Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Categoria: FZ Topix

  • Frank Zappa, father of Rock Theatre: on stage at the Garrick Theatre with MOI (1967)

    Frank Zappa, father of Rock Theatre: on stage at the Garrick Theatre with MOI (1967)

    1967 Frank Zappa & MOI al Garrick Theatre filmati da Ed Seeman (The Return of the Son of Monster Magnet)
    1967 Frank Zappa & MOI al Garrick Theatre (tratto da Uncle Meat, Video from Hell, 1987)

    FAIR USE

    Tra il ’67 e il ’69, ultimi intensissimi anni di vita dei Mothers originali, Frank Zappa ha messo a punto un’inedita idea di teatro musicale.
    I Mothers divennero, inizialmente un po’ per gioco e un po’ per necessità, un laboratorio creativo permanente. Ciò accadde non a Los Angeles ma a New York, tra la primavera e l’estate del 1967, al Garrick Theatre di New York.
    Lo spettacolo dei Mothers (intitolato “Pigs & Repugnant”) includeva lunghi pezzi musicali intervallati da teatralità dada e vaudevilliana tra verdure marce calpestate sul palco, bambole smembrate, giraffe impagliate e fatte a pezzi con bombe di ciliegie.
    Frank appariva come un personaggio di teatro, una sorta di maschera che sembrava avesse tutto sotto controllo, una risposta per ogni domanda.

    Frank è spesso etichettato come il “padre” del rock teatrale alla Alice Cooper (uno dei suoi primi pupilli) ed altri. Ha offerto alcuni spunti interessanti sul passato dei MOI (Mothers of Invention).
    “Probabilmente sono io il padre” ha ammesso “ed ora il rock teatrale si è trasformato in qualcosa di davvero spettacolare. All’epoca, avevamo un’attrezzatura molto scarsa e lo facevamo in circostanze in cui la maggior parte dei gruppi rock di oggi non avrebbe funzionato. In altre parole, l’abbiamo fatto nel modo più duro: sei sere a settimana, due spettacoli in una notte per cinque mesi al Garrick Theatre di New York, in agosto e settembre senza aria condizionata e umidità al 90%. Era un piccolo teatro da 300 posti, e suonavamo per chiunque entrasse e prendesse parte a ciò che stavamo facendo. Abbiamo coinvolto il pubblico in modo spontaneo: non avevamo paura di fare nulla fintanto che il pubblico se ne sarebbe andato. Faccio cose strane sul palco, ma niente che riguardi scariche di materiale dal corpo o piccoli animali soggetti a ferite. Abbiamo fatto delle cose strane, ma non abbiamo fatto del male a persone o animali”.
    (Circular, 10 dicembre 1973)

    La lunga permanenza al Garrick Theatre consentì ai Mothers of Invention una straordinaria evoluzione musicale. Zappa dichiarò più o meno in quei giorni, in una famosa intervista:
    “La nostra musica esiste in virtù del fatto che mescoliamo cose che non hanno niente a che fare l’una con l’altra. Cerchiamo, in altri termini, di realizzare l’impossibile e di dimostrare che può essere realizzato”

    Non si può parlare di semplice improvvisazione nel caso dei Mothers. Frank Zappa dirigeva una serie di variazioni improvvisate controllando forma e stili. Lui la chiamava conducted improvisation (improvvisazione eterodiretta) cioè diretta da un altro, dall’esterno. Una contraddizione in termini in ambito jazz. Zappa ne era pienamente consapevole. Improvvisare una composizione usando i musicisti come semplici strumenti dirigendo dall’esterno le loro invenzioni estemporanee. Muoveva le dita nell’aria e la musica semplicemente avveniva con il suo codice gestuale e gli impulsi energetici del Maestro.
    (dal libro “Il teatro musicale dei Mothers of Invention” di Gianfranco Salvatore)

    “In generale, le persone sono così apatiche su tutto che la cosa più scioccante che puoi fare è insultarle. L’idea è la teoria dello shock.” (FZ, Melody Maker, 15 giugno 1968)

    Le Madri, in termini di pura musicalità, presentazione teatrale, concetto formale e pura assurdità, hanno dimostrato all’industria musicale che era davvero possibile dare alla musica elettrica una valida espressione artistica.
    Nel 1967 (da aprile ad agosto), il Garrick Theatre di Bleecker Street a New York fu devastato da bombe di ciliegie, verdure ammuffite, panna montata, giraffe ripiene e rane di plastica, il tutto ben organizzato nello spettacolo “Pigs & Repugnant: Absolutely Free”.
    I Mothers sono stati la prima big band elettrica. Hanno aperto la strada all’uso di strumenti a fiato amplificati e/o modificati elettronicamente… suonavano di tutto, dall’ottavino al fagotto. Sono stati i primi ad utilizzare il pedale wah wah sulla chitarra, i fiati e gli strumenti elettrici a tastiera. Hanno gettato alcune delle basi teoriche che hanno influenzato la progettazione di molti dispositivi elettro-musicali prodotti e commercializzati.
    Sono riusciti ad esibirsi in tempi in chiave alieni e bizzarri climi armonici con una tale facilità che ha portato molti a credere che tutto stesse accadendo in 4/4. Attraverso l’uso di procedure normalmente associate alla “musica seria” contemporanea (tecniche di percussione insolite, musica elettronica, uso del suono in blocchi, fili, fogli e vapori, le Madri hanno saputo indirizzare l’attenzione di un gran numero di giovani al lavoro di molti compositori contemporanei.
    (da un articolo scritto da Frank Zappa su Hit Parader, n. 48, aprile 1970)

    Frank Zappa al Garrick Theatre (radio.com Minimation)
    https://www.youtube.com/watch?v=x1VZl4GnRJ8

  • Frank Zappa, Valley Girl: FZ & Fashion, the horror for the trends

    Frank Zappa, Valley Girl: FZ & Fashion, the horror for the trends

    Valley Girl (Ship Arriving Too Late to Save a Drowning Witch, 1982)

    La Valley Girl, interpretata da Moon Unit Zappa, la figlia di Frank, con un accento stereotipato evidenzia l’ossessione per la moda e lo shopping, modelli di linguaggio e comportamento che esprimono la cultura materialistica e superficiale nella San Fernando Valley degli anni ’80. La ‘ragazza della valle’ dà grande importanza alla necessità di stare al passo con le ultime tendenze. L’amore per i negozi di abbigliamento e lo shopping, l’ossessione per l’aspetto, la bellezza apparente, la cura personale e i beni materiali sottolineano la sua superficialità e mentalità consumistica. La Valley Girl – simbolo della cultura giovanile suburbana – è una ragazza ingenua, priva di profondità, di interesse per le attività intellettuali.

