“The Idiot Bastard Son” di Frank Zappa è una traccia dell’album “We’re Only in It for the Money” del 1968.
Questa canzone provocatoria e satirica punta il dito sulle norme sociali e sulla natura discutibile dell’autorità.
Zappa esplora il concetto di “figlio bastardo idiota” visto come un emarginato nella società. I testi descrivono questo personaggio come qualcuno che viene rifiutato dalla famiglia, etichettato come un disadattato e gravato dal peso del pregiudizio. Frank Zappa prende spunto da un personaggio outsider per criticare i valori ipocriti e le aspettative imposte dalla società. Mette in discussione il significato di individuo “normale”, gli standard convenzionali dettati dalle figure autoritarie.
La canzone inizia con un vocalizzo enigmatico e distorto, dando un tono disorientante che prepara l’ascoltatore al viaggio anticonvenzionale che lo attende. Accompagnati da un inquietante sottofondo musicale, i versi iniziali ci introducono al personaggio centrale, il figlio idiota bastardo.
Questo individuo è emarginato e rifiutato dalla società a causa di circostanze che sfuggono al suo controllo. Zappa non perde tempo a sottolineare le origini di questa sfortunata figura. Il testo suggerisce che il padre è un membro del Congresso con affiliazioni naziste, mentre la madre è descritta come una prostituta di Los Angeles. Questa giustapposizione di potere e corruzione morale dipinge un quadro desolante del background familiare del bambino, un prodotto dell’ipocrisia e dell’oscurità che esistono all’interno delle istituzioni della società.
I versi successivi evocano un senso di tragica ironia, poiché il bambino viene abbandonato a morire nel retro di un’auto. È Kenny, probabilmente riferendosi a Kenny Glover, uno dei percussionisti di Zappa, a salvare il bambino, nascondendolo in un barattolo. Questo atto di conservazione simboleggia un barlume di speranza in mezzo alla dura realtà che si trova ad affrontare.
L’intento di Zappa con “The Idiot Bastard Son” è smascherare l’assurdità e i difetti dell’ordine sociale predominante. Facendo luce sul maltrattamento e sull’emarginazione di coloro che non si adattano agli schemi sociali, invita gli ascoltatori a riconsiderare le proprie nozioni preconcette e ad abbracciare l’individualità.
Invita all’azione esortando gli ascoltatori a mettere in discussione l’autorità, a sfidare lo status quo, a riconoscere i difetti all’interno dell’ordine sociale esistente.
Attraverso questa canzone, Frank Zappa ci invita a rivalutare i nostri pregiudizi e a lottare per una società più inclusiva e accogliente.
D’altronde, l’intero album We’re Only in It for the Money è una critica satirica del clima culturale e politico della fine degli anni ’60. Si prende gioco della commercializzazione del movimento della controcultura, rappresenta una parodia dei vari aspetti della società americana.
Al momento della sua uscita, la canzone ha ricevuto reazioni contrastanti. Alcuni apprezzarono la sua natura stimolante e la sperimentazione musicale di Zappa, mentre altri lo trovarono controverso e difficile da comprendere.
STING
Nel 1988, Frank Zappa invitò Sting, ex bassista/cantante dei Police e in seguito artista solista, ad esibirsi con la band a Chicago.
In quell’occasione, Sting ha eseguito la sua canzone Murder By Numbers dall’ultimo album dei Police Synchronicity. Questa performance può essere ascoltata nell’album Broadway The Hard Way di Zappa.
In una nota di ringraziamento, dopo lo spettacolo, Sting ha lasciato un messaggio a Frank: “Per favore, spediscimi lo spartito di The Idiot Bastard Son, non te ne pentirai”.
Sting ha eseguito la cover di The Idiot Bastard Son nel suo tour dell’88. Il nome dell’artista è anche incluso nell’elenco dei nomi sulla copertina dell’album The MOFO Project/Object (2006).
(Wiki Jawaka)