
Tra i miei primi ricordi d’infanzia, ci sono il vestito da marinaio, il fischietto di legno appeso al collo con una corda e frequenti visite alla Chiesa con molte genuflessioni. Quando ero molto piccolo, abbiamo vissuto anche in una pensione, credo ad Atlantic City. La signora che ci aveva affittato la casa aveva un volpino della Pomerania che mangiava erba per, poi, vomitare cose che assomigliavano a polpettine di carne bianca. In seguito, ci trasferimmo in una delle case a schiera di Park Heigts Avenue, nel Maryland, con i pavimenti in legno lucidati a cera e dei copridivano simili a tappetini. Allora si usava passare la cera su ogni cosa finché che non ti ci specchiavi dentro (non essendoci la TV , la gente aveva il tempo di fare cose del genere). Un’altra usanza era correre alla porta ad aspettare il babbo quando tornava a casa dal lavoro. In una di queste occasioni, mio fratello più piccolo, correndo più veloce, arrivò per primo alla porta con piccole lastre di vetro. Aprì abbracciando il babbo e richiuse. Io correndo scivolai su uno dei tappetini e finii con la gamba sinistra nel vetro. I miei pensarono di farmi ricucire da un dottore, ma io mi opposi al punto tale che non se ne fece nulla. Mi tappezzarono di cerotti ovunque, tanto che oggi ho una cicatrice. Non sopporto gli aghi (autobiografia The Real Frank Zappa Book )