Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Categoria: What does it mean?

  • Frank Zappa, A pound for a brown (on the bus): the song that has followed FZ throughout his career

    Frank Zappa, A pound for a brown (on the bus): the song that has followed FZ throughout his career

    Pound for a brown (Live a Ginevra, Svizzera, 26 giugno 1980)
    A Pound for a Brown (Live 26 aprile 1975, Providence College, Rhode Island) con Captain Beefheart

    Tutte le prime composizioni di Frank Zappa erano musica moderna per piccoli ensemble. Uno di questi è “Pound for a brown”. Nelle note di copertina dell’album The Yellow Shark, Zappa ha riportato che “la melodia è datata 1957 o ’58. Originariamente, era un quartetto d’archi che scrissi proprio nel periodo in cui mi diplomai. È uno dei pezzi più vecchi ed è stato suonato da quasi tutte le band in tournée, in varie versioni”.
    La sua melodia divenne una delle preferite di Zappa. Fece la sua prima apparizione nell’album “Uncle Meat” del 1968 in due versioni. La prima versione porta un titolo diverso, ovvero “The legend of the golden arches”
    Questo tema ha diverse caratteristiche che ritornano di frequente nella musica di Zappa.
    Il tema è puramente melodico. Gli strumenti si muovono liberamente attraverso i tasti. Armonicamente è una libera fusione di note. Le armonie formate in un punto specifico possono essere accordi tradizionali e non.
    Due strumenti possono suonare in parallelo, quarte e terze, altri movimenti complementari. È costruito a strati, i pentagrammi nella trascrizione sono combinazioni di strumenti e, in alcuni punti, è difficile sentire esattamente le singole note. La melodia stessa non ha un centro tonale, ma è suonata su una figura di basso ostinato.

    “Pound for a Brown” è stato utilizzato durante molti tour, offrendo ai membri della band opportunità di improvvisazione. Ci sono versioni su “Ahead of their time” e “You can’t do that on stage anymore IV-V”. Ha ottenuto la sua versione finale e più elaborata come pezzo per orchestra da camera con “The Yellow Shark”. Negli anni Sessanta, i Mothers of Invention chiamavano ancora questo pezzo “Sleeping in a jar” come secondo movimento (è suonato così in “Ahead of their time”). A quanto pare, Zappa ha iniziato a intitolare questi due pezzi solo per l’album “Uncle Meat”. Nell’album “Uncle Meat”, “Sleeping in a jar” viene suonata come un’unica melodia, composta da due frasi, come se Zappa volesse appena accennare questo tema.

    A pound for a brown (on the bus) si traduce in ‘una sterlina per mostrare le chiappe dal pullman’. Il titolo fu ispirato da una scommessa tra Jimmy Carl Black e Bunk Gardner lanciata a Londra nel 1968 sull’autobus che conduceva i Mothers dall’aeroporto di Heatrow al Winton Hotel. La sfida consisteva nell’esibirsi per una sterlina in un ‘brown out’, ovvero nel calarsi pantaloni e mutande e mostrare il sedere, affacciandolo da un finestrino del bus. Lo sfidato (Gardner) eseguì guadagnandosi la posta in valuta locale.

    Di seguito, tutti i riferimenti al brano:

    Uncle Meat, A pound for a brown on the bus (1968, studio)
    Uncle Meat, The legend of the golden arches (1968, studio)
    Ahead of their time, Pound for a brown (live 1968, Londra)
    Beat the boots II – Electric Aunt Jemima, A pound for a brown on the bus (live 1968, Amsterdam)
    Beat the boots II – Our man in Nirvana, A pound for a brown on the bus (live 1968, Fullerton)
    Meat light – The Uncle Meat project/object audio documentary, A pound for a brown on the bus (1968, studio)
    Meat light – The Uncle Meat project/object audio documentary, The legend of the golden arches (1968, studio)
    Meat light – The Uncle Meat project/object audio documentary, The string quartet (1968, studio)
    Road tapes, venue #1, Pound for a brown (live 1968, Vancouver)
    Beat the boots II – Tengo ‘na minchia tanta, A pound for a brown on the bus (live 1970, New York)
    Road tapes, venue #3, Pound for a brown (live 1970, Minneapolis)
    Beat the boots II – Swiss cheese + Fire!, A pound for a brown on the bus (live 1971, Montreaux)
    Carnegie Hall, Pound for a brown (live 1971, New York)
    Finer moments, The subcutaneous peril (live 1971, New York)
    Playground psychotics, Don’t eat there (live 1971, Londra)
    Playground psychotics, Brixton still life (live 1971, Londra)
    Zappa in New York, Pound for a brown – CD bonus track (live 1976, New York)
    AAAFNRAA – Baby Snakes – The complete soundtrack, Pound bass & keyboards solo (live 1977)
    Beat the boots I – Saarbrücken 1978, Pound for a brown (live 1978, Saarbrücken)
    Beat the boots II – At the circus, A pound for a brown on the bus (live 1978, Munich)
    Hammersmith Odeon, Pound for a brown (live 1978, Londra)
    You can’t do that on stage anymore Vol. 4, Pound for a brown solos 1978 (live 1978, NewYork)
    Shut up ‘n play yer guitar, Why Johnny can’t read (live 1979, Londra)
    Guitar, Swans? What swans? – CD bonus track (live 1981, San Diego)
    You can’t do that on stage anymore Vol. 5, A pound for a brown on the bus (live 1982, Bolzano)
    Guitar, It ain’t necessarily the Saint James Infirmary- CD bonus track (live 1982, Pistoia)
    Make a jazz noise here, Fire and chains (live 1988, Washington)
    The yellow shark, Pound for a brown (live 1992)

  • Frank Zappa, Arf: Fido & Poodle, the Conceptual Continuity ‘leit motif’

    Frank Zappa, Arf: Fido & Poodle, the Conceptual Continuity ‘leit motif’

    The Poodle Lecture (Live Palladium 1977, brano inserito nell’album You Can’t Do That On Stage Anymore, Vol. 6, 1992)

