Nel progetto interdisciplinare “Frank Zappa: The Yellow Shark” (Klassik trifft Kampfkunst – Saarländische Staatstheater – 19.02/02.03.2011) si incontrano due mondi, che di solito esistono solo separati l’uno dall’altro: le arti marziali tradizionali asiatiche e occidentali e la musica orchestrale contemporanea di Frank Zappa.
Le prove di The Yellow Shark furono difficoltose: l’Ensemble Moderne doveva abituarsi alle rigide metodiche zappiane e il compositore doveva raggiungere il giusto feeling che gli consentisse di interagire correttamente con un gruppo di artisti abituati ad altre strutture, altri schemi e ritmi diversi.
Peter Rundel, direttore dell’ensemble, fu chiaro al riguardo: “All’inizio tutti noi eravamo piuttosto disorientati. Ci sentivamo senza un punto di riferimento preciso, Zappa invece sembrava avere un approccio in ‘divenire’ dell’intero progetto. Infatti, durante le prove ci invitava a suonare determinate partiture e se l’esecuzione non lo convinceva al primo colpo, era solito fin da subito omettere quel particolare brano dalla sessione di prove… Zappa decise di scegliere i brani in base alla ‘seconda prova’”.
Lo stesso Rundel fu all’inizio uno degli ‘osservati speciali’ e fu sottoposto alla classica prova del nove: durante una seduta d’improvvisazione, mentre Zappa dirigeva con i suoi segnali codificati, chiamò Rundel chiedendogli di continuare al suo posto; dovette dirigere i suoi musicisti seguendo l’esempio del compositore. “E’ stato indispensabile prendere una certa confidenza con il suo ‘pensare sonoro’ – raccontò Rundel – Per ovviare a qualche incomprensione, a volte Frank prese anche la chitarra ed eseguì le parti per farci comprendere più facilmente quando indicato nelle partiture, facendoci capire soprattutto quale dovesse essere il suono di alcune frasi musicali e la connessione tra le parti stesse”.
Zappa preparò particolarissime tecniche di monitoraggio e di riproduzione del suono con i suoi tecnici. L’ensemble fu praticamente predisposto attraverso tutti gli ausili impiegati generalmente per i concerti di musica rock. Zappa aveva ricreato in studio l’ambiente nel quale i musicisti avrebbero eseguito le sue composizioni e lo aveva riadattato in base alla peculiarità dei brani. Ogni musicista venne dotato di monitor e amplificato singolarmente: la musica fu diffusa con un sistema bilanciato di sei canali separati, predisposto per ogni sala diversa. Infine, fu utilizzato un particolare sistema di microfoni, sistemati su una specie di anello stile hula hop, in grado di essere calato sopra ogni musicista permettendo al tecnico del suono di amplificare un solo strumento alla volta, abbassando in dissolvenza il resto degli altri. Il tutto era stato perfettamente organizzato (per la prima volta, nella carriera di Zappa), con gli imprevisti del caso, anche per l’esibizione dei ballerini, le riprese video della pay-tv tedesca Première e un’impeccabile registrazione audio in digitale.
FRANK ZAPPA
Proben zu THE YELLOW SHARK
Ensemble Modern Frankfurt 1992
Frank Zappa aveva costruito la sua orchestra personale attraverso il Synclavier e, ora che musicisti in carne ed ossa erano in grado di suonare le composizioni, l’artista decise comunque di ‘timbrare’ l’esecuzione inserendo musica composta elettronicamente.
Oltre l’Ouverture, Zappa diresse anche Food Gathering in Post-Industrial America, Welcome to the United States e il bis di G-Spot Tornado, utilizzando i suoi particolarissimi schemi ‘direzionali’ nello stesso modo in cui aveva ‘comandato’ le varie band nell’esecuzione di musica rock.
Secondo Zappa, “far roteare le dita a mo’ di carezza sui boccoli di una pettinatura rasta sulla destra della mia testa significa suonare reggae, mentre da tutt’e due le parti significa suonare ska. I ragazzi del gruppo imparano presto norme e manierismi tipici e a quali stili musicali si applicano. Sono così in grado di tradurre all’istante la canzone in uno di quei ‘dialetti musicali’” ha spiegato Rundel.
I musicisti dell’ensemble non si limitano ad eseguire le partiture poiché devono anche interpretarle sul palco all’interno di due pièce teatrali articolate, volte a un entertainment intelligente e dissacrante. L’Ensemble Moderne suona, interpreta e interagisce sul palco come i Mothers del 1968.
L’opera The Yellow Shark, come sostiene Molich Zebhauser, può essere realmente considerata come una grande suite, inerente e contenente tutti gli aspetti della musica colta concepiti, realizzati e non, dal compositore; suite che dimostra la continuità concettuale di temi, musiche, ironia e della teatralità dell’immenso universo zappiano.