    Frank Zappa ha sempre provato orrore per la moda e le tendenze, figlie del conformismo.
    “Di solito, quando inizia una moda, una volta valutato quale dovrebbe essere lo stile di abbigliamento, è fatta. Questo è ciò che costituisce la maggior parte dei partecipanti a qualsiasi movimento: un esercito di persone che indossa l’uniforme. Il profilo di un compratore di dischi Zappa non è molto uniforme”. (Trouser Press #47 febbraio 1980)

    “Non esiste un mondo alla moda, non esiste un mondo etero. C’è un mondo, vedi, che contiene persone che credono in una varietà di cose diverse“. (FZ)

    Frank Zappa e Mothers of Invention hanno definito il Freaking Out “un processo in base al quale un individuo abbandona gli standard di pensiero, abbigliamento ed etichetta sociale antiquati e restrittivi per esprimere in modo creativo la sua relazione con l’ambiente circostante e la struttura sociale nel suo insieme”.
    L’affermazione “I vestiti fanno l’uomo” è ridicola, una nozione contorta. L’uomo dovrebbe fare i vestiti (il più possibile fantasiosi, creativi e individuali). I vestiti dovrebbero esprimere la personalità di ogni uomo. (1967)

    “C’è una differenza tra freak e hippy. Agli hippy non importa che aspetto abbiano, ai freak importa moltissimo. La loro confezione e la costruzione dell’immagine sono una parte molto importante del loro stile di vita. L’aspetto di un gruppo è collegato alla musica nello stesso modo in cui la copertina di un album è collegata al disco. Dà un indizio di cosa c’è dentro”. (Frank Zappa)

    “Gli hippy indossavano una specie di uniforme, avevano un uso uniforme della lingua e una mentalità da gregge. I freak erano più individualisti. (FZ, Humo, dicembre 1993)

    “Odiavo gli hippy. Per me erano un’altra manifestazione del conformismo nordamericano, della tendenza a raggrupparsi in tribù che accettano un vangelo che li fa sentire superiori agli altri. La mia gente era composta da “freaks”, i mutanti che avevano uno stile individuale che li separava radicalmente dal resto della comunità. “Freaks” in senso fisico, sessuale o mentale, emarginati per necessità, non per seguire l’ideologia alla moda”.
    (Frank Zappa, El Europeo, maggio 1990)

    Perché pensi che il Paese si muova in base alle mode?
    “Perché non ha dei veri valori. Una moda passeggera ti offre un’occupazione temporanea per la tua immaginazione. Non ha una vera cultura. Non ha una vera arte. Non ha nulla di reale. Ha solo mode, un prodotto nazionale lordo e molta inflazione”. (Frank Zappa, The Smith Tapes, 6 giugno 1971)

    “Nessuna musica ha avuto successo in America a meno che non fosse accompagnata da qualcosa da indossare, qualcosa da ballare o una pettinatura. Un fenomeno non si verificherà a meno che tu non riesca a travestirlo”. (Frank Zappa, Capitol, 1° aprile 1984)

    “Indosso tutto ciò che è comodo per il lavoro che svolgo, blue jeans il 50% delle volte. La mia più grande preoccupazione su cosa indossare sul palco è se le braccia sono troppo strette o meno sulla maglietta, ecco perché indosso camicie larghe. Se le braccia sono troppo strette quando suoni la chitarra il muscolo del braccio si espande e se la manica della camicia è troppo stretta la tua mano va più lenta. Quindi, di solito indosso magliette corte o con maniche a 3/4 o una maglietta con maniche lunghe larghe.
    Indossavo magliette corte… con lo stomaco in mostra. Lo hanno copiato. Ma non mi considero uno degli uomini meglio vestiti del rock ‘ n roll.
    Ti dico cosa cerco in un paio di pantaloni: non voglio schiacciarmi le palle quando sono seduto.
    Mi piacciono i vecchi vestiti consumati. Odio indossare abiti nuovi, sembra strano”.
    (Frank Zappa, Words & Music, gennaio 1973)

    L’ultima foto del video si riferisce ad un annuncio pubblicitario di “Jean’s West” con Frank Zappa. “Jean’s West” era un marchio di moda di Benetton lanciato nel 1972. Compare nella rivista Gong (ottobre 1975)

  • Frank Zappa, his thoughts on love: quotes, 3 songs

    Frank Zappa, his thoughts on love: quotes, 3 songs

    Lucille Has Messed My Mind Up (album Joe’s Garage, 1979)
    You Didn’t Try To Call Me (Live, Philly ’76)
    Tell Me You Love Me (Poughkeepsie)

    Se “l’amore non è musica”, cos’è “amore”?
    “È chimica, semplicemente chimica”.
    (Frank Zappa Interview by Bob Marshall, 22 ottobre 1988)

    “Penso sia più facile far arrabbiare qualcuno che spingerlo ad amare. Visto che l’odio è l’opposto assoluto dell’amore, se puoi evocare l’odio e polarizzarlo potresti davvero tirar fuori amore… Si può fare anche solo per il gusto della contraddizione. Se vuoi davvero essere un ribelle, prova onestamente ad amare qualcosa. E se vuoi davvero essere disgustoso, prova ad amare la società che è di merda”. (FZ, Mojo, marzo 2004)

    “Non so dove andare, per me non c’è amore da dare perché dovrei pretendere di piacere per vagare da porta a porta. Chi si preoccuperebbe se io sparissi? Chi ha bisogno di me per il proprio piacere? Perché dovrei stare seduto a guardare mentre gli altri sorridono? Volevo solo che qualcuno si preoccupasse di rendermi felice per un attimo perché non sono soddisfatto di tutto quello che ho provato, non mi piace il modo in cui la vita ha abusato di me”. (dal brano I’m not satisfied)

    “L’amore non esiste più. Ci sono così tante persone ovunque che dicono e gridano “I love”, “I love”, che ci interroghiamo davvero sulla loro sincerità… È come fischiare nel buio per non spaventarti”.
    (FZ, Rock & Folk, novembre-dicembre 1967)

    “Le canzoni d’amore contribuiscono alla cattiva salute mentale in America. Creano aspettative che non potranno mai essere soddisfatte dai mortali”. (Frank Zappa)

    “Detesto le parole delle canzoni d’amore. Credo che una delle ragioni della cattiva salute mentale degli americani dipenda dal fatto che la gente è cresciuta con quei testi. Da ragazzino senti tutte quelle parole romantiche, giusto? I tuoi genitori non ti raccontano la verità sull’amore e a scuola non la impari di certo. È un condizionamento inconscio che crea il desiderio di situazioni immaginarie che per te non esisteranno mai. E, così, la gente passa la propria vita sentendosi defraudata di qualcosa. Certe canzoni rock hanno un modo molto cinico di dire ‘facciamo l’amore’. Ma quale cazzo di imbranato dice merdate del genere nella realtà? Bisognerebbe poter dire andiamo a scopare o, almeno, andiamo a ‘riempire i moduli’, invece per arrivare alla radio devi dire ‘ facciamo l’amore’“. (FZ)

