
“Ai miei figli ho detto: ‘In televisione vedete esempi di persone sconvolte dalla droga e basta che osserviate quegli stronzi’. Hanno afferrato il concetto. La cosa migliore che puoi fare per i ragazzi è metterli in condizione di capire le cose. Io uso un metodo di ricompensa del rischio. Uno dei miei figli viene da me e mi dice che vuole fare qualcosa. Se non penso che sia una buona idea, dico di no. Se riescono, con la logica, a convincermi che mi sbaglio, possono farlo.
Considero i ragazzi come persone piccole. Le persone piccole hanno certe risorse e certe responsabilità. Sono nate con una fantasia illimitata. Sono nate senza paure o pregiudizi. D’altra parte, non hanno le abilità pratiche per fare le cose dei grandi. Ma se li tratti come persone, impareranno. Se li consideri come tuoi oggettini preziosi e vuoi modellarli e forgiarli in quello che tu immagini per loro, andrai incontro a problemi.
Non voglio che siano come me o come Gail. Dovrebbero essere come sé stessi. E dovrebbero essere attrezzati il più possibile ad essere sé stessi. Come genitori dobbiamo fare di tutto per attrezzarli ad essere sé stessi, così, quando affronteranno il mondo, potranno mantenere la loro identità e sopravvivere”.
(Playboy, aprile 1993, intervista di David Sheff a Frank Zappa)