Versione originale dall’album Absolutely Free (1967)
Road Tapes, Venue #2 (Live Finlandia Hall, Helsinki, 23-24 agosto 1973)
Dall’album The Manchester Mystery (2023)
Foto di copertina di Guido Harari
“La maggior parte delle mie canzoni non sono politiche, sono sociologiche. La gente dice che parlo di questioni politiche, ma l’unico brano che posso considerare lontanamente politico è “Brown Shoes Don’t Make It” perché tratta dei legislatori. Tutti i temi che riguardano le mie canzoni sono sociologici piuttosto che politici. “Brown Shoes” si riferisce a persone emotivamente disturbate, che finiscono per entrare in politica e fare leggi per regolare la condotta di altre persone”.
(Frank Zappa, Melody Maker, 5 gennaio 1974)
Apparso nel secondo album dei Mothers of Invention (Absolutely Free, 1967), il brano Brown shoes don’t make it è un audace atto d’accusa. Zappa si rivolge a quei disgraziati che confezionano leggi e ordinanze inique, forse inconsapevoli del fatto che le restrizioni da loro imposte ai giovani siano il risultato delle loro frustrazioni sessuali. “I vecchi sporcaccioni non dovrebbero guidare il vostro Paese”.
Il titolo della canzone, in realtà, si riferiva ad un’osservazione del presidente degli Stati Uniti Lyndon B. Johnson, che indossava scarpe marroni e un abito grigio (pessimo abbinamento, che fu percepito dal pubblico come indicativo di un presidente incapace di prestare attenzione ai dettagli).
Zappa equiparava il potere politico all’immoralità personale (“Un mondo di segrete brame pervertono gli uomini che fanno le vostre leggi”) puntando il dito sugli insulsi passatempi di cittadini ottusi (“Fai il tuo lavoro e fallo bene…) o su attività banali che contrastano con i desideri e le aspirazioni personali. Evidenzia gli effetti umilianti del lavoro sull’individuo (“Sii un leale robot di plastica per un mondo che se ne frega”).
Le scarpe marroni sono il simbolo del conformismo che non porta alla realizzazione personale. Sono anche un commento sull’ipocrisia e sulla corruzione intrinseche al sistema politico.
Zappa mette in discussione l’idea di classe sociale e di successo sociale, evidenziando la pressione a perseguire certi percorsi di carriera. Invita a non cadere nella trappola del conformismo imposto dalla società e dai mezzi di comunicazione, che limita l’espressione individuale.
Il brano che fa parte dell’album Absolutely Free è una versione live che, successivamente, è stata inclusa in Tinseltown Rebellion (registrata nel 1979 e pubblicata nel 1981).
“Brown Shoes Don’t Make It è una canzone sulle persone che guidano il governo. Queste persone fanno leggi che ti impediscono di vivere il tipo di vita che dovresti condurre. Fabbricano leggi e ordinanze ingiuste, forse ignare del fatto che le restrizioni che impongono ai giovani nella società sono il risultato delle loro frustrazioni sessuali nascoste”.
(Let It Rock, giugno 1975)
“Gran parte delle persone, quando ascolta il brano Brown Shoes Don’t Make It (da Absolutely Free), sente solo le parole. Le persone non si rendono conto che c’è, nel mezzo di quella canzone, un quartetto d’archi di 12 toni completamente accademico e rigoroso in sottofondo. L’altra cosa divertente di quel brano era che suonando “God Bless America”, “Star-Spangled Banner” e un paio di altre canzoni patriottiche alla fine, tutte allo stesso tempo, stavo facendo una battuta musicale su Charles Ives”.
(Keyboard, febbraio 1987)
A proposito di scarpe…
“Quando incontrai Frank la prima volta, aveva un aspetto molto strano: t-shirt stropicciata e pantaloni da smoking tenuti su da bretelle. Era così magro che ce ne potevano stare due nei pantaloni. E scarpe enormi, molto appuntite. Si muoveva come un burattino appeso ai fili. Lavorava tutta la notte, io ero distrutta”.
(Gail Zappa, Classic Rock, luglio 2015)
Frank Zappa sale sul palco. Indossa un cardigan viola del liceo, pantaloni di maglia e scarpe color caramello con punte appuntite e risvoltate… (Cheetah, ottobre 1967)
Frank Zappa fa causa a Playboy ed Esquire per 4 milioni di dollari per aver inserito un’immagine non autorizzata del leader dei Mothers of Invention apparsa in un collage di illustrazioni di tipo psichedelico per una pubblicità di Dexter Funky Shoes pubblicata su entrambe le riviste nel novembre 1970.
La causa intentata presso la Corte Superiore di Los Angeles affermava che l’implicazione fuorviante che Zappa stesse approvando le scarpe aveva danneggiato irreparabilmente la sua reputazione e il diritto alla privacy.
(Billboard, 4 settembre 1971)
“Gli scienziati chiamano questa malattia ‘bromidrosi’, ma noi gente normale che possiamo indossare scarpe da tennis o, di tanto in tanto, gli stivali di pitone conosciamo questo mirabile piccolo inconveniente col nome di ‘piede puzzolente’ (Frank Zappa, da Stink-foot, “Apostrophe”).