Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Categoria: Interviews

  • Ahmet e Dweezel Zappa su FZ

    Ahmet e Dweezel Zappa su Frank Zappa
    Foto di Lynn Goldsmith

    Mi piace molto l’album Joe’s Garage, innanzitutto perché in questo disco si sente Frank ridere, ma sono particolarmente sensibile al messaggio che trasmette… Il delirio sull”appliantology’, una sorta di surrogato di Scientology, è una scoperta luminosa. La Chiesa di Scientology è così potente a Los Angeles, specialmente nell’industria cinematografica, che era imperativo che qualcuno si ribellasse contro questa economia parallela. Frank ha dovuto lottare duramente contro queste persone che avevano investito nel mercato discografico. La sua caricatura di Guru L. Ron Hubbard tramite il personaggio ‘L. Ron Hoover’ (in ‘A Token of My Extreme’, Joe’s Garage Act IIin questa opera rock è un grande momento. Questo disco è una meraviglia”.

    (Ahmet Zappa)

    Foto di Lynn Goldsmith

    Molti fan hanno sentito, negli ultimi anni, che l’influenza di Frank Zappa sull’industria discografica è scomparsa. Ma mettiamo le cose al loro posto, la generazione più giovane non lo conosce nemmeno il suo nome… Se ti viene lanciata la stessa melassa musicale tutto il giorno, come puoi sapere che c’è qualcos’altro? Il nostro obiettivo era prima di tutto raccogliere la sfida di suonare proprio questa musica complessa e di presentarla a un nuovo pubblico sperando di portare ancora più lontano il messaggio di Frank Zappa“.

    (Dweezil Zappa)

    (Rolling Stone, ottobre 2012)

  • Ferdinando Boero: “che lezioni ho imparato da FZ?”

    Ferdinando Boero su Frank Zappa

    “Che lezioni ho imparato da FZ? Forse nessuna perché quello che ho imparato lo sapevo già, ma lui lo ha formalizzato e l’ha reso bello. Mi spiego. Io studio ecologia ed evoluzione. La scienza usa un approccio riduzionistico allo studio di quello che “c’è là fuori”: prende una situazione complessa e ne riduce la complessità analizzando separatamente le sue componenti. Raramente, poi, cerca di rimettere tutto assieme. E così la scienza frammenta la realtà e l’affronta da tanti punti di vista. Ogni punto di vista è uno strumento e produce un ‘suono’. Col ‘riduzionismo’, gli strumenti suonano separatamente il loro spartito. Se messi assieme, spesso suonano come le orchestre, all’inizio della rappresentazione, quando ognuno va per conto suo, per accordare gli strumenti.

    Quando ha fatto suonare la London Symphony Orchestra, FZ ha messo un microfono sotto la sedia di ogni strumentista e, con tecnologia digitale, li ha registrati praticamente uno per uno. Poi, li ha messi assieme in modo che si sentisse una sola nota. Una meganota, fatta dalla somma delle note che ogni strumento stava suonando. Il tutto è più della somma delle parti. Da quella integrazione, viene fuori la bellezza. Andatela a cercare.

    Forte di questa lezione, cerco di fare la stessa cosa nel mio lavoro. Voi lo dovete fare nel vostro, qualunque esso sia. Se riuscite a ‘vedere’ e a ‘sentire’ questo, allora la musica di FZ è la colonna sonora della vostra vita. Se non lo è… mi spiace per voi”.

    (Ferdinando Boero, Rolling Stone dicembre 2013)

    Sentire il tutto era uno dei doni che rendevano unico Frank Zappa.

  • Ralph Humphrey meets Frank Zappa

    Ralph Humphrey su Frank Zappa

    Ricordi qualche aneddoto in particolare?

    Tutto il periodo con Zappa è stato un aneddoto.

    Perché lasciasti il gruppo? Ragioni personali?

    Ho sempre rispettato Frank. Mi rendevo conto che è il tipo di persona che merita molto rispetto per le cose che cerca di fare, che rappresentano autentiche sfide, e sa ispirare i musicisti, fare grande musica: la musica che scrive è magnifica e vuole che sia suonata in un certo modo. Non posso dire di averlo conosciuto profondamente a livello personale, ma professionalmente lui è quello che tiene tutto assieme, merita molta stima per questo. Però, su un piano non personale ma ‘filosofico’ non ero d’accordo su certe cose anche se non sentii mai l’urgenza di discutere con lui questo tipo di filosofia. Parlo dei testi che scriveva: forti affermazioni politiche, forti affermazioni maschili, non concordavo con molte di queste. Penso anche che lui preferisca gruppi che abbiano anche un impatto visivo, probabilmente io ero un po’ meno spettacolare di quello che lui normalmente richiede. Penso che Zappa rimarrà nella storia della musica del ventesimo secolo come una delle figure più importanti per il modo in cui ha saputo sintetizzare musiche diverse.

