Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Frank Zappa – Joe’s Garage (part 2): Live in New York, Live in Paris 1980 + review

Joe’s Garage – Live from the New York and Elsewhere documentary 1980, Live in Paris 1980

“Joe’s Garage, Act l” di Frank Zappa, album compatto tutto centrato intorno ad un tema, si svolge in diverse scene introdotte dalla viscida voce del Central Scrutinizer, il Grande Inquisitore, personaggio centrale del lavoro al pari di Joe, di cui seguiamo le terribili avventure che la sua scelta di fare il musicista gli procura.
Spunto del lavoro sono alcune riflessioni di Zappa intorno alla politica, al suo spacciare per valori necessari ed assoluti delle squallide convenienze di parte, alla manipolazione che i politici, attraverso i mass media, operano sulle teste della gente. Come sono stati capaci di far passare leggi di ogni tipo, cosi potrebbero un giorno argomentare che tutti i nostri guai energetici e di devianza morale dipendono dalla Musica. Con un’apposita legge e l’approvazione popolare (la gente verrebbe facilmente convinta dalla televisione) la Musica verrebbe abolita.
Lo spunto è solo apparentemente paradossale. Zappa, chiudendo le note di copertina, dice: “Se tutto ciò vi sembra assurdo, forse avete il piacere di non vivere in uno di quei graziosi Paesi dove la musica è severamente limitata o addirittura proibita, come l’Iran”.
In Joe’s Garage vengono mostrati i guai e i guasti morali che l’ambiente musicale e la musica stessa producono. Il Grande lnquisitore, la cui presenza ossessiva e strisciante si insinua tra i solchi per introdurre ogni nuova scena, ha il compito di far rinforzare le leggi perché “è mia responsabilità avvertire ciascuno di voi sulle potenziali conseguenze di varie attività quotidiane che potrebbero portarvi alla Pena di Morte. Le nostre istituzioni criminali sono piene di piccole crepe come voi che fate cose non permesse … e molti di voi sono spinti a compiere questi crimini da un’orribile forza chiamata Musica!”.
Dopo aver annunciato leggi speciali per fermare per sempre la terribile Musica, il Grande Inquisitore prosegue: “Quella che segue è una speciale rappresentazione per mostrarvi cosa può accadervi se scegliete di far carriera nella musica”.
Frank Zappa con Joe’s Garage torna al concept album con questa sorta di paradossale musical, raccontando in due facciate le sue storie allucinate e schizoidi che però, come tutte le allucinazioni, non mancano di solidi agganci alla realtà. Zappa è sempre stato un corrosivo osservatore e non ha mai mancato di incidere con la sua musica e i suoi spettacoli sulla realtà circostante, musicale e non.
Joe’s Garage nasce durante la Grande Paura Energetica Americana, quando sembrava che il petrolio e la benzina non dovessero più arrivare, quando si stava ore e ore in fila ai distributori, quando si maledicevano gli sceicchi. Zappa ha preso questo spunto inserendolo in un contesto musicale, facendo del vero e proprio fanta-rock. Joe’s Garage prevede un seguito. Lo spettacolo continua. (Ciao 2001, 21 ottobre 1979)

Il messaggio di “Joe’s Garage” è che l’identità non è una virtù, ma una delle nostre maggiori minacce?
“Sì e le persone tendono a dimenticarlo. Ascolta, c’è sempre questo piccolo problema nella parte posteriore della tua mente. Dici a te stesso: ‘Ho ragione, sono una persona, so cosa voglio, so cosa mi piace, ma sono un numero per il resto del mondo. Ad eccezione delle due o tre persone che sono miei amici intimi, io non sono niente”. (Frank Zappa, RAM, 4 aprile 1980)

L’impegno di Frank Zappa nel difendere il diritto alla libertà di espressione andando contro la censura (in generale e dell’industria musicale, in particolare) è un viaggio iniziato nel 1979 con la sua opera rock Joe’s Garage.
Attraverso la storia di Joe, Zappa esplora il lato oscuro della censura.
“Alla fine si scoprì che Dio non voleva che fossimo tutti uguali. Questa era una cattiva notizia per i governi del mondo poiché sembrava contraria alla dottrina delle porzioni controllate. Per far funzionare il Futuro, l’umanità doveva essere resa più uniforme. Si cercarono vari modi per unirci tutti ma, ahimè, l’uniformità era inapplicabile. Così, qualcuno ebbe l’idea della criminalizzazione totale basata sul principio che, se tutti fossimo imbroglioni, potremmo finalmente essere uniformi in una certa misura agli occhi della Legge. La criminalizzazione totale divenne molto popolare, tranne per quelle persone che non volevano essere imbroglioni o fuorilegge; quindi, in qualche modo, dovevano essere ingannate ed è questa una delle ragioni per cui, alla fine, la musica è stata resa illegale”.

“Su Joe’s Garage ho solo fatto gli assoli e seguito la melodia. Scrivo molto velocemente. Scrivo molto più velocemente di quanto leggo… Mi piacciono gli arrangiamenti in cui tutto è specificato. Pianifico le linee di basso e il tipo di figure che verranno suonate.”
(Musicians Only, 26 gennaio 1980)

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