    Il cane Fido è un personaggio immaginario che appare puntualmente nei testi di Frank Zappa. Spesso, si tratta di un barboncino e viene chiamato con la frase “Here Fido, here Fido”. Succede, in particolare, in tre brani:
    – Cheepnis: si cerca di catturare Frunobulax. “Il mostro che i contadini di questa zona chiamano Frunobulax è appena stato visto avvicinarsi alla centrale elettrica. I proiettili, i razzi, le granate non possono fermarlo”;
    – Nanook Rubs It: mentre Nanook strofina il cane, un coro canta ‘Here Fido, here Fido’;
    – Stink-foot: qui viene chiesto a Fido di prendere delle pantofole, poi il cane parlante inizia a discutere sull’essenza della Continuità Concettuale. “Il nocciolo del biscotto è l’apostrofo. Il barboncino morde, il barboncino lo mastica…”.
    Sulla copertina di Absolutely Free una delle pubblicità mostra un collare per cani: compare lo slogan “Compra un Fydo, ti sta benissimo”.
    Il Fido di Zappa è stato, in parte, ispirato da uno spot pubblicitario dello spray per i piedi Dr. Scholls (1974), in cui un cane sviene quando si trova di fronte ai piedi puzzolenti di un uomo. Zappa avrebbe confuso il prodotto con lo spray Mennen.

    Frank Zappa ha rivelato che l’immagine del cane si riferisce ad una “parodia di Wagner nel concetto di leit motif”. “Un leit motif è un piccolo frammento, non un tema ma un pezzo parziale: Wagner prenderebbe un leit motif e distribuirebbe quel motivo in tutto il pezzo. Andrebbe a creare un effetto nostalgico da evocare in una cornice psicologica come il cigno. Nei nostri archivi, il Fido che continua a spuntare è come il cigno. In realtà, è un Fido astratto, non è un cane. Non ha niente a che fare con un cane, non ha niente a che fare con niente, potrebbe anche essere un numero…”.
    In sostanza, Fido fa parte della Continuità Concettuale di Zappa, il Progetto/Oggetto, l’insieme unificato. Frank considerava tutto ciò che faceva come parte di una grande composizione; tornava su certi temi ogni volta che lo riteneva opportuno.

    Il significato del ‘barboncino’ spiegato in “The Poodle Lecture”
    All’inizio Dio creò “la luce”. Poco dopo, Dio commise tre grandi errori.
    Il primo errore fu chiamato UOMO, il secondo errore fu chiamato DONNA e il terzo errore fu l’invenzione del BARBONCINO.
    Ora, il motivo per cui il barboncino fu un errore così grande è perché Dio originariamente voleva costruire uno
    Schnauzer, ma sbagliò. Tanto tempo fa, il barboncino era un cane molto attraente. Il barboncino aveva peli distribuiti uniformemente su tutto il suo piccolo CORPO tipo canino piccante. Era un cane dall’aspetto normale. I cani normali non prendevano in giro il barboncino nei tempi antichi. Ma la DONNA, come sai, è sempre stata molto più intelligente dell’UOMO fin dall’inizio dei tempi. L’UOMO farebbe qualsiasi cosa per ottenere un po’ di figa ed è per questo che la DONNA ha sempre avuto il controllo su di lui.
    All’inizio la DONNA guardò l’UOMO dritto negli occhi e disse: “Perché non vai a cercarti un lavoro perché potrei usare un po’ di belle cose in casa. Principalmente ciò di cui ho bisogno è un tagliacapelli, delle forbici e un paio di pinzette incrostate di zirconi”. Naturalmente l’UOMO ha fatto il suo dovere. È uscito e ha trovato un dannato lavoro e ha dato quei soldi alla DONNA. La DONNA corse fuori dalla porta sul retro del giardino dell’Eden, andò direttamente al negozio di ferramenta, prese le forbici, le pinzette incrostate di zirconi e tornò indietro e, mentre l’UOMO dormiva, la DONNA prese il BARBONCINO. Perché la DONNA aveva notato che la lunghezza e le proporzioni dell’appendice orale del barboncino, la lingua del cane, erano di suo gradimento, tranne per il fatto che questo cane aveva troppi peli. Non aveva l’aspetto da discoteca tanto popolare al giorno d’oggi. Ha preso il cane l’ha pulito un po’. Nella parte posteriore, intorno al collo, al torace alle zampe ha tolto tutto il materiale estraneo indesiderato da questa zona che chiameremo Burbank. Poi ha sistemato il piccolo succhiatore così, gli ha
    sistemato la bocca così e si è accovacciata SU DI LUI. (Frank Zappa)

    “Non so come sia iniziata. Il barboncino è una specie animale vittima dell’assurdità della razza umana. Quello che ha subito, soprattutto dalle donne, lo condannerebbe al tormento eterno. È stata la donna a decidere di tagliarlo e di farne un arbusto ambulante. Si possono trarre due conclusioni: il barboncino è collaborativo e la donna ha dei problemi. Pensate che un animale piccolo e parzialmente denudato sia una buona cosa? Il barboncino non ha diritti? Stiamo cercando di salvare le balene, ma chi si preoccupa del barboncino?” (FZ, Apocrypha, 1988).

    “Gli animali sono esseri superiori e meritano rispetto” (Frank Zappa)

  • Frank Zappa, Valley Girl: FZ & Fashion, the horror for the trends

    Frank Zappa, Valley Girl: FZ & Fashion, the horror for the trends

    Valley Girl (Ship Arriving Too Late to Save a Drowning Witch, 1982)

    La Valley Girl, interpretata da Moon Unit Zappa, la figlia di Frank, con un accento stereotipato evidenzia l’ossessione per la moda e lo shopping, modelli di linguaggio e comportamento che esprimono la cultura materialistica e superficiale nella San Fernando Valley degli anni ’80. La ‘ragazza della valle’ dà grande importanza alla necessità di stare al passo con le ultime tendenze. L’amore per i negozi di abbigliamento e lo shopping, l’ossessione per l’aspetto, la bellezza apparente, la cura personale e i beni materiali sottolineano la sua superficialità e mentalità consumistica. La Valley Girl – simbolo della cultura giovanile suburbana – è una ragazza ingenua, priva di profondità, di interesse per le attività intellettuali.

