Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Categoria: Xenochronies / Tribute to FZ

  • The Holy Shark – xenocronia con musiche di Frank Zappa e Toru Takemitsu xenochrony

    The Holy Shark – xenocronia con musiche di Frank Zappa e Toru Takemitsu xenochrony

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa e Toru Takemitsu (uno dei compositori di musica contemporanea preferiti da Zappa, 1984)

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    https://www.youtube.com/playlist?list=PLNIorVgbZlD1eJlE31TCypMf1eLhjcfBc

    Immagine di copertina (a sinistra) di Salvador Luna

    “Un giorno il concetto di ateismo sparirà. Ci saranno, invece, le persone normali e qualche buffo credente”. (Frank Zappa)

    “Chiunque voglia la religione è il benvenuto. Appoggio il vostro diritto di godervela. Apprezzerei anche di più se mostraste maggior rispetto per i diritti di quella gente che non desidera condividere i vostri dogmi, il vostro trasporto estatico o la vostra necrodestinazione”. (Frank Zappa)

    “Israele è una teocrazia tanto quanto l’Iran o l’Arabia Saudita, un governo controllato dalla religione. Come puoi avere un governo razionale se è controllato da un libro scritto qualche migliaio di anni fa? La teocrazia aiuta certamente il business delle armi”. (Frank Zappa, Society Pages 6, giugno 1991)

    https://www.youtube.com/watch?v=E6Tziwogcs0

    https://www.youtube.com/watch?v=5zRxHGpXjCA

    “Le religioni organizzate, per loro stessa natura, sono fuorvianti“. (Frank Zappa)

    “L’oscenità esiste per l’edificazione delle persone nella professione legale. Le persone nel mondo della politica e le persone nel mondo della religione perpetuano un mito del genere per ottenere il controllo di certi settori della coscienza umana”. (Frank Zappa, NME, 5 febbraio 1972)

    “Non sono a favore della religione organizzata per le persone che desiderano progredire. Penso che la religione organizzata sia un aiuto confortante molto simile alla televisione per le persone che vogliono isolarsi. E penso che sia un tragico spreco se molte persone iniziassero a seguire un guru nel tentativo di ottenere una sorta di stabilità spirituale o pensare di contrastare vicende spiacevoli perché in realtà non è la risposta. Penso che tutta quella roba sia solo una sciocchezza!”.
    Detriti cosmici…
    “Già…”
    (The Hot Flash, maggio 1974)

    “È sempre il libero flusso di informazioni la principale minaccia allo stile di vita americano. Per le persone di destra, non c’è niente di più pericoloso del libero accesso alle informazioni. Deriva dall’inizio della teologia cristiana, quando Adamo ed Eva erano nel giardino. Come ci siamo messi nei guai? Per la mela, il frutto dell’albero della conoscenza: quindi, l’essenza del cristianesimo si basa sul fatto che nessuno può essere più intelligente di Dio e l’accesso alla conoscenza e il possesso della conoscenza ti dannano. La conoscenza stessa è opera del diavolo. Non dobbiamo avere conoscenza e cosa porta alla conoscenza? Porta all’informazione, da stroncare sul nascere”. (Spin, luglio 1991)

    “Sono un devoto pagano. Detesto la religione per quello che ha fatto alla specie umana… La differenza tra religioni e culti è determinata dalla quantità di beni immobili posseduti… Guarda quante persone sono morte a causa della Bibbia rispetto al Kama Sutra. Non c’è concorrenza”.
    (Frank Zappa, The Guardian Weekend, 15 maggio 1993)

    “Rituali top secret… fanno parte del fascino della religione. Le persone pensano che siano misticamente importanti. Questo è uno dei motivi per cui le religioni organizzate continuano ad esistere: a tutti piace essere nel mondo dello spettacolo. In realtà, la religione è un affare immobiliare. Conosci la differenza tra un culto e una religione? Una setta non possiede alcun immobile. Tutte le vere religioni possiedono cose come gran parte di Harlem (penso che la Chiesa cattolica sia il padrone di casa lì) e alcune religioni possiedono catene di supermercati (la Chiesa mormone possiede i mercati di Hughes). E’ una questione di prendere soldi dalle persone che non hanno soldi dicendo loro che andranno da qualche parte quando moriranno. Useranno quei soldi per costruire una base che verrà utilizzata per controllare la vita delle persone da cui hanno preso i soldi”.
    (WLIR Free Flight, estate 1981)

    Ciò che la gente chiama “preghiera” potrebbe essere un fenomeno psichico sconosciuto (o impropriamente descritto) che manifesta un risultato fisico tangibile. Qualsiasi gruppo di persone, concentrato sullo stesso obiettivo, potrebbe essere in grado di puntare una quantità sconosciuta di un’energia sconosciuta verso uno specifico “bersaglio”. La ‘preghiera che funziona’. (The Real Frank Zappa Book, l’autobiografia)

    Con ‘Greggery’ Zappa si riferisce a Gregorio XIII, papa del 1500 inventore del calendario gregoriano tuttora in uso. Peccary è un tipo di maiale, conosciuto in italiano con il nome di pecari labiato. Perciò, Zappa sta dando del maiale ad un papa. Espediente usato per criticare la religione che lui vedeva solo come un enorme business.

  • Flower Power Show – xenocronia con musiche di Frank Zappa e Beatles xenochrony

    Flower Power Show – xenocronia con musiche di Frank Zappa e Beatles xenochrony

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa e dei Beatles

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    “Ho portato Freak Out! di Frank Zappa in Inghilterra e l’ho fatto ascoltare ai Beatles. Mi hanno detto, ‘Wow! Da dove viene, amico? È incredibile!’ Non vedevano l’ora di incontrarlo. Quindi, ho fatto un sacco di spedizioni avanti e indietro, cercando di coinvolgere le persone”.
    (Eric Burdon, loudersound, 11 maggio 2023)

    “Le Mothers of Invention hanno influenzato un sacco di gruppi, anche i Beatles e i Rolling Stones ai tempi di “We’re only in it for the money”.
    (FZ, Ciao 2001, 3 aprile 1977)

