Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Categoria: Orchestral Music

  • Frank Zappa, The Yellow Shark (part 1): the Story

    Frank Zappa, The Yellow Shark (part 1): the Story

    Welcome To The United States, Uncle Meat, Get Whitey

    L’album dal vivo di “Yellow Shark” fu registrato dalla Ensemble Modern nel settembre del 1991 alla Alte Oper di Francoforte, al Philharmonie di Berlino e alla Wiener Konzerthaus di Vienna, con la direzione di Peter Rundel, oltre allo stesso Frank Zappa. Per quanto debilitato dalla malattia e vicino alla fine, Frank partecipò con entusiasmo all’operazione, in cui condensò il meglio della sua poetica, senza rinunciare alle sue frequenti e consuete invenzioni umoristiche. Il risultato musicale – avanguardia contemporanea con reminiscenze di Edgar Varèse – è uno dei più alti raggiunti dal musicista, ormai libero da preoccupazioni commerciali e dalle lusinghe del mercato. Il successo di critica e di pubblico fu enorme.

    Los Angeles, Natale del 1988. Alla sede centrale della Intercontinental Absurdities, quartier generale di Frank Zappa, arriva un pacchetto anonimo. Il musicista lo scarta. Dentro c’è un manufatto in legno, di colore giallo. Un pesce. Le fauci della bestia sono colorate con schizzi di rosso, come se l’animale avesse appena divorato una preda. C’è anche un biglietto che dice: “completate quest’opera d’arte inserendo qualcosa di vostro gradimento nella bocca del pesce”. Zappa butta via il biglietto, poi guarda meglio l’animale di legno. Capisce che è stato scolpito in una tavola da surf. Lo porta a casa e lo appende sopra il caminetto della sua sala d’ascolto… Non è uno squalo. È un pesce mutante. (filidaquilone.it)

    Dopo “The Yellow Shark”, speri di essere finalmente rispettato come compositore di musica seria?
    Non lo faccio per essere rispettato. Sono sicuro che ci sono persone che odieranno la musica. È come quando faccio musica rock ‘n’ roll. Lavoro con la musica classica così come con la musica rock. Finché mi piace, lo farò.

    Una volta hai descritto la musica come l’organizzazione del suono, simile a una struttura molecolare. Dov’è lo stomaco, il cuore del musicista rock?
    Se vuoi fare una composizione hai bisogno di un qualche tipo di design, un pezzo di architettura. Non importa se è una canzone rock, una canzone da cowboy o una marcia. C’è sempre una struttura che consente alle persone di ascoltare dal punto A al punto B, qualunque cosa accada nel mezzo.

    E l’improvvisazione? I musicisti di formazione classica generalmente trovano più difficile improvvisare rispetto ai musicisti jazz, per esempio.
    C’è un malinteso su cosa significhi improvvisare. Un musicista jazz che improvvisa prende il flusso delle armonie e inventa una linea melodica per accompagnarlo. Nel nostro caso abbiamo a che fare con i suoni stessi, come materia prima per così dire. Di conseguenza, alcune improvvisazioni non riguardano le note, ma le variazioni dei suoni che possono essere prodotte sui singoli strumenti.

    Perché le persone possono ascoltare i tuoi assoli e la maggior parte degli altri no?
    Perché si evolvono, la linea melodica si sviluppa. Non si tratta mai di suonare le scale il più velocemente possibile una dopo l’altra.

    Un’altra frase di Zappa: capire una melodia è come capire un linguaggio umano.
    Esatto. Supponiamo che una melodia sia una sequenza di toni di diversa altezza in momenti diversi. La domanda più importante è quando succede qualcosa. Questo vale per tutto ciò che accade in questo universo, tra l’altro. Le cose sono diverse in momenti diversi. A seconda di quando arriva, una sequenza di toni all’interno di una melodia può avere un effetto completamente diverso. Una melodia è come un discorso: puoi dire una frase con una pausa qui, un’enfasi qui e assume un significato diverso. Una melodia è come una frase. Un particolare gruppo di note non è solo una parola, è un intero concetto. Confrontalo con i caratteri cinesi.

    Hai un esempio?
    Un esempio negativo, le note alla fine di una canzone Dixieland. Funziona così: là là, là là, là daaaa. Che cosa significa in realtà? Niente.

    Da quando sei venuto a conoscenza del tuo cancro, molti dei tuoi sostenitori hanno chiesto informazioni sulla tua salute. Come stai davvero?
    Alcuni giorni buoni, poi di nuovo cattivi.

    È vero che sei in cura da un naturopata?
    Sì, è vero. Sono in cura da un naturopata americano, senza farmaci. È l’antico metodo dell’imposizione delle mani e si basa sulla trasmissione dell’energia e dell’elettricità.

    Questo ti aiuta?
    Ci credo, quindi mi aiuta. Se i dottori avessero voluto, sarei già morto, mi hanno dato sei mesi. E‘ stato due anni fa.

    (da un’intervista pubblicata su Journal Frankfurt n. 19, settembre 1992)

    continua nella seconda parte

    https://www.youtube.com/watch?v=R0wjmt5Lh0M

  • Frank Zappa & Serious Music (part 2): review, Mystery Box n. 9 (Return of the Son of Serious Music)

    Frank Zappa & Serious Music (part 2): review, Mystery Box n. 9 (Return of the Son of Serious Music)

    Mount St. Mary’s College, LA (1963), Piece #1, Piano Piece, Piece #2, Collage One, Opus 5, While You Were Art #1, Francesco Opus 1, n. 1, Francesco Opus 1, #3, Francesco Opus 1, #6, FM Broadcast (1984), Francesco Rock, A Zappa Affair (1984), Pedro’s Dowry