    “Mia moglie è il mio migliore amico”. (Frank Zappa, RAM, 4 aprile 1980)

    “Questa storia dell’amore cosmico è una fesseria. Come si possono amare degli sconosciuti quando molti di loro sono anche delle persone oltremodo sgradevoli? Non voglio avere niente a che fare con il flower power”.
    (Frank Zappa, Jam, settembre 2005)

    Provi emozioni, piangi mai?
    “No, non piango mai… e odio molto, quindi credo di essere emotivo”.
    Ti piacciono le persone?
    “Io amo le persone”.
    Persone particolari o le persone in genere?
    “Le persone in genere. Mi dispiace davvero per le cose che devono affrontare. Ho questo tipo di sentimenti”.
    (FZ, Sounds, 28 gennaio 1978)

    “La cosa che rende la mia musica insolita è il fatto che la gente ascolta tutto il tempo solo un certo tipo di musica mandata alla radio. E’ carta da parati per le loro vite. Una carta da parati udibile. C’è un ritmo accettabile e ci sono tre accordi accettabili e parole accettabili (baby, amore, lacrime, yat yat). Solo perché io non mi confronto con queste cose, non vuol dire che sono strano”.
    (FZ, New Rock Magazine, maggio 1990)

    “Penso che le persone che cantano canzoni d’amore e cose del genere le scrivono per i direttori dei programmi. Sono persone che non sanno un cazzo. Penso sia davvero offensivo per le persone pubblicizzare i propri sentimenti più intimi. Gli artisti di terapia intensiva fanno schifo. A loro interessano i soldi perché l’unica cosa che passano alla radio sono le canzoni d’amore. Suonare una nota alta non significa necessariamente esprimere un’emozione: è merda meccanica”. (FZ, Primo Times, dicembre 1977)

    “La canzone d’amore è finita. E’ troppo ingenua, quindi una bugia. Ora sappiamo tutti che l’amore è più complicato. Se l’amore ce l’hai, non devi continuare a parlarne…” (Frank Zappa)

    Frank Zappa ha scritto canzoni d’amore come Tell me you love me, I’m so happy I could cry, Doreen, Sharleena, Love of my life, Lucille has messed up your mind, You didn’t try to call me, How can I be such a fool, Anyway the wind blows, Let me take you to the beach. Un sentimentalismo espresso in varie sfumature emotive, molto reale.

    “Le cose belle accadono quando vai oltre l’amore” (FZ)

  • Frank Zappa & the secret laboratory of Dr. Zurkon: the crazy Razor Man

    Frank Zappa & the secret laboratory of Dr. Zurkon: the crazy Razor Man

    Occam’s Razor (One Shot Deal, 2008)

    Occam’s Razor è un assolo di chitarra estratto da una versione live della canzone “Inca Roads”. E’ stato utilizzato nel brano On The Bus (dall’album Joe’s Garage). Questo è un esempio della tecnica di xenocronia utilizzata da Frank Zappa.

    Il rasoio di Occam (o principio di parsimonia attribuito al filosofo britannico William of Ockham) ci dice che la spiegazione più semplice ed elegante è, di solito, quella più vicina alla verità.

    Accovacciato sui suoi registratori a nastro nel seminterrato, Frank scruta con occhi scintillanti come se le note dovessero emergere come veri e propri segni sul nastro.
    Sulla porta del seminterrato c’è un cartoncino nero su cui è scritto, in nitide lettere bianche:
    “LABORATORIO SEGRETO DEL DR ZURKON NELLA VALLE FELICE”.
    Il seminterrato è enorme, ha la moquette celeste e le finestre chiuse da zanzariere insonorizzate. Due enormi altoparlanti sono alti un metro e mezzo e tra di loro, un assemblaggio di plastica, legno e un cofano per auto copre un portello attraverso cui vengono proiettati i film da un’anticamera. Il tappeto è disseminato di strumenti e relative custodie, un’antica sedia a rotelle, manichini a grandezza naturale, un organo e altro materiale di assemblaggio.
    Poster di concerti e una targa che proclama “Zappa’s Grubby Chamber” ricoprono le pareti. Le persiane bloccano il tempo e la luce del sole, quindi la stanza è ferma fino a quando qualcuno si muoverà o verrà riprodotta musica: il tempo viene misurato da questo. Frank lavora tutta la notte fino alle 9 di mattina più o meno. Ha uno Scully 280 a due binari e un TEAC A1 200U collegati da un pannello patch montato a parete. Ha anche migliaia di nastri, per lo più su bobine NAB, etichettati come:
    MOLTO DIVERTENTE
    ZUPPA E VECCHI VESTITI N.1
    PROTRUSIONE RUSTICA N.2
    THE MAD GUMMER N.2
    CUCAMONGA ERA N.2
    CRITERI: PROPRIO LÀ BUNK
    FINALE
    e così via.
    I nastri sono lo Scribbledehobble di Zappa, il suo vocabolario musicale, i suoi archivi, quaderni di schizzi e una fonte costante di nuovo materiale mentre li taglia e li riarrangia in un nuovo ordine per creare nuove relazioni musicali e sfumature di ritmo e contenuto. È un artista di collage che lavora con il tempo, manipolando le dinamiche come un artista visivo cambierebbe consistenza e colore. Zappa sposta le tensioni, il contenuto dell’immagine e il carico accelerando, unendo e dissolvendo.

