Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Frank Zappa – Inca Roads significato del testo

Frank Zappa & Mothers of Invention – Inca Roads, Berkeley Community Theatre, CA, 16 febbraio 1974

Frank Zappa – guitar, vocals
Jeff Simmons – rhythm guitar, vocals
George Duke – keyboards, vocals
Napoleon Murphy Brock – tenor sax, flute, vocals
Bruce Fowler – trombone
Ruth Underwood – percussion
Tom Fowler – bass
Ralph Humphrey – drums
Chester Thompson – drums

Inca Roads di Frank Zappa è una canzone surreale e piena di giochi di parole.
Racconta di un veicolo di origine aliena atterrato sulla Cordigliera delle Ande.
Conduce l’ascoltatore in un viaggio nel mondo mistico ed enigmatico dell’antica civiltà Inca. Attraverso un testo che fa riflettere e un arrangiamento musicale complesso, questa canzone ci invita a esplorare le possibilità di incontri extraterrestri, i misteri delle montagne andine.
I versi iniziali gettano immediatamente le basi per un’esperienza ultraterrena. La menzione di un veicolo proveniente “da qualche parte là fuori” ci spinge a considerare la possibilità di una visita aliena in un luogo remoto come le Ande. Da dove proviene questo strano velivolo? Ha un motore o qualcosa di diverso?
La domanda sulla forma e sul sistema di propulsione del veicolo suggerisce che esso sfida la comprensione convenzionale, aggiungendo un’aria di intrigo alla narrazione.
La canzone ha un’atmosfera comica e fuori dagli schemi, con il testo intervallato da dialoghi.
Si allude all’impero Inca che costruì strade e strutture complesse sulle Ande e si parla di una figura misteriosa chiamata “regina del guacamole”. In definitiva, la canzone si chiede come sia possibile che uno strano velivolo sia arrivato da qualche parte là fuori e quale sia il suo scopo.
Il riferimento allo stivale del pitone aggiunge un tocco di surrealismo e di umorismo inaspettato, rafforzando il fascino complessivo della canzone. La descrizione delle targhe sparse in giro e della scarpa del narratore evidenzia le conseguenze caotiche di questo strano evento. Suggerisce che qualsiasi cosa sia arrivata sulle Ande ha avuto un impatto significativo, lasciando dietro di sé tracce sia fisiche che metaforiche. L’interiezione di “Madre Maria e Jozuf!” trasmette un misto di sorpresa, stupore e preoccupazione.

Inca Roads esplora principalmente gli stereotipi degli extraterrestri che incontrano la civiltà Inca. Questi temi, come la copertina dell’album One Size Fits All, sembrano imitare la spiritualità di molti album di rock progressivo della stessa epoca. Testi e musica sembrano prendere in giro altri gruppi rock progressivi e la loro profondità divina probabilmente forzata.
“Il veicolo è uscito dal nulla, solo per atterrare sulle Ande? Era rotondo e aveva un motore o qualcos’altro?”. Viene mostrato un UFO che atterra sulle Ande. Man mano che la canzone procede, i testi diventano più sciocchi e sembrano deridere l’inizio della canzone. Un esempio è questo: “… o qualcuno ha creato un posto per far atterrare Chester possa atterrare. Booger Bear è venuto fuori dal nulla…”.
Il cantante e tastierista George Duke ha detto in un’intervista che Zappa gli ha fatto pressioni per cantare in “Inca Roads”. Duke non aveva intenzione di cantare, era lì soltanto per suonare le tastiere. Ha continuato descrivendo come Zappa gli avesse comprato un sintetizzatore (uno strumento che a Duke non piaceva) e gli avesse detto che avrebbe potuto suonarci se avesse voluto.

“Inca Roads” ironizzava sulle sconcertanti teorie di Von Däniken, uno scrittore pseudo-scienziato, noto per i suoi libri di archeologia misteriosa e uno dei principali sostenitori della cosiddetta “teoria degli antichi astronauti”.
Frank ironizzava anche sulla moda musicale del momento: un progressive rock direttamente influenzato dalla fantascienza.

Vi segnalo questo video sull’evoluzione degli arrangiamenti di “Inca Roads” di Frank Zappa.
Mostra come il brano sia passato da un breve strumentale ad una ballata e ad un’epopea in più parti completamente formata in un anno e mezzo.

The Evolution of Inca roads (1973-1974)- Frank Zappa Live!

https://www.youtube.com/watch?v=eEUCb4QPzAE

L’Uomo vitruviano (ispirato agli scritti dell’architetto romano Vitruvio) con le proporzioni ideali del corpo umano cerca di dimostrare come possa essere armoniosamente inscritto nelle due figure “perfette” del cerchio, che simboleggia il Cielo (il Cosmo), e del quadrato, che simboleggia la Terra.
L’uomo rappresenterebbe l’unione tra macrocosmo e microcosmo, è l’idea stessa di ‘mondo’.
L’uomo è lo specchio dell’universo, il riflesso di un ordine superiore, ‘misura di tutte le cose’.
Aggiungendo la sua chitarra e il saluto rock, Frank Zappa mi ha convinto.

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