    “Il compositore come lo si intende oggi deve il culo ad un’università. Per mantenere il proprio incarico, deve dare questa illusione di assoluta serietà perché le persone che gestiscono le università non hanno il minimo senso dell’umorismo.
    Ci sono troppi comitati coinvolti e pochissime persone disposte a mettersi in gioco. I comitati detestano la sostanza. Faranno tutto il possibile per eliminare la sostanza da qualunque cosa stiano facendo i compositori. Nel momento in cui devi prendere una decisione appetibile per un intero gruppo di persone, esistono solo baci in culo e politica che non hanno nulla a che fare con la musica. Dovresti avere l’opportunità di essere un uomo selvaggio e di fare ciò che vuoi, ciò che senti. La sperimentazione è necessaria: se non sperimenti, con cosa dovresti lavorare? Le stesse vecchie cose che hai già? La società è veramente ignorante se soffoca il lavoro di persone disposte a rischiare.
    In una società industriale, il valore di un compositore è nullo a meno che non scriva jingles o colonne sonore. Dov’è l’uso della cosiddetta musica d’arte in una società industriale? Chi ne ha bisogno, soprattutto se è dissonante o, quando contiene testi, tratta di argomenti che potrebbero angosciare un repubblicano?
    Molte persone si arrendono, non solo per questioni di sopravvivenza ma perché la maggior parte delle persone è gregaria. A loro piace avere amici, fare parte di un ambiente sociale… il senso di appartenenza. Quando qualcuno dice: “Ti odiamo perché fai queste cose”, l’80-90% delle persone smetterà di farlo solo per avere degli amici”. (Musician, ottobre 1986)

    “I musicisti seri non sono interessati a quello che sto facendo. Ignorano completamente la musica rock. Loro pensano di avere tutto, di essere all’avanguardia nella sperimentazione musicale. Sono sciocchi a pensare questo perché nel mondo rock abbiamo un’attrezzatura che loro neanche conoscono. La usiamo sempre sul palco. Sono convinto che molti compositori seri non conoscono gli strumenti a fiato elettrici e tutto ciò che si può fare con questi strumenti come, del resto, la chitarra elettrica. Il problema con il mondo della musica seria è che hanno una mentalità troppo ristretta. Dovrebbero assistere ai concerti rock. Questo è uno dei motivi per cui i giovani non hanno un approccio con la loro musica. Non dovrebbe essere così perché penso che stiano facendo cose importanti artisticamente, ma è molto difficile far conoscere tutto questo ad un gran numero di persone. Il grosso del pubblico è composto da teenager. Noi suoniamo in luoghi dove i compositori seri non vanno mai”. (Frank Zappa)

    Se a 15 anni Frank Zappa avesse avuto due interurbane a disposizione, avrebbe potuto telefonare (oltre che a Varèse) anche a Marcel Duchamp per farsi confermare quel suo aureo proverbio: “Nessuna associazione è vietata”. Fu quello il filo conduttore della sua arte. Zappa era assolutamente horizontal nell’idea di musica, nemico giurato delle gerarchie: alto e basso, serio e frivolo, colto e pop. Era absolutely free.
    (Musica Jazz, dicembre 2020)

    “I Mothers sono stati creati per colmare la maggior parte del divario che esiste tra la cosiddetta musica seria e il pubblico di massa. La musica veramente buona (classica e popolare) con tendenze avanzate è stata nascosta al grande pubblico. Un sistema di filtraggio di vecchietti seleziona la musica suonata dalle orchestre sinfoniche e dalle stazioni radio. Una volta che alcune persone arrivano al punto di possedere una discoteca o di controllare gli eventi in una sala da concerto, diventano critici e creatori di gusto. Di solito odiano la musica, amano gli affari e vogliono solo fare soldi. Ogni volta che ho a che fare con questo tipo di persone, dico sempre loro che odio la musica e lo faccio solo per i soldi e andiamo d’accordo. Dico loro che vorrei invece guidare un taxi, ma non riesco a prendere la patente”.
    “Il pubblico non sa nulla di ciò che accade oltre i limiti della musica. Ci sono ragazzi che scrivono musica e pensano di aver appena inventato le cose più fantastiche. Non sanno che il meglio che possono scrivere oggi era già stato scritto ed eseguito nel 1912. Un pezzo come Ameriques di Edgar Varèse, scritto nel 1912, spaventerebbe a morte l’adolescente medio. Lo spaventerebbe davvero. Varèse visse e morì a New York: l’americano medio non sa nemmeno della sua esistenza, eppure ciò che ha scritto praticamente ha cambiato la forma di tutta la musica degli altri compositori che l’hanno ascoltata”. (Frank Zappa, giugno 1967)

  • Frank Zappa & Serious Music (part 1): review, Serious Music vinyl (1984)

    Frank Zappa & Serious Music (part 1): review, Serious Music vinyl (1984)

    Pomona Valley Symphony Orchestra The World’s Greatest Sinner, Revenge Of The Knick Knack People, Wazoo Ensemble Rdnzl, Wazoo Ensemble Inca Roads, Berkeley Symphony Orchestra Sinister Footwear, Recorded at Chaffey College, circa 1961, Ballet for piano, percussion and tape effects, Recorded 1978, Recorded 1972, A Zappa Affair (1984)