    Frank Zappa ha sempre provato orrore per la moda e le tendenze, figlie del conformismo.
    “Di solito, quando inizia una moda, una volta valutato quale dovrebbe essere lo stile di abbigliamento, è fatta. Questo è ciò che costituisce la maggior parte dei partecipanti a qualsiasi movimento: un esercito di persone che indossa l’uniforme. Il profilo di un compratore di dischi Zappa non è molto uniforme”. (Trouser Press #47 febbraio 1980)

    “Non esiste un mondo alla moda, non esiste un mondo etero. C’è un mondo, vedi, che contiene persone che credono in una varietà di cose diverse“. (FZ)

    Frank Zappa e Mothers of Invention hanno definito il Freaking Out “un processo in base al quale un individuo abbandona gli standard di pensiero, abbigliamento ed etichetta sociale antiquati e restrittivi per esprimere in modo creativo la sua relazione con l’ambiente circostante e la struttura sociale nel suo insieme”.
    L’affermazione “I vestiti fanno l’uomo” è ridicola, una nozione contorta. L’uomo dovrebbe fare i vestiti (il più possibile fantasiosi, creativi e individuali). I vestiti dovrebbero esprimere la personalità di ogni uomo. (1967)

    “C’è una differenza tra freak e hippy. Agli hippy non importa che aspetto abbiano, ai freak importa moltissimo. La loro confezione e la costruzione dell’immagine sono una parte molto importante del loro stile di vita. L’aspetto di un gruppo è collegato alla musica nello stesso modo in cui la copertina di un album è collegata al disco. Dà un indizio di cosa c’è dentro”. (Frank Zappa)

    “Gli hippy indossavano una specie di uniforme, avevano un uso uniforme della lingua e una mentalità da gregge. I freak erano più individualisti. (FZ, Humo, dicembre 1993)

    “Odiavo gli hippy. Per me erano un’altra manifestazione del conformismo nordamericano, della tendenza a raggrupparsi in tribù che accettano un vangelo che li fa sentire superiori agli altri. La mia gente era composta da “freaks”, i mutanti che avevano uno stile individuale che li separava radicalmente dal resto della comunità. “Freaks” in senso fisico, sessuale o mentale, emarginati per necessità, non per seguire l’ideologia alla moda”.
    (Frank Zappa, El Europeo, maggio 1990)

    Perché pensi che il Paese si muova in base alle mode?
    “Perché non ha dei veri valori. Una moda passeggera ti offre un’occupazione temporanea per la tua immaginazione. Non ha una vera cultura. Non ha una vera arte. Non ha nulla di reale. Ha solo mode, un prodotto nazionale lordo e molta inflazione”. (Frank Zappa, The Smith Tapes, 6 giugno 1971)

    “Nessuna musica ha avuto successo in America a meno che non fosse accompagnata da qualcosa da indossare, qualcosa da ballare o una pettinatura. Un fenomeno non si verificherà a meno che tu non riesca a travestirlo”. (Frank Zappa, Capitol, 1° aprile 1984)

    “Indosso tutto ciò che è comodo per il lavoro che svolgo, blue jeans il 50% delle volte. La mia più grande preoccupazione su cosa indossare sul palco è se le braccia sono troppo strette o meno sulla maglietta, ecco perché indosso camicie larghe. Se le braccia sono troppo strette quando suoni la chitarra il muscolo del braccio si espande e se la manica della camicia è troppo stretta la tua mano va più lenta. Quindi, di solito indosso magliette corte o con maniche a 3/4 o una maglietta con maniche lunghe larghe.
    Indossavo magliette corte… con lo stomaco in mostra. Lo hanno copiato. Ma non mi considero uno degli uomini meglio vestiti del rock ‘ n roll.
    Ti dico cosa cerco in un paio di pantaloni: non voglio schiacciarmi le palle quando sono seduto.
    Mi piacciono i vecchi vestiti consumati. Odio indossare abiti nuovi, sembra strano”.
    (Frank Zappa, Words & Music, gennaio 1973)

    L’ultima foto del video si riferisce ad un annuncio pubblicitario di “Jean’s West” con Frank Zappa. “Jean’s West” era un marchio di moda di Benetton lanciato nel 1972. Compare nella rivista Gong (ottobre 1975)

  • Frank Zappa, Society Pages: How long will Old Lady Élite’s legacy last? Meaning, review

    Frank Zappa, Society Pages: How long will Old Lady Élite’s legacy last? Meaning, review

    Society Pages (dal testpressing Crush All Boxes, 1980)