    Puoi dirmi, nella tua esperienza con lui, come trattava certe ritmiche particolari, ad esempio i tempi dispari?

    Non direi che Frank utilizzava molto i metri ‘eccentrici’. Gli piaceva manipolare i tempi, producendo costantemente degli slittamenti del tempo, usando gruppi diversi di note su tempi diversi. Per esempio, in una battuta di 4/4, il primo beat poteva essere diviso in quattro semicrome, il secondo in terzine di semiminime, il terzo in quintine ed il quarto in un gruppo di undici note. Le melodie scritte su questi ritmi erano moderne melodie angolari ispirate a compositori del ventesimo secolo come Stravinskij e Varése. Comunque a Frank piacevano il 4/4 e il 3/4. La band di cui ho fatto parte suonava e improvvisava su metri eccentrici, ma penso che gli unici che suonassimo fossero in 5 e in 7. The Black Page era in 4/4 con degli slittamenti di valore delle note, e Frank doveva digerirla. Ha sempre avuto un approccio orchestrale alla strumentazione di tutta la band, inclusa la batteria”.

    (Ralph Humphrey, Percussioni, gennaio 1994)

  • Terry Bozzio: “dopo 4 anni ancora non ho capito se FZ è sincero oppure…

    Terry Bozzio su Frank Zappa

    Il batterista del gruppo Terry Bozzio ha dichiarato:

    Sono quattro anni che suono con Zappa e ancora non ho capito se ciò che fa è sincero oppure solo un’esigenza di soddisfare il proprio mercato, o ancora, qualcosa di casuale. È impossibile capirlo dalla personalità di Frank, che tra l’altro è capace di stare settimane in tour con te senza neanche guardarti in faccia, completamente isolato dal mondo. Ma non è importante, la sua musica è incredibile, tutto sprizza intelligenza e divertimento, mi basta”.

    Frank è stato molto chiaro riguardo alla sua idea di cinismo: “Mi accusano di essere cinico, ovviamente lo sono. Non potrei essere altrimenti in questo tipo di società, odio i luoghi comuni, la gente che mi fa perdere tempo, il falso perbenismo. Con i musicisti, che devono suonare la mia musica, ho un rapporto preciso: li pago e loro devono lavorare, esattamente come chiedo di fare”.

    Quello che più mi interessa è il mio lavoro e lo voglio fare senza ostacoli, nel migliore dei modi. Sempre. Ogni cosa nella mia vita è musica perché ogni cosa nella vita è spettacolo. Ora che sto parlando con te sto facendo uno spettacolo per te. Quando uno ascolta un mio disco, sto facendo uno spettacolo per lui, a casa sua. Il concerto che facciamo ora è strutturato diversamente da quello che facevo con il vecchio nucleo delle Mothers ma è solo perché cerco nuove forme di comunicazione nello spettacolo”.

    (Popster, aprile 1978)

  • FZ: “potrebbe essere lo scemo del villaggio a fare il primo passo…

    Frank Zappa e Michael Pergolani

    La tua musica è ascoltata da una minoranza …

    Giusto (mi guarda come Peter Cushing in La moglie di Dracula).

    Che tipo di minoranza è?

    Gente che non ha nulla di meglio da fare.

    I tuoi album non vendono molto. Non hai mai avuto una vera hit. Come sopravvivi?

    Vendo matite. È diverso dai miei antenati che erano soliti vendere banane… E una questione di inquinamento: le banane sono pericolose, le matite molto meno.

    C’è una differenza tra il vero Zappa e quello che ci propinano i giornali?

    Oh certo, quello che vedi in televisione è un mio impiegato. Ne ho un altro che vende matite.

    Dai giornali viene fuori che ami particolarmente i pazzi, la follia. Cosa pensi che sia la pazzia? Fa parte del genio o è solo qualcosa di anomalo?

    Quello che hanno riferito i giornali è il solito errore di interpretazione. Quello che ho detto è che senza deviazione non è possibile il progresso e quindi chiunque devia dalla norma viene considerato pazzo. Sono favorevole alla gente che tenta strade diverse … naturalmente per il progresso e non per fare violenza agli altri.