    Vorrei spiegarvi un po’ cos’è la musica seria. Quella che la maggior parte della gente definisce musica seria, in effetti, non è affatto seria. E’ stata fatta molta propaganda della musica classica fin da quando è stata inventata. Esaminiamo brevemente la storia della musica classica: quelli che oggi definiamo “i grandi capolavori della musica” furono composti per soddisfare i gusti dei sovrani, della Chiesa o dei dittatori perché erano loro che pagavano. Se un compositore era dotato di uno stile che piaceva a quelli che all’epoca pagavano, ecco che aveva successo. Faceva successo, lavorava, insomma sopravviveva. Se non piaceva a quelle persone, era finito, gli tagliavano le dita o la testa, oppure lo mandavano in esilio: non c’erano molte vie di mezzo. Basta consultare un testo intitolato World Dictionary of Music and Musicians. Vedrete che, nel corso dei secoli, ci sono stati compositori che hanno avuto successo e altri che non ne hanno avuto. Ciò non è necessariamente legato alla qualità del loro lavoro, ma piuttosto alla loro capacità o meno di incontrare i gusti del committente. Oggi è la stessa cosa. Quindi tutte le norme, le norme accettabili della musica classica non sono altro che le norme del gusto della Chiesa, dei sovrani o dei dittatori che nel corso dei secoli hanno pagato le composizioni musicali. Non riflettono quindi i gusti della gente, che non ha mai avuto alcun potere decisionale.
    Voi affermate che a me interessa la musica seria. In effetti, io prendo il mio lavoro molto sul serio ma lo considero come entertainment. E’ entertainment per coloro a cui piace quel tipo di entertainment. Io non compongo per i re, per la Chiesa o per i governi, ma per i miei amici ed è così che vorrei che si percepisse il mio lavoro: come entertainment. Che sia scritto per band di rock’n’roll o altro, non fa differenza. E’ la stessa gente che ascolta quella musica. Ho fatto diversi album per orchestra, che però non vengono acquistati da quelli che vanno a sentire i concerti di musica sinfonica, ma dalla stessa gente che compra il rock’n’roll. Magari una categoria particolare di quelli che ascoltano rock’n roll…
    (articolo di Frank Zappa, Sonora n.4/1994)

    Tra i principali riferimenti musicali di Frank Zappa – oltre a Igor Stravinskij, Edgar Varèse e Olivier Messiaen – ricordiamo la world music (prima che andasse di moda). Era attratto dal Canto a tenore sardo, dalla musica classica indiana in stile dhrupad, Ravi Shankar, dalla musica bulgara.
    Per lui la distinzione tra “musica pop” e “musica seria” non aveva alcun significato.
    “Le persone a cui piace la mia musica si divertono: non la consumano perché è arte, ma perché ci provano gusto”.
    Da questo punto di vista, lo si potrebbe descrivere come uno dei primi compositori postmoderni.

    “Vorrei sapere cos’è la musica seria. Cosa c’è di grave?” ha chiesto Zappa “Supponendo che uno fosse interessato alla musica seria, quanto dovrebbe essere seria la musica? La maggior parte delle persone usa il termine ‘serio’ come licenza per annoiare a morte le persone. Prendo sul serio il mio lavoro, ma quello che faccio è fornire un servizio, una serata di intrattenimento”. (San Francisco Examiner, 18 maggio 1984)

    “L’orchestra è il più grande strumento musicale. Suonarlo è un’esperienza incredibile a cui niente è paragonabile, tranne forse cantare un’armonia doo-wop degli anni ’50 e sentire gli accordi uscire bene”. (Frank Zappa)
    Mi sembra che questa sia una conseguenza di un concetto di arte ben congegnato: la teoria dada ripresa da Cage. Se qualcosa è arte dipende solo dalla cornice, cioè dalla situazione in cui si possa riconoscere qualcosa come arte. Per essere dadaisti, bisogna rifiutare la divisione tra musica popolare e musica seria e Zappa lo ha fatto, principalmente in progetti che combinano entrambe le tendenze: ce ne sono in gran parte della sua discografia.
    L’obiettivo di Zappa era combattere la noia. Il mondo che lui criticava era dominato da ‘monochromonotonia’ e vedeva nel divertimento una panacea per la noia che si svolgeva in un panorama musicale dalle forme diverse. Zappa diceva: “Nessuno ha la minima idea di che cazzo stia succedendo ad un concerto di musica classica moderna”.
    (Glissando, marzo 2005 – rivista polacca)

    continua nella seconda parte

    https://www.youtube.com/watch?v=2nOlpSWp-ig

  • Kent Nagano meets Frank Zappa (part 3): London Symphony Orchestra (1983) + interview

    Kent Nagano meets Frank Zappa (part 3): London Symphony Orchestra (1983) + interview

    Pedro’s Dowry · Frank Zappa · London Symphony Orchestra (1987)
    Newsnight BBC2 – concerto della LSO al Barbican Center (10 gennaio 1983) intervista a Frank Zappa e Kent Nagano

    Kent Nagano continua risolutamente a programmare musica di compositori contemporanei; considera il divario crescente tra i compositori “moderni” e il loro pubblico come una situazione potenzialmente distruttiva. Ritiene che “un artista ha un lavoro da svolgere all’interno di una cultura, il che non vuol dire che un compositore debba scrivere ciò che il pubblico vuole già sentire. Ha il compito di guidare, di mostrare al pubblico una direzione”.