    Nel brano Society Pages (incluso nell’album You are what you is, 1981 e in un mix differente nell’album Tinsel-Town Rebellion, 1981), Frank Zappa (supportato dalla voce unica di Ike Willis) critica l’intero sistema che permette ad uno status elitario di persistere. Attraverso testi taglienti e la sua inconfondibile lente satirica, Zappa esplora i temi del privilegio, dell’ordine sociale, della natura vuota dello status sociale presente nelle piccole città americane. Critica la natura isolata e stagnante della società dove potere e influenza si concentrano nelle mani di pochi individui che danno la priorità ai propri interessi a discapito del benessere della comunità.
    Per mostrare le ‘pagine della società’ e dipingere il suo quadro critico, descrive una donna che simboleggia l’élite locale radicata, pronta ad organizzare attività autopromozionali perpetuando l’ineguaglianza. La ‘vecchia signora delle pagine della società’ è storia antica, un personaggio profondamente radicato nella cultura e nei media locali. Zappa si riferisce alle pagine dei giornali e delle riviste che descrivono la vita dei ricchi, delle persone famose e influenti, dei potenti.
    La vecchia signora (l’élite) è una figura di spicco nella sua città, è proprietaria del giornale locale che nutre il suo potere e l’influenza nella comunità per il proprio interesse personale.
    “Possedevi il giornale e un mucchio di altre cose che non mi interessavano”: questo verso evidenzia il distacco tra i valori del narratore e quelli (falsi) della vecchia signora, criticando il materialismo e lo status fine a se stesso.
    La vecchia signora organizza eventi come il ballo di beneficenza. Nonostante la sua ricchezza e influenza, è ritratta come avara ed egoista: distribuisce lavori ai parenti e mantiene il proprio status a spese degli altri. Suo figlio è un bel ragazzo ed è questa l’unica, apparente qualità redentrice della famiglia. Il contrasto tra la bontà percepita del figlio e il comportamento discutibile della madre sottolinea l’ipocrisia e la superficialità delle gerarchie sociali.
    E’ la solita, vecchia storia delle gerarchie (nelle piccole come nelle grandi città), caratterizzata dalla continuità del potere del ‘clan’ (”dare lavoro ai tuoi parenti”), dal sistema del nepotismo.
    Il ritornello della canzone suggerisce di ‘chiudere la spazzatura’: riflette l’idea di sopprimere difetti e ingiustizie della società finalizzati a mantenere una facciata. Suggerisce anche che, finché verranno gestiti i problemi superficiali, i veri e più profondi problemi sociali saranno ignorati. Rivela che, mentre alcuni possono godere dei riflettori dello status sociale, la stessa struttura della società risulta fragile e insostenibile. I ‘rifiuti’ simboleggiano le questioni più profonde destinate ad essere ignorate finché la superficie resterà pulita.
    I testi satirici trasmettono un senso di disillusione nei confronti dello status quo. Zappa invita gli ascoltatori e riflettere sulle dinamiche del potere e del privilegio sociale, sulle sue implicazioni.
    Assurdità della gerarchia sociale, da una parte, che spesso mascherano disfunzioni più profonde all’interno della comunità. Tensioni sottostanti, dall’altra.
    I piani ospedalieri e il Charity Ball rappresentano una forma paternalistica di filantropia, tipica nelle piccole città: gli appartenenti all’élite sono sia donatori che riceventi, accumulano ricchezza offrendo ben pochi cambiamenti sostanziali.
    Gli status sociali sono effimeri, rapidamente sostituibili, facili da dimenticare. “Un giorno non sarai più sulla pagina tre o sulla pagina quattro”: questa frase evidenzia la natura transitoria di fama, prestigio, privilegio e influenza di personaggi che occupano i riflettori.
    Finché la spazzatura verrà raccolta e chiusa a chiave, gli appartenenti all’élite continueranno ad essere presenti nelle pagine della società. Ma l’eredità della vecchia signora potrebbe non durare a lungo…

  • Frank Zappa, St. Alfonzo’s Pancake Breakfast (3 versions): everyone in the parish for fundraising

    Frank Zappa, St. Alfonzo’s Pancake Breakfast (3 versions): everyone in the parish for fundraising

    Versione ufficiale dall’album Apostrophe (1974)
    Versione CD Rykodisc (Apostrophe/Overnite Sensation, 1986)
    Versione dall’album Poughkeepsie (Smokin’, 2018)

    St. Alfonzo’s Pancake Breakfast è la terza parte di una suite in quattro parti intitolata “Don’t Eat the Yellow Snow”, che include Nanook Rubs It e Father O’Blivion, tutte apparse nell’album Apostrophe (1974).
    Dalla narrazione di Nanook e il suo cacciatore di pellicce ferito, si fa un salto nella parrocchia di St. Alfonzo dove si sta svolgendo una colazione di raccolta fondi a base di pancake (frittelle).
    La canzone si apre con il protagonista che confessa di aver rubato margarina e di aver urinato sulle cartelle del bingo, dando il tono all’atmosfera irriverente e maliziosa, evidenziando il disprezzo per le regole e le figure autoritarie.
    Tra i partecipanti alla festa surreale e affollata, c’è una “bella signora della parrocchia” che “fa il suo ingresso come una regina”. E’ una donna elegante che cattura l’attenzione di tutti col suo splendido vestito di ciniglia. Suo marito, un marine severo e disciplinato, la tratta male e lei gli chiede di essere maltrattata e ferita (“Perché non mi tratti male? Fammi male”). Il modo in cui lo chiede sottolinea la realtà della violenza domestica nella più totale noncuranza e indifferenza sociale. Il desiderio della bella signora di essere maltrattata è una critica metaforica alle aspettative della società nei confronti delle donne, l’idea che debbano essere sottomesse e desiderare di essere maltrattate. Questa parte si apre con un frenetico assolo di xilofono.

    La narrazione surreale e umoristica mostra, una volta di più, lo stile unico di Frank Zappa di fondere satira, assurdità e commento sociale.
    L’evento caotico e bizzarro della colazione in chiesa riunisce personaggi eccentrici e strani avvenimenti.
    Il personaggio di padre Vivian O’Blivion, splendido nella sua tonaca, incarna l’ecclesiastico che, nonostante la sua posizione di autorità e guida spirituale, manca di consapevolezza e di connessione con la realtà. Il folletto che gli accarezza il camice rappresenta una tentazione o un desiderio nascosto che mette in crisi la facciata composta del religioso.

    Il brano è in 4/4 ma presenta complessi cambi di tempo e frasi bizzarre.
    La canzone può essere vista come una satira di raduni religiosi e sociali: prende in giro i rituali e i comportamenti che spesso accompagnano tali eventi. Incoraggia gli ascoltatori a mettere in discussione e ridere del mondo che li circonda. La risata è la migliore risposta alle assurdità della vita.
    Il ritornello sottolinea ripetutamente il nome ‘Saint Alfonzo’ con un riff vocale aggiunto alla fine del brano, come a sottintendere che si tratti del santo patrono di questo evento. In realtà. Sant’Alfonso è, tradizionalmente, il patrono di avvocati, confessori e moralisti.
    I testi irriverenti di Zappa deridono l’ipocrisia presente nelle riunioni religiose e all’interno delle comunità organizzate, l’assurdità di certe usanze sociali e del comportamento umano.

