Nine Types Of Industrial Pollution (1972, chitarra acustica)
Black Napkins – Zoot Allures (Live 1979, Baby Snake)
After Dinner Smoker (Live al Palasport di Genova, 1988)
Dopo il 1974 la musica di Frank Zappa si fa più dura, aggressiva, elettrica. La band abbandona i fiati, il jazz e il funk di Overnite Sensation per ridursi ad un organico molto ristretto di chitarra, basso, batteria e tastiera. Un disco ‘minore’ di questo periodo è Zoot Allures insieme a tanti live dal vivo in bootleg o album postumi.
Siamo nel 1975-1976. Con Zoot Allures Zappa sperimenta un nuovo modo di approcciarsi all’assolo di chitarra, più articolato e “compositivo”; i tuplet cominciano a farsi frequenti anche nell’improvvisazione fino a sfociare nel triplo album Shut Up And Play Your Guitar, che raccoglie assoli dal ‘76 al ‘79.
Negli anni 1967-68, la chitarra di Zappa non è distorta, ha spesso un andamento da saltarello-tarantella enfatizzato dall’ossessivo drumming di Jimmy Carl Black, con la sua iterazione ipnotica, probabilmente voluta. Fa eccezione Nine Types of Industrial Pollution (dell’album Uncle Meat) che resta un unicum creativo nella storia della chitarra rock.
Negli anni 1970-1972, il solismo zappiano si fa più swing e più elaborato, pur mantenendo sempre le tracce da tarantella.
Nel 1973-1974 la chitarra di Zappa diventa sempre più blues calando di tono. Ha bisogno di concentrarsi sulla chitarra, così licenzia gran parte dei collaboratori (anche per ragioni di carattere economico). I brani della svolta sono Zoot Allures, Black Napkins e The Torture Never Stops, che dal vivo vengono eseguiti in mille versioni, sempre più evolute. Le influenze si ampliano, la musica diviene più marcatamente modale, si fanno strada le scale a toni interi. La sua musica è ispirata all’etnico, al greco-cretese, soprattutto ai raga di Ravi Shankar. Un’evoluzione dimostrata in Shut up.
Ad un certo punto, lo stile chitarristico di Zappa riceve un impulso dall’attento ascolto di Phil Miller in certe performance, soprattutto dal vivo, degli Hatfield and the North (1974). Il capitolo mai aperto, soprattutto per carenze culturali del giornalismo musicale, è quello del rapporto tra Zappa e il prog inglese, secondo le dichiarazioni di amore dello stesso Zappa nei confronti dei Gentle Giant e di Allan Holdsworth.
Nel 1976 il timbro è poco (o non affatto) distorto, mentre si fa più hard nel 1977. In Sheik Yerbouti (1977), Zappa flirtava anche con il punk, si nota un nuovo passo in avanti nel modo di concepire l’assolo; lo stesso avviene in Tinsel Town Rebellion (1980). Rispetto al 1976, perde un po’ in swing ma ci guadagna in complessità armonica e ritmica grazie alla diffusione dei tuplet.
Nel solismo di Joe’s Garage, il timbro continua a non essere distorto; l’andamento è sinuoso, ipnotico, circonvoluto, arioso.
Dopo il 1979 e almeno fino al 1982 (col passaggio dal batterista Vinnie Colaiuta a Chad Wackerman), la chitarra di Zappa si fa ancora più dura, sempre più ricca di contorsioni, per poi ammorbidirsi un po’ nel 1984 (lo dimostrano il doppio album Guitar e i vari volumi di YCDTOSA, oltre che in Them or Us). Pensiamo, in particolare, ai vari assoli tratti da Inca Roads e all’assolo che accompagnerà Black Page.
Un disco importante del 1982 è Ship Arriving Too Late To Save A Drowning Witch, con svariati assoli, in cui Zappa non perde il gusto per la composizione rock-complessa e poliritmica.
Nel solismo zappiano si notano talvolta momenti “antiestetici” (di cui il compositore è perfettamente consapevole). Probabilmente, si tratta di una specie di cageana “estetica del brutto”. Se ne deduce che l’influenza di John Cage su Zappa sia superiore a quanto di solito non si pensi.
Nella tournée del 1988 (e nel disco Trance Fusion) il solismo di Zappa si evolve ancora con brani più hard alternati a brani più “acustici” ma i tuplet si moltiplicano.
Prima di morire, Zappa ci ha riservato un’altra sorpresa. Nei suoi sporadici concerti nell’Est Europa del 1991, il sound della chitarra si distende e si rilassa, il timbro (pur distorto) si affievolisce. Risuonano più evidenti gli echi di Jerry Garcia. Lo stile di Zappa recupera un certo “swing”, che già si notava nel 1988.
Qualche considerazione sulle canzoni prettamente rock di Zappa:
– Rappresentano un’occasione per sviluppare i suoi testi provocatori legati al free speech e al primo emendamento;
– Servono ad allentare la tensione dovuta a brani più complessi per far tirare un sospiro di sollievo ad un pubblico meno sofisticato;
– Pur essendo più complesse di quelle presenti sul mercato, sono relativamente commerciali. Servono a Zappa per fare un po’ di soldi da reinvestire in imprese più impegnative, auto-finanziate come quelle orchestrali;
– Sono una buona occasione per lanciarsi in assoli;
– Talvolta, erano piccole ‘opere’ che a Zappa, effettivamente, piacevano (pensiamo al trittico I’m A Beautiful Guy / Beauty Knows No Pain / Charlie’s Enormous Mouth da You are what you is).