    Fra tanti impegni come assistente direttore della Oakland Symphony, direttore musicale della Berkeley Symphony e della Oakland Youth Orchestra e direttore della Oakland Ballet Orchestra, Kent Nagano ha trovato il tempo e il modo per andare in Inghilterra e dirigere la London Symphony Orchestra per un’opera di Frank Zappa.
    Ecco come ha commentato l’esperienza.
    “Uno dei miei grandi interessi è la nuova musica, non una nuova musica qualsiasi ma di qualità sufficiente per entrare nel repertorio tradizionale. Non mi interessa affatto la musica sperimentale o la musica d’avanguardia; sono interessato alla nuova musica che ha già risolto i bug ed è una forma d’arte altamente raffinata. Quando ho saputo che Frank Zappa era stato incaricato di scrivere alcuni pezzi per Pierre Boulez, ero davvero curioso perché il fatto che Boulez chieda di scrivere un pezzo per il suo ensemble è uno dei più grandi onori che un compositore possa ricevere.
    Così ho contattato la direzione di Frank e l’ho incontrato nel backstage quando ha suonato al Berkeley Community Theatre, verso la fine del 1981. Mi ha mostrato una partitura e ha detto: “Questo è ciò che faccio”. Mi sono seduto lì e l’ho guardato, era semplicemente incredibile, roba molto sofisticata. Dovevo portare a casa la partitura e provarla al pianoforte. Zappa me l’ha consegnata per studiarla e mi ci è voluto molto tempo per farlo. Considerate che io sono uno di quegli idioti eruditi eccessivamente istruiti con un background teorico pesante. Io che esamino circa 50-60 nuove partiture all’anno, ero eccitato davanti ad una partitura così finemente realizzata. Ho chiamato Frank e gli ho spiegato che mi sarebbe piaciuto eseguire il pezzo. La sua risposta, che mi ha un po’ sbalordito, è stata: “Cosa ti fa pensare di poter suonare il pezzo?”.
    Comunque, Frank mi ha chiamato invitandomi ad andare a Londra.
    Il più grande ostacolo nell’accedere alla musica di Frank è il fatto che richiede una tecnica che normalmente non è richiesta al musicista sinfonico medio. Questo non vuol dire che non si possa suonare, ma la tecnica coinvolta è molto in anticipo sui tempi; i musicisti orchestrali avranno quella tecnica 30 anni dopo.
    La composizione stessa utilizza elementi molto conservativi, in termini di costrutti di base che concorrono alla costruzione del pezzo. La forma è identificabile e ripercorre la storia della musica; non c’è niente di così radicale nelle armonie, il particolare stile che ha inventato usa la scala a 12 toni. Il metro a volte è molto sofisticato, ma in gran parte non c’è niente di veramente nuovo per i musicisti sinfonici. Ciò che è nuovo per loro – che considero pionieristico nella scrittura sinfonica – è l’uso di quelli che vengono chiamati ritmi “irrazionali”. Un esempio potrebbe essere 7 contro 6, 8 contro 3, 17 contro 2, 9 contro 2. Sono una parte molto comune del linguaggio di Frank. Quando hai forse 32 persone che suonano lo stesso ritmo all’unisono, devi sederti lì e capire come farlo con precisione.
    Sono molto impegnato come sostenitore della nuova musica nella letteratura orchestrale di Frank, a causa dell’altissima qualità delle tecniche con cui sono state scritte le partiture. Non c’è virtuosismo o effetto fine a se stesso. Non è fusion, è una scrittura sinfonica totalmente senza compromessi, scritta all’interno di quella tradizione. In essa sono incorporate così tante dimensioni che, ogni volta che torni indietro e lavori su un pezzo, noti un nuovo livello di profondità che prima non eri in grado di vedere (è un aspetto delle grandi opere). Ogni volta che ascolti il Jupiter di Mozart, se sei una persona perspicace e sensibile, senti qualcosa che non avevi sentito prima. Un altro aspetto delle grandi opere d’arte è che le persone a qualsiasi livello di sofisticatezza possono ascoltarlo e relazionarsi con esso ad un certo livello; da una persona che conosce solo la musica rock e il baseball ad un cretino eccessivamente istruito, scolastico ed erudito, chiunque può essere coinvolto in qualche modo. La musica di Frank supera queste due prove”.
    (Nagano On Conducting Zappa by Dan Forte, Mix, giugno 1983)

  • Kent Nagano meets Frank Zappa (part 2): A Zappa Affair

    Kent Nagano meets Frank Zappa (part 2): A Zappa Affair

    Spontaneous Minimalist Composition – Live al concerto di ‘A Zappa Affair’, Zellerbach Auditorium, UC Berkeley, 16 giugno 1984 (Berkeley Symphony Orchestra diretta da Kent Nagano) + Bob & Jane

    “L’intero scopo dello scrivere musica, che è una forma d’arte, è servire il pubblico in un modo che altre forme di comunicazione non possono fare. L’arte può dare un senso alla nostra vita. Può aiutarci a vedere le cose in un modo che non vedevamo prima. Può aiutarci a vivere emozioni che altrimenti non potremmo provare. Può anche darci una comprensione di un fenomeno naturale. L’arte dovrebbe insegnarci qualcosa su noi stessi. Questo è ciò che la rende profonda e significativa. Ecco perché il grande pubblico vuole assicurarsi che esistano forme d’arte. Durante gran parte di questo secolo, il grande pubblico ha percepito una crescente distanza tra compositore e pubblico. E quando ti allontani troppo, la logica impone che verrà il momento in cui l’artista non sarà più utile, perché l’arte sarà diventata così lontana da essere incapace di qualsiasi tipo di rapporto sociale”.
    In questi giorni, in cui gran parte delle orchestre sinfoniche sono programmate con la stessa inflessibile ‘efficienza’ e conservatorismo delle stazioni radio standard, è piacevole pensare che la gente non sappia mai cosa aspettarsi dalla Berkeley Symphony.
    “Programmo molta nuova musica con la Berkeley Symphony – spiega Nagano. Ci sono voluti cinque anni per stabilire un livello di fiducia con il nostro pubblico abituale. Qualunque cosa io suoni per loro, saranno in grado ad un certo livello di estrarre un significato personale: saranno toccati in modo emotivo, fisico, intellettuale o spirituale. In uno di questi quattro modi, il pubblico sarà in grado di trovare un significato in ogni brano che programmo, sia esso classico o contemporaneo. Ecco perché ci vuole così tanto tempo per impostare un programma, perché la maggior parte della musica scritta oggi, proprio come in qualsiasi altro tempo, è poco profonda. Bisogna sforzarsi per scavare le opere profonde”. (East Bay Express, 15 giugno 1984)