    Sarebbero le persone che in un modo o nell’altro poi fanno storia …

    Si, alla fine fanno storia. È possibile che non verrai mai a conoscere i loro nomi, i nomi di quelli che fanno il primo gradino … potrebbe benissimo essere lo «scemo del paese», potrebbe benissimo essere lui quello che fa il primo passo. La società ha bisogno di gente di questo tipo.

    E sempre di più …

    Sì, ogni anno che passa ne hanno più bisogno… il fatto è che poi continuano ad isolarli sempre di più.

    Ma tu fai soldi o no?

    Se faccio soldi? Così così. Tu capisci .. qualche matita qui, un concerto lì … qualche mezza giornata a lavare piatti …

    Sei uno che ha sempre scioccato la gente. Ti piace sconvolgerli perché alla gente piace essere sconvolta o perché ti diverti?

    No, io faccio quello che faccio … poi essendo la gente una manica di ritardati il risultato è che li sconvolgo. Non lo faccio apposta, non è premeditato. Io faccio certe cose solo perché mi vengono naturali.

    Tu sei stato in Italia qualche anno fa. Cosa ti è rimasto più impresso del mio paese?

    La cucina. È TUTTO.

    (Intervista di Michael Pergolani, Popster, aprile 1978)

  • FZ: un disco rappresentativo per ogni decennio

    Un disco di Frank Zappa per ogni decennio della sua carriera

    Potresti scegliere uno dei tuoi dischi per ogni decennio? Qualcosa che riassume il tuo lavoro in ciascuno di questi periodi?

    Freak Out! è stato un grande album degli anni Sessanta e rimane attuale. L’idea era quella di mostrare una visione diversa della cultura americana. Se lo ascolti oggi, vedi che non è cambiato molto. Quello degli anni Settanta è stato un buon decennio per me, ho fatto dei bei dischi come Joe’s Garage. Per gli anni Ottanta, non ho dubbi: Thing Fish è il più strano della mia carriera”.

    Ha qualche importanza per te il fatto che tu non sia stato quasi mai menzionato nelle liste dei migliori chitarristi?

    “Perché avrei dovuto essere in lista? Non credo di aver contribuito a niente, almeno non al rock. L’importante nel rock è quanto sei veloce. Non mi piacciono le competizioni, non ho né l’età né l’energia per preoccuparmi di questo genere di cose. Sono ben consapevole dei miei limiti…”.

    (“Talking with Frank” by Fabio Massari, Los Angeles/Sao Paulo, 1991)

  • FZ: “qui non esiste un ministero della Cultura perché non c’è cultura…

    Frank Zappa sulla mancanza di cultura negli USA

    Abbiamo sentito parlare più di una volta della tua candidatura alla presidenza negli Stati Uniti. Ma, supponendo che tu fossi eletto, saresti stato coinvolto in questioni estranee all’esperienza di un artista. Il problema della droga per esempio…

    “Hai due possibilità: o tieni la bocca chiusa e ti accontenti di un’amministrazione corrotta, oppure fai tutto quello che puoi. Certe cose devono cambiare, certe mentalità stupide devono sparire. Per quanto riguarda la droga, penso che dovrebbe essere messa sotto controllo. In alcuni Stati – Kansas, per esempio – l’alcol può essere acquistato solo nei punti vendita controllati dal governo. L’unico modo per porre fine ai profitti realizzati dai baroni della droga è abbassare il prezzo, rendendo la sua circolazione vigilata dallo Stato.

    È sempre il consumatore che viene punito, noi abbiamo le carceri più affollate tra i paesi industrializzati. Ora, il problema è che questi baroni corrompono il governo che, di conseguenza, rinuncia a fare qualsiasi sforzo per cambiare le leggi. È uno sporco affare, lo so, ed è per questo che mi preoccupa”.

    Non sarebbe più facile, più opportuno, se ti occupassi di qualcosa che ha a che fare con la cultura?

    “Qui non esiste un ministero della Cultura. Sai perché? Non c’è cultura. Ci sono due parole che qui non si possono usare. A dire il vero ce ne sono sette vietate in radio: merda, piscio, cazzo, ecc., ma due di queste parole non puoi usarle da nessuna parte: cultura e intellettuale. Se parli di sostegno alla cosiddetta cultura, la destra è subito alle tue spalle. Qui, invece, un intellettuale è un brutto pelato sessuofobo: posso dire di essere un intellettuale, ma il modello base che gli USA richiedono è quello del povero bastardo, è così, altrimenti la vera America è quella del ciccione che tracanna birra”.