    “Tutti li consideravano Dio ma io non lo condividevo. Per me, i Beatles erano solo un buon gruppo commerciale” disse Zappa facendo sapere di preferire i Monkees.
    (Classic Rock, luglio 2015)

    https://www.youtube.com/watch?v=Dr25P4u1qOo

    https://www.youtube.com/watch?v=lvvCD7qbd5A

    Con l’album “We’re Only In It For The Money” (pubblicato a marzo 1968) Frank Zappa fa una satira sul tradizionale stile di vita americano e sulla società degli Stati Uniti negli anni ‘60.
    La copertina (dove appare anche Jimi Hendrix) fa una parodia di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” dei Beatles sostituendo i fiori con le verdure.
    E’ il terzo album dei Mothers of Invention: venne ripubblicato dalla Rykodisc nel 1986 con nuove registrazioni per le percussioni. Le parti censurate sulla prima versione furono riammesse.
    Nel 2003, la rivista Rolling Stones ha inserito l’album alla posizione n. 296 nella lista dei migliori 500 dischi di sempre. Q magazine l’ha inserito nella lista dei Migliori Album psichedelici di tutti i tempi.
    L’album attacca lo stile di vita hippy. I testi delle canzoni parlano degli effetti della droga sui giovani, del perché la società induca i giovani alla droga per rimbecillirli, tenerli buoni e “sedati” in una beata incoscienza. Denuncia il fatto che il consumismo ha distrutto principi e valori della famiglia americana: la stessa protesta dei movimenti studenteschi diventa parte del sistema che vorrebbe rovesciare.
    Il disco non è costituito da vere e proprie canzoni ma, piuttosto, da brevi sketch sonori simili a jingle pubblicitari, seppure sofisticati dal punto di vista compositivo.
    Zappa improvvisò parecchie linee di dialogo parlando a ruota libera: contribuirono alle sessioni di registrazione altre persone tra cui Eric Clapton, Rod Stewart e Tim Buckley.
    L’album contiene brevi canzoni interrotte da segmenti parlati e brani di altra musica senza una logica apparente: in realtà, il tutto è stato attentamente studiato.
    Zappa spese 4.000 dollari per realizzare la copertina il cui design originale è stato ideato da Cal Schenkel. E’ l’evidente parodia della copertina di Sgt, Pepper’s Lonely Heart Club Band dei Beatles, presi in giro con l’accusa di far parte della controcultura (flower power) “solo per i soldi”.
    Frank telefonò a Paul McCartney per chiedergli il permesso di parodiare la copertina: Paul rispose che per lui non c’erano problemi ma doveva rivolgersi all’ufficio gestioni manageriali dei Beatles presso la EMI.
    Zappa (lo raccontò anni dopo) ebbe la sensazione che McCartney non fosse entusiasta dell’idea e che avesse cercato di osteggiare il progetto ritardando l’uscita dell’album di qualche mese.
    La casa discografica di Zappa temeva problemi legali relativi al copyright della cover del Sgt. Pepper: decise che la foto venisse inserita all’interno del disco. Come copertina vera e propria fu utilizzata una foto dei membri della band su sfondo giallo.
    Nella versione originale del disco alcune parti di canzoni sono state modificate o cancellate in quanto ritenute offensive. Le parti censurate variano a seconda dell’edizione che si possiede. La Verve Records è la responsabile della serie di tagli.
    La versione del 1986 reintrodusse queste parti censurate.

    “Hanno detto chiaramente che Sgt. Pepper era il loro modo di rifare Freak Out! – dice il chitarrista Mike Keneally – ma i Fab Four non hanno mai davvero dimostrato la loro gratitudine. È ampiamente documentato che l’uscita della parodia di Sgt. Pepper – We’re Only in It for the Money – sia stata rimandata per colpa della mancata approvazione dei Beatles, ma in Zappa sentiamo la delusione del musicista direttamente attraverso le sue parole.
    “La MGM era terrorizzata da una possibile causa e volevano la rassicurazione legale che i Beatles non avrebbero cercato di colpirli… Le trattative legali sono durate 13 mesi – dice Zappa a proposito dell’artwork del disco – Una volta ne ho parlato personalmente con McCartney, gli ho chiesto di aiutarmi… lui ha risposto: “Vuoi parlare di affari? A queste cose pensano i nostri avvocati”.
    Nonostante lo screzio della copertina, Zappa ha scelto Ringo Starr per interpretarlo nel suo film 200 Motels ed ha improvvisato con John Lennon sul palco del Fillmore East nel 1971 (Rolling Stone US).

    https://www.youtube.com/watch?v=T2LTFtm67EA

  • Goin’ to Hell – xenocronia con musiche di Frank Zappa e Krzysztof Penderecki xenochrony

    Goin’ to Hell – xenocronia con musiche di Frank Zappa e Krzysztof Penderecki xenochrony

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa e Krzysztof Penderecki

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    “C’è un termine a Hollywood. Un tizio stronzo e odiato dello spettacolo viene considerato un intrattenitore o un produttore dall’inferno. ‘Jazz from Hell’ è un gioco di parole”. (FZ, TIP, 2-15 aprile 1987)

    “Goin’ To Hell era una sequenza utilizzata per dire in modi diversi “Stai andando all’inferno” o “Jee-zus” e contiene una serie di rutti, ringhi, adorazione del diavolo con rumori demoniaci in sottofondo e alcuni suoni strumentali bassi e grugniti”. (FZ, Society Pages 1, aprile 1990)

    Nel suo brano “Church Chat” Frank Zappa proclama “Well ladies and gentlemen: there ain’t no hell” (“Bene signore e signori: non c’è nessun inferno”).
    Quando Zappa vedeva sul retro di un’automobile l’adesivo con il pesce (simbolo usato spesso dai cristiani statunitensi), diceva che quello era il nemico.

    “Ero convinto che lo sviluppo di Frank fosse entrato in un’altra orbita, che fosse finito in una zona crepuscolare… Si interessò anche a questioni strane come l’occulto e la magia. Disegnava mostri e creature aliene a matita e carboncino ed ha perfino scritto alcune storie su queste creature. Per anni, né io né lui abbiamo frequentato la chiesa. Mi chiedevo dove fossero diretti questi bizzarri interessi di Frank. Un giorno, mi disse che avrebbe cercato di trovare una copia di un libro chiamato “Il manuale del negromante”, un libro su ‘come fare’ magia nera ed incantesimi risalente al Medioevo. Riportava casi giudiziari di persone accusate di aver praticato la magia e conteneva anche istruzioni su come ideare ed utilizzare incantesimi. Frank diceva che la negromanzia era la forma più estrema di pratica magica e prevedeva l’evocazione di demoni. Voleva sperimentare se era davvero possibile evocare un demone ed impartirgli ordini. Non ha mai trovato una copia di quel manuale, ma non so quanto sia andato oltre negli anni seguenti. Una volta, in tono criptico, ha detto “Ho fatto un patto con il diavolo”. Forse, è per questo che ha avuto tanta sfortuna a Londra e a Montreux e a livello di salute” (“Frankie and Bobby: Growing Up Zappa” di Charles Robert Zappa, fratello minore di Frank).

    Per altre info su Frank Zappa e l’Occulto, vi passo un paio di link

    https://www.youtube.com/watch?v=DkEvvWvfWNQ

    https://www.youtube.com/watch?v=bU3bBnk0zZc

    ed altre info su streghe e alchimia

    https://www.youtube.com/watch?v=8QtydY4gkvY&t=1s

    https://www.youtube.com/watch?v=D121RVNL0QY

    “Frank mi strinse la mano. Al contatto fisico percepii qualcosa… Era la sua energia, le sue vibrazioni, la sua incredibile presenza. Anni dopo, lessi in un’intervista su Playboy di come Marlon Brando dominasse lo spazio fisico dove si trovava, piuttosto che occuparlo come succede alle altre persone. Era così anche con Frank”. (Massimo Bassoli, Prog Italia luglio 2017).