    Il 15 e 16 giugno 1984, la Berkeley Symphony presenterà allo Zellerbach Auditorium di Berkeley “A Zappa Affair”, quattro partiture orchestrali che includeranno ballerini e marionette a grandezza naturale realizzate da John Gilkerson, direttore artistico del San Francisco Miniature Theatre, e coreografate da Tandy Bea. I pezzi saranno presentati anche al San Jose Center for the Performing Arts il 21 giugno.
    Zappa non sa se tacere o ridere alla menzione di ‘musica seria’.
    “Vorrei sapere cos’è la musica seria. Cosa c’è di grave?” ha chiesto Zappa “Supponendo che uno fosse interessato alla musica seria, quanto dovrebbe essere seria la musica? La maggior parte delle persone usa il termine ‘serio’ come licenza per annoiare a morte le persone. Prendo sul serio il mio lavoro, ma quello che faccio è fornire un servizio, una serata di intrattenimento”.
    La musica per la produzione della Berkeley Symphony è stata scritta tre anni fa e Zappa aveva quasi rinunciato all’idea di farla eseguire.
    “Durante il nostro tour negli Stati Uniti del 1981 abbiamo fatto uno spettacolo a Berkeley e Kent Nagano, direttore della Berkeley Symphony, ha detto di aver sentito parlare delle mie composizioni e di voler dare un’occhiata. Gli piacevano ed è davvero l’unico responsabile dell’esecuzione della mia musica. Compongo da 30 anni e questa è la prima volta che non ho dovuto fare tutto il lavoro. E’ incredibile la trafila che una persona deve attraversare nel mondo della musica classica per fare qualcosa del genere”.
    Zappa ha detto che i suoi pezzi classici non sono eccezionalmente bizzarri a livello musicale, anche se ammette che a volte sono discordanti. “Alcuni sono discordanti, potrebbero non piacere alcune parti, proprio come il mondo reale. La musica è composta da materiale molto vecchio stile: melodia, armonia e ritmo. Non è musica minimalista”.
    Le esibizioni di “A Zappa Affair” avranno avuto 34 sessioni di prove, qualcosa di inaudito per un nuovo pezzo.
    (San Francisco Examiner, 18 maggio 1984)

    “Come compositore classifico Frank Zappa al pari degli altri grandi maestri del secolo. È stato uno dei progetti più emozionanti su cui abbia mai lavorato” (Kent Nagano)

    “Frank Zappa è stato per me un’icona degli anni Sessanta. Voleva registrare musica contemporanea mentre aveva un enorme successo popolare nel rock. Ho analizzato la sua musica e ho trovato passaggi che richiedevano una buona padronanza della tecnica ritmica. Alcune cose sembravano impossibili e anche la portata richiesta da alcuni strumenti sembrava difficile. Ma non era solo complesso, era ben scritto” (Kent Nagano)

  • Kent Nagano meets Frank Zappa (part 1): Sinister Footwear (1984) + interview Kent Nagano

    Kent Nagano meets Frank Zappa (part 1): Sinister Footwear (1984) + interview Kent Nagano

    Nella sua continua ricerca di buona musica contemporanea, Kent Nagano si è associato ad un certo numero di rockstar negli ultimi anni (tra cui Ronnie Montrose), un’associazione che raggiungerà il massimo dei frutti questo fine settimana quando la Berkeley Symphony presenterà un concerto dedicato alla seria musica orchestrale di Frank Zappa.

    “Ero all’IRCAM del Centro Georges Pompidou di Parigi, l’Istituto Boulez per la Musica Contemporanea. Ho scoperto che Boulez aveva chiesto un pezzo proprio a Frank Zappa – ricorda Nagano – Sono rimasto davvero sbalordito perché Boulez può pretendere il meglio. Non appena Frank è venuto a suonare al Berkeley Community Theatre, ho chiamato il suo management a Los Angeles e ho chiesto di parlare con Zappa del suo pezzo orchestrale. Frank mi ha chiamato più tardi, con mia grande sorpresa. Mi ha detto di fare un salto nel backstage tra uno spettacolo e l’altro e l’ho raggiunto. Non sapevo bene cosa aspettarmi, ma non mi aspettavo di vedere un’opera con la difficoltà di una partitura di Elliott Carter, la complessità di un’opera di Boulez, la sincerità di Takemitsu e l’intensità trascinante di Varèse. Sono rimasto sbalordito seduto lì in questo squallido camerino a guardare Frank che dirigeva le persone nel suo modo inimitabile”.
    “Ho portato a casa la colonna sonora e ho trascorso diverse settimane a esaminarla con molta attenzione, e alla fine ho concluso che si trattava di un’opera davvero importante. Ho contattato il suo ufficio chiedendo di eseguire la partitura con la Berkeley Symphony e la risposta è stata: ‘Cosa ti fa pensare di poterlo eseguire?’ perché il pezzo è davvero, davvero difficile. Frank mi ha invitato a scendere e parlare con lui più seriamente. Voleva essere certo che si potesse programmare il numero necessario di prove. Nessuna di queste partiture orchestrali che scriveva da quando aveva 14 anni era mai stata eseguita”.

    “Poche settimane dopo, di punto in bianco, Frank mi ha chiamato dicendo che voleva registrare parte della sua musica. Stava per assumere la London Symphony Orchestra e avrebbe preso in considerazione l’idea di farm dirigere. Per un periodo di quasi due mesi sono rimasto sveglio e ho dormito circa tre ore. Per molto tempo non ho dormito, quelle partiture stavano forzando la mia tecnica personale. Sono cresciuto parecchio solo imparando le partiture”.
    “Poi, quando siamo andati a Londra, sapevo cosa avrebbero pensato i membri dell’orchestra: musica di un musicista rock, sarà una giornata facile. Abbiamo iniziato con la colonna sonora più difficile e si scatenava il panico quando i musicisti aprivano le partiture”.
    “C’era molta tensione. Era un’orchestra con cui non avevo mai lavorato prima e Frank Zappa era seduto proprio dietro di me. E’ stato un compositore meraviglioso con cui lavorare perché è rimasto fuori dai piedi quando doveva restare fuori dai piedi, eppure era sempre lì per rispondere a qualsiasi domanda. Quando lavori con qualcuno di quel calibro, diventa così eccitante, perché sai che lavorerai ai più alti standard e non dovrai scendere a compromessi a causa del tempo”.
    “Quando abbiamo eseguito la performance a Londra, qualcuno l’ha descritta come una sagra della primavera, perché tutto il pubblico stava urlando. Non sono mai stato a un concerto sinfonico dove la gente urlava dopo. Non giovani, ma musicisti e critici seri. Non so nemmeno esattamente perché stessero urlando.