    (“Talking with Frank” by Fabio Massari, Los Angeles/Sao Paulo, 1991)

  • FZ: “un diploma è un pezzo di carta… violenza in sostituzione del sesso…

    Frank Zappa sul valore di un diploma

    “Un diploma è un pezzo di carta che dice che sei abbastanza stupido da lavorare per un’azienda. Il motivo per cui non puoi trovare lavoro senza un diploma di scuola superiore è perché pensano che se sei scappato da scuola significa che potresti non essere così stupido da accettare tutte le stronzate aziendali che ti scaricheranno addosso. Vogliono che tu faccia funzionare una macchina per un numero X di ore al giorno senza preoccuparti di cosa stai facendo. Sai? Potresti lavorare su un’arma terribile e mostruosa. “Non pensarci. Fai solo funzionare la macchina”.

    Già e i libri di testo scolastici sono progettati per tenerti ignorante, impedirti di farti un’idea di come funziona davvero la società in cui vivi. Ma che dire della violenza sui media e del desiderio maniacale di violenza del ricco contadino americano? Li vedi nella Valley o in qualunque sobborgo, incollati al televisore… li vedi in autostrada, i volti contorti e gonfi di odio e violenza.

    “Sì, in sostituzione del sesso. “Se non possiamo scopare, uccideremo”.

    (LA Star, 119-1969)

  • FZ: “i comportamenti di ogni platea vengono determinati da reazioni chimiche…

    Frank Zappa sul comportamento influenzato da reazioni chimiche

    Universalmente la tua opera è stata giudicata come una satira corrosiva nei confronti dell’America…

    “Mi sembra un po’ riduttivo pensarla in questo modo. Credo infatti che essa contenga informazioni codificate riguardanti non soltanto il modo di vivere americano, ma soprattutto processi psicologici che sono comuni a tutti gli uomini”.

    Che natura hanno questi processi?

    “Derivano soprattutto dal tipo di vita che si conduce oggi, dalle relative frustrazioni che si accumulano, dalle nevrosi dell’uomo medio”.

    Ci stiamo rendendo conto di una cosa: quando si intervista Frank Zappa, si finisce quasi sempre per porre la musica in secondo piano.

    “Questo non per colpa mia. Da più parti vengo dipinto come una mezza specie di oracolo, che deve necessariamente avere un parere su tutto: dal significato della vita al rubinetto della cucina. E tutto sommato a me questo ruolo fa piacere. Nessun giornalista durante un’intervista si sogna di dirmi: il tuo concerto è stato povero musicalmente, oppure il tuo album non vale veramente niente. Il fatto strano è che a me piace suonare, piace comporre musica. La cosa più bella per Frank Zappa è ascoltare quello che ha scritto. Ma la gente di solito non ci crede”.

    Hai notato dei cambiamenti tra il pubblico di ieri e quello di oggi?

    “Si, soprattutto per quanto riguarda la differenza di reazioni chimiche”.

    In che senso?

    “I comportamenti di ogni platea vengono determinati da reazioni chimiche; un tempo esisteva l’LSD e tutta la vasta gamma di allucinogeni, oggi invece la gente preferisce l’alcool. Negli anni Sessanta il pubblico era più intellettuale, attualmente preferisce avere con la musica un rapporto più istintivo”.

    A proposito di reazioni chimiche, cosa ci dici del punk-rock, miscela senza dubbio molto corrosiva.

    “Corrosiva … non direi proprio. Al giorno d’oggi, dopo anni di dischi d’oro e di platino, non credo che esista più una band che suoni soltanto per puro amore dell’arte. Quello che conta è avere un album ben piazzato nelle classifiche mensili di Billboard. Ricordati: “We’re only in it for money”.

    (Ciao 2001, 19 febbraio 1978)

  • Paolo Carù: “Frank sapeva coniugare arte e spazzatura…

    Frank Zappa tra arte e spazzatura
    foto di Guido Harari

    “Zappa ha sempre colpito il mio inconscio per la sua cocciuta ricerca, per il suo andare controcorrente, per il suo saper coniugare arte e spazzatura. Ha costruito la sua musica attraverso un trentennio di sperimentazione pura: ha unito Edgar Varèse a Spike Jones, la musica contemporanea all’improvvisazione, una grande cultura jazz ad uno spettacolare senso del rock. Ha approfondito, con una preparazione fuori dal comune, il diaframma che divide la musica popolare da quella colta. Zappa ha fatto da spartiacque, ha saputo portare il popolo ad una musica che non era per il popolo. So long, Frank”.

    (Paolo Carù)