  • Frank Zappa & the secret laboratory of Dr. Zurkon: the crazy Razor Man

    Frank Zappa & the secret laboratory of Dr. Zurkon: the crazy Razor Man

    Occam’s Razor (One Shot Deal, 2008)

    Occam’s Razor è un assolo di chitarra estratto da una versione live della canzone “Inca Roads”. E’ stato utilizzato nel brano On The Bus (dall’album Joe’s Garage). Questo è un esempio della tecnica di xenocronia utilizzata da Frank Zappa.

    Il rasoio di Occam (o principio di parsimonia attribuito al filosofo britannico William of Ockham) ci dice che la spiegazione più semplice ed elegante è, di solito, quella più vicina alla verità.

    Accovacciato sui suoi registratori a nastro nel seminterrato, Frank scruta con occhi scintillanti come se le note dovessero emergere come veri e propri segni sul nastro.
    Sulla porta del seminterrato c’è un cartoncino nero su cui è scritto, in nitide lettere bianche:
    “LABORATORIO SEGRETO DEL DR ZURKON NELLA VALLE FELICE”.
    Il seminterrato è enorme, ha la moquette celeste e le finestre chiuse da zanzariere insonorizzate. Due enormi altoparlanti sono alti un metro e mezzo e tra di loro, un assemblaggio di plastica, legno e un cofano per auto copre un portello attraverso cui vengono proiettati i film da un’anticamera. Il tappeto è disseminato di strumenti e relative custodie, un’antica sedia a rotelle, manichini a grandezza naturale, un organo e altro materiale di assemblaggio.
    Poster di concerti e una targa che proclama “Zappa’s Grubby Chamber” ricoprono le pareti. Le persiane bloccano il tempo e la luce del sole, quindi la stanza è ferma fino a quando qualcuno si muoverà o verrà riprodotta musica: il tempo viene misurato da questo. Frank lavora tutta la notte fino alle 9 di mattina più o meno. Ha uno Scully 280 a due binari e un TEAC A1 200U collegati da un pannello patch montato a parete. Ha anche migliaia di nastri, per lo più su bobine NAB, etichettati come:
    MOLTO DIVERTENTE
    ZUPPA E VECCHI VESTITI N.1
    PROTRUSIONE RUSTICA N.2
    THE MAD GUMMER N.2
    CUCAMONGA ERA N.2
    CRITERI: PROPRIO LÀ BUNK
    FINALE
    e così via.
    I nastri sono lo Scribbledehobble di Zappa, il suo vocabolario musicale, i suoi archivi, quaderni di schizzi e una fonte costante di nuovo materiale mentre li taglia e li riarrangia in un nuovo ordine per creare nuove relazioni musicali e sfumature di ritmo e contenuto. È un artista di collage che lavora con il tempo, manipolando le dinamiche come un artista visivo cambierebbe consistenza e colore. Zappa sposta le tensioni, il contenuto dell’immagine e il carico accelerando, unendo e dissolvendo.

    LA MUSICA DI ZURKON
    Quando Frank studiava musica, iniziò a leggere Counterpoint, Strict and Free di HA Clarke, Filadelfia 1929. Sulla seconda pagina si legge: “Non scrivere mai nessuna delle seguenti successioni…” (vedi terza foto)
    I numeri 1 e 2 sono molto duri. I numeri 3 e 4 non così aspri sono di uso comune nella musica moderna”.
    Quindi Frank li ha suonati e ha detto: “Fantastico!”. Queste successioni sono usate molto frequentemente anche da Igor Stravinsky che secondo Frank le vedeva proibite anche in un libro di contrappunto.
    Stravinsky è probabilmente l’influenza classica più evidente nel lavoro di Frank: dove Stravinsky usa un rapido passaggio di ottavino davanti a una lenta esposizione orchestrale del tema, Zappa usa un nastro accelerato che lampeggia oltre la batteria, il basso e le tastiere con lo stesso effetto, in particolare su “Lumpy Gravy”.
    La musica di Zappa combina l’organizzazione del tempo presente (sovrapposizione di segni temporali, flusso dinamico di colori o texture) con l’organizzazione del tempo passato (nostalgia: riferimenti ai primi giorni del rock and roll, manipolazione di periodi, date, anni).
    Fonde idee e temi musicali con un tipo di musica-verità di registrazioni di vita reale, di ridacchianti frizioni di caffè acido e fanatici delle auto che soliloquiano sull’arte della personalizzazione. Le escursioni di Zappa nella realtà ultima sono capolavori di montaggio: la telefonata su “We’re Only In It For The Money” o la ripetuta introduzione di Jimmy Carl Black. Questi elementi non vocali (cantati), non musicali sono usati come musica più o meno allo stesso modo in cui Eric Satie usava il motore dell’aereo, la dinamo, la macchina da scrivere e i sonagli in “Parade” prima della Prima Guerra Mondiale.

    L’ARCHETIPALTEMA
    Frank Zappa è come gli alchimisti, che ripetevano lo stesso processo o esperimento, mese dopo mese, spesso per molti anni, fino a quando i materiali con cui stavano lavorando diventavano così instabili da sviluppare nuove proprietà e, un giorno, gelificare nella pietra filosofale. Frank sta lavorando con una serie di temi, gli stessi che usa sempre (di tanto in tanto, dà loro nuovi nomi per confonderti). Ci sta ancora lavorando, avvicinandosi di soppiatto da nuove angolazioni, sorprendendoli con strane orchestrazioni e strani tempi in chiave, facendoli a pezzi sul suo blocco di montaggio: l’uomo del rasoio pazzo, sommerso dagli archi, illuminato da nastro accelerato. Quelle orchestrazioni sono diventate unità archetipiche a sé stanti.
    (Crawdaddy, maggio 1970)

  • Frank Zappa, Village of the Sun (4 versions): FZ’s homecoming remembering the Black-Outs