    Questo fine settimana Nagano e la Berkeley Symphony presenteranno la prima americana di molte delle opere di Zappa incluse nella registrazione, così come la prima mondiale di Sinister Footwear. Inizialmente, era stato programmato l’Oakland Ballet per il ballo delle opere ma è stato cancellato e sostituito con uno spettacolo di marionette. Nagano ha visto il lavoro del burattinaio John Gilkerson e del San Francisco Miniature Theatre. Era così impressionato che ricorda di aver chiamato Zappa nel cuore della notte per elogiare queste monumentali marionette high-tech, alcune delle quali raggiungono un’altezza di 36 piedi. I burattini volano nell’aria, esplodono, si trasformano in strane creature con cinque paia di bulbi oculari: tutti effetti richiesti nelle partiture di Zappa, che creerebbero una certa difficoltà ai ballerini in carne e ossa”.
    Nagano ha dichiarato che le opere di Zappa sono autentiche opere sinfoniche che suonano come Bartok o Varèse.
    “Frank Zappa è al fianco di Elliott Carter nella sua padronanza della scrittura sinfonica – commenta Nagano – e, allo stesso tempo, stabilisce un rapporto con i giovani”.
    Secondo Nagano, gli artisti hanno la responsabilità di fornire al pubblico un’opera non solo della più alta qualità artistica, ma che contribuisca alla qualità, alla comprensione, al godimento della vita.
    “Ciò che rende un’orchestra un’organizzazione vivente, impegnata a comunicare con entusiasmo, è il fatto che i musicisti abbiano una sorta di propria ispirazione” afferma Nagano.
    (East Bay Express, 15 giugno 1984)

  • The Perfect Stranger: Boulez conducts Zappa-“Frank Zappa, colonna portante nel tempio della musica”

    The Perfect Stranger: Boulez conducts Zappa-“Frank Zappa, colonna portante nel tempio della musica”

    The Perfect Stranger, The Barbican, London, UK (19 marzo 2022)

    Pierre Boulez ha diretto (in parte) Frank Zappa nell’album “The Perfect Stranger” pubblicato nel 1984.
    Boulez – compositore, direttore d’orchestra e saggista – è stato un personaggio cardine della musica colta occidentale della seconda metà del Novecento. “The Perfect Stranger” è stato eseguito dall’Ensemble InterContemporain, Pierre-Laurent Aimard, il clarinettista Paul Meyer e Frank Zappa al Synclavier.
    L’Ensemble InterContemporain è stato creato da Boulez nel 1976 in collaborazione con Nicholas Snowman e con il sostegno dell’allora Segretario di Stato per la Cultura, Michel Guy, avvalendosi di 31 musicisti solisti, diretti da Matthias Pintscher.
    Pierre Boulez ha commissionato a Frank Zappa la colonna sonora di un’opera sinfonica che ha portato all’album The Perfect Stranger: Boulez conducts Zappa, album che ha ricevuto la nomination come Best New Classical Composition nella 27ma edizione dell’Annual Grammy Awards.

    Frank ha un rapporto di lavoro amichevole con il compositore/direttore d’orchestra francese Pierre Boulez, che si è concluso nel 1984 con la collaborazione “The Perfect Stranger” ed un concerto a Parigi nel gennaio di quell’anno.
    Il 23 maggio 1989, la Filarmonica di Los Angeles e il Dipartimento di Musica dell’UCLA hanno presentato “An Evening With Pierre Boulez e Frank Zappa” in una conversazione alla Schoenberg Hall dell’università.
    Alla presentazione, che è stata preceduta da una breve conferenza stampa, hanno partecipato l’intera famiglia Zappa, Mike Keneally, Scott Thunes, Bob Rice, Denny Walley, Janet the Planet, Laurel Fishman ed Eric Buxton.
    La serata è stata suddivisa in due parti: una conversazione sulla musica e argomenti correlati da parte dei tre partecipanti, seguita da un lungo segmento in cui sono state presentate domande scritte e raccolte in precedenza dal pubblico.
    Frank ha rubato la scena con i suoi commenti e il suo umorismo provocando continue esplosioni di risate e applausi per tutta la serata.
    In particolare è stato chiesto a Zappa “Chi immagini sia il tuo pubblico?”.
    Ha risposto così: “La prima persona per cui compongo sono io. Il ‘primo’ pubblico sono io”.
    (T’Mershi Duween 9, ottobre 1989)

    Nel 1982, Zappa aveva i mezzi sufficienti per assumere la London Symphony Orchestra (LSO) e Pierre Boulez gli commissionò di comporre un pezzo per l’Ensemble Intercontemporain. La LSO, orchestra autogovernata, si offrì volontaria per cogliere questa opportunità.
    L’obiettivo di Zappa era quello di ottenere il maggior numero di registrazioni possibili nei circa otto giorni disponibili.
    La LSO ha ricevuto un ampio programma di un’ora e mezza di musica, originariamente pubblicato in due volumi. Il primo del 1983 con nuove composizioni, il secondo del 1987 contenente principalmente versioni per grande orchestra di musica derivante da “200 motels” e “Orchestral Favorites”.
    Con l’Ensemble Intercontemporain sono stati registrati tre brani musicali, che insieme alla musica eseguita al computer sono stati pubblicati come “The Perfect Stranger” nel 1984.