    Alchimia, esoterismo, occulto sono solo strumenti nelle mani di chi ha voglia di scavare, di andare in cerca della verità ribellandosi a dogmi imposti e disinformazione ‘strategica’. Zappa, con la sua costante spinta a sperimentare, coglieva sempre la mela dall’Albero della Conoscenza…

    “L’essenza del cristianesimo ci è illustrata dalla storia del Giardino dell’Eden. Il frutto che era proibito raccogliere si trovava sull’Albero della Conoscenza. Il significato è che tutte le sofferenze sono dovute al tuo desiderio di capire com’è che vanno le cose. Saresti potuto rimanere nel Giardino dell’Eden se solo avessi tenuto chiusa la tua fottuta bocca e non avessi fatto alcuna domanda”. (Frank Zappa)

    Un segmento particolarmente interessante del concerto di Zappa al Pauley Pavilion dell’UCLA includeva una coreografia in cui il diavolo (Terry Bozzio) rifiutava l’anima di Frank e sceglieva le anime degli imputati nelle cause di Zappa. (The Valley News, 30 dicembre 1977)

    Ciò che la gente chiama “preghiera” potrebbe essere un fenomeno psichico sconosciuto (o impropriamente descritto) che manifesta un risultato fisico tangibile. Qualsiasi gruppo di persone, concentrato sullo stesso obiettivo, potrebbe essere in grado di puntare una quantità sconosciuta di un’energia sconosciuta verso uno specifico “bersaglio”. La ‘preghiera che funziona’. (The Real Frank Zappa Book, l’autobiografia)

    “In nessun momento dal Medioevo così tante persone hanno creduto nel diavolo. La credenza in un ragazzo con la coda dà alle personalità instabili la possibilità di dire ‘Il diavolo me l’ha fatto fare’ e, quindi, di essere assolti da responsabilità”. (Frank Zappa, Cashbox, 26 novembre 1988)

    Frank diceva e scriveva: “Non è possibile alcun progresso senza deviare dalla norma. Ma per farlo con successo, occorre almeno un minimo di familiarità con ogni norma dalla quale contiamo di allontanarci”.
    Diceva anche: “L’innocenza è una pessima scusa per l’esperienza”. (Counterpoint, 25 febbraio 1969)

  • FZ Connection 9 (CC – Mo ‘N Herb’s Vacation) – xenocronia con musiche di Frank Zappa xenochrony

    FZ Connection 9 (CC – Mo ‘N Herb’s Vacation) – xenocronia con musiche di Frank Zappa xenochrony

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa

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    “Le cose che sembrano non avere alcuna possibile relazione sono realmente correlate” (Frank Zappa).
    Seguendo la strada della Continuità Concettuale teorizzata ed applicata da Frank Zappa, continuo ad esplorare la mappa interattiva di Cameron Piko scegliendo Mo ‘N Herb’s Vacation, una delle composizioni più difficili firmate da Zappa.

    Mo ‘N Herb’s Vacation (London Symphony Orchestra vol. 1) viene citata in Cruisin’ for burgers (versione inclusa nell’album ZINY – Zappa in New York).
    La composizione è stata scritta per un’orchestra delle dimensioni di Mahler: 60 archi, 4 flauti, ottavino, tutti gli altri fiati a quattro note, 8 corni francesi, 4 trombe, 3 tromboni, basso, tuba, 6 percussionisti.
    Herb si riferisce a Herb Cohen, l’allora manager di Frank Zappa e dei Mothers of Invention.
    La versione di agosto 1978 per banda completa del pezzo orchestrale noto come “Mo and Herb’s Vacation” dura circa 4 minuti. Sembra un mix di “Black Page #1” e la versione per banda completa di “Little House I used To Live In”. Queste esibizioni, tuttavia, sono solo per basso e batteria, una vera e propria vetrina dei talenti di Artie e Vinnie.

    “Esistono tre versioni con altrettanti titoli: “Moe’s Vacation”, “Herb’s Vacation” e “Moe AND Herb’s Vacation”. Il brano è nato quando David Ocker, il copista di Frank che avrebbe dovuto ottenere un aumento, gli propose: “preferirei piuttosto che mi scrivessi una canzone”. Così Frank gli scrisse la melodia intitolata “Moe And Herb’s Vacation”. La melodia è costante in tutte e tre le versioni. “Moe’s Vacation” è composta da melodia suonata, una parte di batteria scritta e una parte di basso scritta, che varia un po’ tra tutti e tre i brani. “Herb’s Vacation” è solo il basso e la batteria, mentre “Moe And Herb’s Vacation” è la partitura orchestrale vera e propria, l’introduzione di una canzone chiamata “Wøöl”. In seguito, il titolo “Wøöl” è stato eliminato e l’intero pezzo è stato intitolato ” Moe And Herb’s Vacation”.
    (Steve Vai intervistato da Michael Brenna, Society Pages #10, maggio 1982)

    David Ocker ha confermato di aver chiesto a FZ di scrivere un pezzo per clarinetto solista. Frank voleva intitolarlo Blow Job ma, quando gli ha parlato del brano Blow Job di John Bergamo, l’ha cambiato in Mo’s Vacation. In seguito, ha aggiunto parti di basso e batteria trasformandolo in Mo’n Herb’s Vacation.
    “Mo ‘n Herb divenne il primo movimento della versione per orchestra. – ha aggiunto Ocker – Quando decise di realizzare una versione per orchestra, aggiunse molta armonia alla linea principale usando 4 clarinetti e 4 fagotti per ottenere i suoi accordi di 8 note. Imparai tutte e 4 le parti per clarinetto e le registrai all’UMRK. Ricordo che le linee interne, create dalle armonie, divennero meravigliose e bizzarre. Al di là di queste parti per fiati, il resto del movimento era leggermente spartito, ‘soltanto’ per 6 percussioni e archi bassi.
    Raddoppiare le linee con strumenti a percussione era una delle mosse chiave di Frank nell’orchestrazione. Ma in quel movimento, invece di dare l’intera linea solista a un suonatore di marimbe, la divise tra i vari percussionisti nell’intera orchestra. Questa distribuzione è stata utilizzata in tutti i pezzi della LSO per evitare che ogni singolo percussionista avesse bisogno di tutti e 6 gli strumenti perché nessun palco sarebbe stato abbastanza grande”.

