Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Frank Zappa e l’Alchimia

Frank Zappa – But Who Was Fulcanelli?

Lo scrittore underground inglese Barry Miles scrive del modo di lavorare di Zappa (Hot Raz Times, n. 3):
“I nastri sono la ‘mensa’ di Zappa, il suo vocabolario musicale, il suo archivio, i suoi quaderni di schizzi e una costante fonte di nuovo materiale mentre li taglia e li riorganizza in un nuovo ordine creando così nuove connessioni musicali e sfumature di ritmo e contenuto. È un artista di collage che lavora con il tempo manipolando le dinamiche come un artista visivo cambierebbe colore e consistenza. Zappa sposta le tensioni, il contenuto e la carica dell’immagine accelerandoli, collegandoli e lasciandoli scomparire.
Frank Zappa è come gli alchimisti: ognuno di loro ha ripetuto un processo per mesi, a volte anni, fino a quando i materiali con cui stavano lavorando sono diventati mutevoli e hanno sviluppato nuove proprietà, trasformandosi infine nella pietra filosofale”.
(Jazz, novembre/dicembre 1974, rivista svizzera)

Frank Zappa è come gli alchimisti; ripetevano lo stesso esperimento mese dopo mese, a volte per molti anni, finché i materiali con cui stavano lavorando diventavano così instabili da sviluppare nuove proprietà e, un giorno, gelificarsi nella Pietra Filosofale.
Frank sta lavorando con una serie di temi, con quelli vecchi e sani che usa sempre ci sta ancora lavorando, avvicinandosi di soppiatto da nuove angolazioni, sorprendendoli con strane orchestrazioni, facendoli a pezzi – il rasoio pazzo – l’uomo sul blocco di montaggio, cullandoli in una falsa sicurezza con le produzioni rock della metà degli anni Cinquanta, corrodendoli con gli acidi più forti – lasciandoli alle loro nude ossa sbiancate.
La sua musica abbraccia un ampio fuso orario e molte forme musicali, passando dal rock degli anni Cinquanta a “Mingus Presents Mingus”, “Fantasia” di William Walton, la musica di Coltrane, Ayler e Russell, le composizioni di Stravinsky e Varèse – tutto questo è fuso in una forma musicale quasi plastica che utilizza la tecnica dell’esposizione come suo veicolo. (International Times, 9-22 maggio 1969)

“Una volta gli ho chiesto durante il tour cosa sognava quando dormiva. Disse “Vivo nel mio sogno”. Sentivo che Frank stava vivendo e creando a livelli simultanei di ‘realtà’… L’alchimia era una cosa molto reale per lui; non era una specie di concetto astratto… era sempre spinto a rendere concreto ciò che era intrinsecamente astratto… Era molto bravo a valutare le persone, incredibilmente bravo con la psicologia, mi ha semplicemente fissato con questo sguardo incrollabile — quello sguardo… una specie di spirale… era la prima volta che incrociavo l’occhio di un mago. Era decisamente in grado di manipolare i livelli della realtà. Era davvero bravo in questo… Era davvero mistico…”.
(Nigey Lennon intervistata da Bob Dobbs nel 1995)

“Una delle mie specialità è prendere una cosa già esistente e modificarla al punto tale da usarla per uno scopo diverso da quello pensato da chi l’ha fabbricata”.
(Frank Zappa Interview by Bob Marshall, 22 ottobre 1988)

“Le parole sono interessanti” ha detto Zappa. “Sono come prodotti chimici. Li metti insieme con una certa composizione ad una certa temperatura e produrranno un certo composto. Variale anche leggermente e potresti ottenere un composto completamente diverso”.
(The Dallas Times Herald, 19 ottobre 1975)

David Ocker, copista e collaboratore di Frank Zappa, si stupì nel sentirgli pronunciare il nome dell’alchimista Fulcanelli alla domanda su quale personaggio storico avrebbe voluto incontrare (intervista online pubblicata sul newsgroup alt.fran.frank-zappa nel 1994). “But who was Fulcanelli?” è un brano completamente strumentale con un complesso ed imprevedibile assolo di chitarra nel tipico stile zappiano. Fulcanelli era lo pseudonimo di un famoso e misterioso alchimista, mai identificato con certezza, autore di importanti testi di riferimento per l’ermetismo che trattano del simbolismo presente nelle antiche costruzioni gotiche.

“Una delle cose di cui ho parlato con il sindaco di Madrid è stata la creazione all’interno dell’Istituto di un centro per lo studio dell’alchimia e delle conoscenze esoteriche. In Russia ho conosciuto Tatiana, una donna di sessant’anni che ha scoperto processi antichi per trattare pietre e metalli. Dice che le pietre sono vive, che bisogna toccarle per sapere di cosa hanno bisogno. Da ciò prepara un liquido che un suo assistente sparge in modo speciale sulla superficie. L’oggetto trattato non si deteriora (l’ha dimostrato nella tomba del milite ignoto, a Mosca), l’acqua non aderisce, le pietre non si sporcano. Ha curato anche una statua di bronzo: si conserva così come è uscita dallo studio dello scultore, senza acquisire quel tipico colore verde. Tatiana non rivela le sue formule, dice che il suo segreto morirà con lei, ma era disposta ad andare a Madrid e fare una dimostrazione su qualsiasi monumento”. (Frank Zappa, El Europeo, maggio 1990 – rivista spagnola).

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