Live 12-9-73 – Show 1, The Roxy Performances
Version from Apostrophe album
Live 1973 with Jean-Luc Ponty
Live 1984 from Does humour belong in music?
Live 1974 from A token of my extreme
Cosmik Debris punta il dito su guru, profeti e ciarlatani, tutti coloro che commercializzano e vendono ‘saggezza cosmica’ come The Mistery Man.
I trucchi dell’Uomo Misterioso per ingannare il prossimo sono simili a quelli della Magic Mama in “Camarillo Brillo”: lui ha una ciotola di cristallo e “la polvere del Grand Wazoo”, mentre lei ha un amuleto e “governa” the Toads of the Short Forest”. Le due canzoni sono legate anche dalla presenza in entrambe della frase “Now is that a real poncho or is that a Sears poncho?”
Cosmik Debris è un brano blues-rock pubblicato al lato B dei singoli di Apostrophe, “Don’t Eat the Yellow Snow” e “Uncle Remus” (1974). La canzone fu eseguita dal vivo numerose volte, a partire dal 1972 fino all’ultimo tour di Zappa nel 1988. Le versioni dal vivo sono disponibili su You Can’t Do That on Stage Anymore, Vol. 3 (1984), The Best Band You Never Heard in Your Life e l’home video Does Humor Belong in Music?, ma sono tutti di minore interesse poiché “Cosmik Debris” è una delle poche canzoni che Zappa ha sempre eseguito allo stesso modo, a parte aggiornamenti occasionali dei testi.
Il titolo Cosmik Debris rappresenta gli aspetti vuoti e superficiali della nostra vita, simboleggia i detriti che si accumulano quando ci concentriamo più sulle apparenze esterne piuttosto che sulla crescita interiore.
Frank Zappa dedica Cosmik Debris ai sedicenti guru spirituali ed alle loro pratiche ingannevoli. Attraverso un testo arguto e un abile gioco di parole, Zappa critica coloro che affermano di possedere capacità soprannaturali e promettono l’illuminazione in cambio di denaro.
La canzone introduce l’Uomo del Mistero, che si avvicina al narratore e si offre di aiutarlo a raggiungere il nirvana dietro compenso. Il narratore mette in dubbio la legittimità delle affermazioni dell’Uomo del Mistero e lo respinge invitandolo a non perdere tempo. L’Uomo del Mistero insiste proponendogli un kit da barba che pare abbia poteri straordinari. Il narratore non si lascia impressionare e rifiuta ancora una volta la sua offerta. La menzione dell’olio di Afro-dytee e della polvere del Grand Wazoo sottolinea l’assurdità delle affermazioni dell’Uomo del Mistero. Si tratta di ingredienti inventati, senza alcun significato o potere. Il narratore respinge ogni tentativo dell’Uomo del Mistero di persuaderlo: ha i suoi problemi da affrontare e non ha bisogno di assistenza. L’accenno al fatto di essere “per strada da martedì” aggiunge un tocco di umorismo e sottolinea ulteriormente il rifiuto del narratore di lasciarsi influenzare.
La canzone critica la commercializzazione e lo sfruttamento della spiritualità e dell’illuminazione, ridicolizza le sedicenti guide spirituali che promettono il Nirvana o esperienze trascendenti dietro compenso.
“Guarda qui, fratello, chi scherza con quei detriti cosmici?” taglia corto il narratore rivolgendosi all’Uomo del Mistero. “Non perdere tempo con me” conclude il narratore dimostrando l’intenzione dell’Uomo del Mistero di manipolare e ingannare il prossimo.
LA SINDROME DEL GURU
Su “Apostrophe” fai alcune osservazioni sui fachiri religiosi e tutto il resto…. La sindrome del guru… Mi chiedo se ti riferisci ai veri imbroglioni commerciali o sei piuttosto antireligioso…
“Non sono a favore della religione organizzata per le persone che desiderano progredire. Penso che la religione organizzata sia un aiuto confortante molto simile alla televisione per le persone che vogliono isolarsi. Penso sia un tragico spreco se molte persone nella tua fascia d’età iniziassero a seguire un guru nel tentativo di ottenere una sorta di stabilità spirituale o pensare di contrastare vicende spiacevoli perché in realtà non è la risposta. Penso che tutta quella roba sia solo una sciocchezza!
Detriti cosmici…
Già…
(The Hot Flash, maggio 1974)
“Ero interessato allo Zen da molto tempo. E’ ciò che fortunatamente mi ha allontanato dall’essere cattolico. Ma è mia osservazione che le religioni orientali sono meravigliose se vivi ovunque tranne che negli Stati Uniti. Il meglio che possono fare per te qui è darti una certa sensazione di calma, se riesci a praticare la meditazione e l’astinenza da solo, lontano da tutto ciò che sta accadendo. Il vero obiettivo della religione orientale, con l’esperienza mistica e tutto il resto, quegli obiettivi sono difficili se non impossibili da raggiungere in una società industriale. Penso che la maggior parte delle persone che affermano di aver fatto satori da qualche parte negli Stati Uniti oggi ti prenda in giro. Le persone tendono a identificarlo con una sorta di intelletto onnisciente. Cosa che non accade”.
(East Village Other, 1-15 febbraio 1967)