“I Want To Hold Your Hand” (Live al Rainbow Theatre, 10 dicembre 1971), la canzone che precede l’aggressione. Quel rumore sordo verso la fine è sempre così inquietante da sentire. Frank si stava esibendo in una cover dei Beatles.
Il 10 dicembre 1971, al Rainbow di Londra, qualcuno tra il pubblico, il 24enne Trevor Howell (geloso della sua ragazza) emerse dalla folla e corse sul palco spingendo Frank nella fossa dell’orchestra (una caduta di 12 piedi sotto il palco). Era stato un tour sfortunato fin dall’inizio, quando i Mothers erano dovuti fuggire dal Casinò di Montreux in fiamme perdendo gran parte delle attrezzature. E’ stato un vero e proprio attentato alla sua vita al Rainbow: Frank ha perso i sensi, si è rotto una gamba, aveva una costola rotta, uno stinco e una tibia rotta, un buco enorme nella parte posteriore della testa. Il lato della sua faccia era schiacciato e, per le prime tre settimane, in ospedale non riusciva a muovere le mani. Non sapeva se aveva danni cerebrali o cosa. Non riusciva nemmeno a reggere una chitarra e questo limite gli pesava enormemente.
Dopo la pessima vicenda al Rainbow, Frank passò un mese alla London Clinic con la gamba ingessata su una sedia a rotelle. Per diversi mesi ha dovuto sottoporsi a cure mediche. Passò molto tempo a zoppicare reggendosi sulle stampelle prima che sostituissero il gesso con un tutore per la gamba. Durante la convalescenza ha scritto circa 3 ore di musica. Ha realizzato “Waka/Jawaka”, una sceneggiatura per un film (“Billy the Mountain”), ha organizzato la nuova band ed ha imparato a dirigere correttamente. Non avrebbe mai potuto restare inattivo.
In quel periodo, Frank è rimasto molto deluso dal comportamento dei Mothers: un tempo pensava fossero suoi amici… (Rock Magazine, 20 novembre 1972)
“La band pensava fossi morto. La mia testa era sopra la mia spalla e il mio collo era piegato come se fosse rotto. Avevo un buco nella parte posteriore della testa, una gamba fratturata e un braccio paralizzato. Mi sono ritrovato su una sedia a rotelle. Scrivevo musica anche quando ero in ospedale”. (L.A. Records, Fall 2015)
Zappa è volato giù dal palco a seguito dell’attacco ed è atterrato sulla fossa dell’orchestra dal pavimento di cemento. Nel frattempo, un Howell in fuga è stato catturato da un gruppo di fan di Zappa nel backstage ed è stato trattenuto lì fino all’arrivo della polizia. Mentre Zappa giaceva privo di sensi, le voci sulla sua morte si diffusero a macchia d’olio: “Una scena caotica è seguita fuori dal The Rainbow dove il pubblico del secondo concerto è stato raggiunto per strada dal pubblico del primo spettacolo. Voci selvagge secondo cui Frank era stato ucciso si diffusero tra la folla enorme e per almeno un’ora nessuno seppe cosa stesse succedendo”, ha ricordato un testimone dell’epoca.
“Mi sono infortunato al collo quando ho avuto quell’incidente a Londra qualche anno fa ed è successo qualcosa alla mia voce. Non l’ha resa migliore ma ora non mi infastidisce così tanto cantare. Ero sempre imbarazzato per i miei piccoli gracidii pietosi nella cabina di registrazione, ma ho pensato che per ottenere le giuste inflessioni sul testo dovessi cantare io stesso oppure dimostrare per ore e ore a qualcun altro come esprimere le parole”. (Circular, 10 dicembre 1973)
La caduta di 12 piedi ha schiacciato la laringe di Zappa alterando la sua estensione vocale, rendendo la sua voce bassa e roca.
10 dicembre 1971 (6 giorni dopo l’incendio di Montreux)
Il 10 dicembre – dopo tre concerti cancellati – i Mothers tornarono in azione al Rainbow Theatre di Londra. Ma i presentimenti di Zappa non erano fuorvianti. Mentre lo spettacolo giungeva alla sua conclusione, uno dei membri del pubblico saltò sul palco e spinse Zappa per 12 piedi nella buca dell’orchestra, facendogli perdere i sensi e provocandogli ferite tra cui una gamba e una caviglia rotte, una laringe schiacciata, un cranio fratturato e danni alla colonna vertebrale. Sarebbe stato su una sedia a rotelle per i successivi nove mesi, ma le conseguenze dell’attacco sarebbero rimaste con lui molto più a lungo.
Volman è convinto che “Quel tour europeo ha riportato Frank molto indietro dal punto di vista emotivo. Lo ha segnato molto spiritualmente. All’improvviso ha guardato cosa stavamo facendo sul palco – cose come ‘The Fat Floating Sofa’ (Dio ha fatto il film porno con la suora e i cani…): c’era del materiale abbastanza ridicolo e moralmente basso. Spiritualmente, era il punto più basso in cui fosse mai sprofondato. Il Rainbow l’ha spinto a rivalutare ciò che stava facendo, a pensare che potesse esserci stata una sorta di vendetta karmica in corso, uno schiaffo in faccia: uno dopo l’altro, questi due concerti lo hanno spazzato via per quasi un anno”. (Goldmine, 29 novembre 2002)