    LA MUSICA DI ZURKON
    Quando Frank studiava musica, iniziò a leggere Counterpoint, Strict and Free di HA Clarke, Filadelfia 1929. Sulla seconda pagina si legge: “Non scrivere mai nessuna delle seguenti successioni…” (vedi terza foto)
    I numeri 1 e 2 sono molto duri. I numeri 3 e 4 non così aspri sono di uso comune nella musica moderna”.
    Quindi Frank li ha suonati e ha detto: “Fantastico!”. Queste successioni sono usate molto frequentemente anche da Igor Stravinsky che secondo Frank le vedeva proibite anche in un libro di contrappunto.
    Stravinsky è probabilmente l’influenza classica più evidente nel lavoro di Frank: dove Stravinsky usa un rapido passaggio di ottavino davanti a una lenta esposizione orchestrale del tema, Zappa usa un nastro accelerato che lampeggia oltre la batteria, il basso e le tastiere con lo stesso effetto, in particolare su “Lumpy Gravy”.
    La musica di Zappa combina l’organizzazione del tempo presente (sovrapposizione di segni temporali, flusso dinamico di colori o texture) con l’organizzazione del tempo passato (nostalgia: riferimenti ai primi giorni del rock and roll, manipolazione di periodi, date, anni).
    Fonde idee e temi musicali con un tipo di musica-verità di registrazioni di vita reale, di ridacchianti frizioni di caffè acido e fanatici delle auto che soliloquiano sull’arte della personalizzazione. Le escursioni di Zappa nella realtà ultima sono capolavori di montaggio: la telefonata su “We’re Only In It For The Money” o la ripetuta introduzione di Jimmy Carl Black. Questi elementi non vocali (cantati), non musicali sono usati come musica più o meno allo stesso modo in cui Eric Satie usava il motore dell’aereo, la dinamo, la macchina da scrivere e i sonagli in “Parade” prima della Prima Guerra Mondiale.

    L’ARCHETIPALTEMA
    Frank Zappa è come gli alchimisti, che ripetevano lo stesso processo o esperimento, mese dopo mese, spesso per molti anni, fino a quando i materiali con cui stavano lavorando diventavano così instabili da sviluppare nuove proprietà e, un giorno, gelificare nella pietra filosofale. Frank sta lavorando con una serie di temi, gli stessi che usa sempre (di tanto in tanto, dà loro nuovi nomi per confonderti). Ci sta ancora lavorando, avvicinandosi di soppiatto da nuove angolazioni, sorprendendoli con strane orchestrazioni e strani tempi in chiave, facendoli a pezzi sul suo blocco di montaggio: l’uomo del rasoio pazzo, sommerso dagli archi, illuminato da nastro accelerato. Quelle orchestrazioni sono diventate unità archetipiche a sé stanti.
    (Crawdaddy, maggio 1970)

  • Frank Zappa: Music is the Best, information is not knowledge, wisdom is not truth, analysis

    Frank Zappa: Music is the Best, information is not knowledge, wisdom is not truth, analysis

    Packard Goose (Joe’s Garage – Act III – 1979)
    Packard Goose (Live Barcelona 1988)

    “Music is the only religion that delivers the goods.”
    (Frank Zappa)

    “Music is the most physically inspiring of all the arts”
    (Frank Zappa)

    “Ciò che chiedo alla gente di fare è semplicemente questo: a modo tuo, nella tua vita, ogni giorno, ti trovi di fronte a un dato. Non limitarti a ‘consumarlo’. Pensaci solo per un minuto. Hai il diritto di elaborare le tue informazioni in base ai mezzi con cui sei nato. E’ un tuo diritto. Questa è la vera libertà. Hai il diritto di prendere una decisione. Ora, se scegli di intorpidirti e di essere ingannato, hai il diritto di essere ingannato. Ma nel tuo stato di confusione, non hai il diritto di essere un peso, a causa della tua ignoranza autoimposta, nei confronti di altre persone che potrebbero voler fare le cose nel modo giusto. Se scegli volontariamente di essere un idiota, qualunque sia il motivo per cui lo hai scelto, va bene. Hai il diritto di essere stupido, ma non hai il diritto di danneggiare altre persone a causa della tua stupidità. E non hai il diritto di imporre per legge la tua stupidità all’esistenza, di imporla ad altre persone che hanno una visione più chiara delle cose”.
    “La maggior parte dei mali della società può essere curata attraverso l’informazione. Abbiamo una società che è stata disinformata e sulla base della disinformazione ha fatto scelte irrazionali. Ed è questo che intendo per “ignoranza”. Le persone, che normalmente potrebbero essere intelligenti, sono private dei dati con cui prendere una decisione razionale, non hanno i dati per farlo. Nessuno ha più controllo o accesso ai media dell’ufficio stampa della Casa Bianca. L’abbiamo visto. Hanno letteralmente rimodellato la storia americana per i loro fini. È davvero il 1984: “Il nero è bianco, il bianco è nero, 2 e 2 fa undici”, qualunque cosa vogliano dirti. “George Bush è un sostenitore dell’ecologia. Ronald Reagan è un grande patriota”.

    “Devi essere sospettoso delle informazioni. Ecco perché dico: “L’informazione non è conoscenza e la conoscenza non è saggezza”.

    “Una cattiva informazione, è sempre informazione. Se qualcuno viene da te e dice “Due più due fa undici” e ha il sigillo presidenziale sul cappotto, bandierine che sventolano sullo sfondo e palloncini che salgono, potresti pensarci per un minuto. L’informazione non è conoscenza. La conoscenza è sapere qualcosa. La saggezza è l’idea di avere una serie di informazioni su fatti. Per comportarti saggiamente, devi sfruttare questi fatti in qualche modo. Puoi distribuirli stupidamente o saggiamente. Quindi, l’informazione non è conoscenza. La conoscenza non è saggezza. La saggezza non è verità. Puoi prendere tutte le informazioni ordinate che ti forniscono una base di conoscenza. Puoi agire seguendo quella che credi sia una procedura saggia, ma questa non è necessariamente una verità ultima. E solo perché qualcosa è una verità ultima non significa che sia bella. Soltanto perché qualcosa è bello non significa certamente che devi amarlo. Perché ci sono un sacco di cose brutte che potresti amare anche tu. Voglio dire, amo il mio cane. Non è un cane particolarmente attraente, ma è un cane meraviglioso”.
    (Frank Zappa, dall’intervista di Bob Marshall durata 7 ore del 21-22 ottobre 1988, celebrata come la più grande intervista di Zappa dell’epoca. Le domande sono state preparate da Bob Dobbs.

    Rendersi conto che i nostri cuori sono condizionati e che devono passare da un atteggiamento passivo (emotivo, sentimentale) ad un impegno attivo (intellettuale, creativo) con la musica è il primo passo verso l’illuminazione.
    (estratto da “Frank Zappa versus the people” di Pacôme Thiellement)

    Pochi giorni prima di “partire per il suo ultimo tour”, come diceva la sua famiglia, Frank chiedeva di portare il suo letto d’ospedale sotto il suo Synclavier, così avrebbe potuto fare un po’ più di lavoro.

