The Return of the Son of Monster Magnet (Freak Out, 1966)
Jazz From Hell (brano dell’omonimo album, 1986)
N-Lite (Civilization Phase III, 1991)
Anche nella musica elettronica, Frank Zappa è stato in grado di indicare nuove strade da percorrere.
In fondo, ha sempre inserito nei suoi lavori ‘momenti’ di elettronica. E’ sufficiente citare The Return Of The Son Of The Monster Magnet (dall’album Freak Out), brano di musica concreta che l’autore avrebbe voluto completare con ulteriori sovraincisioni ma che è rimasto incompiuto.
L’elettronica era già presente nel suo concerto del 19 maggio 1963: le composizioni di Zappa (Opus 5 for Piano) sono state suonate dalla Pomona Valley Symphony Orchestra. Queste opere aleatorie richiedevano un po’ di improvvisazione, un pezzo per orchestra e musica elettronica registrata con immagini di accompagnamento.
https://www.youtube.com/watch?v=TzBpJBv3T34
In particolare, nell’album We’re Only In It For The Money, ci sono brani di musica elettronica come Nasal Retentive Calliope Music e The Crome Plated Megaphone Of Destiny.
https://www.youtube.com/watch?v=GCYKXknGlLU
Ma ce ne sono anche altrove con nastri accelerati e altri trucchi noti post-darmstadtiani. Tuttavia, Zappa si è dedicato sistematicamente all’elettronica solo quando ha iniziato ad usare il Synclavier, nuovo strumento di computer music con cui ha dato vita a brani umanamente ineseguibili sfogando le proprie pulsioni naturali ritmico-timbriche. Non rinuncia al sistema temperato, ma lo porta alle estreme conseguenze.
Zappa inizia a sperimentare il Synclavier in Zappa Meets The Mothers Of Prevention (1985) con brani che hanno un carattere “pop” ma con poliritmi potenziati, oltre ogni possibilità umana, accelerazioni frenetiche e percussioni sintetiche incalzanti. Nel brano Porn Wars, Zappa elabora con il sintetizzatore voci tratte dalla sua audizione alla Commissione del Congresso sulla questione dei suoi testi “pornografici” allineandosi al filone della cosiddetta musica concreta e concludendo con un grintoso assolo rock di chitarra elettrica. Ancora più interessanti sono due brani al Synclavier di Jazz From Hell (1986): While You Were Art II e il brano (post-jazz elettronico) che dà il titolo all’album.
Il progetto più impegnativo di Zappa al Synclavier resta, però, Civilization Phase III (1991): nel secondo disco, i brani di questo album ricordano Toru Takemitsu, che Zappa ha esplicitamente dichiarato di ammirare, a cui aggiunge la poliritmia e la percussività, immancabili nelle corde zappiane. In questo album, spiccano Navanax, Buffalo Voice e il pezzo forte N-Lite. Di Buffalo Voice esiste una versione più lunga pubblicata nell’album postumo Feeding The Monkies At Ma Maison, totalmente realizzato al Synclavier e dedicato ai maestri Elliott Carter e Pierre Boulez. Un brano “sospeso”, etereo, ipnotico, dai timbri cristallini e dalle accelerazioni poliritmiche discrete alternate a momenti di stasi. Qui l’influenza di Takemitsu diventa più marcata e l’effetto è ‘psichedelico’. N-Lite non è un semplice brano: è un poema sinfonico o un balletto: la seconda parte è carica di una tale quantità di timbri che – come dice qualcuno – nella storia della musica non esiste nulla di simile. E’ un enorme calderone di suoni ed effetti: potrebbe apparire come aleatorio e caotico ma Zappa non lascia nulla al caso. N-Lite fa parte delle opere più importanti dello Zappa “serio” e si pone come capofila della computer music contemporanea.
Un altro brano da non perdere, sempre al Synclavier, è Grand Wazoo (da non confondere con il disco omonimo). E’ stato pubblicato nell’album postumo Lost Episodes: raffinato, ricercato nelle nuance timbriche, rivela un gusto sofisticato di Zappa che non tutti conoscono.
La musica ‘seria’ di Zappa include monologhi e dialoghi che rappresentano veri e propri recitativi moderni nell’ambito della ‘musica concreta’, basata su suoni e rumori naturali. Nei lavori di John Cage il ‘parlato’ faceva parte del suo apparato musicale tanto quanto il silenzio. Da questo punto di vista, Zappa non ha inventato nulla, l’ha solo sviluppato e personalizzato con nuove implicazioni.
Esiste una versione al Synclavier della colonna sonora del documentario Outrage At Valdez, brano eseguito in versione molto più breve dall’Ensemble Modern in The Yellow Shark.
https://www.youtube.com/watch?v=I8_wz-UmMec
Pensiero di Zappa su Edgar Varèse
“È un grande errore associare Edgar Varèse ai compositori elettronici perché non c’è un compositore elettronico in giro oggi che possa baciargli le scarpe. Riuscì ad ottenere nuovi suoni da strumenti normali. Sognava suoni che erano disegni e forme e che nessuno aveva mai sognato prima; suoni che potrebbero essere facilmente eseguiti oggi con apparecchiature elettroniche. Ha trovato un modo per ottenere quei suoni con un’orchestra e questo è fare qualcosa di significativo”.
(Frank Zappa, The Valley News, 30 dicembre 1977)