    Frank Zappa, Village of the Sun (4 versions): FZ’s homecoming remembering the Black-Outs

    Live At The Roxy, Hollywood/1973 – voce Napoleon Murphy Brock
    Live In Chicago, 10/31/1973 (Halloween), Show 1 – voce George Duke
    Live In Chicago, 1978
    Poughkeepsie (Smokin’, 2018)

    Village of the Sun ci catapulta negli anni dell’adolescenza di Frank Zappa, a Lancaster (California). La zona era piena di allevamenti di tacchini ed è ancora soggetta a violente tempeste di sabbia.
    La piccola cittadina di Sun Village (quasi interamente nera e latina) fu in gran parte rasa al suolo durante le rivolte razziali alla fine degli anni ’60 e i primi anni ’70. Qui Zappa e alcuni amici formarono un gruppo chiamato The Black-Outs che suonava in un posto chiamato The Village Inn & Barbecue su Palmdale Boulevard. C’era sempre una folla di ubriachi che ballavano barcollando, menzionati nella canzone.

    “Torno a casa, al Villaggio del Sole, dietro Palmdale, dove corrono gli allevatori di tacchini – ho deciso”.
    “Ti toglie la vernice dalla macchina e ti distrugge anche il parabrezza. Non so come faccia la gente a sopportarlo… Sono ancora tutti lì, nel Villaggio del Sole, anche Johnny Franklin, la piccola Mary e Teddy…e anche Thelma. Village Inn ho sentito dire che non c’è più, spero non sia vero…
    Dove andranno gli ubriachi? A guardare le luci diventare blu?”
    (estratto dal testo della canzone)

    Il testo di “Village Of The Sun”, per i miei standard – lo ammetto, mi sembra sentimentale e non ce ne sono molti nel mio catalogo. Vale la pena approfondire alcuni riferimenti. ,,
    Si poteva sempre capire se un tizio era un “topo del deserto” dal parabrezza della sua auto. Il vento era un
    fattore costante, trasportava microscopiche particelle di sabbia capaci di bucare un parabrezza fino a non riuscire più a vedere fuori, riducendo contemporaneamente la migliore verniciatura personalizzata a spazzatura in un lasso di tempo incredibilmente breve…
    Quando ero al liceo a Lancaster, ho formato la mia prima band: i Black-Outs. Era l’unica band R&B in tutto il deserto del Mojave a quel tempo. Tre dei ragazzi (Johnny Franklin, Carter Franklin e Wayne Lyles) erano neri, i fratelli Salazr erano messicani e Terry Wimberly rappresentava gli altri individui oppressi della terra.
    (da The Real Frank Zappa Book, autobiografia)

    (Bob, il fratello di Frank, durante una conferenza al 13° Zappanale (2002) rivelò che Thelma si riferisce alla madre di Johnny Franklin).

    “Ho sentito dire che il Village Inn fu distrutto da un incendio durante un “incidente razziale” nei primi anni ’70 e che la gente del quartiere aveva preso l’abitudine di spararsi a vicenda. Quando lavoravo lì era un bel posticino. Tra un set e l’altro accendevano il jukebox e un tizio chiamato The Stumbler ci andava e ballava. Alla fine, tutti ondeggiavano e si prostravano davanti a lui. Una sera, ho deciso di parlargli. Pensavo fosse una specie di barbone spaziale. Non lo era, era un bravo ragazzo. Ubriaco, certo, ma non fuori di testa, solo felice. Mi ha invitato ad andare a casa sua. Dopo il concerto, lo seguii nel deserto per qualche miglio, fino ad un piccolo allevamento di tacchini. C’era una specie di casa fatta a mano con gradini in blocchi di cemento. Nonostante l’esterno trasandato, il soggiorno era piacevole, con mobili nuovi e uno stereo Magnavox molto grande e nuovo di zecca. A quanto pare aveva ascoltato qualche disco prima della sua scorribanda serale davanti al jukebox. L’album sul giradischi era la Suite dell’Uccello di Fuoco di Stravinsky.
    (da The Real Frank Zappa Book, autobiografia)

    Village of the Sun, in soli 3 minuti e 24 secondi, può essere un viaggio potente e illimitatamente rivelatore. L’ho amato fin dal primo giorno e col passare degli anni l’apprezzo sempre più intimamente.
    E’ un capolavoro. Non saprò mai cosa John e Nellie Wilson conoscessero a proposito della canzone e del suo vero significato. Mi attrae il suo tema universale e l’immagine elegiaca del ritorno a casa di Frank (come me lo immagino io). A volte mi ritrovo in pellegrinaggio verso quel luogo interiore agrodolce e quasi insopportabilmente triste e bello.
    (Ruth Underwood)

  • Frank Zappa, Stevie’s Spanking – 1981 Halloween Palladium, NY: the sexperience with Laurel Fishman

    Frank Zappa, Stevie’s Spanking – 1981 Halloween Palladium, NY: the sexperience with Laurel Fishman

    “Stevie’s Spanking” fa parte dell’album Them or Us (1984). La versione live più cliccata e gettonata è quella del 10 luglio 1982 (concerto a Roma).

    “Nel 1981, in uno dei primi tour di Steve Vai, stavamo suonando alla Notre Dame University e si presentò Laurel Fishman. Per uno scherzo del destino, Steve è finito con Laurel nella sua stanza di motel. Si sono impegnati in una varietà di pratiche che hanno coinvolto una spazzola per capelli e Steve sbavava da solo mentre lei lo masturbava”. (Frank Zappa)

    “Il suo nome è Stevie Vai ed è un pazzo. Lo scorso novembre, ricordo, aveva bisogno di una sculacciata… Laurel era il suo nome. È venuta a Notre Dame (me l’ha detto proprio l’altra sera. Dovrebbe ringraziarla per la sculacciata). Era grande e morbida…” (estratto dal testo della canzone)

    “Dato che conoscevo Laurel da anni, e dal momento che veniva ‘commemorata’ in questa canzone, ho pensato che avrei dovuto almeno farle sapere cosa stavo scrivendo – e che se avesse avuto obiezioni al riguardo avrebbe dovuto dichiararlo. Non solo non aveva obiezioni, ma pensava fosse una buona idea. Ha scritto una liberatoria a mano, insieme ad un elenco di tutti i diversi oggetti con cui era stata “penetrata” dal signor Vai (ad esempio, parti di chitarre, verdure assortite e l’ombrello del batterista)”. (Frank Zappa)

    Frank Zappa: Penso che dovresti dire qualcosa sulla tua attrazione per gli oggetti inanimati.