    Il brano Mo ‘N Herb’s Vacation è ‘connesso’ ai seguenti album:
    Joe’s Garage Act 1 (1979), citato in Wet T-Shirt Nite;
    London Symphony Orchestra Vol. I (1983) col titolo di Mo ‘N Herb’s Vacation. La stessa versione compare su The Amazing Mr. Bickford (1989);
    Zappa in New York (1991, CD), citato in Cruisin’ For Burgers. E’ la stessa versione (1977 mix) che compare nell’album Zappa in New York 40th Anniversary Deluxe Edition (2019), brano eseguito a New York il 29 dicembre 1976;
    Beat The Boots III: Disc One (2009): compare come Mo’s Vacation, eseguito a Poughkeepsie, New York, il 21 settembre 1978;
    Zappa in New York 40th Anniversary Deluxe Edition (2019): citato in The Purple Lagoon/Any Kind of Pain, eseguito a New York il 26 dicembre 1976;
    Zappa-Original Motion Picture Soundtrack (2020), eseguito come Mo’s Vacation a Monaco di Baviera, Germania, il 31 agosto 1978. La stessa versione compare su The Zappa Movie Official Soundtrack Album! – edizione esclusiva Backer Reward (2020).

    Si può sentire Zappa pronunciare il titolo Mo ‘N Herb’s Vacation più volte nella performance di Titties & Beer (live a Boston del 20/10/1977).

  • FZ Connection 8 (CC – Inca Roads) – xenocronia con musiche di Frank Zappa xenochrony

    FZ Connection 8 (CC – Inca Roads) – xenocronia con musiche di Frank Zappa xenochrony

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa

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    https://www.youtube.com/watch?v=XoFRL0ot64A

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    Seguendo la strada della Continuità Concettuale teorizzata ed applicata da Frank Zappa, Cameron Piko ha tracciato una mappa interattiva analizzando 63 album del singolare compositore di Baltimora.
    Seguendo la strada della CC (Conceptual Continuity), mi ritrovo a percorrere le Inca Roads e scopro, grazie alla mappa interattiva di Piko, le connections di questo amatissimo brano di Zappa che fa parte dell’album One Size Fits All (pubblicato nel giugno del 1975).

    Le connessioni o elaborazioni di continuità si ripetono svariate volte in altri brani esclusivamente in termini di assolo.
    Ecco quali sono:
    On The Bus (Joe’s Garage): assolo tratto da una performance di Inca Roads con un nuovo supporto;
    Rubber Shirt (Sheik Yerbouti): una xenocronia. Originariamente, il basso era inteso come sovraincisione su un assolo di chitarra di Inca Roads, prima di essere collocato in questo brano;
    Pick Me, I’m Clean (Tinseltown Rebellion): l’assolo di chitarra deriva da Inca Roads. Si può notare la progressione di accordi ovunque;
    Shut Up ‘N Play Yer Guitar (Shut Up ‘N Play Yer Guitar): assolo da Inca Roads;
    Gee, I Like Your Pants (Shut Up ‘N Play Yer Guitar Some More): assolo da Inca Roads;
    Return of the Son of Shut Up ‘N Play Yer Guitar (Return of the Son of Shut Up ‘N Play Yer Guitar): assolo da Inca Roads;
    Shut Up ‘N Play Yer Guitar Some More (Shut Up ‘N Play Yer Guitar Some More): assolo da Inca Roads;
    Inca Roads (You Can’t Do That On Stage Anymore, Vol. 2): l’assolo di questa versione è lo stesso di Inca Roads incluso nell’album One Size Fits All;
    System of Edges (Guitar): assolo da Inca Roads.
    Tra le ‘connections’, c’è anche Approximate.

    Inca Roads racconta di un veicolo di origine aliena atterrato sulla Cordigliera delle Ande. Conduce l’ascoltatore in un viaggio nel mondo mistico ed enigmatico dell’antica civiltà Inca. Attraverso un testo che fa riflettere e un arrangiamento musicale complesso, questa canzone ci invita ad esplorare le possibilità di incontri extraterrestri, i misteri delle montagne andine.
    La menzione di un veicolo proveniente “da qualche parte là fuori” ci spinge a considerare la possibilità di una visita aliena in un luogo remoto come le Ande. Gli extraterrestri incontrano la civiltà Inca che costruì strade e strutture complesse sulle Ande: il testo accenna ad una figura misteriosa chiamata “regina del guacamole”.
    Man mano che la canzone procede, i testi diventano più sciocchi e sembrano deridere l’inizio della canzone.
    “Inca Roads” ironizza sulle sconcertanti teorie di Von Däniken, uno scrittore pseudo-scienziato, noto per i suoi libri di archeologia misteriosa e uno dei principali sostenitori della cosiddetta “teoria degli antichi astronauti”.
    Zappa ironizzava anche sulla moda musicale del momento: un progressive rock direttamente influenzato dalla fantascienza. Testi e musica sembrano prendere in giro certi gruppi rock progressivi e la loro profondità divina probabilmente forzata.
    Il cantante e tastierista George Duke ha detto in un’intervista che Zappa gli ha fatto pressioni per cantare in “Inca Roads”. Duke non aveva intenzione di cantare, era lì soltanto per suonare le tastiere.

    Ma siamo sicuri che Zappa si è limitato ad ironizzare sugli ‘antichi astronauti’ alieni? Cosa pensava seriamente Frank su UFO, alieni, extraterrestri?
    Il figlio, Ahmet Zappa, ha condiviso il mistero irrisolto dell’UFO riferito a suo padre. Ha rivelato che Frank ha avuto potenzialmente una sinestesi, ovvero una percezione visiva dovuta ad uno stimolo sensoriale.
    Durante un’intervista su YouTube, Frank Zappa ha detto che una volta ha visto un UFO. Per qualche dannata ragione, l’intervistatore non si è agganciato a questo e non ha chiesto dettagli.

    https://www.youtube.com/watch?v=INxIwPudBXQ

    Cosa pensi riguardo ai casi UFO del governo?
    “Sento che c’è molto di più e, visto tutto quello che copre il governo, non c’è motivo per loro di non coprire le informazioni sugli UFO…”.
    (The Rock Report, luglio 1989)

    Frank Zappa, oltretutto, aveva un amore viscerale per i film di fantascienza.

    Vi segnalo questo video sull’evoluzione degli arrangiamenti di “Inca Roads”.
    Mostra come il brano sia passato da un breve strumentale ad una ballata e ad un’epopea in più parti completamente formata in un anno e mezzo.

    https://www.youtube.com/watch?v=eEUCb4QPzAE

  • FZ Connection 7 (CC – Trouble Every Day) – xenocronia con musiche di Frank Zappa xenochrony

    FZ Connection 7 (CC – Trouble Every Day) – xenocronia con musiche di Frank Zappa xenochrony

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa

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    https://www.youtube.com/watch?v=XoFRL0ot64A

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    La serie FZ Connection dedicata alla Continuità Concettuale (o Progetto/Oggetto) di Frank Zappa prosegue con una xenocronia basata sul brano Trouble Every Day, che fa parte del primo LP dei Mothers of Invention, Freak Out (1966).
    Anche stavolta, ho esplorato la mappa interattiva di Cameron Piko che fornisce i vari collegamenti (connections) tra i diversi brani secondo la CC (Conceptual Continuity) definita ed applicata da Zappa.