    Frank Zappa potrebbe essere descritto come un guerrigliero culturale. Vede che le arti popolari sono propagandistiche in senso lato: anche quando si mascherano da ribellione, ci cullano nella fantasia e omogeneizzano le nostre risposte. Così, si infiltra nella macchina e cerca di far sì che le forme popolari sconfiggano i loro fini tradizionali – la sua musica non culla, cerca di farti pensare.
    (Down Beat, 30 ottobre 1969)

  • Frank Zappa – Orgy, Orgy (1973): ‘free sex for everybody’, Sheikh syndrome

    Frank Zappa – Orgy, Orgy (1973): ‘free sex for everybody’, Sheikh syndrome

    Orgy, Orgy (1973, Sound Check, Film Shoot – The Roxy Performances, 2018, UMG)

    Era Freak Out, Son of GUAMBO (The Great Underground Artists’ Masked Ball and Orgy) e, per necessità, c’erano i Mothers of Invention con il loro suono elettronico da big band, The Factory e altri.
    C’era uno spettacolo di luci, luci stroboscopiche sui ballerini, nella Shrine Exposition Hall di Los Angeles, c’erano cinquemila persone. Erano persone in abiti estatici, tutti lì, tutti riuniti.
    Hanno organizzato un freak-in commemorativo per Lenny Bruce al cimitero.
    Dicono che anche il fuzz sia andato fuori di testa…
    (Cavalier, dicembre 1966)

    Mondo Hollywood Hungry Freaks (1966, Los Angeles, Frank Zappa e i Mothers al GUAMBO e altro materiale filmato da Robert Carl Cohen)

    https://www.youtube.com/watch?v=1kCxIDkVYU8

    A Frank Zappa piaceva prendere in giro qualsiasi tipo di tabù, soprattutto sessuale. Non c’era tabù a cui non fosse disposto ad avvicinarsi. Gli piaceva provocare, parlare di omosessualità o sadomaso non tanto perché approvasse queste pratiche ma per il semplice gusto di scioccare soprattutto i puritani. Le reazioni di rabbia che scatenava in certi ambienti lo divertivano.
    La sua opinione personale si basava su un principio semplice: “Se ti piace fare qualcosa e non danneggi nessuno, provaci. Se ti fa sentire bene, fallo!”.

    “Tutti vogliono essere liberati. Se vuoi liberarti tutto quello che devi fare è toglierti i pantaloni e fare sesso. E’ l’unico modo per liberarti davvero. Bisogna pensare al sesso in modo naturale, per come è realmente: chi ti annuncia che il sesso è sporco non lo fa perché è davvero sporco, è solo un espediente per il controllo mentale governativo”. (Frank Zappa, Nuggets, aprile 1977)

    Zappa è sempre stato un acerrimo nemico della censura, lo sappiamo tutti.
    Frank consigliava ai giovani di fare sesso perché pensava che fosse migliore per la loro salute mentale rispetto all’uso di droghe. Per ‘fare sesso’ intendeva farlo per come ciascuno di noi desidera, non per come viene suggerito dalla società.

    Zappa viveva in una comune del Topanga Canyon con sei groupies. “Le groupies sono molto influenti sul mercato discografico perché conoscono così tante persone. Se hai successo con le groupies, venderai 15.000 dischi solo a Los Angeles”. (Rolling Stone, 15 febbraio 1969)

    Zappa avrà sicuramente provato più volte l’esperienza orgiastica ma lo associo, in particolare, alla ‘sindrome dell’harem’. Lo sceicco alle prese con più donne contemporaneamente.

    Discuti di ogni tipo di pratica sessuale, dalle bambole di gomma al buggery. Non ci sono dei limiti in termini pornografici?
    “Non penso si possa parlare di testi pornografici. Guardala da questo punto di vista: se avessi una laurea e andassi nella giungla a studiare il comportamento di qualche tribù insolita, qualunque cosa faccia (pornografica o altro), sarebbe considerata una ricerca seria. Ma non ho una laurea. Tuttavia, sto scrivendo canzoni su varie tribù che esistono nel mio Paese – il loro comportamento e il loro folklore. Questo è quello che fanno ed è così che sono. È antropologia, pura e semplice”.
    (Frank Zappa, da un’intervista del 1991 pubblicata su Mojo novembre 2018)

    “La pornografia è un mezzo utilizzato per eccitare qualcuno con un problema sessuale, progettato per ‘eccitare’. La volgarità è un linguaggio offensivo per chiunque sia sensibile a quel tipo di linguaggio e si basa su norme culturali… Non c’è suono che puoi emettere con la bocca che possa farti andare all’inferno o che possa comportare una qualche responsabilità sociale”. (Frank Zappa, Manhattan Arts, novembre 1985)

    https://www.youtube.com/watch?v=q5ZIYXJgf9g

    Zappa porta un senso dell’umorismo grottesco, assurdo (e molto divertente) in quasi tutto ciò che fa, sfruttando la propria ossessione erotico-bizzarra per i limiti del comportamento umano.
    “Sono attratto dal sogno, dalla realizzazione di fantasie più grandi e grottesche. Mi piace condividere queste cose con le persone. Non posso farne a meno. Cosa puoi aspettarti da chi non ha sogni o fantasie? Mi interessa tutto ciò che non interessa a nessun altro, gli avanzi. Sono una specie di raccoglitore di rifiuti. Sono sempre stato così”.
    (Frank Zappa, The New York Times, 8 novembre 1970)

    Tra il 1973 e il 1976, sei stato in tournée in tutto il mondo con Zappa e i Mothers of Invention. Qual è stata la cosa più importante di quel periodo per te?
    “La Musica è la migliore: era questo il motto più appropriato per l’impero Zappa. Ma facevamo parte anche del movimento politico studentesco. All’inizio degli anni ’70 ciò significava proteste contro la guerra del Vietnam, il potere dei fiori a San Francisco e sesso libero per tutti”.

    Sappiamo dalle biografie di Zappa che sicuramente sapeva come rilassarsi dopo i concerti…
    “E se questo aiutasse la musica? I grandi artisti hanno bisogno delle loro muse. Sono immortalate nelle loro opere”.
    (Napoleon Murphy Brock, Der Spiegel 10 agosto 2009)

  • Frank Zappa’s Coat Story: too cold inside, experience in California

    Frank Zappa’s Coat Story: too cold inside, experience in California

    A Cold Dark Matter (Live al Memorial Hall, Allentown, Pennsylvania,1988)

    Conoscerete tutti, immagino, l’inseparabile cappotto di Frank Zappa.
    Un cappotto in tweed di lana marrone con macchie colorate che indossava spesso – in particolare, negli anni ’70 e ’80. E’ documentato in una fotografia del 15 settembre 1972 (che ritrae Zappa con sua moglie Gail) e del 16 aprile 1975 (che ritrae Zappa con Herb Cohen all’Alta Corte di Londra mentre la Bizarre Productions difendeva le richieste di risarcimento danni causate dalla cancellazione di un concerto dei Mothers of Invention all’Albert Hall.
    Il famoso cappotto ha una cintura da annodare e una fodera in crêpe stampato: riporta l’etichetta Maxfield.
    Messo all’asta da Julien, è stato venduto al prezzo di 6.875 dollari.

