Live Stoccolma 1967, Live Essen 1968, Live Parigi 1970 (con Jean-Luc Ponty), Live 1988 (Make a Jazz Noise Here)
Frank Zappa compose il brano strumentale King Kong nel 1967 ispirato al film omonimo di successo del 1933, il classico film di mostri americano diretto da Merican C. Cooper ed Ernest Schoedsack.
Inizialmente, questa composizione strumentale fu pubblicata nel 1969 (album Uncle Meat) con The Mothers of Invention.
Nel 1971, l’incendio al Casino de Montreux (Ginevra, Svizzera) divampò proprio nel bel mezzo dell’assolo al sintetizzatore di Don Preston in King Kong.
“Vorremmo suonare per voi la leggenda di King Kong. E’ la storia di un grosso gorilla elettrico confinato in un’isola da qualche parte in mezzo all’oceano, che conduce un’esistenza felice mangiando banane, finché un giorno un gruppo di imprenditori americani decidono di imbarcarsi e di catturarlo. Lo portano negli Stati Uniti, lo espongono facendo un sacco di soldi e poi lo uccidono… Il gong, simbolo di tutto quello che vive nella giungla e odora di gorilla. Ritmi della giungla, osceni e palpitanti. Emozioni piccanti e sudate tra flora e fauna esotiche” (Frank Zappa, Live Vancouver, 1968).
Esistono numerose versioni di King Kong, tra cui quelle di Lumpy Gravy (1967, Hollywood), Season to be Jelly (1967, Stoccolma), Uncle Meat (in studio, live al Miami Pop Festival), Electric Aunt Jemima (1968, Essen), Live a Londra del 1968 e Live a Parigi del 1970, Man in Nirvana (1968, Fullerton), Live a Montreux (1971), You Can’t Do That on Stage Anymore, Vol. 3 (1971+1982), Make a Jazz Noise Here (1988), Hammersmith Odeon, versione Roxy Performances, Baby Snake (AAAFNRAA 2012).
Qui trovate 7 ore di live
https://www.youtube.com/watch?v=OgY-TIect-g
“King Kong: Jean-Luc Ponty Plays the Music of Frank Zappa” è un album del 1970 realizzato dal violinista jazz francese Jean-Luc Ponty in tandem con Zappa, autore e arrangiatore di tutti i brani tranne How Would You Like to Have a Head Like That (composto dallo stesso Ponty). Prima di questo album, il violinista aveva già collaborato con Zappa per l’album Hot Rats pubblicato nel 1969. Le registrazioni di Hot Rats rappresentarono sviluppi significativi nella carriera sia di Zappa sia di Ponty. Zappa è stato uno dei pochi musicisti rock a catturare la complessità (non solo la sensazione) del jazz, mentre per Ponty King Kong segnò la prima volta in cui registrò come leader in un ambiente orientato alla fusion.
Il brano sperimentale e avanguardista King Kong è stato riarrangiato ed eseguito in vari contesti durante la carriera di Zappa. Spesso, ha funzionato da piattaforma per l’improvvisazione mettendo in mostra la maestria strumentale della sua band.
Raccontando la leggendaria storia del gigantesco gorilla Kong, forse Zappa aveva intenzione di raccontare la storia di qualcuno che, pur avendo una forza o un potenziale immenso, fa fatica a trovare il suo posto nella società.
Nella registrazione dal vivo di Make a Jazz Noise Here, i testi frammentati e disconnessi suggeriscono un commento politico e sociale tipico di Zappa. La storia immaginaria ambientata a Cleveland è legata al periodo del Devoniano superiore, un pesce creativo e talentuoso che venne attaccato da squali fanatici religiosi. Va da sé che questa storia funge da metafora: evidenzia la natura distruttiva delle ideologie fanatiche e divisive che minacciano di distruggere la creatività e la vita stessa.
Il dialogo tra il senatore Hawkins ed i suoi interlocutori suggerisce un clima caotico e conflittuale. Le due frasi “Bruciate l’edificio! State andando all’inferno” potrebbe rappresentare il desiderio di sradicare o distruggere qualcosa da parte di istituzioni politiche o sociali corrotte. I riferimenti ripetuti a bidet, fellatio, sodomie sfidano tabù e desideri repressi o disapprovati dalla società, i limiti della censura e della conformità. Termini come sport shirt e couchon (maiale in francese) suggeriscono una critica al consumismo e alla gola, alla cultura capitalista che promuove materialismo ed eccesso.
King Kong è un 3/8 che si presta a diversi trattamenti, terreno ideale di estese dilatazioni improvvisative all’interno delle quali può avvenire di tutto. In un certo senso, il brano ha rappresentato per Zappa – che lo terrà in scaletta per lunghi periodi (anche solo come citazione) fino al tour del 1988 – ciò che My Favourite Things fu per John Coltrane. (Roberto Valentino, Musica Jazz, dicembre 2020)
“King Kong è un brano semplice con accompagnamento in re minore. In effetti, direi che l’80% dei brani che abbiamo con degli assoli sono nella stessa tonalità. Adoro gli accompagnamenti in re minore con un preaccordo maggiore. Ti dà un bell’effetto modale”.
(Frank Zappa, International Times, febbraio 1971)