G-spot Tornado, inno all’orgasmo femminile, è stato l’ultimo brano eseguito da Zappa in concerto, un brano strumentale molto complesso. A causa di questo titolo (riferito al punto G, zona erogena femminile), RIAA – Record Industry Association of America– con cui Zappa ebbe forti contrasti qualche anno prima – fece mettere il famigerato bollino “Parental Advisory, Explicit Content” su un disco di Zappa (“Jazz from Hell”) completamente strumentale.
Alla fine del video, la telecamera coglie lo sguardo serio, profondo, commosso e malinconico di Zappa seduto da solo su una cassa.
Alla fine dell’esecuzione del brano, Zappa fa segno con la mano verso l’orchestra “C”, il nostro “DO” nella notazione inglese. Il DO, la Grande Nota, l’ultima eseguita in pubblico da Frank.
Parte del piano generale di Frank Zappa era di comporre sul Synclavier per l’Ensemble Modern in occasione del progetto The Yellow Shark. Attraverso specifici test avrebbe verificato fino a che punto avrebbe funzionato questo piano. La sera prima delle prove, fece riorchestrare la sua composizione per Synclavier intitolata Igor e chiese di arrangiarla per l’Ensemble Modern, preparando le parti stampate da sottoporre ai musicisti la mattina successiva e una partitura del direttore. This is a test (Igor) inclusa nell’album EIHN è un’esecuzione in prima ripresa di musicisti che leggevano a prima vista la musica appena consegnata loro. Dimostra non solo l’abilità tecnica di questa orchestra, ma anche l’espressività e lo stile dell’Ensemble mentre si sforzava di riprodurre accuratamente qualcosa che non aveva mai visto prima. Ogni sera, nelle due settimane successive, è stata scandita da uno sforzo frenetico e massacrante per estrarre un altro pezzo dal Synclavier e convertirlo in punti sulla carta per gli esperimenti del giorno dopo. Uno di questi test era G-Spot Tornado. Dopo circa un’ora di prove, Frank lo considerò un esperimento fallito e lo mise da parte. I membri dell’Ensemble, tuttavia, erano determinati a padroneggiarlo e continuarono a esercitarsi da soli. Quando ebbero luogo i concerti di Yellow Shark, G-Spot Tornado servì da finale e da bis. (Todd Yvega)
Alla sede centrale della Intercontinental Absurdities, quartier generale di Frank Zappa, arriva un pacchetto anonimo. Il musicista lo scarta. Dentro c’è un manufatto in legno, di colore giallo. Un pesce. Le fauci della bestia sono colorate con schizzi di rosso, come se l’animale avesse appena divorato una preda.
C’è anche un biglietto che dice: “completate quest’opera d’arte inserendo qualcosa di vostro gradimento nella bocca del pesce”.
Zappa butta via il biglietto, poi guarda meglio l’animale di legno. Capisce che è stato scolpito in una tavola da surf. Lo porta a casa e lo appende sopra il caminetto della sua sala d’ascolto… Non è uno squalo. È un pesce mutante
Nel programma “Frank Zappa rehearsing the yellow shark with Ensemble Modern Frankfurt”, Frank prova con l’Ensemble Modern per un paio di settimane, prima del concerto di Yellow Shark.
Si diverte molto a provare con il gruppo e ammette di aver instaurato con l’Ensemble un ottimo rapporto, al punto tale che le prove cominciavano a diventare assurde…
The Yellow Shark è un album dal vivo di Frank Zappa eseguito dall’orchestra tedesca Ensemble Modern e pubblicato nel 1993 dall’etichetta indipendente Rykodisc. È l’ultimo dei suoi album ad essere stato pubblicato prima della sua morte. Debilitato dalla malattia, il compositore statunitense poté contribuire nei concerti solo in qualità di direttore d’orchestra in pochi brani. Quest’album ed il successivo Civilization Phaze III, pubblicato postumo, sono da alcuni considerati tra i massimi capolavori di Zappa e un compendio della sua intera produzione I pezzi di The Yellow Shark, tutti accomunati da una notevole complessità a livello musicale, includono lavori dell’esordio opportunamente arrangiati, come Uncle Meat e Dog Breath Variations, e pezzi nuovi scritti appositamente per l’Ensemble Modern, come Outrage at Valdez, Welcome to the United States e Questi Cazzi di Piccione, brano dedicato a Venezia con il ritmo delle note che per il loro numero dovrebbe rievocare i piccioni che invadono la città lagunare, come specificato nelle note di copertina: “Sta a significare These Fucking Pidgeons. Se siete mai stati a Venezia, beh, al posto degli alberi hanno i piccioni, e i prodotti dei piccioni. Il che probabilmente è una delle ragioni per cui la città sta affondando. Il titolo è da una riflessione successiva. Ci sono tutti questi colpetti nel brano, che sono stati un’idea dei suonatori degli archi. Quando hanno provato ad imparare il brano, è stato molto difficile per loro imparare il ritmo e ricordarselo. Per questo uno dei ragazzi ha detto “Beh, perché non battiamo il tempo sui nostri strumenti mentre stiamo suonando?” — perché stavano suonando senza un direttore. Quando lo hanno suonato per me con i colpi dentro, ho detto loro di tenerli. Così potete immaginare che siano piccioni”.