Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Frank Zappa & Jazz (part 2): the jazz-rock trilogy, a musical challenge

Frank Zappa e Mike Brecker, The Purple Lagoon (Live in New York, 1976), assolo di Mike Brecker

Frank Zappa & The Mothers of Invention con Roland Kirk (live al War Memorial Auditorium di Boston, 31 gennaio 1969) King Kong, Improvisations, Pachuko Hop, Behind the Sun, All Night Long

Nel periodo del Garrick Theatre con i MOI, il vibrafonista jazz Mike Mainieri dichiarò che Zappa spesso suonava con i musicisti jazz e i Satyrs. Con la sua band Zappa si stava guadagnando la reputazione di duro maestro di musica, provando la sua band durante la loro tappa a New York per lunghi periodi allo scopo di ottenere risultati più complessi.

Due anni dopo, Zappa fece salire sul palco Roland Kirk per suonare con i Mothers al Boston Globe Jazz Festival, e di nuovo al Newport Jazz Festival quando i Mothers suonarono tra i Newport All Stars e Dave Brubeck. “George Wein, impresario del Newport Jazz Festival, ci ha messo in un tour organizzato con Rahsaan Roland Kirk, Duke Ellington e Gary Burton – raccontò Zappa – Prima di partire ho visto Duke Ellington implorare, supplicare un anticipo di 10 dollari. È stato davvero deprimente. Ho detto ai ragazzi: ‘Basta, sciogliamo la band’”.

Nel settembre del 1969, Zappa si trovava seduto con Jean-Luc Ponty e il trio di George Duke al The Experience di San Francisco, un rock club. Duke e Ponty stavano suonando una prima versione di jazz-rock, un’improvvisazione jazz diretta su un ritmo rock. Nello stesso anno, Zappa produsse Burnt Weeny Sandwich, un album proto-jazz-rock e Uncle Meat che anticipava il rock progressivo. Registrò anche Hot Rats, un album jazz-rock prevalentemente strumentale di composizioni e arrangiamenti originali che mettevano in mostra il suo modo di suonare la chitarra.

Nell’ottobre del 1969, Zappa collaborò con Ponty per King Kong, un mix di composizioni fusion coinvolgenti.

Weasels Ripped My Flesh contiene ‘Eric Dolphy Memorial Barbecue’, l’unico tributo del mondo del rock al talentuoso sassofonista jazz.

Waka/Jawaka e The Grand Wazoo nel 1972 completarono la famosa “trilogia jazz-rock” di Zappa. Roxy & Elsewhere , un set dal vivo del 1974, catturò l’impressionante slancio del gruppo con forti assoli jazz e un attacco da “little-big band”, inclusa la traccia “Be-Bop Tango” rappresentata satiricamente come l’inno della chimerica “Old Jazzmen’s Church”. L’anno seguente Zappa tornò a suonare decisamente jazz-rock in One Size Fits All, con voci che “rinunciavano alla mera scatologia ed estendevano la mitologia privata di Zappa a nuovi estremi di oscurità”.

Zappa ha sempre impiegato un certo numero di musicisti jazz.

Le sue band successive impiegarono sempre batteristi e percussionisti eccellenti che possedevano un’ammirevole capacità di suonare e leggere in un’ampia gamma di stili. Il sassofonista Mike Brecker, che suonò in “Zappa In New York” (1978), disse di essere rimasto stupito dai dettagli e dalle prove che servivano per un’esibizione di Zappa.

Il collegamento con il jazz continuò; tuttavia, Jazz From Hell (1988), vincitore del Grammy, fu un album di composizioni originali per il Synclavier, l’interfaccia computer-digitale usata tra gli altri da Miles Davis su Tutu.

Zappa corrispondeva ai criteri di un artista genuinamente creativo interessato a esplorare ed estendere i confini del rock, il che lo portò inevitabilmente ad entrare in contatto con il jazz come mezzo per raggiungere questo scopo, poiché entrambi hanno radici comuni nel blues. Tuttavia, mentre univa jazz e rock in modo singolare producendo una classica trilogia jazz-rock e diversi album di grande interesse nel genere, il jazz-rock di per sé non è mai stato centrale nel pensiero musicale di Zappa. Rappresentava più una sfida musicale da affrontare e superare, l’ennesima, in una miscellanea di generi che comprendevano la sua musica straordinaria.

(estratto dall’articolo “L’eredità jazz di Frank Zappa” pubblicato su Jazzwise – dicembre 2003 – seconda parte)

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