    Le ‘connections’ e ‘continuity elaboration’ di Trouble Every Day elencate da Cameron Piko sono:
    – More Trouble Every Day (Roxy & Elsewhere);
    – No Waiting for the Peanuts to Dissolve (You Can’t Do That On Stage Anymore, Vol. 5): assolo di Trouble Every Day.

    “Blow your harmonica son!” è una particolare citazione inclusa in Trouble Every Day come pure in altri brani di Frank Zappa (The Downtown Talent Scout, In France, Prelude to the afternoon of a sexually aroused gas mask). La citazione ha origine dal cantante/chitarrista blues Lightnin’ Slim che compare nell’elenco delle influenze stampato sulla copertina dell’album di debutto di Zappa Freak Out! (1966).

    La tua canzone Trouble Coming Every Day sulle rivolte di Watts potrebbe essere stata scritta sul più recente sconvolgimento di Los Angeles.
    “L’unica parte non corretta è stata quella dell’autista donna colpita a metà da una mitragliatrice perché ha attraversato un segnale di stop”.

    Cosa stavi facendo durante i disordini?
    “Li ho registrati dall’alto verso il basso mentre scorrevo i canali. L’ho capito da ogni angolazione possibile, cose straordinarie, cose che non sono state riportate a livello nazionale”.

    Per esempio?
    “Inquadrature di un gruppo di soldati in una caserma di Orange County che indossavano indumenti con gas nervino Desert Storm. Sia i Crips che i Bloods avevano gas nervino, faceva parte dei piani per trattare severamente con i rivoltosi”.

    Cosa hai fatto con le registrazioni?
    “Quando mi sono esibito in Germania, avevamo dei televisori al bar durante l’intervallo che trasmettevano il meglio dell’intrattenimento culturale americano. Su un set, c’era la rivolta senza sosta. In un altro set, tele-evangelisti senza sosta. Su un altro, C-SPAN. In un altro, Desert Storm. Devi bere la tua birra leggera e guardare i media americani al meglio”.
    (Frank Zappa, Playboy aprile 1993)

    I disordini che devastarono il quartiere afroamericano di Watts, a Los Angeles, nell’agosto del 1965, provocarono la morte di trentaquattro persone, di cui trentuno uccise dalla polizia. Zappa menziona nel suo “Trouble Everyday” i “poliziotti che lanciano pietre”, che gli valsero un regolare controllo da parte dell’FBI. Il brano fu pubblicato nel giugno 1966 nel doppio album Freak Out. (Revue du crieur, febbraio 2017)

    https://www.youtube.com/watch?v=IuJsPBLsJac

    Inizialmente, Zappa scrisse “Trouble Every Day” come semplice canzone rock il cui messaggio era più importante del suo valore musicale. L’ha scritta dopo le rivolte razziali, è un’accusa contro il razzismo, la violenza della folla e il modo in cui i media trattano questo tipo di “notizie”. Musicalmente parlando, la canzone era in 4/4 e alternava strofe e brevi assoli di chitarra.
    Nel 1974, la canzone aveva subito una trasformazione: era stata rallentata e aveva ricevuto un tocco leggermente blues. Era stato aggiunto un gancio della sezione fiati e alcune strofe erano state eliminate per far posto a un assolo di chitarra esteso. È apparsa in questa forma nell’album Roxy & Elsewhere (1974) con il titolo “More Trouble Every Day”. Da questo punto in poi, Zappa userà entrambi i titoli ma suonerà solo questa seconda versione. I testi venivano spesso aggiornati per adattarsi agli eventi contemporanei, come nella “Swaggart Version” (The Best Band You Never Heard in Your Life).
    La versione Freak Out di “Trouble Every Day” fu pubblicata come singolo per soli DJ da Verve nel 1966 (intitolata erroneamente “Trouble Comin’ Every Day”), anche se non venne trasmessa in radio. Nel corso della sua carriera, Zappa eseguì più volte questo brano che fu pubblicato in 5 diverse registrazioni ufficiali (Freak Out, Roxy & Elsewhere, Does Humor Belong in Music?, The Best Band You Never Heard in Your Life e You Can’t Do That on Stage Anymore, Vol. 5). Trouble Every Day si può definire il più vecchio successo di Zappa.

    “Ehi, sai cosa? Non sono nero ma tante volte vorrei poter dire di non essere bianco” canta Frank in Trouble Every Day.
    Nel 1955, Frank Zappa formò una band multirazziale nella sua high school molto “bianca”, dimostrandosi controculturale anche nella controcultura. Non amava gli hippy, che considerava in maggioranza conformisti e non andò a Woodstock.
    Frank Zappa iniziò suonando la batteria, ancora prima della chitarra. Esordì come batterista con una band scolastica di R&B nel 1956, i Ramblers.

  • FZ Connection 6 (CC – Approximate) – xenocronia con musiche di Frank Zappa xenochrony

    FZ Connection 6 (CC – Approximate) – xenocronia con musiche di Frank Zappa xenochrony

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa

    FAIR USE

    https://www.youtube.com/watch?v=XoFRL0ot64A

    https://www.youtube.com/playlist?list=PLNIorVgbZlD1eJlE31TCypMf1eLhjcfBc

    Per il numero 6 della serie FZ Connection, ho deciso di ‘pescare’ dalla mappa interattiva di Cameron Piko il brano Approximate.
    Scritto nel 1972, nello stesso periodo del Grand Wazoo, “Approximate” è uno dei rari pezzi che Zappa ha eseguito per molti anni ma che non ha registrato ufficialmente fino alla serie di live di fine anni ’80/inizio anni ’90. La melodia effettiva dura circa 35 secondi, una melodia follemente complessa su un ritmo ritmicamente dislessico. Approximate è stata eseguita per la prima volta il 24 settembre 1972 a Boston (MA): questa prima versione fa parte dell’album Waka/Wazoo. Il pezzo è stato presentato durante il tour del 1974, arricchito da un’improvvisazione che sfociava in un assolo e, talvolta, utilizzata per gare di ballo con la partecipazione del pubblico. La versione documentata su You Can’t Do That on Stage Anymore, Vol. 2 presenta la band del 1974 con il brano a cappella: la band tenta di riprodurla solo con i piedi.
    Nel dicembre 1976, Zappa eseguì “Approximate” con “The Purple Lagoon” solo in due occasioni. Una di queste finì nell’album Zappa in New York del 1977. La breve melodia fu usata anche nel 1978 come apertura di uno spettacolo. Nel 1982 aveva raggiunto i 90 secondi, arricchita con pezzi estrapolati da “Florentine Pogen” e “Inca Roads”.
    Approximate si colloca in alto nella scala di complessità di Zappa, in cima con “The Black Page” e “Be-Bop Tango”.