    L’album The Perfect Stranger contiene 7 brani da ballo, ciascuno con una storia ed effetti sonori integrati.
    Nel brano The Perfect Stranger, un venditore porta a porta, accompagnato dal suo fedele aspirapolvere industriale gitano mutante, piroetta lascivamente con una sciatta casalinga.
    Naval aviation in art? presenta un marinaio artista di fronte al suo cavalletto che guarda attraverso un oblò socchiudendo gli occhi in cerca di ispirazione. E’ circondato da uomini più saggi che dormono distesi su delle amache.
    The girl in the magnesium dress racconta di una ragazza che odia gli uomini e li uccide con il suo speciale vestito realizzato in metallo leggero con un pettorale micro-wagneriano appuntito. Quando gli uomini muoiono, dopo aver ballato con lei, la ragazza ride di loro e li ripulisce.
    Dupree’s paradise è ambientata in un locale sull’Avalon Boulevard a Watts. E’ l’alba di una domenica del 1964, sta per iniziare una jam session. Per circa 7 minuti i clienti (musicisti, ubriaconi, depravati, poliziotti) fanno tutto ciò che li distingue dal resto della società.
    Love story presenta una coppia di anziani repubblicani che tenta di fare sesso ballando la break dance.
    Outside now again mostra tutto il cast in coda per una zuppa.
    Il settimo e ultimo brano, Jonestown, consiste in un ballo brutto e noioso che evoca la vera natura di tutte le religioni. Una persona sostiene di essere un messaggero di Dio. Sbatte il teschio di un bambino contro il lato della tinozza con la bevanda per la comunità mimando con le labbra le parole “Venite a prenderla!”.
    (informazioni tratte da translatedzappa.com)

  • Frank Zappa – Opus 5 for Piano Taperecorder, 1963

    Frank Zappa – Opus 5 for Piano Taperecorder, 1963

    Mount St Mary’s College, LA

    “A 22 anni Frank Zappa scrisse la prima partitura per large ensemble: s’intitola Opus 5, è una verbosa emulazione di certi lavori di musica colta. Per quanto tediosa e stilisticamente trascurabile, quella pagina introduce al Grande Mito Zappiano: la musica per orchestra” (Riccardo Bertoncelli).

    Opus 5” è la prima musica orchestrale d’avanguardia del giovane Frank Zappa (1963). Frank la presentava come “improvvisazione libera”: i segnali delle dita suggerivano agli artisti quale dei frammenti dovevano suonare in un certo momento.
    “La prima volta che ho suonato musica ‘seria’ è stato al Mount St. Mary’s College nel 1962. Ho speso $ 300 e ho messo insieme un’orchestra del college organizzando questo piccolo concerto. Al concerto era presente meno di un centinaio di persone: è stato registrato e trasmesso da KPFK. Quando mi sono diplomato al liceo nel ’58, non avevo ancora scritto nessuna canzone rock and roll, anche se avevo una piccola band rock and roll nell’ultimo anno. Non ho scritto roba rock and roll fino all’età di vent’anni. Tutta la musica che stavo scrivendo era musica da camera o orchestrale, che non avevo mai suonato prima di questo concerto al Mount St. Mary’s College”. (Frank Zappa)
    Il 19 maggio 1963 le composizioni sono state suonate dalla Pomona Valley Symphony Orchestra. Il concerto è stato registrato dall’ingegnere del suono, geografo, antropologo e documentarista cileno Carlos Hagen, impegnato in una produzione radiofonica per la stazione FM sotterranea in forma libera KPFK. Il programma includeva il brano “Opus 5”, opere aleatorie che richiedevano un po’ di improvvisazione, un pezzo per orchestra e musica elettronica registrata con immagini di accompagnamento sotto forma di film sperimentali in 8 mm di Frank Zappa (musica visiva). Zappa dirigeva, suonava la cetra e introduceva i brani.

  • Frank Zappa e Zubin Mehta – 200 Motels, Zappa salva lo spettacolo dal caos

    Frank Zappa e Zubin Mehta – 200 Motels, Zappa salva lo spettacolo dal caos

    Direttore musicale della Montreal Symphony Orchestra, della Los Angeles Philharmonic Orchestra e della New York Philharmonic Orchestra. Zubin Mehta ha diretto anche l’Orchestra Filarmonica d’Israele dal 1970, mentre dal 1998 è stato Direttore Musicale dell’Opera di Stato Bavarese di Monaco.
    Il 15 maggio 1970, Frank Zappa e Zubin Mehta hanno lavorato insieme per il concerto di 200 Motel al Pauley Pavillon dell’UCLA (un’arena di basket con una capienza di circa 14.000 persone) con Zubin Mehta alla direzione della Los Angeles Philharmonic Orchestra.
    Zubin ha voluto fare un paio di esperimenti per dimostrare la connessione tra musica rock e classica.
    Il primo esperimento, nel marzo 1970, fu uno speciale televisivo della NBC intitolato The Switched On Symphony in cui Zubin e la Filarmonica di Los Angeles apparvero con artisti rock come The Who e Jethro Tull ed il cantante soul Ray Charles.
    Con il secondo esperimento Zubin ha collaborato con Frank Zappa anche se, in seguito, si sarebbe pentito di questa decisione.
    Nel primo tempo, Zubin ha condotto Varese e Stravinsky e nel secondo 200 Motels che richiedeva ai musicisti di esibirsi in modo non convenzionale. Vestito con pantaloni a righe gialle, Zappa con la coda di cavallo ha preceduto lo spettacolo con un breve discorso, poi si è rivolto a Zubin e ha detto: “Va bene, Zubin, fallo”.
    I musicisti dovevano sbuffare, grugnire e lanciare coriandoli; il bassista ha dovuto volteggiare come un elefante ubriaco e, ad un certo punto, l’intera orchestra di 104 membri si è alzata ed è entrata nel pubblico improvvisando la propria musica. I musicisti hanno dovuto schioccare le dita sopra la testa e anche ruttare (letteralmente).
    Zappa ha colto l’occasione per una parodia dell’atto teatrale di Jim Morrison; ha rielaborato The End di Jim Morrison con il suo tema dell’incesto e del parricidio.
    Zubi rimase piuttosto disgustato da ciò che stava succedendo; nonostante le proteste di Zappa, tagliò tutta la seconda parte di 200 Motels.

