G-spot Tornado
“Con il Synclavier puoi mescolare percussioni orchestrali con rumori industriali come trapani, martelli, seghe, serbatoi sottovuoto e cose del genere, tutto nella stessa patch. Puoi combinarli e farci cose meravigliose. Nell’album Jazz from Hell si può sentire un rumore che è un campione chiamato TANK.REL. È il rilascio di un serbatoio sottovuoto in un’officina di falegnameria. Nell’album sono state usate altre cose come le pistole sparachiodi. Questo campione fa parte della nostra configurazione di percussioni industriali.
Il mio desiderio principale nell’utilizzare i sintetizzatori è quello di fornire trame di tipo orchestrale, o effetti orchestrali che trasmettono un messaggio musicale nel mezzo di un contesto rock and roll. Una delle cose musicali più sfuggenti che puoi provare a ottenere nel mondo reale è un equilibrio acustico tra una band rock and roll che fa esplodere il cervello e qualsiasi cosa che assomigli ad un’orchestra sinfonica. Semplicemente non accadrà, può succedere solo per magia. I sintetizzatori aiutano a creare quella magia.
Con la registrazione multitraccia puoi effettivamente registrare strumenti sinfonici in una data e la chitarra con tono fuzz in un’altra data. Utilizzando questi strumenti, sto solo cercando di portare al pubblico una replica di ciò che sento nella mia testa. Con l’avanzare della tecnologia, è sempre più facile farlo”.
“Una delle cose più intriganti del Synclavier è ciò che ti consente di fare con il ritmo. È sempre stata una delle cose che preferisco indagare. È possibile ottenere esecuzioni accurate delle più ridicole combinazioni ritmiche. Puoi chiedere ad un musicista di fare cose difficili ma le possibilità di farle eseguire accuratamente sono molto basse”. (Keyboard, febbraio 1987)
“Il Synclavier mi dà una grande flessibilità nel mio lavoro poiché posso applicare, in una frazione di secondo, vari timbri a una composizione. Cos’è la musica se non un po’ di spazio-tempo decorato, illuminato?”.
“L’idea generale parte spesso da varie teorie musicali. Mi chiedo allora cosa succederebbe se facessi questa o quella manipolazione, quali sono i limiti fisici di ciò che un ascoltatore può comprendere in termini di ritmi, di “dati universali”, pur percependo il tutto come una composizione musicale”. (Guitare & Claviers n. 73, aprile 1987)
“Zappa aveva imparato che la conoscenza degli aspetti matematici della musica non è niente di astrattamente neo-pitagorico, ma una sorta di fucina da cui si possono ottenere risultati profondi a patto di essere aggiornati sulle tecnologie esistenti e di avere la possibilità di sperimentare. Fu tra i primi ad utilizzare le tecnologie musicali elettroniche. Riguardo al Synclavier, la ditta che lo produceva accusò il musicista di sottoporre la ‘creatura’ a stress perché Frank pretendeva di usarlo in maniera impropria forzandone i circuiti per ottenere più di quanto il Synclavier potesse dare, pur essendo a tutt’oggi lo strumento digitale più complesso, almeno tra quelli che si producono in serie. Per usare un paradosso, ci si potrebbe chiedere quanto Zappa abbia influito sulle tecnologie, non viceversa. Come Ellington o Stockhausen, Zappa creava musica in base alle sonorità che aveva a disposizione, umane o tecnologiche che fossero. La ragione per cui molti suoi lavori recenti sono rimasti incompiuti sta nel fatto che lui ‘fabbricava’ i suoi suoni e così, ogni volta che riprendeva dalla memoria del Synclavier le composizioni in gestazione, non riusciva a portarle avanti perché il suo istinto gli suggeriva di modificarne radicalmente i timbri e ciò gli portava via moltissimo tempo”.
(Gianfranco Salvatore, musicologo, biografo di Frank Zappa – Mangiare Musica giugno 1994)
Zappa fu il primo ad adottare i ritmi irrazionali, a formulare concetti come quello di ‘armonia percussiva’ o di ‘dissonanza ritmica’ (sue personali teorizzazioni), a perseguire soluzioni ritmiche realizzabili solo attraverso sofisticatissime apparecchiature digitali come il Synclavier.
(dal libro Frank Zappa Domani di Gianfranco Salvatore)
“I musicisti, in genere, sono incredibilmente pigri. La disciplina che devi mantenere per farli arrivare in tempo, per spostarsi da una città all’altra… è un po’ come guidare un esercito. Lavorare con musicisti dal vivo tende a togliere parte del divertimento dalla vita, non me ne frega niente… Le cose che posso fare con il synclavier sono sbalorditive. Ti dà davvero la possibilità di eliminare gli esseri umani come interpreti musicali”.
(The Portable Curmudgeon Redux, 1992)
“Quando compongo, la mia idea principale spesso parte da varie teorie musicali e mi chiedo cosa succede se faccio questo o quello, quali sono i limiti fisici di ciò che un ascoltatore può comprendere in termini di ritmo. Quanto è grande l’”universo dei dati” che le persone possono assorbire e percepire ancora come una composizione musicale? Questa è la direzione in cui sto andando con il Synclavier”. (Sound On Sound, febbraio 1987)