    “Si chiama “Approximate – annuncia Frank Zappa nel suo stile più pedagogico – perché mentre il ritmo è specificato, le note non lo sono. Sarà eseguito in tre sezioni. Il primo con gli strumenti, il secondo con la voce umana e il terzo con il piede umano”. (New Musical Express, 5 ottobre 1974)

    “In questa selezione, ogni musicista ha la possibilità di scegliere la tonalità in cui suonare. Ci sono solo poche battute in tutto il brano in cui viene indicata l’intonazione – e sono indicate come contrasto. Il resto dello spartito è pieno di terzine e ottave, collegate da piccole x, che per la loro posizione indicano il registro approssimativo dello strumento a cui si riferiscono. I musicisti devono attenersi agli schemi ritmici che organizzano i periodi tra due gruppi di x. Questo brano può essere eseguito da un numero qualsiasi di musicisti, da quattro in su. Il modello generale indica un’unica parte replicata per tutti gli strumenti in DO e FA (incluse le percussioni), che si intreccia con un’altra singola parte duplicata per tutti gli strumenti in Sib o Mib. Il basso e la batteria hanno voci separate, che combinano i ritmi delle altre due parti”. (1972)

    Cameron Piko ha analizzato 63 album di Frank Zappa (1966-1996) per realizzare la sua mappa interattiva allo scopo di fornire i vari collegamenti (connections) tra i diversi brani secondo la Conceptual Continuity (CC) definita ed applicata dal genio di Baltimora.
    Per ogni canzone, Cameron Piko ha tracciato una rappresentazione grafica della continuità concettuale di FZ (o Progetto/Oggetto) secondo cui tutto è sonoramente collegato. In base alla teoria della Big Note (citata per la prima volta nell’album Lumpy Gravy del 1967), l’universo è stato creato con una nota iniziale. Tutto ciò che vediamo e sentiamo è l’insieme delle vibrazioni sonore derivanti da questa nota iniziale.

    Le ‘connections’ e ‘continuity elaboration’ di Approximate elencate da Cameron Piko sono:

    Inca Roads (One Size Fits All): il tema Approximate appare al 57° secondo.

    https://www.youtube.com/watch?v=CbQjHb8iaMc

    The Purple Lagoon/Approximate (Zappa in New York): è la prima versione di Approximate pubblicata ufficialmente in un album.

    https://www.youtube.com/watch?v=69NF3NipNkY

    Approximate (YCDTOSA – You Can’t Do That On Stage Anymore, Vol. 2): gloriosa versione della band del 1974.

    https://www.youtube.com/watch?v=Gz2MePmmL4I

    Approximate (YCDTOSA vol 4)
    https://www.youtube.com/watch?v=C2wZy8fq9oc

    Village of the Sun (YCDTOSA vol 2): il brano Approximate viene citato all’inizio (intorno al 22° secondo) e poi ancora intorno ai 3’ e 2’’

    https://www.youtube.com/watch?v=QhoaGhuTN04

    Eric Dolphy Memorial Barbecue

    https://www.youtube.com/watch?v=-Oz2sqWhdOk

    It Just Might Be A One-Shot Deal (Waka/Wazoo)

    https://www.youtube.com/watch?v=92qV6243PXU

    La parte finale della xenocronia è un delirio nu jazz.

  • FZ Connection 5 (CC – Big Swifty) – xenocronia con musiche di Frank Zappa xenochrony

    FZ Connection 5 (CC – Big Swifty) – xenocronia con musiche di Frank Zappa xenochrony

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa

    FAIR USE

    https://www.youtube.com/watch?v=XoFRL0ot64A

    https://www.youtube.com/playlist?list=PLNIorVgbZlD1eJlE31TCypMf1eLhjcfBc

    Attingo di nuovo dalla mappa interattiva di Cameron Piko che, analizzando 63 album di Frank Zappa (1966-1996), fornisce i collegamenti tra i vari brani secondo la Conceptual Continuity (CC) definita ed applicata dal genio di Baltimora.
    Per ogni canzone, Cameron Piko ha tracciato una rappresentazione grafica della continuità concettuale di FZ (o Progetto/Oggetto) secondo cui tutto è sonoramente collegato. Probabilmente, il concetto deriva dalla sua teoria della Grande Nota (citata per la prima volta nell’album Lumpy Gravy del 1967). Secondo questa teoria l’universo è stato creato con una nota iniziale. Tutto ciò che vediamo e sentiamo altro non è che l’insieme delle vibrazioni sonore derivanti da quella nota iniziale.

    Nel dicembre 1971 Frank Zappa fu spinto fuori dal palco da un fan al Rainbow Theatre di Londra, atterrando nella fossa dell’orchestra 10 piedi più in basso, lasciato privo di sensi e con una gamba rotta. Tornato in convalescenza a Los Angeles, si è recato ai Paramount Studios per le sessioni che avrebbero prodotto due album cruciali, Waka/Jawaka (il previsto sequel di Hot Rats del 1969) e l’epica fusion ispirata a Miles The Grand Wazoo.

    Nel quinto appuntamento della serie FZ Connection, ho scelto il brano strumentale Big Swifty (dall’album Waka/Jawaka del 1972). Secondo Zappa, il titolo Waka Jawaka è “qualcosa che è apparso una volta su una tavola ouija. La tavola Ouija è un piccolo strumento usato per le comunicazioni medianiche ideato nella seconda metà del XIX secolo. Il nome deriva da una parola scritta sulla tavola stessa quando il suo inventore chiese ad un presunto fantasma di darle un nome.
    Big Swifty è uno dei brani più jazz che Zappa abbia mai scritto. Ha una struttura di head-solo-head con alcune variazioni aggiunte tra gli assoli. Zappa pubblicò 4 registrazioni di questo brano, di durata variabile (da 2’ e 16’’ a 17’ e 24’’) molto flessibili. Gran parte del pezzo contiene assoli.
    Il tema e titolo principale di Big Swifty riapparirà in altri brani nel corso della carriera di Frank Zappa.
    Ecco le ‘connections’:

    The Adventures of Greggery Peccary (Studio Tan), “BIG SWIFTY & ASSOCIATES, TREND-MONGERS”.
    Con ‘Greggery’ Zappa si riferisce a Gregorio XIII, papa del 1500 inventore del calendario gregoriano tuttora in uso. Peccary è un tipo di maiale, conosciuto in italiano con il nome di pecari labiato. Perciò, Zappa sta dando del maiale ad un papa. Espediente usato per criticare la religione che lui vedeva solo come un enorme business.
    Questo brano approfondisce temi come la conformità, il consumismo, le norme sociali, la ricerca di significato in un mondo guidato da tendenze e superficialità.