    Con quell’inseparabile cappotto Frank ci suonava e ci dormiva anche.
    Zappa, in un’intervista rilasciata a I-AM pubblicata a marzo 1977, ha confidato qualcosa riguardo al suo amore per i cappotti ed al suo rapporto con il freddo.
    “Sono Frank, non Francesco come mio padre, e sono cresciuto vivendo in molti luoghi – Maryland, Florida, California – ovunque ci portasse il lavoro di mio padre, andavamo”. Ricordo ancora il nostro primo viaggio in California. Mio padre pensava che sarebbe stato tutto sole e strade d’oro. Aveva questa grande idea della California: non ci sarebbe stato altro che clima caldo, sole e felicità. Quando siamo arrivati in California, c’era vento, pioggia e freddo. Per circa tre mesi, ho sempre gelato. Sentivo talmente freddo che ancora oggi, ovunque io vada, mi assicuro di avere un cappotto con me”.

    “Come tutte le persone della East Coast, mio padre credeva che la California avesse un clima caldo e soleggiato. Questo deve averlo spinto a fermarsi da qualche parte nelle Caroline e a dare ad una famiglia che passava sull’autostrada tutti i nostri vestiti invernali, convinto che non ne avremmo mai più avuto bisogno. Quando arrivammo a Monterey, una città costiera nel nord della California, faceva terribilmente freddo, c’era nebbia e pioveva in continuazione”. (Frank Zappa, l’autobiografia)

    “Fare qualsiasi cosa con un cappotto addosso è un problema. Provavo a suonare la chitarra con un cappotto addosso, ad esempio durante un sound check, quando faceva freddo. Non mi piaceva e, alla fine, sono arrivato a diffidare di chiunque parlasse con il cappotto”. (Bugle American, 17 dicembre 1975)

    Al club New Penelope di Montreal con -28°C… Il freddo complice delle provocazioni di Zappa
    I concerti al club New Penelope di Montreal (Canada) si tennero i primi di gennaio del 1967. L’aspetto freak dei Mothers suscitava scandalo e diffidenza. Subivano continui episodi di intolleranza: nei ristoranti non li facevano entrare, i tassisti non li prendevano a bordo. Con 28 gradi sotto zero, recandosi a piedi dall’albergo al New Penelope, arrivavano completamente intirizziti dal freddo.
    ”Gli strumenti erano così gelidi che quando li suonavamo ci congelavamo mani e bocca”.
    E’ in quell’occasione che Zappa iniziò a sfogarsi sul pubblico inaugurando una stagione di provocazioni tra il Grand Guignol e il neo-dadaista:
    “Se non avessimo avuto quell’esperienza, probabilmente non saremmo riusciti a realizzare i numeri pubblico-punitivi che facevamo a quei tempi. Ad esempio, facevamo salire qualcuno sul palco e gli dicevamo ‘Levati scarpe e calzini, prendi i calzini in mano e leccali mentre noi suoniamo’. Tutto quello che ci passava per la mente. Fin tanto che erano sul palco avrebbero fatto qualsiasi cosa avessimo ordinato. Il resto del pubblico rideva della persona che si prestava a quelle spiritosaggini ma allo stesso tempo diceva ‘Posso farlo anch’io! Potrei essere io, quello!”.
    Una delle cose che più sconcertava il pubblico era quella che i Mothers chiamavano Dead Air, ‘aria morta’. A metà di uno show, quando si fermavano per fumare una sigaretta, Frank diceva “It’s Dead Air Time”. Prendevano una sigaretta non facendo altro che fumare guardandosi in faccia per 5 minuti come se non fossero davanti ad un pubblico. La gente si chiedeva cosa stesse accadendo.
    Altre volte Zappa si sedeva e si limitava a fissare il pubblico con aria minacciosa. Una volta domandò al pubblico se la musica era troppo alta, ma solo per avvicinare il microfono agli altoparlanti durante uno stridulo assolo di sax soprano elettrico e scatenare un inferno di feedback.
    (estratto da libro “Frank Zappa Domani” di Gianfranco Salvatore)

    Cosa preferiva indossare Frank Zappa sul palco?

    “Indosso tutto ciò che è comodo per il lavoro che svolgo. Indosso blue jeans il 50% delle volte. Non credo di aver mai indossato qualcosa di molto elegante. È difficile suonare con cose stravaganti”.
    “Sul palco indosso camicie larghe, magliette corte o con maniche a 3/4 oppure magliette con maniche lunghe e larghe. Se la manica è troppo stretta la mano va più lenta”.
    (Frank Zappa, Words & Music, gennaio 1973)

  • Frank Zappa visual artist: drawings, paintings, self-portraits, collages – Collection

    Frank Zappa visual artist: drawings, paintings, self-portraits, collages – Collection

    Minimal Art (Eat That Question – Version 1, Take 2) Waka/Wazoo (1972, UMG)

    La breve carriera di Zappa come artista visivo durò dal 1958 al 1961, periodo in cui la sua carriera musicale iniziò a prendere slancio lasciandogli poco tempo per altre attività (disegno, pittura, letteratura).

    1 – No Picnic (1955)
    All’età di 15 anni, Frank Zappa posa accanto alla sua illustrazione vincitrice al concorso annuale di poster indetto dalla California Division of Forestry.

    2 – Draw me
    Schizzo tratto dall’album di ritagli per adolescenti nel periodo del liceo.

    3 – A Day At The Beach
    Illustrazione realizzata da Frank per la sorella Candy Zappa inserita dalla stessa Candy nel suo libro ‘My Brother Was a Mother: Take 2’ (2011).

    4 – Untitled (1960)
    Dipinto all’epoca del college: mostra un’orchestra e un’opera su un palco.

    5 – Unknown title (1957-1958)
    Disegno/collage realizzato a penna e inchiostro da Frank quando era all’ultimo anno della Antelope Valley High School di Lancaster. Zappa l’ha regalato a Howard H. Most che all’epoca insegnava arte.

    6 – Drum Shop
    Questo collage raffigura vari strumenti a percussione. Sarebbe stato realizzato alla fine degli anni ’50, quando era uno studente che frequentava lezioni di arte e suonava la batteria alla Antelope Valley High School di Lancaster, in California. E’ un’opera audace e colorata trovata da Edward Lewis in un negozio dell’usato nella zona di SC Grand Strand. Ha dichiarato di aver pagato meno di 5 dollari per quest’opera.

