
Civilization Phaze III fu originariamente concepito come uno spettacolo teatrale che doveva essere adattato e prodotto da Matt Groening e il coreografo Jamey Hampton (della compagnia di ballo ISO).
Zappa lo descrisse nelle note di copertina dell’album come “un’opera pantomima, con attività fisica coreografata (manifestata come danza o altre forme di comunicazione sociofisica inspiegabile)”: ciò conferma la sua attrazione per l’idea di un massimalista Gesamtkunstwerk che trascenderebbe i tradizionali confini del genere rivelandosi un’alleanza di musica, poesia, arti visive e danza.
Ciò che Zappa chiama la sua “personale collezione di sogni sbriciolati” nel capitolo conclusivo di The Real Frank Zappa Book è una serie di progetti extramusicali che cercò di sviluppare nei primi anni ’80 e che spaziano da un programma per adulti a tarda notte chiamato “Night School” ad una rete via cavo che trasmette film in 3–D e ad una proposta di sostituire il tradizionale merchandising discografico con un sistema che consentisse ai consumatori di musica di accedere ai file digitali tramite telefono o TV via cavo.
(dal libro “Frank Zappa, Captain Beefheart and the Secret History of Maximalism” di Michel Delville e Andrew Norris, 2005, Salt Publishing)