    Hot-Plate Heaven at the Green Hotel (Does Humor Belong In Music?): Zappa sfrutta la prima metà del tema principale all’inizio del suo assolo di chitarra come se si accingesse a suonare l’intero motivo ma, poi, si ‘trasferisce’ altrove.
    Il testo della canzone si concentra sulle lotte della classe lavoratrice criticando la politica americana e la sua assurda retorica. Hot-Plate Heaven simboleggia una situazione di vita disperata, un luogo che offre pasti miseri serviti su piastre calde in rifugi, alloggi a basso reddito e simili.
    Zappa punta il dito su Repubblicani e Democratici definendoli egoisti e menefreghisti: nessun partito si interessa sul serio ai problemi dei meno abbienti.

    King Kong (You Can’t Do That On Stage Anymore, Vol. 3): l’inizio del primo assolo di chitarra (1971) altro non è che l’intro di Big Swifty, seppure in una versione per chitarra piuttosto brillante.
    Nel 1971, l’incendio al Casino di Montreux (Ginevra, Svizzera) divampò proprio nel bel mezzo dell’assolo al sintetizzatore di Don Preston in King Kong. “Vorremmo suonare per voi la leggenda di King Kong. E’ la storia di un grosso gorilla elettrico confinato in un’isola da qualche parte in mezzo all’oceano, che conduce un’esistenza felice mangiando banane, finché un giorno un gruppo di imprenditori americani decidono di imbarcarsi e di catturarlo. Lo portano negli Stati Uniti, lo espongono facendo un sacco di soldi e poi lo uccidono… Il gong, simbolo di tutto quello che vive nella giungla e odora di gorilla. Ritmi della giungla, osceni e palpitanti. Emozioni piccanti e sudate tra flora e fauna esotiche” (Frank Zappa, Live Vancouver, 1968).
    La storia immaginaria ambientata a Cleveland è legata al periodo del Devoniano superiore, un pesce creativo e talentuoso che venne attaccato da squali fanatici religiosi. Va da sé che questa storia funge da metafora: evidenzia la natura distruttiva delle ideologie fanatiche e divisive che minacciano di distruggere la creatività e la vita stessa.

    https://www.youtube.com/watch?v=0P6EWw4uJCU&t=3s

  • FZ Connection 4 (CC – The Chrome) – xenocronia con musiche di Frank Zappa xenochrony

    FZ Connection 4 (CC – The Chrome) – xenocronia con musiche di Frank Zappa xenochrony

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa

    FAIR USE

    https://www.youtube.com/watch?v=XoFRL0ot64A

    https://www.youtube.com/playlist?list=PLNIorVgbZlD1eJlE31TCypMf1eLhjcfBc

    In copertina (immagine centrale) un’opera di Lewi Krautman

    L’esplorazione della mappa interattiva tracciata da Cameron Piko continua. A volte, i collegamenti dei vari brani analizzati secondo la teoria costantemente applicata da Zappa di Conceptual Continuity (Continuità Concettuale o Progetto/Oggetto) possono risultare sorprendenti.
    Stavolta, mi concentro sul ‘cromo’ partendo dal brano The Chrome Plated Megaphone of Destiny (dall’album We’re Only In It For The Money).

    Ecco i collegamenti a questo brano con relative frasi legate al cromo:

    Who Are The Brain Police? (Freak Out!): “…and so is the chrome”
    https://www.youtube.com/watch?v=zA72_Q5Hpoo

    The Uncle Meat Variations (Uncle Meat): “Chromium plated”

    Magic Fingers (200 Motels): “a chrome with heavy duty leather thong Peace Medallion”

    Muffin Man (Bongo Fury): “oversized chrome spoon”
    https://www.youtube.com/watch?v=Lyb6vcj_rS8

    Sofa No. 2 (One Size Fits All): “Ich bin der Chrome Dinette”
    https://www.youtube.com/watch?v=WZQ_EY_kHOw&t=64s

    A Token of My Extreme (Joe’s Garage): “…and a chrome piggy bank”

    Stick It Out (Joe’s Garage): “See the Chrome/Feel the Chrome…”

    Sy Borg (Joe’s Garage): “Gimme dat chromium leg”
    https://www.youtube.com/watch?v=8xlREZ9CPwo

    “Questo è “Il megafono cromato del destino”: ciò che non sai può farti del male…” (Frank Zappa).

    Cos’è il megafono cromato del destino? Il “megafono” è una protesi della voce, un’estensione del corpo che delimita l’esterno della voce, la sua natura intersoggettiva, l’amplificazione di una voce ‘megafonica’ rivolta ad un gruppo, ad un pubblico, un modulo di trasmissione. Può essere il microfono di Frank che denuncia ciò che non va nella società. Può essere anche la trasmissione di leggi e regole decise per tutti dalla società.
    Perché Zappa, spesso e volentieri, ha scelto il cromo per i testi delle sue canzoni? Diversi oggetti nei suoi brani sono realizzati in cromo. Il “medaglione della pace cromato con infradito in pelle resistente” di Magic Fingers, il “cucchiaio cromato sovradimensionato” di Muffin Man, la “dinette cromata” di Sofa 2 e Ya Hozna, la “piccola macchina cromata” di Sy Borg, il “salvadanaio cromato” in A Token of my Extreme, “la plastica tutta fusa e anche il cromo…” in Who Are the Brain Police”, gli “ornamenti in stoffa corta e flaccida per il collo con i loro attacchi a scatto cromati nascosti” in Packard Goose. E poi “guarda il cromo, senti il cromo…” canta in Stick It Out.
    Oltre ad avere proprietà magnetiche uniche, il cromo è altamente resistente all’ossidazione, è noto per la sua elevata resistenza alla corrosione e per la sua durezza. Unito all’acciaio il cromo forma l’acciaio inossidabile. Tutti noi dobbiamo resistere come il cromo? Siamo limitati e condizionati da circostanze e forze esterne ma, allo stesso tempo, dobbiamo vivere con gioia, dando un significato ad ogni cosa anche in mezzo al caos. Forse… Di sicuro, Frank Zappa la pensava come gli esponenti della Patafisica: la vita è assurda ed è grottesco prenderla sul serio. Il Patafisico accetta l’assurdità della vita considerandola come una questione naturale. “Per me l’assurdità è l’unica realtà” (Frank Zappa).

    https://www.youtube.com/watch?v=GCYKXknGlLU

    Cosa farai quando l’etichetta si staccherà e la plastica sarà tutta fusa e il cromo sarà troppo morbido?
    CHI E’ LA POLIZIA DEL CERVELLO?

