Frank Zappa's mustache - Music is the Best

Frank Zappa & MOI – We’re Only in It for the Money, Who Needs the Peace Corps?, 1968 uncensored

“We’re Only in It for the Money”: la satira di Frank Zappa
FAIR USE

Con l’album “We’re Only In It For The Money” (pubblicato a marzo 1968) Frank Zappa fa una satira sul tradizionale stile di vita americano e sulla società degli Stati Uniti negli anni ‘60.
La copertina (dove appare anche Jimi Hendrix) fa una parodia di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band” dei Beatles sostituendo i fiori con le verdure.
E’ il terzo album dei Mothers of Invention: venne ripubblicato dalla Rykodisc nel 1986 con nuove registrazioni per le percussioni. Le parti censurate sulla prima versione furono riammesse.
Nel 2003, la rivista Rolling Stones ha inserito l’album alla posizione n. 296 nella lista dei migliori 500 dischi di sempre. Q magazine l’ha inserito nella lista dei Migliori Album psichedelici di tutti i tempi.
L’album attacca lo stile di vita hippy. I testi delle canzoni parlano degli effetti della droga sui giovani, del perché la società induca i giovani alla droga per rimbecillirli e tenerli buoni e “sedati” in una beata incoscienza. Denuncia il fatto che il consumismo ha distrutto principi e valori della famiglia americana: la stessa protesta dei movimenti studenteschi diventa parte del sistema che vorrebbe rovesciare.
Il disco non è costituito da vere e proprie canzoni ma, piuttosto, da brevi sketch sonori simili a jingle pubblicitari, seppure sofisticati dal punto di vista compositivo.
Zappa improvvisò parecchie linee di dialogo parlando a ruota libera: contribuirono alle sessioni di registrazione altre persone tra cui Eric Clapton, Rod Stewart e Tim Buckley.
L’album contiene brevi canzoni interrotte da segmenti parlati e brani di altra musica senza una logica apparente: in realtà, il tutto era stato attentamente studiato.
Zappa spese 4.000 dollari (circa 28.000 dollari attuali) per realizzare la copertina il cui design originale è stato ideato da Cal Schenkel. E’ l’evidente parodia della copertina di Sgt, Pepper’s Lonely Heart Club Band dei Beatles, presi in giro con l’accusa di far parte della controcultura (flower power) “solo per i soldi”.
Frank telefonò a Paul McCartney per chiedergli il permesso di parodiare la copertina: Paul rispose che per lui non c’erano problemi ma doveva rivolgersi all’ufficio gestioni manageriali dei Beatles presso la EMI.
Zappa (lo raccontò anni dopo) ebbe la sensazione che McCartney non era entusiasta dell’idea e che avesse cercato di osteggiare il progetto ritardando l’uscita dell’album di qualche mese.
La casa discografica di Zappa temeva problemi legali relativi al copyright della cover del Sgt. Pepper: decise che la foto venisse inserita all’interno del disco. Come copertina vera e propria fu utilizzata una foto dei membri della band su sfondo giallo.
Nella versione originale del disco alcune parti di canzoni sono state modificate o cancellate in quanto ritenute offensive. Le parti censurate variano a seconda dell’edizione che si possiede. La Verve Records è la responsabile della serie di tagli.
Fra le tracce censurate, ricordiamo:
“Adoro quando la Polizia mi prende a calci in culo” (Who Needs the Peace Corps?);
“Non venirmi dentro” (Harry You’re a Beast);
“Non la darò più via per farti pubblicità” (Absolutely Free).
La versione del 1986 reintrodusse queste parti censurate (Rykodisc Records).

Tracce dell’album
2. Are You Hung Up?
3. Who Needs the Peace Corps?
3. Concentration Moon
4. Mom and Dad
5. Telephone Conversation
6. Bow Tie Daddy
7. Harry, You’re a Beast
8. What’s the Ugliest Part of Your Body?
9. Absolutely Free
10. Flower Punk
11. Hot Poop
12. Nasal Retentive Calliope Music
13. Let’s Make the Water Turn Black
14. The Idiot Bastard Son
15. Lonely Little Girl
16. Take Your Clothes Off When You Dance
17. What’s the Ugliest Part of Your Body? (Reprise)
18. Mother People
19. The Chrome Plated Megaphone of Destiny

“Who Needs The Peace Corps” racconta la voglia di abbandonare la società e diventare un “hippy” a San Francisco. Zappa ironizza sull’idea di una vita hippy fasulla, con il narratore che canta di voler comprare perline e una band di pelle, di prendere le piattole e di entrare in un gruppo rock and roll.
In sostanza, la canzone è una celebrazione della libertà e dello stile di vita alternativo del movimento hippy, con il narratore che proclama “amerò tutti!”. Il cantante non si vergogna delle sue scelte anticonvenzionali, abbraccia l’idea che “ogni città deve avere un posto dove poter incontrare i falsi hippy”.

Hai messo quella copertina per deridere i Beatles?
Beh, non pensavo che la loro copertina ce l’avrebbe fatta. La nostra è superiore artisticamente.

Però, non c’erano piante di marijuana sulla copertina.
No, ma sulla loro non avevano angurie, quindi li abbiamo battuti con il simbolismo.
(Ann Arbor Argus, 19 giugno 1969)

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