Zappa, Down Beat, 30 ottobre 1969)