    Laurel Fishman: Beh, soddisfano un bisogno e non so come sia iniziato, in realtà, o perché io abbia questa attrazione, ma sento che molti oggetti inanimati – a volte oggetti domestici comuni o membri del regno vegetale – possono essere strumenti di appagamento molto gratificanti. Penso sia ciò che volevi sapere.

    FZ: Sì. Giusto. Voglio dire, è abbastanza ovvio, cerchi un appagamento, altrimenti non useresti queste cose.

    LF: È vero… Tutto quello che posso dire è: vale la pena provare una volta. Sicuramente c’è qualche “oggetto” in giro per casa verso cui tutti noi, prima o poi, abbiamo provato una sorta di attrazione. Forse è quella spatola che guardi ormai da anni o forse è un martello (in realtà, uno dei miei oggetti preferiti era un martello con manico di gomma nera). Sono oggetti abbastanza comuni che le persone usano quotidianamente… Ho passato molti piacevoli pomeriggi al supermercato che si sono tradotti in piacevoli serate.

    FZ: I cristiani possono considerare ’uniche’ certe pratiche…

    LF: O chiunque altro, se è per questo.

    (estratto dall’autobiografia The Real Frank Zappa Book)

    Laurel Fishman è la star di “Stevie’s Spanking” e “We Are Not Alone”.
    La si può ascoltare anche in “So Happy” (album Flexable Leftovers di Steve Vai) e anche in “Real Illusion – Reflections”(2005).

    Sei ancora amico di Laurel Fishman?
    “Oh sì, è la mia migliore amica. Scrive per moltissime riviste. E’ uno dei migliori editor con cui abbia mai lavorato”.

    Hai registrato un’intervista con lei (o era Frank) – all’epoca di Stevie’s Spanking? Si parlava di un lungo nastro…

    Penso che Frank le abbia parlato di questo…

    (estratto da un’intervista a Steve Vai del 4 giugno 1997. L’intervista completa con Steve può essere trovata nel libro Frank Talk: The Inside Stories of Zappa’s Other People – Wumer, UK, 2017)

    Il disco solista “Jazz From Hell” fu accusato di fare riferimenti al punto G e alla vagina. “G-Spot Tornado” fu aspramente criticata da Tipper Gore nel 1985 per il suo titolo: la canzone strumentale si beccò il ‘parental advisory’.
    Zappa commentò: “E’ come eliminare la forfora con la decapitazione”.
    I brani di Frank Zappa contenenti frasi e parole cosiddette ‘oscene’ si sprecano.
    In un concerto, Frank arrivò ad elencare tutti gli oggetti da utilizzare per la penetrazione.

    Discuti di ogni tipo di pratica sessuale, dalle bambole di gomma al buggery. Non ci sono dei limiti in termini pornografici?
    “Non penso si possa parlare di testi pornografici. Guardala da questo punto di vista: se avessi una laurea e andassi nella giungla a studiare il comportamento di qualche tribù insolita, qualunque cosa faccia (pornografica o altro), sarebbe considerata una ricerca seria. Ma non ho una laurea. Tuttavia, sto scrivendo canzoni su varie tribù che esistono nel mio Paese – il loro comportamento e il loro folklore. Questo è quello che fanno ed è così che sono. È antropologia, pura e semplice”.
    (da un’intervista del 1991 pubblicata su Mojo novembre 2018)

    Nella foto in chiusura del video Laurel Fishman è in compagnia di suo padre e di Steve Vai.

  • Frank Zappa: Music is the Best, information is not knowledge, wisdom is not truth, analysis

    Frank Zappa: Music is the Best, information is not knowledge, wisdom is not truth, analysis

    Packard Goose (Joe’s Garage – Act III – 1979)
    Packard Goose (Live Barcelona 1988)

    “Music is the only religion that delivers the goods.”
    (Frank Zappa)

    “Music is the most physically inspiring of all the arts”
    (Frank Zappa)

    “Ciò che chiedo alla gente di fare è semplicemente questo: a modo tuo, nella tua vita, ogni giorno, ti trovi di fronte a un dato. Non limitarti a ‘consumarlo’. Pensaci solo per un minuto. Hai il diritto di elaborare le tue informazioni in base ai mezzi con cui sei nato. E’ un tuo diritto. Questa è la vera libertà. Hai il diritto di prendere una decisione. Ora, se scegli di intorpidirti e di essere ingannato, hai il diritto di essere ingannato. Ma nel tuo stato di confusione, non hai il diritto di essere un peso, a causa della tua ignoranza autoimposta, nei confronti di altre persone che potrebbero voler fare le cose nel modo giusto. Se scegli volontariamente di essere un idiota, qualunque sia il motivo per cui lo hai scelto, va bene. Hai il diritto di essere stupido, ma non hai il diritto di danneggiare altre persone a causa della tua stupidità. E non hai il diritto di imporre per legge la tua stupidità all’esistenza, di imporla ad altre persone che hanno una visione più chiara delle cose”.
    “La maggior parte dei mali della società può essere curata attraverso l’informazione. Abbiamo una società che è stata disinformata e sulla base della disinformazione ha fatto scelte irrazionali. Ed è questo che intendo per “ignoranza”. Le persone, che normalmente potrebbero essere intelligenti, sono private dei dati con cui prendere una decisione razionale, non hanno i dati per farlo. Nessuno ha più controllo o accesso ai media dell’ufficio stampa della Casa Bianca. L’abbiamo visto. Hanno letteralmente rimodellato la storia americana per i loro fini. È davvero il 1984: “Il nero è bianco, il bianco è nero, 2 e 2 fa undici”, qualunque cosa vogliano dirti. “George Bush è un sostenitore dell’ecologia. Ronald Reagan è un grande patriota”.