    “Who Are the Brain Police?” (“Freak Out!”) denuncia una sorta di controllo delle coscienze: influenza le persone seppure credano di essere formalmente libere. A detta di Zappa questo brano è stato composto in una specie di stato paranormale di trance, quasi sotto dettatura. Sulle note di copertina di Freak Out! Zappa, riferendosi a questa canzone, ha scritto: “Alle cinque del mattino qualcuno continuava a cantarlo nella mia mente e me lo ha fatto scrivere. Devo ammettere di essermi spaventato quando finalmente l’ho suonato ad alta voce e ho cantato le parole”. In un’intervista del 1988, Zappa ha aggiunto: “Molte persone controllano il proprio cervello. Sono come cittadini soldati, per così dire. Ho visto persone che arrestano volentieri e cercano di punire il proprio cervello. E’ davvero triste. Non è nemmeno ufficiale, è come autoimposto. … È difficile attribuirlo ad un’agenzia centrale, quando ti rendi conto che così tante persone sono disposte a farlo da sole. Voglio dire, il numero di persone che vogliono diventare poliziotti del cervello dilettanti cresce ogni giorno – persone che dicono a se stesse: “Non potrei prenderlo in considerazione” e poi si sculacciano anche solo per essere arrivate così lontano. Quindi, non c’è nemmeno bisogno di dare la colpa a un’agenzia di polizia cerebrale centrale. Ci sono un sacco di persone che si sottopongono volontariamente a questa automutilazione”.
    (Intervista di Bob Marshall, 22 ottobre 1988)

  • SOFIA – xenocronia Frank Zappa & Philip Koutev, bulgarian folk music – xenochrony

    SOFIA – xenocronia Frank Zappa & Philip Koutev, bulgarian folk music – xenochrony

    xenocronia realizzata da Roxa con musiche di Frank Zappa e Philip Koutev

    https://www.youtube.com/playlist?list=PLNIorVgbZlD1eJlE31TCypMf1eLhjcfBc

    Per questa xenocronia ho usato alcune parti dell’album “National Folklore Ensemble Philip Koutev – Music From Bulgaria vol. 8”. E’ dedicata ad una delle più grandi passioni di Zappa: la musica folk bulgara.
    I brani che ho scelto sono: Chukurovsko Horo, Varnenski Tantsi, Krivo Horo e The Ultimate Trip – Kaleidoscope Visuals.
    Ho attinto volentieri ad alcuni brani di Zappa tratti dall’album “One Shot Deal” (2008, pubblicato postumo) ma non solo…

    Riguardo a Freak Out, quali sono state le tue maggiori influenze?
    “C’è una lista nell’album di 156 nomi”.

    E da allora?
    “Circa tre o quattro”.

    Ti dispiacerebbe nominarli?
    “Krzystof Penderecki, Gyorgy Ligeti, Philip Koutev. Non mi viene in mente altro.
    Krzystof Penderecki è un compositore. È il ‘capo’ di tutta la musica polacca e scrive in un certo stile.
    Gyorgy Ligeti è un compositore noto soprattutto per la sua “musica spaventosa”.
    Phillipe Koutev è l’organizzatore di un ensemble di musica popolare in Bulgaria; è la band più calda in quella zona”.
    (FZ, Bugle American, 17 dicembre 1975)

    “Mi piace la musica indiana e mi piace molto la musica bulgara”.

    Hai mai assistito a un concerto di donne bulgare? Le hai incontrate?
    “È stata un’esperienza abbastanza spaventosa. Portano con sé alcuni musicisti. C’è un ragazzo che suona una specie di batteria o qualcosa di simile alla chitarra, ma questi ragazzi sembrano far parte del KGB bulgaro, come cani da guardia del gruppo. Avevano un look speciale, un cappotto di pelle nera, e stavano nel backstage. Una volta finito il concerto, le ragazze erano tutte nel camerino. Erano in fila per un ricevimento formale e siamo entrati per salutarle, poi ci hanno fatto uscire. Non potevi avere alcuna comunicazione con loro”.
    (FZ, Best of Guitar Player, 1994)

    In cosa consiste la tecnica della ‘cornamusa bulgara’? Scopritelo qui

    https://www.youtube.com/watch?v=eNfxhZY6t-8

    Sei sempre stato sottovalutato come chitarrista rock. Il tuo stile è basato sul blues ma è molto originale e distintivo.
    “La base deriva sia dalla musica orientale sia dal blues. Penso che sia naturale per me. Parte dell’influenza orientale è simile ai suoni greci, turchi, bulgari e indiani”.
    (FZ, Down Beat, 18 maggio 1978)

    Filip Kutev (Филип Кутев in bulgaro) o Philip Koutev (13 giugno 1903 Aytos – 27 novembre 1982 Sofia) è stato un compositore e arrangiatore bulgaro. Nel 1951, con la moglie Maria Kuteva, fondò il primo ensemble professionale bulgaro sostenuto dallo Stato, lo State Ensemble for Folk Song and Dance, noto anche come Filip Kutev Ensemble. Grazie al suo ensemble Koutev è stato pioniere di uno stile di arrangiamento di canzoni popolari: ha fuso elementi popolari con forme/armonie classiche occidentali creando una nuova tradizione corale bulgara. Il suo coro è stato uno dei quattro apparsi nell’album Le Mystère des Voix Bulgares vol 2 che nel 1989 vinse un Grammy Award.

    Il Mistero delle voci bulgare (il cui stile è caratterizzato dalla diafonia e dalla dissonanza) ha il potere di connettere chiunque con la madre Terra. Molti ascoltatori ammettono di non saper spiegare cosa provano quando ‘assorbono’ questa musica. Induce all’amore per l’umanità, ad una profonda vicinanza tanto al passato quanto al futuro dell’essere umano. I suoni emessi da queste voci trasmettono emozioni e sensazioni potenti fino a far piangere chi li ascolta per un’inspiegabile reazione naturale. La tecnica vocale (di gola) è unica.
    La musica popolare bulgara, risalente ai tempi degli imperi bizantino e ottomano, ha così tanti intervalli di dissonanza difficilmente presenti in un coro occidentale. Le voci bulgare sono il miglior esempio di come la dissonanza possa suonare meravigliosamente. Forse anche per questo Zappa amava profondamente la musica folk bulgara: lui adorava le dissonanze.
    Frank seguiva da molto vicino il pianista, compositore, etnomusicologo ungherese Béla Bartók, che dedicò molte energie allo studio ‘sul campo’ della musica contadina visitando personalmente luoghi remoti. Le sue vaste collezioni includono oltre 10.000 melodie di varie etnie, tra cui ungheresi, bulgare, rumene, slovacche e serbe.
    Il ‘ritmo bulgaro’ è irregolare con soluzioni composte, alterate, dispari. Ritmi naturali, prodotti dalla musica delle campagne in modo del tutto spontaneo.
    Bartòk ha cercato il vero classico, ciò che non dev’essere sostituito o alterato. Per lui, il vero equilibrio è da cercare nella natura, di cui i canti popolari bulgari intendono cogliere quella sorta di aurea ancestrale, quasi mistica, in perfetta unione con il lavoro e con la vita degli abitanti dei luoghi rurali e delle montagne.

    https://www.youtube.com/watch?v=blUpA-zgG2U