    7 – Bass Player
    Di proprietà della prima moglie di Zappa, Kay Sherman, questo dipinto è stato realizzato mentre Zappa era all’ultimo anno della Antelope Valley High. (da verificare)

    8 – “Untitled” gennaio 1959

    9 – “Masterbation” (1959)
    Disegno inserito nella poesia “LA Night Piece” inviata da Zappa all’editore Grover Haynes usando lo pseudonimo Vincent Beldon.

    10 – Abstract Self-Portrait (1960)
    “Mi è stato regalato da Frank, immagino sia stato dipinto quando era nella sua tarda adolescenza o all’inizio anni venti”.
    (dal libro “My Brother Was A Mother: Take 2 ” di Patrice Candy Zappa)

    11 – “Horny” (1961)
    Olio su cartone rigido. Era appeso nella sua sala prove a Hollywood alla fine degli anni ’60 e, in seguito, Zappa lo regalò a Ralph Morris in segno di apprezzamento per il suo lavoro in diversi tour come tecnico del suono. Il dipinto illustra il punto di vista di Frank sulla differenza tra maschio e femmina. Raffigura una coppia di ottoni che simboleggiano un uomo e una donna.

    12 – William Special #2 (1961)
    Pittura a olio su carta opaca. Zappa la regalò al batterista Ron Williams nel 1962 per il suo compleanno.

    13 – Urban Landscape (1960)
    Un’opera d’arte originale realizzata con inchiostro e pittura su tavola.

    14 “… Biancaneve?” (1963)
    Mix di pittura e disegno su carta verde: mostra una strega cattiva che parla con una donna con la frase “Biancaneve? Oh, vive con un gruppo di nani a El Monte”. Opera creata nel 1963, nel periodo in cui Zappa scrisse la canzone “Memories of El Monte” per i Penguins.

    15 – Rocket Ship Launch
    Dipinto originale di Frank Zappa del lancio di un razzo, acquerello e acrilico su carta grigia.

    16 – Rocket Launching
    Dipinto di Zappa nello stile di un cartone animato, tempera su acetato con sfondo dipinto. L’immagine mostra il lancio di un razzo con le parole Whoosh e Pow.

    17 – Space Ship
    Questo dipinto potrebbe rappresentare una scenografia per il film mai prodotto Captain Beehheart Vs. the Grunt People.

    18 – Train
    Opera d’arte originale con inchiostro e pastello su tavola.

    19 – I Forgot
    Disegno originale di un elefante con le parole “I Forgot” e firmato Zappa in basso a destra.

    20 – Untitled, “Mothers Segment” (dicembre 1967)
    Nel 2011/2012 la mostra “The Art of Hard Rock” ha girato l’Europa ”per celebrare i 40 anni dell’Hard Rock Cafe con 40 opere d’arte di artisti tra cui Michael Jackson, Pete Townshend, Frank Zappa e Alice Cooper.
    La mostra includeva un dipinto (presumibilmente) di Frank Zappa con l’etichetta “Senza titolo, acquaforte per la copertina di un album”.
    Nel settembre 2011 “The Art of Hard Rock” è stata in mostra a Roma, presso il Chiostro del Bramante.
    Vicino al cartello FZ si legge “Dicembre 1967, Mothers Segment”.

    21 – Selfportrait (3 agosto 1981)
    FZ, lettera a Dale Brumfield.
    “Caro Dale, non capita tutti i giorni che qualcuno mi chieda di fargli un disegno, soprattutto da usare per la copertina di una rivista. Ti accontenterò, disegnerò qualcosa che potrai utilizzare per la tua pubblicazione. Spero sia di aiuto”.

    22 – Unknown Title (Horn Players)

    23 – Keyboard Player (Terry Wimberly) 1958
    Nel 1958 Terry Wimberly era il tastierista della band The Black-Outs di Frank Zappa che autografò il disegno prima di darlo a Terry.

    Fonte: donlope.net

  • Frank Zappa, Sy Borg – something about technology: How did FZ’s brain work?

    Frank Zappa, Sy Borg – something about technology: How did FZ’s brain work?

    In copertina: Sy Borg di Noel Van Hoof

    Sy Borg di Frank Zappa fa parte dell’album concettuale Joe’s Garage (1979). Esplora temi legati alla tecnologia, ai desideri umani e alla liberazione sessuale.
    Joe incontra Sy Borg, una macchina cromata dotata di varie appendici, un incrocio tra un’aspirapolvere industriale e un salvadanaio. E’ l’incarnazione futuristica dei desideri e dei piaceri umani. All’inizio, Joe è affascinato da questo stile di vita, è curioso, vuole vivere nuove esperienze. I testi suggeriscono un potenziale incontro sessuale tra Joe e Sy Borg, poi entra in scena Gay Bob, un ‘bambolo’ modificato che aggiunge un elemento di omosessualità alla storia. Zappa toccherà altri argomenti come il sesso orale e il feticismo, l’idea di libertà di espressione e personale. Joe trova che le esperienze sessuali non convenzionali siano più eccitanti ed appaganti delle relazioni tradizionali. Verso la fine della canzone, però, assistiamo ad una svolta più cupa: accidentalmente, Joe provoca un malfunzionamento a Sy Borg (i suoi circuiti elettrici non sopportano molto bene le ‘piogge dorate’). Sy rischia seriamente di ‘spegnersi’ per sempre. Questo incidente fa riflettere mettendo in luce i potenziali pericoli e le conseguenze nel perseguire desideri estremi senza capire che esistono dei limiti da rispettare.
    Il lento riff reggae suona molto simile a quello di Lucille Has Messed My Mind Up.
    Sy Borg è stata proposta dal vivo poche volte, tra agosto e ottobre 1978.

    A proposito di tecnologia… Come funzionava la mente di FZ? L’ha spiegato lui stesso in un’intervista.