    “Devi essere sospettoso delle informazioni. Ecco perché dico: “L’informazione non è conoscenza e la conoscenza non è saggezza”.

    “Una cattiva informazione, è sempre informazione. Se qualcuno viene da te e dice “Due più due fa undici” e ha il sigillo presidenziale sul cappotto, bandierine che sventolano sullo sfondo e palloncini che salgono, potresti pensarci per un minuto. L’informazione non è conoscenza. La conoscenza è sapere qualcosa. La saggezza è l’idea di avere una serie di informazioni su fatti. Per comportarti saggiamente, devi sfruttare questi fatti in qualche modo. Puoi distribuirli stupidamente o saggiamente. Quindi, l’informazione non è conoscenza. La conoscenza non è saggezza. La saggezza non è verità. Puoi prendere tutte le informazioni ordinate che ti forniscono una base di conoscenza. Puoi agire seguendo quella che credi sia una procedura saggia, ma questa non è necessariamente una verità ultima. E solo perché qualcosa è una verità ultima non significa che sia bella. Soltanto perché qualcosa è bello non significa certamente che devi amarlo. Perché ci sono un sacco di cose brutte che potresti amare anche tu. Voglio dire, amo il mio cane. Non è un cane particolarmente attraente, ma è un cane meraviglioso”.
    (Frank Zappa, dall’intervista di Bob Marshall durata 7 ore del 21-22 ottobre 1988, celebrata come la più grande intervista di Zappa dell’epoca. Le domande sono state preparate da Bob Dobbs.

    Rendersi conto che i nostri cuori sono condizionati e che devono passare da un atteggiamento passivo (emotivo, sentimentale) ad un impegno attivo (intellettuale, creativo) con la musica è il primo passo verso l’illuminazione.
    (estratto da “Frank Zappa versus the people” di Pacôme Thiellement)

    Pochi giorni prima di “partire per il suo ultimo tour”, come diceva la sua famiglia, Frank chiedeva di portare il suo letto d’ospedale sotto il suo Synclavier, così avrebbe potuto fare un po’ più di lavoro.

    Frank Zappa potrebbe essere descritto come un guerrigliero culturale. Vede che le arti popolari sono propagandistiche in senso lato: anche quando si mascherano da ribellione, ci cullano nella fantasia e omogeneizzano le nostre risposte. Così, si infiltra nella macchina e cerca di far sì che le forme popolari sconfiggano i loro fini tradizionali – la sua musica non culla, cerca di farti pensare.
    (Down Beat, 30 ottobre 1969)

  • Frank Zappa, Your Mouth (2 versions + cover): the misleading power of words

    Frank Zappa, Your Mouth (2 versions + cover): the misleading power of words

    Versione album ‘Waka/Wazoo’ (1972)
    Your Mouth (Take 1) – 1972
    Cover di Macy Gray (tratta da “The Frank Zappa AAAFNRAAAA Birthday Bundle”)

    Your Mouth è un brano blues e ‘strascicato’ che fa parte del quinto album da solista di Frank Zappa, Waka/Jawaka, pubblicato nel 1972. Si tratta di un album che include brani fortemente influenzati dal jazz, il precursore di The Grand Wazoo e il seguito di Hot Rats (1969).
    Un brano che racconta di un maschio stupido, geloso e violento, scritto dal punto di vista del maschio stupido, geloso e violento. Narra la storia di un uomo intenzionato a sparare alla sua donna che parla (e mente) troppo. Il testo irriverente di Your Mouth significa soltanto questo o c’è dell’altro?

    “La tua bocca è la tua religione.
    Riponi la tua fede in un buco del genere?
    Hai riposto la tua fiducia e la tua convinzione sulla tua mascella
    e non ho trovato alcun sollievo”.
    Questo primo verso è stato probabilmente ispirato da un predicatore o un politico che Zappa ha visto in TV.

    I due versi successivi descrivono la reazione di un marito infuriato, armato di fucile, che affronta sua moglie mentre tenta di intrufolarsi in casa nelle prime ore del mattino, di ritorno da un appuntamento a tarda notte.
    Dice di essere andata a trovare sua sorella. Suo marito minaccia di spararle per averlo preso in giro.
    Il narratore, a questo punto, dà all’uomo qualche consiglio su come comportarsi con le donne bugiarde e traditrici.
    “Lasciala parlare ancora un po’ e, quando finisce le parole, dille semplicemente ciò che ti ho detto prima” gli consiglia, come per suggerirgli di mantenere la calma ed affrontarla armato di fucile dopo che lei avrà esaurito tutte le sue bugie. Suggerisce di ascoltare saggiamente le bugie finché non verranno fuori.

    Al di là del rapporto di coppia, Your Mouth sembra un ammonimento sulla fede cieca, sulla tendenza a fidarsi delle parole che escono dalla bocca di qualcuno. La ‘bocca’ rappresenta l’abilità di una persona di ingannare e manipolare gli altri attraverso bugie e false promesse. E’ un messaggio di scetticismo: non conviene credere ciecamente a tutto ciò che gli altri dicono senza metterne in dubbio le loro vere intenzioni. Perché fidarsi di qualcuno basandosi soltanto sulle sue parole? Non conviene, non basta.

    “Hai detto che sei andata a trovare tua sorella, ieri sera. Beh, potresti perdere un sacco di denti e trovare una corona funebre”: una minaccia. La menzogna può scatenare violenza, danni fisici, reazioni e risultati negativi.
    Bisogna difendersi dal potere ingannevole delle parole, metterle in discussione con cautela evitando manipolazioni e danni.

    Che dire di Macy Gray e della sua interpretazione di Your Mouth? Beh, con quella bocca e quella voce può dire quello che vuole. Anche bugie…