
Sguardo spigoloso e dai gesti pacati, Zappa è una figura sbalorditiva perché sembra appartenere ad un’altra epoca. Contrariamente a quanto pensano di lui molti dei suoi estimatori, il leader delle Mothers of Invention non è uno “scherzo”.
Frank Zappa non è un tipo allegro, è l’esatto contrario di un clown. Come tutti i veri comici, è straordinariamente grave e serio, perennemente sulla riserva, la migliore posizione possibile per osservare il mondo senza indulgenza e smontarlo crudelmente, lucidamente. C’è in lui un’infinita dose di pudore, forse di timidezza, che gli permette di sostenere senza battere ciglio, con pazienza, tutti gli obblighi insiti nella condizione di una pop star. Il paradosso è che Frank è l’esatto contrario di una pop star.
Puoi passare quattro ore in sua compagnia, sotto lo sguardo acuto dei suoi occhi scuri, senza avere l’opportunità di sorridere una volta o dare per scontato di conoscerlo un po’ meglio di quattro ore prima.
Zappa sembra straordinariamente equilibrato e organizzato, rappresentante di una razza rarissima, quella dei creatori a sangue freddo. Capace di concepire (in assoluta calma interiore, senza modificare la lucidità sarcastica del suo sguardo) nozioni come indignazione, sentimentalismo, avidità o egocentrismo, è dotato anche della facoltà di esprimersi attraverso le persone interposte. Ogni suo disco ed ogni suo concerto lo dimostrano: non partecipa mai fisicamente al “romanticismo” dei suoi compagni. Rigido e imperturbabile, dirige questi corpi e queste voci che parlano e si muovono per lui, attraverso di lui; per un curioso fenomeno di duplicazione, Zappa è in grado di vedersi e di sentirsi fare e dire ciò che non vuole né fare né dire.
E’ un vero professionista della musica, che vuole dirigere e monitorare da una posizione di ritiro, la stessa da cui prima osservava il mondo per creare la sua arte. È una risorsa fantastica nel modo di suonare di Zappa, questa possibilità di distacco totale. Come un giocatore di scacchi, Zappa spinge i suoi pedoni con la faccia seria.
La sua efficienza è tanto più formidabile perché va solo all’essenziale, la sua filosofia dell’arte e della vita è già ben al di là di domande e prove ed errori. Rispetto alle stronzate e alla confusione che lo circondano, la serena intelligenza di Zappa è un prodigio nel mondo infantile dello spettacolo. Zappa potrebbe non aver trovato LA verità, ma ha trovato la SUA verità. Con questa certezza sente l’esigenza del rigore verso se stesso e verso gli altri.
Non è una novità, Zappa è sempre stato, naturalmente e per esigenze della sua arte, quello che si dice un capo. Niente di ciò che fa prevede la minima disattenzione. Zappa è un uomo rigoroso e difficile, pugno di ferro e direzione musicale severa. Il caso raramente interviene nella sua musica: esige molto dai suoi musicisti perché quello che scrive non risente dell’approssimazione.
(Rock & Folk, febbraio 1971)