    “Ci sono modi per estrarre informazioni dalla televisione. Prima di tutto, se vedo o sento un’idea posso memorizzare una versione tridimensionale di quella cosa e richiamarla in dettagli incredibili all’istante. Sai come funzionano i computer: c’è il disco rigido (con una memoria remota) e la sezione RAM in cui ogni cosa si collega a qualsiasi altra cosa istantaneamente perché è una memoria più veloce. Il mio cervello ha una grande capacità di RAM. Funziona come un filtro; quindi, se guardo la televisione, posso eseguire automaticamente ciò che trasmettono scartando tutta la propaganda, tutto ciò che cercano di scagliarmi addosso e trovare un modo per estrarne i dati reali. Mi interessano alcuni fatti concreti: ordinandoli e accumulandoli dopo aver eliminato tutte le stronzate, memorizzo il fatto, quello diventa parte della RAM e parte del filtro e si può riapplicare costantemente a tutti i dati che arrivano. Ho la capacità di collegare idee e ordinare le cose molto velocemente. Posso eseguire questa ginnastica mentale più velocemente di quanto io possa spiegare e trarre le conclusioni rapidamente. Ecco come funziona il mio cervello.
    Riguardo all’apprendimento, quando dico che non leggo, non intendo dire che non leggo affatto ma da ciò che leggo riesco ad ‘estrarre’ molto. Nella mia famiglia, non c’è nessuno che lo fa, quindi non si tratta di un meccanismo ereditato geneticamente. Ho capito come farlo, mi sono allenato, sfrutto sempre questo meccanismo. Probabilmente, si potrebbe insegnare come estrarre i dati in questo modo. Tutto quello che posso dire è che bisogna riorganizzare nel cervello i processi di pensiero. Se vuoi pensare con la P maiuscola devi organizzare il modo in cui lo fai. E’ come prepararsi alle Olimpiadi, devi aumentare i muscoli. Se vuoi prepararti a pensare devi ripulire tutti i dati che hai archiviato ed organizzarli in modo da poterli usare. Pensiamo alla gestione di un database di un computer. Il disco rigido di Winchester è come una scatola di dati: contiene tutti i tuoi file, tutte le tue lettere, tutto il materiale su cui stai lavorando ed il software che stai utilizzando per ordinare e manipolare i dati. Poi, c’è un’altra parte del computer chiamata RAM, che è più veloce del disco rigido. Il caricamento del disco rigido richiede tempo ma l’obiettivo è la RAM. Più megabyte di RAM hai, più cose puoi fare all’istante o il più vicino possibile all’istante di quanto l’elettronica possa consentire”.
    “Posso eseguire il processo più velocemente. In termini di memoria, si dice che in media l’essere umano usa il 10% del suo cervello. Bene, nessuno ha mai detto che non puoi usare l’altro 90%. Potresti non arrivare mai al 100% della capacità, ma sicuramente se aumenti all’11% sei in vantaggio. Tutto quello che devi fare è allenarti: non è una favola, chiunque potrebbe farlo ma bisogna volerlo, desiderarlo. C’è chi vive solo per aumentare la massa muscolare, per dimagrire o per sballarsi. Beh, che tu ci creda o no, potresti vivere la tua vita solo per imparare ad elaborare i dati ed è fantastico.
    C’è un vero processo meccanico che va avanti con i neuroni. Man mano che li spingi sempre più lontano in aree in cui non sono abituati a trovarsi, entreranno in quelle aree e attiveranno nuove aree… Chiunque può farlo”. (Frank Zappa, Society Pages 1, aprile 1990)

  • Frank Zappa, The Panty Quilt: ladies underwear, Science

    Frank Zappa, The Panty Quilt: ladies underwear, Science

    Panty Rap (Chunga’s Revenge) Live Terrace Ballroom, Salt Lake City, UT, 3 dicembre 1980
    Panty Rap, Live Medley, Santa Monica, 1980

    Zappa ha raccolto indumenti intimi femminili dalle città del tour ed è in procinto di cucirli insieme per farne una coperta.
    Quando arriverà la trapunta di biancheria intima femminile?
    “L’ultima volta che l’ho vista, era realizzata per tre quarti. La ragazza che si è offerta volontaria per cucirla, quando ha iniziato, sembrava una tipa di Boulder (in Colorado), una di quelle ragazze conservatrici. L’ultima volta che l’ho vista, aveva delle ciocche blu sui capelli e indossava abiti punk. Era al concerto e la trapunta non era composta solo di biancheria intima, ma anche dildo e altre cose”.
    (Record Review, giugno 1982)

    Continuate a collezionare biancheria intima delle vostre fan: esponete uno stendibiancheria pieno di mutandine appese sul palco. Hai una sorta di feticcio segreto per le mutandine o cosa?
    “Io non sono feticista: avevamo due ragazzi nella band che erano feticisti delle mutandine. Era un modo per renderli felici e per rendere felici anche le ragazze del pubblico. Penso sia bello mostrare sul palco uno stendibiancheria pieno di biancheria intima da donna, penso che abbia un certo aroma, sai cosa intendo? Abbiamo anche un roadie in mutande, lo stesso ragazzo che si prende cura del Synclavier”.
    (Bat Chain Puller, 1990, da Frank Zappa di Kurt Loder, 1988)

    Frank Zappa ha commissionato una trapunta di mutandine ed altra biancheria intima femminile gettate sul palco e raccolte durante il suo tour del 1980-1981 (Tinseltown Rebellion). Non sono state lavate.
    Una volta terminato il tour, Zappa mantenne la parola data, consegnando le mutande non lavate all’artista Emily Alana James, che le trasformò in una trapunta ispirata alle carte da gioco in cui la cantante di “Valley Girl” interpretava il Re di Picche.
    Attualmente, la ‘trapunta delle mutandine’ si trova appesa a Biloxi Mississippi, all’Hard Rock Café.
    Tutte le mutandine nel bordo hanno l’orlo tenuto dritto con un cartoncino, su cui qualcuno da qualche parte negli Stati Uniti occidentali ha scritto un messaggio per i posteri.
    Il messaggio di Frank era “scienza”.

    Nota storica di FZ
    La faccenda delle mutande da usare per realizzare una trapunta beh… è stata realizzata davvero da un’artista di Lyons, Colorado, di nome Emily James… La signora James ha insistito affinché tutti quei deliziosi indumenti intimi donati ai concerti non venissero lavati per mantenere una sorta di squisito miasma organico in prossimità dell’opera d’arte finita. Stima che ci vorrà un anno per completarlo e, una volta terminato, prevede di esporre in gallerie negli Stati Uniti.

    Pur avendo una particolare attrazione per le attività erotiche, era anche consapevole di quando il sesso fosse ridicolo se visto oggettivamente. Era attratto dalla chimica, dalla conoscenza e sperimentazione, dalla scienza in genere ma aveva anche un sano disprezzo per la certezza scientifica.
    Anche senza suggerire tutto questo ripensare la conoscenza umana, dovremmo almeno considerare la possibilità che secoli di errori accumulati, valutazioni errate, osservazioni imprecise, ecc. avrebbero potuto emulsionarsi nei Cretini (dal libro Them or Us)
    Emily Alana James, l’artista che ha realizzato la trapunta su richiesta di Zappa per far fronte al crescente mucchio di biancheria intima che si accumulava dopo gli spettacoli, ha rivelato in un’intervista che aveva bisogno di riempire le mutandine lungo il bordo della trapunta con cartoncino per dar modo alle persone di scrivere e lasciare un messaggio ai posteri (da infilare nelle mutandine per nasconderlo alla vista).
    Il messaggio scritto da Zappa ha una sola parola: “Scienza”.