    Zappa salva il suo spettacolo dal caos
    Frank Zappa e le Madri si sono uniti alla LA Philharmonic Orchestra sotto la direzione di Zubin Mehta all’enorme Pauley Pavillon dell’UCLA (tutto esaurito, 10.000 persone). La prima metà del programma è stato un caos imbarazzante: è stato Zappa a salvarlo dal disastro.
    Sembra che il primo numero dell’orchestra fosse una composizione per nastro elettronico e orchestra di Mel Powell. A metà delle prime battute, è arrivata una voce dal pubblico. “Zubin, Zubin, ZUBIN”. Zubin fermò l’orchestra e si voltò.
    “Mi senti, Zubin?” chiese la voce.
    “Si ti sento. Dì qualcosa.”
    “Il nastro non funziona, Zubin.”
    Dopo alcuni minuti ed altre parole, Zubin si strinse nelle spalle e congedò l’orchestra, che uscì dal palco alla rinfusa. Quel numero avrebbe dovuto aspettare finché qualcuno non avesse capito come far funzionare il nastro…
    Questa debacle è stata seguita da un ensemble che ha suonato un pezzo di Edgard Varese, seguito da Zappa e i Mothers, che sono saliti sul loro palco (sopra e dietro il palco dell’orchestra) con l’aria trasandata e più strana che mai.
    I Mothers hanno eseguito la ‘loro’ versione del pezzo di Varese, ma prima Frank si è lanciato in un lungo monologo sulle infelici vicissitudini della vita adolescenziale in America che non aveva prezzo. È il maestro consumato delle descrizioni parodistiche, soprattutto per quanto riguarda gli adolescenti.
    Zappa è riuscito a prendere in giro se stesso, il pubblico e la vita in America in generale, semplicemente ricordandoci che c’è umorismo ovunque se ci interessa cercarlo.
    Era proprio il promemoria di cui avevamo bisogno, dato che eravamo tutti in rispettosa attesa di trovarci di fronte ad una vera orchestra; tutti gli adolescenti erano seduti in silenzio e nessuno che saltava su e giù perché, beh, non era uno dei tanti concerti rock, sai.
    La seconda parte dello spettacolo è stata dedicata alla composizione di Frank intitolata “200 Motels”, così chiamata perché scritta in frammenti durante due anni di tournée. I Mothers e l’orchestra si sono alternati, esibendosi raramente insieme. La prima parte è stata lenta e noiosa. Verso la fine è diventata molto più vivace, fino a quando non è finito con un enorme whomp e una standing ovation.
    Poi è arrivata la parte migliore dello spettacolo: i due bis. Il primo bis ha visto la partecipazione di alcuni dei musicisti dell’orchestra che sono saliti “al piano di sopra” per suonare con i Mothers, dopodiché il violoncellista ha rubato la scena sedendosi di lato.
    La jam è stata seguita da balli nei corridoi (ma senza correre sul palco), poi è stata la volta di un altro bis, tutto per i Mothers (hanno fatto “Plastic People”).
    Il concerto non è stato registrato, sfortunatamente, ma mi risulta che Frank e il gruppo eseguiranno presto lo stesso programma ad Amsterdam, che probabilmente verrà registrato.
    (Disc and Music Echo, 30 maggio 1970 – rivista inglese)

  • Frank Zappa – Outrage at Valdez

    Frank Zappa – Outrage at Valdez

    Colonna sonora di Frank Zappa per il documentario della Cousteau Society sulla fuoriuscita di petrolio della nave cisterna Exxon Valdez in Alaska – 1990

    “Ho appena finito di registrare la musica per un nuovo documentario televisivo di J.-Y. Cousteau. Questo è un film ambientale sui pozzi petroliferi e sulla raffinazione del petrolio nella regione di Valdez, in Alaska”. (Frank Zappa, WM – World of Music n. 1/1990 – rivista russa)

    “Outrage at Valdez è un brano di The Yellow Shark che ho originariamente composto per un documentario della Cousteau Society: trattava del disastro della petroliera a Valdez/Alaska. Nel documentario della Cousteau Society sono stati utilizzati solo 90 secondi, mentre l’intero pezzo dura 7 minuti”. (Oor, 5 settembre 1992)

    “La Fondazione Cousteau ha commissionato un’opera per illustrare un documentario sul disastro ecologico della Exxon Valdez, petroliera statunitense. Il 24 marzo 1989, una nave cisterna si è incagliata sulla costa dell’Alaska, vicino ad Anchorage, causando una terribile fuoriuscita di petrolio. Le indagini stanno ancora cercando di determinare la responsabilità del capitano, mentre i danni alla fauna e alla flora sono notevoli” (Frank Zappa).
    Frank espresse il suo disgusto e Jacques-Yves Cousteau pensò a lui per creare una musica adatta al dramma. L’opinione pubblica fu profondamente colpita da questa vicenda. Ha portato alla revisione legislativa del Codice del trasporto marittimo. La Exxon Valdez deviò dalla sua rotta per guadagnare tempo, anche se si sapeva che il capitano era ubriaco fradicio. Frank aveva un grande rispetto per il lavoro di sensibilizzazione svolto dalla Fondazione Cousteau. Per questo motivo accettò questo ordine urgente.

    L’incidente provocò un danno enorme sia a livello economico che a livello ambientale: furono contaminati 1900 chilometri di costa quasi vergine. A seguito dell’incidente, circa 20 specie di pesci hanno riportato danni a livello genetico, deformità fisiche e ridotti tassi riproduttivi e di crescita con gravi ripercussioni sulla pesca locale. In seguito a questo evento drammatico, nel 1990 è stato redatto l’Oil Pollution Act, un accordo tra varie nazioni che prevede di attuare misure di prevenzione per ridurre gli incidenti da petrolio. È stato anche istituito un fondo fiduciario, l’Oil Spill Liability Trust Fund, usufruibile da varie nazioni per supportare i costi della rimozione dell’inquinante in caso di incidente.