
Sei conosciuto come un perfezionista. Qual è il tuo album meglio riuscito?
“Nessuno in particolare perché sono sempre alla ricerca della perfezione che non credo di raggiungere e poi, una volta terminati, gli album non li ascolto più”.
Nonostante le tue svariate escursioni in altri generi, è essenzialmente il pubblico rock che ti segue da vent’anni. Ti senti un condannato?
“No, assolutamente. Considero il rock una valida forma musicale e apprezzo il suo pubblico perché va ai concerti per ascoltare e per divertirsi, mentre quello della lirica e della classica ci va soprattutto per mondanità”.
Da dove nasce quel misto di rabbia ed ironia che non ti ha mai abbandonato nel corso degli anni?
“Probabilmente da Partinico, in Sicilia, che è il mio paese originario”.
Cosa pensi delle manifestazioni benefiche come il Live-Aid?
“Bisognerebbe sapere dove vanno a finire i soldi che vengono raccolti, ma per rispondere a questo interrogativo bisognerebbe scoprire anche da dove vengono quelli che le organizzano”.
Cosa c’è di vero nelle voci circa una tua collaborazione con Philip Glass?
“Non l’ho mai incontrato”.
Cosa disprezzi di più?
“La stupidità e le perdite di tempo. Due cose che spesso si ritrovano nelle interviste”.
(Il Mucchio Selvaggio, settembre 1988)